I cagnolini arrivavano dall’Est Europa, spesso trasportati in piccole scatole o stipati nelle automobili, trovati anche documenti sanitari e pedigree falsificati.
CORREGGIO (RE) –
Un copione purtroppo già visto, che vede ancora una volta come vittime cuccioli di cane indifesi, spesso separati troppo presto dalle madri, costretti a viaggi estenuanti, stipati nelle gabbie e in condizioni alle quali, spesso, non sopravvivono.
I Carabinieri di Correggio, insieme ai colleghi della Forestale, dopo mesi di indagine, sono riusciti a porre fine ai traffici di cuccioli provenienti dall’Est Europa messi in piedi da due donne, titolari di un allevamento con sede nella provincia di Brescia, un meccanismo rodato e illecito che si basava su documenti falsi e microchip detenuti illegalmente.
Le indagini hanno portato al sequestro di 56 cuccioli di chihuahua, trovati in seguito alle perquisizioni nella sede legale dell’allevamento e di altri siti nella disponibilità delle due indagate a Luzzara, Correggio, Pavullo nel Frignano (MO) e Ponte San Marco Calcinato (BS).
Oltre ai cuccioli, sono state sequestrate anche 150 pedigree di cui tre già abbinati a microchip non ancora inoculati, diverse confezioni di farmaci e medicazioni a uso ospedaliero, passaporti rilasciati da autorità straniere a favore di cani non presenti nell’allevamento, libretti veterinari in bianco e un blocco di carta intestata “Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna - Azienda Unità Sanitaria Locale di Modena, presumibilmente utilizzato per falsificare le certificazioni.
Le indagini hanno anche consentito di appurare che i cani arrivavano in Italia dall’Est Europa stipati in piccole scatole di cartone, mentre le stesse allevatrici noleggiavano auto per trasportare personalmente i cagnolini.
Le due titolari dell’allevamento sono quindi state denunciate per detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze, esercizio abusivo della professione e frode nell’esercizio del commercio.