Venerdì, 08 Novembre 2019 14:13

Lutto a Montecchio: lettera in ricordo della Dr.ssa Angela Zollino, prematuramente scomparsa In evidenza

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La lettera del Dr. Paolo Montanari, Direttore della Unità Internistica Multidisciplinare dell’Ospedale Franchini di Montecchio in ricordo della Dr.ssa Angela Zollino, Responsabile della Lungodegenza dello stesso ospedale, prematuramente scomparsa.

 

Cara Angela,

quel fulmine a ciel sereno che pensiamo possa arrivare sempre ad altri, questa volta è arrivato su di noi. La telefonata del primo mattino che ci ha informato che eri ricoverata improvvisamente  in un letto di rianimazione non ci sembrava vera. Eri stata nel mio studio al pomeriggio, prima di andare a casa e avevamo organizzato alcune riunioni riguardanti l’accreditamento, di cui tu eri la mia colonna portante  e che ben sapevi invece quanto io fossi, per usare un eufemismo, poco incline. E me lo facevi notare con un sorriso di compiacimento che la diceva tutta.  Ma, a questo punto dico fortunatamente per il bel ricordo, mi hai anche parlato piacevolmente del tuo ultimo recente viaggio in Malesia con le divertenti difficoltà, quali le protezioni per non essere attaccati dalle sanguisughe. Ti dissi che io un viaggio così non l’avrei fatto nemmeno se mi avessero pagato e di nuovo ancora ricordo il tuo dolce sorriso che stava a dire: ma guarda che io l’avevo tutto programmato. E non ho dubbi che fosse così, perché so  bene  come programmavi l’attività della Lungodegenza, di cui eri la meritata responsabile, in ogni minimo particolare. Anzi, eri così meticolosa in tanti aspetti, che, a volte, ti dicevo  “ma dai Angela, non andiamo troppo per il sottile”. E invece avevi poi ragione tu. Mi conforta ricordare che in quel pomeriggio non mi accennasti ad alcun sintomo o anche solo ad un eccessivo affaticamento che, in questo difficile  e ormai lungo periodo, tu e tutta la nostra equipe fatta non solo di colleghi, ma di veri amici, avreste motivo di lamentare. Mi sarebbe rimasto sulla coscienza, attribuendogli una motivazione di ciò che è accaduto. Nei giorni successivi, cara Angela, la tua disgrazia, mi ha aperto gli occhi, e il cuore, su due aspetti. Il primo è di avere constatato come vi sia stato un sincero sconforto da parte di tutto il personale dell’Ospedale di Montecchio, e della nostra Direzione. I comportamenti e le espressioni di facciata si capiscono bene, mentre nel tuo caso ti assicuro che ho visto davvero tanta sincerità e commozione. E questo scalda il cuore, perché l’ospedale di Montecchio era diventato la tua seconda casa, in cui vivevi civilmente, educatamente e responsabilmente. Il secondo, ma non minore aspetto, è stata l’esperienza vissuta in queste ore con tuo marito Luca.  Abbiamo trovato in lui, in ogni momento, una forza, una sensibilità, una correttezza straordinarie. In alcuni momenti è stato lui a dare coraggio a noi, quando dovrebbe essere stato il contrario. Questo è un insegnamento di vita, che purtroppo sempre meno si trova nelle persone. Luca, inoltre, mi ha fatto il più grande regalo che possa aspettarsi un amico, che è anche medico. Nel momento di una decisione che doveva prendere sul tuo futuro, mi ha chiesto un parere personale. Abbiamo pienamente condiviso la decisione, ma poi non è servita. E Luca allora mi ha detto: Angela “ha deciso autonomamente”, come del resto ha sempre fatto. E così mi ricorda quanto sia vero perché nella gestione della lungodegenza eri spesso senza il nostro aiuto e le decisioni le prendevi comunque in autonomia. Un abbraccio lo facciamo anche a tua sorella Rossella  che conosciamo meno di Luca e che, nella sua riservatezza e gentilezza ci ha altrettanto fatto vedere che esistono ancora persone che, pur nell’estrema sofferenza, sanno gestire con grande dignità le emozioni e il dolore. E questo, cara Angela, era anche il tuo stile.

Ho usato spesso il plurale perché questa lettera non è solo del tuo Direttore, ma di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerti e stimarti in tanti anni di lavoro nella nostra azienda.

Un grande abbraccio

Montecchio, 9/11/2019                                            Paolo Montanari

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