Dopo cinque giorni dalla valanga che ha travolto l'hotel Rigopiano proseguono le ricerche. Ancora 23 i dispersi. Christian Labanti, Agostino Zini, AlessandroTedeschi e Daniele Nasci il team partito dalla stazione del Soccorso alpino di Rocca di Badolo, nel bolognese, e tra i primi a raggiungere il luogo del disastro. Mobilitati assieme a una squadra di Parma impegnata nell'Alto Abruzzo.
Bologna, 23 gennaio 2017
Non si fermano le ricerche dei dispersi, dopo cinque giorni dalla tragica valanga che ha travolto il 18 gennaio l'Hotel Rigopiano di Farondola, sul versante pescarese del Gran Sasso. Ad oggi, il bilancio attuale è di 11 sopravvissuti, 6 morti e 23 dispersi, e le operazioni di soccorso continuano incessantemente nella spera ancora di trovare in vita qualcuno tra neve, detriti e strutture dell'albergo.
Christian Labanti, Agostino Zini, Alessandro Tedeschi e Daniele Nasci: sono quattro dei volontari arrivati da Bologna che sabato hanno salvato la vita di bambini e altri ospiti dell'hotel. La squadra era stata allertata, insieme ad un'altra di Parma inviata nell'Alto Abruzzo con compiti socio-sanitari, dal coordinamento nazionale della Protezione civile. I quattro, che appartengono alla stazione bolognese di Rocca di Badolo del Soccorso alpino regionale, guidato da Danilo Righi, sono stati tra i primi a raggiungere, in condizioni estremamente difficili, il luogo dove sorgeva l'hotel: sono arrivati la notte, sugli sci, mentre ogni mezzo di soccorso non riusciva ad avanzare, traendo in salvo le due persone che avevano trovato rifugio in auto dal pomeriggio, subito dopo la slavina, e svolgendo i primi rilievi sulla struttura, dove sono riusciti a entrare per pochi metri, dando il là di fatto all'operazione che sta portando al recupero di alcuni fra gli ospiti dell'albergo, fra cui quattro bambini.
"Quando abbiamo estratto la prima bimba di sei anni, non ci potevamo credere- ricorda Christian Labanti, capo della Stazione alpina bolognese-. E' stata un vera linfa vitale. Siamo estremamente orgogliosi dell'impresa fatta e siamo anche preparati mentalmente e fisicamente al peggio, ma ho negli occhi Ludovica che mi chiede i biscotti, l'acqua, e la sua mamma, e questo basta per andare avanti". "Ci siamo subito resi conto che non avremmo potuto utilizzare i mezzi- spiega Labanti, ricordando l'arrivo sul luogo della tragedia-. Con gli sci abbiamo percorso gli 11 chilometri che ci separavano da Rigopiano. Quando siamo arrivati, dopo circa tre ore, ci siamo aggiunti alle squadre locali della stazione di Penne e della Guardia di finanza di Roccaraso".
"Le immagini erano impressionanti- continua Labanti- i quattro piani dell'hotel erano rasi al suolo e spostati di 50 metri, anche la hall era ruotata di 40 gradi: impossibile orientarsi con le mappe catastali che ci avevano fornito. Molti reperti (materassi, divani, macchina del caffè) sono stati trovati a circa 400 metri dall'albergo. Abbiamo iniziato a scavare, c'erano 4/5 metri di neve che coprivano tutto, senza fermarci perché sapevamo che sotto c'erano anche dei bambini e che bisognava agire in fretta anche se nessuno di noi poteva immaginare, in quelle condizioni e dopo 52 ore, un esito così positivo. E ne voglio approfittare per ringraziare tutti per il sostegno che abbiamo avuto".
I quattro fanno parte di una delle sette stazioni dell'Emilia-Romagna con 30 volontari operativi che ha sede a Marzabotto. L'altra squadra di Parma è composta da Stefano Guerra, Sandro Zanardi, Alberto Ebri ed Elia Monica ed è occupata nel portare aiuto alle famiglie isolate nell'alto Abruzzo. Ha contribuito all'evacuazione di 5 nuclei famigliari che sono stati trasportati, anche grazie alle barelle toboga, ai centri di assistenza.
Decine di volontari e operatori della Protezione civile regionale sono al lavoro in tante parti delle aree colpite dal sisma per rimuovere la neve da strade e centri abitati. Le operazioni di soccorso proseguono senza sosta, nonostante la pioggia che da ieri continua a cadere sulla zona.