Un invito semplice ma forte che assume un particolare significato nel contesto attuale della nostra nazione e non solo.
Se per un attimo ci si concentra sul significato religioso della festività immediatamente ci si proietta nel messaggio di speranza lanciato da Papa Francesco e altrettanto immediato è il riscontro sulla modernità del messaggio stesso.
La Pasqua, è la festività cristiana che ricorda la risurrezione di Gesù. Dal punto di vista teologico, la Pasqua odierna racchiude quindi in sé tutto il mistero cristiano: con la passione, Cristo si è immolato per l'uomo, liberandolo dal peccato originale e riscattando la sua natura ormai corrotta, permettendogli quindi di passare dai vizi alla virtù; con la risurrezione ha vinto sul mondo e sulla morte, mostrando all'uomo il proprio destino, cioè la risurrezione nel giorno finale, ma anche il risveglio alla vera vita. La Pasqua si completa con l'attesa della Parusia, la seconda venuta di Gesù sulla terra alla fine dei tempi, che porterà a compimento le Scritture.
La metafora del "passaggio" da uno stato all'altro, dalla schiavitù alla libertà ma anche dall'egoismo alla generosità o altruismo, è ciò che deve rimanere in testa a tutti noi.
Non c'è discriminazione di fede religiosa in questo pensiero di speranza. C'è solo l'dea che ciascuno di noi doni un pezzetto di speranza al proprio vicino per diffondere quel sano ottimismo che sta sempre più velocemente scemando.
La coincidenza vuole che questi giorni siano dedicati alle consultazioni per la formazione del nuovo governo.
Purtroppo, almeno da quello che si legge e si vede, i negoziati tra i tre schieramenti non sembrano impostati a concedere bensì a ottenere.
Nessuna apertura a quel terzo di popolazione che ha scelto quel partito o movimento.
Individualismi e corporativismi stanno dando un cattivo esempio di gestione della cosa pubblica.
La speranza nel passaggio ora è riposta in Napolitano, Presidente della Repubblica, e speriamo, grande uomo della repubblica.
Buona Pasqua.