Gli allievi del Conservatorio Peri Merulo di Reggio Emilia all'Ospedale dei bambini Pietro Barilla di Parma. Una performance musicale speciale dedicata ai loro coetanei ricoverati.
Il suono degli strumenti, le scale musicali e le favole di Gianni Rodari hanno accompagnato i pazienti in un divertente viaggio nella musica.
L'ironia della tromba, il cinguettio dei flauti, la voce dell'oboe o la profondità del contrabbasso e poi la dolcezza del violino e le scale giocose di arpa e viola: così gli allievi del Conservatorio Peri Merulo di Reggio Emilia, diretti da Eleonora Incerti e accompagnati dalla voce narrante di Laura Pazzaglia, hanno voluto presentare gli strumenti al pubblico che martedì mattina ha affollato il cavedio dell'Ospedale dei bambini "Pietro Barilla".
Una performance musicale dedicata ai loro coetanei seduti a pochi passi da loro, appena dietro la vetrata, coinvolgendoli in un ascolto, prima curioso e poi divertito. Il racconto, un po' fantastico e un po' fiabesco, inseguiva un Giovannino Perdigiorno intento ad esplorare nuovi mondi e così i ragazzi venivano accompagnati a salire e scendere scale musicali, a riconoscere timbri e giochi sonori. E partecipavano, sorridendo.
"Che bello vederli ridere, fa solo bene prima di tutto a loro ma anche a noi" ha commentato Maria Rosaria Pieri Nerli, coordinatrice infermieristica del Day hospital pediatrico che volentieri trasforma quella che solitamente è una sala d'attesa in una sala da concerti.
Portare la musica nei reparti pediatrici è una prerogativa della Scuola in ospedale attraverso l'insegnate di educazione musicale Marzia Fusi che crede nella forza positiva delle note soprattutto per chi sta affrontando una lunga malattia. "I concerti sono momenti che creano complicità tra pazienti, insegnanti, personale sanitario e volontari perché tutti diventano spettatori allo stesso modo ed inoltre è un'occasione per fare cultura in Ospedale tant'è che l'insegnante di arpa dell'istituto Peri Merulo si è reso disponibile per lezioni propedeutiche dedicate ai giovani ricoverati".
E l'esperienza ha lasciato un segno anche nei giovani musicisti se una ragazza di undici anni ha commentato con la mamma "Ti prometto che non mi lamenterò più per i troppi compiti, ho capito che i problemi seri sono altri".
Fonte: Azienda ospedaliero-universitaria di Parma