Stalking: arresti domiciliari per l'ex compagno che dopo una prima condanna per lesioni e molestie viene perdonato dalla sua vittima e ritorna a picchiarla e tormentarla.
Parma, 3 maggio 2017
La loro relazione era iniziata nel 2015 e nei primi mesi lui, G.T. un cittadino albanese di 35 anni residente in provincia di Parma, aveva mostrato il suo lato più tenero ed affettuoso. Poi, già verso la fine dell'anno, aveva iniziato ad assumere comportamenti sempre più aggressivi e violenti dettati da una cieca gelosia, impedendo alla compagna, G.Y. trentenne rumena residente a Parma, di coltivare le proprie amicizie e giungendo in varie occasione a picchiarla violentemente. La donna, già a partire dal gennaio dello scorso anno, ha iniziato a denunciare gli atteggiamenti aggressivi del suo compagno, ma solo nel maggio dello stesso anno ha deciso di troncare quel rapporto malsano e raccontare le gravi violenze subite, consentendo alla locale Procura del Repubblica di richiedere ed ottenere l'applicazione nei suoi confronti della misura cautelare degli arresti domiciliari. Trascorrono vari mesi e, nel novembre del 2016, l'uomo viene condannato in primo grado per i reati di lesioni personali e molestie. Dopo la condanna, la donna, credendo in suo reale pentimento, decide di ritornare sui suoi passi e si riavvicina al suo aguzzino. Ancora una volta, nel primo periodo, l'uomo si dimostra affettuoso ed amorevole, prospettandole una nuova vita insieme e proponendole, addirittura, di entrare in società con lui nella sua attività. G.Y. accoglie con entusiasmo questa proposta, che appare ai suoi occhi un ulteriore prova della reale volontà dell'uomo di costruire un sereno percorso di vita insieme. Le speranze della donna, però, crollano quando, di rientro da una serata trascorsa fuori alla fine del mese di gennaio, l'uomo, completamente ubriaco, inizia ad offenderla pesantemente, ad accusarla di aver avuto rapporti con uomini a lei sconosciuti ed a picchiarla selvaggiamente con schiaffi e calci, strappandole ciocche di capelli e causandole lesioni diagnosticate con 7 giorni di prognosi. Solo in quel momento, percependo di aver corso il rischio di perder la vita, G.Y. decide di troncare definitivamente ogni rapporto con l'uomo. L'uomo, da quel momento in avanti, cerca in ogni modo di riallacciare un contatto con la donna, chiamandola ripetutamente al telefono, raggiungendola nei pressi della sua casa o cercando negli amici in comune un utile intermediario. La donna, che nel frattempo si è presentata presso la Squadra mobile per formalizzare una nuova denuncia, è finalmente irremovibile. L'uomo, vistosi rifiutato ed in cerca di vendetta, decide di colpire la donna nei suoi affetti e nelle sue amicizie, diffondendo tramite facebook e nei gruppi whatsapp messaggi contenenti informazioni di natura personale sul suo conto, o frasi contenenti deliranti ingiurie e pesanti offese. L'attività svolta dal personale della sezione "reati contro la persona" della Squadra Mobile ha consentito di cristallizzare le dichiarazioni della donna e di trovare numerosi riscontri nelle testimonianze rese dalle persone vicine alla "coppia", ricostruendo un contesto di violenza e soprusi ed un mirato tentativo di denigrarne l'immagine diffondendo false notizie sul suo conto. Nella mattinata di sabato, il medesimo personale, ha dato esecuzione all'Ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa su richiesta della locale Procura, sottoponendo agli arresti domiciliari l'uomo, indagato per i reati di atti persecutori e lesioni personali aggravate.