Venerdì, 07 Luglio 2023 06:53

Scoppia il caso Del Mastro In evidenza

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foto di repertorio foto di repertorio

Palazzo Chigi e le “toghe”.

Di Francesco Graziano Bologna, 7 luglio 2023 - Gira che ti rigira sempre lì andiamo a parare; l’Italia è un Paese i cui abitanti sono fatti, per DNA, da mille contraddizioni.

A partire da Seneca che diceva “ Guardate al mio insegnamento e non al mio comportamento”.

Dentro lo Stivale convivono gli opposti, contraddizioni e monotematismo.

Ecco l’attacco dell’ANSA di ieri sera: “ Un attacco frontale alla magistratura”.

Come si dice dalle mie parti? “ Ma non v’abbuttò’” (traduzione: non vi siete stancati?) Siamo alle solite, scontro tra potere esecutivo e potere giudiziario.

Quando deflagra la notizia dell’imputazione per Andrea Del Mastro, dopo giorni di silenzio sull’affaire Daniela Santanchè, palazzo Chigi esplode.

In medias res di questa vicenda abbastanza complessa, dove si accumulano frecciatine, allusioni ad inviti nei locali della “Pitonessa” dove autorevoli cronisti hanno giurato di vedere nei tavoli esponenti di tutti i partiti politici (a proposito fuori i nomi!) si mischia il coro delle fonti, di cui non si è accertato il corifeo, che dipingerebbero questa volta la “Regina di Coattonia” (ribattezzata così da Merlo, ndr) pronta a richiamare le toghe a non “ fare politica”.

Secondo la Schlein, questi sono “ toni intimidatori che non possono attraversare la nostra democrazia figlia della Costituzione antifascista”.

Nel mentre il leader dei pentastellati va all’offensiva parlando di “un attacco vergognoso alla magistratura”. Il dubbio che serpeggia nel centrodestra è la strana coincidenza dell’uscita dei due casi (Santanchè, Dalmastro) nello stesso periodo. I mal di pancia, sono scoppiati definitivamente tanto che intorno al Palazzo dell’esecutivo si sono visti camion di Malox, per l’uscita sulla stampa dei due casi in maniera contemporanea. “

Non vorremmo che in magistratura si stessero preparando per le prossime “elezioni europee”.

I due capigruppo di FdI Lucio Malan e Tommaso Foti parlano di “ scenari sospetti che ci auguravamo superati”.

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