Martedì, 11 Maggio 2021 22:09

Atti vandalici, aggressione con un machete e minacce di morte, arrestato 38 enne In evidenza

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L’uomo, cittadino italiano, ma di origine marocchina è stato prima identificato come l’autore dei raid vandalici contro tre sedi istituzionali dello scorso 30 aprile. Poi si è scoperto che nel furgone dove viveva aveva un vero e proprio armamentario e che era l’autore di ulteriori reati contro la persona.

Modena 11 maggio 2021 – È finito in carcere per una lunga lista di reati, tra cui atti vandalici, aggressione con un machete, minacce di morte e comportamenti aggressivi un 38 enne italiano, ma di origine marocchina, identificato dalla Digos di Modena. 

L’indagine è partita in seguito agli atti vandalici della notte del 30 aprile scorso, durante la quale era stata danneggiata prima una vetrata dell’Ufficio Anagrafe di via Santi, poi c’era stato un tentativo di appiccare il fuoco presso la sede dei Servizi Sociali di Piazza Redecocca, utilizzando la corona commemorativa del 25 aprile come combustibile, e al portone della sede Inps in via Misley. 

Le telecamere di videosorveglianza posizionate nelle zone dei raid vandalici hanno e un’impronta digitale lasciata in via Santi hanno consentito agli investigatori della Questura di identificare l’autore. Il 38 enne, pregiudicato per reati contro il patrimonio, è stato quindi individuato e bloccato lo scorso 4 maggio, mentre era a bordo del furgone sul quale vive insieme al suo cane. 

In quell’occasione, tuttavia, il 38 enne era stato denunciato a piede libero, ma successivamente, le indagini hanno fatto emergere una storia travagliataun’indole particolarmente violenta e altri reati contro la persona a suo carico, che ne hanno determinato la custodia cautelare in carcere.

Alla base di tanta rabbia e violenza pare esserci un passato travagliato. Il 38 enne è arrivato in Italia dal Marocco nel 2006 e ha ottenuto la cittadinanza italiana in seguito al matrimonio con una torinese. Una volta naufragata la relazione, l’uomo si è spostato nel modenese, vivendo all’interno del furgone che condivide con il suo cane. All’origine della sua rabbia, stando a quanto ha dichiarato ai poliziotti, ci sarebbe proprio un “inghippo burocratico”. L’uomo risulta infatti “senza fissa dimora”, pertanto gli è impossibile ottenere il certificato di residenza indispensabile per richiedere il Reddito di Cittadinanza. Da qui la violenza con cui si è scagliato contro le sedi delle istituzioni, da lui giustificato come “atto ritorsivo”.

Ma non è finita qui. A complicare la sua situazione c’è anche quello che gli agenti della Digos hanno trovato all’interno del suo furgone: un vero e proprio armamentario di strumenti atti a offendere tra cui martelli, picconi, coltelli, un machete, alcune roncole, fionde, liquido infiammabile e perfino un arco con tanto di frecce e una spada antica

Inoltre, l’uomo è risultato essere lo stesso individuo che, sempre la sera dei raid vandalici, il 30 aprile, ha aggredito una ragazza all’interno dell’area cani accanto a Piazza Cittadella. La giovane prima è stata presa a male parole dall’uomo perché, secondo lui, stava passeggiando con il fidanzato all’interno dell’area recintata senza avere un cane. Poi, il 38 enne aveva preso un machete e aveva colpito la ragazza alla testa, per fortuna con la parte piatta della lama, causandole solo una lieve contusione. La giovane, però, aveva sporto denuncia. 

Una volta rilasciato dalla Questura, però, l’uomo, consapevole di essere stato identificato anche grazie alla testimonianza della giovane aggredita, si è recato presso il Bar Stadio di Viale Monte Kosica con un coltello, chiedendo notizie della ragazza e informazioni per rintracciarla, ammettendo spudoratamente di volerla uccidere “strappandole il cuore”.

Le persone presenti nel bar, tuttavia, hanno avvertito subito gli agenti delle minacce. La Digos ha quindi avvertito la Procura, richiedendo la misura cautela, subito approvata ed emessa dal Gip. Sono quindi di nuovo cominciate le ricerche dell’uomo, ritenuto molto pericoloso. Nella giornata di ieri è stato rintracciato nel centro storico, ancora una volta a bordo del suo furgone, fermato e portato nel carcere di Sant’Anna

 

 

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