Il coraggio della ragazza, che era stata "agganciata" in patria da una connazionale 29 enne, regolarmente residente a Modena, poi rivelatisi la sua aguzzina, ha consentito di trarre in arresto la sua "protettrice" e un 63 enne modenese, che fungeva da "accompagnatore". Dalla denuncia della giovane è emersa una storia di violenze e abusi.
Di Manuela Fiorini – foto di Claudio Vincenzi
MODENA – Una storia simile a tante altre, quella della ragazza nigeriana 21 enne che in patria è stata "agganciata" da una connazionale, regolarmente residente a Modena e con permesso di soggiorno per motivi di lavoro come badante, che l'ha attirata con la promessa di un futuro roseo in Italia e di un lavoro come parrucchiera. Il costo? 30 mila euro, che la 29 enne avrebbe anticipato alla connazionale. Denaro che la giovane avrebbe poi dovuto restituire con i proventi del suo lavoro. Come "garanzia", la 21 enne era stata sottoposta a un rito voodoo, molto vincolante in patria, e costretta a mangiare fegato crudo di gallina. A questo punto, insieme al denaro, le sono stati forniti documenti falsi, istruzioni e contatti per affrontare ogni singola tappa del viaggio alla volta dell'Italia, con la raccomandazione di dichiararsi sempre minorenne.
Per la giovane è quindi cominciata una vera e propria odissea, che l'ha prima portata a un viaggio estenuante nel deserto, fino in Libia, dove è stata portata in un centro di detenzione. Dopo un periodo di carcere, anche grazie ai contatti giusti, è stata liberata ed ha potuto imbarcarsi su una "carretta del mare" alla volta di Lampedusa dove, forte dei documenti falsi, è stata trasferita in un centro di accoglienza per minori. Da qui la ragazza avrebbe tentato la fuga, ma sarebbe rimasta ferita e in seguito trasportata all'ospedale di Agrigento per le cure del caso. Aiutata da un contatto locale, sarebbe infine riuscita a fuggire dal nosocomio e facendo tappa prima a Napoli, poi a Bologna, sarebbe infine giunta a Modena, dove l'attendeva la connazionale 29 enne.
Qui, però, lo scenario non è quello che la ragazza si aspettava. Nessun lavoro da parrucchiera, ma la prospettiva di un futuro sulla strada a vendere il suo corpo. La giovane viene rinchiusa in una casa insieme a un'altra sfortunata e avviata alla prostituzione. Quella che si rivela essere la sua aguzzina le fornisce vestiti succinti, tariffario delle prestazioni e anticoncezionali. Per due mesi, ogni notte la giovane viene accompagnata "sul luogo di lavoro", tra la Bruciata e la zona industriale di Modena Nord, da un 63 enne modenese, che riceve in cambio dalla "matrona" qualche spicciolo e pagamenti "in natura".
L'incubo della ragazza avrebbe potuto durare anni, ma è qui che il finale cambia, grazie al coraggio della giovane e al supporto di un fidanzato rimasto in Nigeria. Dopo essere stata picchiata e aver subito vessazioni, la giovane non ce la fa più e approfitta di un litigio in strada con la sua protettrice per chiamare la Polizia e raccontare quello che stava subendo. Dalla denuncia della 21 enne sono quindi partite le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Modena, nella persona del Sostituto Procuratore Dott. Imperato che hanno portato all'arresto della 29 nigeriana, detenuta presso la casa Circondariale di Modena, e del 63 enne "tassista", a cui sono stati concessi gli arresti domiciliari. La coraggiosa 21 enne è invece stata affidata alle cure di un Centro Antiviolenza.
Soddisfatto della buona riuscita dell'operazione il nuovo questore di Modena Filippo Santarelli, che dopo essersi complimentato con gli investigatori ha sottolineato l'importanza di denunciare ogni tipo di abuso.