Conclusa ieri sera l'ultima Battle di The Voice of Italy. 21 le voci che hanno passato il turno, di cui 4 rientrate in gioco grazie all'opzione Steal. Tra una settimana i Knockout. -
Parma, 9 aprile 2015 -
In onda ieri sera, in prima serata su Rai2, l'ultima Battle di The Voice of Italy ha visto protagonisti 17 duelli. Sono 21 le voci che hanno passato il turno, di cui 4 rientrate in gioco grazie all'opzione "Steal".
40 in totale gli artisti, 10 per coach, ammessi alla terza fase del programma, quella dei Knockout, in onda con la prima fase mercoledì 15 aprile, in cui due concorrenti della stessa squadra si sfideranno proponendo i propri "cavalli di battaglia". Il coach eliminerà uno dei due talenti che non potrà essere ripescato.
I concorrenti ancora in gara provenienti dalla nostra regione sono Thomas Cheval di Ferrara, Fabio Curto di Bologna, Fatima Diallo di Rimini, Silvia De Santis di Imola e Tekla di Borgonuovo di Sasso Marconi.
Anche ieri sera i coach sono stati affiancati da quattro special coach nella preparazione dei talenti: MALIKA AYANE con ROBY E FRANCESCO FACCHINETTI, ENRICO RUGGERI con J-AX, ARISA con NOEMI e EDOARDO BENNATO con PIERO PELÙ.
Per il TEAM FACH passano: Sarah Jane Olog (nata a Rimini vive a Roma) con "Rolling in the deep" di Adele, Fabio Curto (nato ad Acri, CS vive a Bologna) con "Drops of Jupiter" dei Train, Clark P. (Claudio Placanica di Isolabella, TO) con "Iris" dei Goo Goo Dolls, Luce (Maria Luce Gamboni nata a Urbino vive a Pesaro) con "Io canto" di Riccardo Cocciante. Si aggiunge al team grazie all'opzione STEAL, Alexandre Vella (Palermo) precedentemente del team Noemi.
Vincono la sfida per il TEAM AX: Tekla (Francesca Cini di Borgonuovo di Sasso Marconi, BO) con "Chandelier" di Sia, Ilenia Bentrovato (Roma) con "Un attimo ancora" dei Gemelli Diversi, Maurizio Di Cesare (Cagliari) con "Under the bridge" dei Red Hot Chili Peppers, Carola Campagna (Triuggio, MB) con "In bianco e nero" di Carmen Consoli. Entra nel team grazie allo STEAL Sara Vita Felline (Matino, LE) prima nel team Fach.
Per il TEAM NOEMI vanno ai KO: Andrea Orchi (Roma) con "Chariot" di Gavin Degraw, Viola Laurenzi (Morlupo, RM) con "Burn" di Ellie Goulding, Amelia Villano (Alife, CE) con "Lontano dagli occhi" di Sergio Endrigo nella versione di Gianna Nannini, Thomas Cheval (Ferrara) con "Easy" dei Faith No More. Noemi ha premuto il pulsante rosso durante lo STEAL per Fatima Diallo (Rimini) del team AX.
Nel TEAM PELÙ restano in squadra: Roberta Carrese (Venafro, IS) con "Sombody that I used to know" di Gotye, Silvia De Santis (Imola) con "Happy" di Pharrell Williams in versione rock, Martina Liscaio (Sesto Fiorentino, FI) con "Labyrinth" di Elisa, Tommaso Gregianin (Venezia) con "Storia d'amore" di Adriano Celentano, Ira Green (Arianna Carpentieri di Villaricca, NA) con "Back in black" degli AC/DC. Entra nel team con lo STEAL Fabio Garzia (Roma) del team Fach.
Tante le novità alla manifestazione dedicata agli sposi tenutasi al Palacassa di Parma. Idee originali per un matrimonio indimenticabile: dal quiz sulla vita dei futuri sposi, ai gemelli a forma di mattoncini Lego, alla possibilità di addestrare il proprio cane a portare agli sposi le fedi nuziali -
Parma, 10 novembre 2014 -
Personalizzazione di ogni dettaglio, possibilmente con soluzioni che sappiano sorprendere gli invitati. È questo il filo conduttore che ha caratterizzato la seconda edizione di 'Parma Sì Sposa' che si è conclusa ieri con un buon successo di pubblico.
E certamente gli oltre 70 espositori non hanno deluso le attese delle giovani coppie che partecipando alla kermesse hanno potuto organizzare in un colpo solo il loro futuro matrimonio. Tra le offerte più apprezzate: un divertente gioco a quiz nel quale gli invitati devono rispondere a domande sulla vita degli sposi; servizi fotografici nuziali molto originali – sia per le location che per le 'pose' e i supporti finali – proposti da una giovane fotografa a suo agio tra cosplayer e fumetti manga; curiosi accessori d'abbigliamento per lo sposo, come gemelli per camicia a forma di mattoncini Lego; partecipazioni stilizzate, per chi vuole personalizzare il giorno del matrimonio in tutti gli aspetti. E per chi vuole avere accanto nel giorno più bello anche i fidi amici a quattro zampe, un espositore propone servizi completi di tolettatura e 'vestizione' dei cani della coppia, con un servizio ulteriore di addestramento per insegnare loro a portare le fedi fino all'altare!
'VESTITA E ALLEGRA', VINCE L'ATELIER LE MARIAGE
E' il noto Salone d'alta moda sposi Le Mariage di Ferrara e Modena, il vincitore della prima edizione della trasmissione televisiva 'Vestita e Allegra' andato in onda sabato 8 novembre in diretta dal PalaCassa con la conduzione di Francesco Allegra sull'emittente televisiva dedicata a tutto quanto fa matrimonio Teleducato Wedding Channel. Tra le sei finaliste che indossavano gli abiti scelti negli atelier preferiti, la giuria ha incoronato la bruna bellezza ferrarese che indossava un prezioso abito bianco realizzato appunto da Le Mariage.
PROSSIMI APPUNTAMENTI
Il Circuito Fiere Sì Sposa dà appuntamento al prossimo anno, con le tre manifestazioni che concluderanno la Stagione 2015-2015: 'Bologna Sì Sposa' edizione Primavera a Palazzo Albergati di Zola Predosa il 17 e 18 gennaio; 'Faenza Sì Sposa' presso il quartiere fieristico della città romagnola il 24 e 25 gennaio, 'Emilia Sì Sposa' per la prima volta alle Fiere di Scandiano (RE) dal 30 gennaio all'1 febbraio.
Info su www.circuitosisposa.it e sulla pagina www.facebook.com/circuitofieresisposa
(Fonte: ufficio stampa Corcuito Foere Sì Sposa)
Vincono i premi per "Miglior Vetrina" i titolari dei negozi: "Impression Dugoni" e "Alberti e Bulgarelli"
Modena, 8 novembre 2014
Sono stati premiati, presso la sala di Rappresentanza del Comune di Modena, i titolari dei negozi del centro storico che hanno vinto il contest "Vota la tua vetrina preferita" organizzata in occasione di SKIPASS IN THE CITY, l'evento ideato da Modenamoremio, società di promozione del centro storico, e ModenaFiere.
Dal 30 ottobre al 2 novembre più di 30 negozi del centro storico di Modena, dalle più diverse categorie commerciali, si sono "sfidati" in un divertente challenge di vetrine a tema. Durante i quattro giorni di Skipass, il pubblico ha potuto votare andando sull'account Instagram ufficiale del Salone de Turismo e degli Sport Invernali (@skipassmodena) e cliccando sulla foto della propria vetrina preferita.
Il negozio IMPRESSION DUGONI, con sede in via largo Porta Bologna 46, è stato decretato dal popolo di Instagram il vincitore assoluto di questa prima edizione. La titolare Deanna Dugoni ha ritirato con soddisfazione l'importante premio offerto dal Consorzio del Cimone: uno skipass gratuito per cinque giorni da usufruire in una delle tante località sciistiche del Cimone.
Invece, l'ambito "Carlino d'oro", è stato assegnato al negozio ALBERTI E BULGARELLI, con sede in via Canalino 15. Questo riconoscimento, che potremmo definire un vero e proprio "premio della critica", è stato consegnato al titolare Giorgio Alberti direttamente da Davide Miserendino, giornalista de Il Resto del Carlino Modena.
L'evento è stato organizzato da Modenamoremio e ModenaFiere, con il patrocinio del Comune di Modena.
Un particolare ringraziamento va anche a Consorzio del Cimone, Il Resto del Carlino Modena e a Chloe, società cooperativa.
Didascalia foto di gruppo in copertina:
in alto da sinistra
Paolo Fantuzzi Amministratore Delegato ModenaFiere, Luciano Magnani Consigliere Consorzio del Cimone, Davide Miserendino giornalista Il Resto del Carlino, Ingrid Caporioni Assessore Centro Storico Comune di Moden, Maria Carafoli Direttore Modenamoremio
In basso da sinistra
Antonio Grani, Vicepresidente Consorzio del Cimone, Mauro Salvatori Consigliere Modenamoremio, Deanna Dugoni titolare negozio Impression Dugoni, Giorgio Alberti titolare negozio Alberti e Bulgarelli
La tradizione della festa di Haloween, con i consigli della Confederazione Italiana Agricoltori di Reggio Emilia per la scelta delle varietà per l'intaglio e per la cena della notte di Halloween -
Reggio Emilia, 30 ottobre 2014 -
E' arrivata già da qualche anno la moda della celebrazione di Halloween, una festa di origine celtica che ha preso piede soprattutto negli Stati Uniti, ma appunto, è arrivata fino a noi. La ricorrenza è una festività anglosassone che trae le sue origini da radici celtiche che ha assunto negli Stati Uniti le forme accentuatamente macabre con cui oggi la conosciamo e che si celebra la notte del 31 ottobre. La parola Halloween rappresenta una variante scozzese del nome completo All-Hallows-Eve, cioè la notte prima di Ognissanti.
E' la zucca il simbolo di questa festività. In essa vengono intagliati volti più o meno minacciosi illuminati da candele. Gli irlandesi inizialmente utilizzavano rape intagliate e altre verdure di stagione con la candela accesa dentro, per ricordare la leggenda e anche per tenere lontani gli spiriti maligni. La tradizione voleva che questa lanterna "vegetale" - con il ghigno beffardo del tenebroso Jack'o'Lantern - venisse collocata sulla soglia di casa per tutta la durata di Halloween, la notte in cui gli spiriti escono dalle loro tombe.
Quando arrivarono in America, gli irlandesi, al posto delle rape, iniziarono a intagliare le zucche, dopo essersi resi conto che erano più morbide e facili da lavorare, e che nel nuovo continente erano molto più abbondanti. Secondo la cultura tradizionale di molte località italiane, comprese zone della nostra regione, la notte del Giorno dei Morti le anime dei defunti tornerebbero dall'aldilà effettuando delle processioni per le vie del borgo. In alcune zone, come nel mondo anglosassone in occasione della festa di Halloween, era tradizione scavare e intagliare le zucche e porvi poi una candela all'interno per utilizzarle come lanterne.
La zucca -sottolinea la Cia- è di origine americana. Insieme alla patata e al pomodoro è stato uno dei primi ortaggi importati dopo la scoperta dell'America. La coltivazione nazionale copre complessivamente una superficie di circa duemila ettari e interessa soprattutto la Lombardia (Mantova, Cremona, Brescia) e l'Emilia-Romagna (Ferrara, ma anche la Bassa reggiana ha una tradizione, e Reggio vanta una varietà 'autoctona' denominata "Cappello da prete").
Per l'occasione della festa del 31 ottobre -ricorda la Cia reggiana- è consigliabile orientarsi sulla Cucurbita maxima varietà Halloween. Questa zucca particolarmente usata per la festa di Halloween è perfettamente indicata per la cucina, ma è anche molto tenera e si presta quindi alle lavorazioni richieste nell'occasione: svuotamento ed incisione. Se invece si preferisce farne dei tortelli "di zucca" che è un primo piatto tipico della nostra pianura, meglio altre varietà, tra le quali la Mantovana, l'Americana e la Violina; tra queste spicca la suddetta "Cappello da prete", che però è rara, tanto da dover essere adottata dagli "agricoltori custodi" della biodiversità. Per la scelta della zucca al giusto grado di maturazione, preferire quelle con picciolo secco e colore non lucido.
(Fonte: ufficio stampa Cia di Reggio Emilia)
Alle Tattoo parte dalla provincia di Modena per una nuova impresa: tatuare per più di due giorni, superando il record di 48 ore e 2 minuti che già detiene e raccogliere fondi a sostegno della Fondazione "Marco Simoncelli" -
Modena, 7 ottobre 2014 -
Parte da Limidi di Soliera, in provincia di Modena, la sfida al nuovo 'Guinness World Record' per la più lunga maratona di tatuaggio. Duplice l'obiettivo: superare il muro dei 2.882 minuti (48 ore e 2 minuti) dell'attuale record del mondo, e raccogliere fondi a sostegno della Fondazione "Marco Simoncelli". A lanciare la sfida è ancora una volta Alle Tattoo, al secolo Alessandro Bonacorsi, tatuatore non nuovo a queste performance. Il primato registrato nel libro dei Guinness World Record, è infatti già nelle sue mani: nel 2012 l'eclettico e fantasioso artista aveva tatuato ininterrottamente per oltre due giornate. Anche in quel caso il ricavato fu interamente devoluto in beneficenza a favore dei terremotati dell'Emilia.
Ora la sfida si rinnova. Come sempre la passione profonda per l'arte e la cultura del tatuaggio, di cui Alle è uno dei più importanti rappresentanti a livello mondiale – davvero tantissimi i premi in ambito internazionale che ha conseguito – si intreccia con l'attenzione per gli altri. In questo caso, infatti, Alle ha deciso di devolvere quanto sarà ricavato in occasione della sua prova alla Fondazione che ricorda il giovane pilota romagnolo scomparso in un tragico incidente. Teatro della performance sarà la prima Convention internazionale sul tattoo artistico, in programma a Palermo dal 10 al 12 ottobre 2014, che ospiterà tatuatori provenienti da ogni parte del globo. La sfida per Alle inizierà venerdì alle ore 15.00 contemporaneamente all'apertura dell'expo. Domattina 8 ottobre, salirà sull'aereo con tutto il suo staff per raggiungere il capoluogo siciliano.
Le regole che Alle Tattoo dovrà rispettare per tornare a scrivere il proprio nome nel Guinness dei Primati sono molto rigide. Tutto sarà controllato e certificato da quattro giudici ufficiali. Inoltre l'intera performance dovrà essere registrata con una telecamera fissa. Alle dovrà fare tatuaggi per la cui realizzazione occorrono almeno 2 ore.
Sarà una prova fisica e mentale che Alle sta preparando da mesi, conducendo una vita da vero sportivo e tatuando, tatuando, tatuando; spesso iniziando di prima mattina per terminare a notte fonda, spinto sempre da un'enorme passione che lo accompagna da quando iniziò la sua attività.
"Provare ad ottenere un record mondiale permette di vivere un'esperienza straordinaria: consente di metterti alla prova, di cercare il tuo limite, ma non solo. Offre un'occasione unica per dare maggiore visibilità al nostro mondo creando un clima ricco di tanta energia positiva. In più l'attenzione che si ottiene in occasione di questi eventi ti permette di raccogliere fondi per sostenere progetti destinati ad aiutare gli altri. Io sono una persona molto fortunata e quando è possibile mi adopero volentieri per far star meglio chi mi è vicino e vive momenti di difficoltà" racconta Alle Tattoo.
Il sogno di Alle, e dei tantissimi amici che lo sostengono, è di superare le 50 ore. Chi vorrà, potrà seguire anche a distanza la sua performance collegandosi al sito internet www.alletattoo.it e ai suoi social media tra cui il profilo facebook che conta più di 44mila 'like'. In più, grazie alla collaborazione con la notissima azienda di calzature OXS, sarà possibile seguire la diretta streaming sul web.
LA CURIOSA STORIA DEL GUINNESS WORLD RECORD
L'idea di collezionare ogni possibile tipo di primato venne a sir Hugh Beaver, amministratore delegato delle birrerie Guinness di Dublino. Nel 1951, durante il ricevimento che seguì una battuta di caccia alla volpe, osservò come alcuni pivieri dorati fossero riusciti a fuggire grazie alla loro velocità; nacque così una discussione per definire se il piviere dorato fosse o meno l'uccello più veloce esistente in Europa. Sir Hugh pensò che queste discussioni dovessero essere molto frequenti ed ebbe l'idea di creare un libro dove chiunque potesse soddisfare la propria curiosità in ambito di record. Così si rivolse ai gemelli Ross e Norris McWhirter, specialisti di record di atletica, e a loro affidò la stesura della prima edizione del Guinness dei primati. Il libro uscì il 27 agosto 1955 e il successo fu istantaneo; anche oggi, dopo la scomparsa dei McWhirter, il testo è il libro soggetto a copyright più venduto al mondo (ed il terzo in assoluto dopo Bibbia e Corano).
(Fonte: ufficio stampa Nevent)
La folle avventura in camper di un gruppo di amici alla volta di Nizza, per stringere fra le mani con una settimana di anticipo rispetto all'uscita in Italia il nuovo iPhone 6 -
Parma, 25 settembre 2014 - di Sara Bondani -
Sei ragazzi, un camper, 400km e 2 giorni di attesa. Una fila con più di 300 persone fuori dall' Apple Store per avere in anteprima l'ultimo e tanto ambito gioiellino di casa Apple.
Armati di quella pazienza e tenacia che solo i veri cultori della Mela potrebbero avere, hanno compiuto il viaggio da Parma alla volta di Nizza, per partecipare al "day one" e stringere fra le mani con una settimana di anticipo, rispetto all' uscita in Italia, il nuovo iPhone 6. E se bastasse il tutto esaurito dei preordini in Italia - finiti martedì mattina alle 8, per l'uscita a Bologna di domani - a dar credito alla loro follia, abbiamo intervistato uno dei componenti del gruppo, che ci ha raccontato questa "impresa".
Raffaele, 30anni, parmigiano, cresciuto "a pane e Apple", annovera nel suo curriculum ben tre "day one" e una passione smodata per i dispositivi made in Cupertino. "E' una passione e un pretesto per passare due giorni con un gruppo di amici, un po' come andare ad un concerto per arrivare nelle prime file" - esordisce così Raffaele, con la disincantata lucidità di chi sa che potrebbe tirarsi addosso molte critiche. Poi aggiunge, con maliziosa consapevolezza - "E' una follia! Basta è l'ultimo anno. Ora che si possono fare i preordini non ha più un senso stare ore in fila."
Stringe fiero, fra le mani il suo nuovo dispositivo, mentre ci racconta la lunga attesa davanti all' Apple Store di Nizza, fatta di viaggio in camper e accampamenti in tenda.
"Arrivati alle undici davanti allo store il giorno prima dell'uscita pensavamo non ci fosse nessuno, invece abbiamo trovato 11 tende." - spiega.
"Ho visto cose che una persona non riuscirebbe mai ad immaginare" - dice divertito citando la frase storica di Blade Runner - mentre racconta di depistaggi per accaparrarsi i posti migliori in fila e modi non proprio etici per saltarla.
"Ho assistito a delle scene incredibili nei miei tre day one" continua. "Una fra tutte, la disputa di un italiano e un russo, finita con l'acquisto di quest'ultimo del cartellino con il numero assegnato per la fila, pagato ben 2mila euro per un modello da 64 gb gold, perché c'erano solo 3 pezzi disponibili". "Il numero - rimarca lui stesso incredulo ridendo - non il telefono!".
Poi ci spiega che con il preordine nominativo, introdotto quest'anno da Apple, c'è un maggiore controllo. "Ogni persona può preordinare 2 telefoni per ID apple, anche se la fortuna sta nel capire quando si aprano i preordini. Poi il numero di dispositivi è ovviamente limitato."
Gli chiediamo di spiegarci in maniera semplice il suo nuovo e tanto agognato acquisto: l'iPhone 6 plus.
"Il telefono è fondamentalmente uguale rispetto al modello precedente ma sono state apportate diverse migliorie importanti, tra cui la velocità". Iniziamo dalla fotocamera - "Con il sensore ottico che stabilizza l'immagine, il 6 plus compensa i movimenti della mano ed eventuali tremolii, soprattutto in situazione di scarsa luminosità e questo lo differenzia anche dal 6, creando foto più nitide e non mosse. Per non parlare dei video, che sono più stabilizzati e in full HD con la possibilità di fare slow motion pazzeschi. Altra caratteristica fondamentale è la miglior prestazione della batteria, che dura circa dalle 4 alle 5 ore di utilizzo in più rispetto al modello precedente, arrivando a coprire tranquillamente tutta la giornata. Il display, oltre alle grandi dimensioni, ha una maggiore risoluzione e densità di pixel per pollice. Non da ultimo, la comodità di poter usare il telefono come l'iPad in modalità landscape ovvero con la visualizzazione delle applicazioni anche in orizzontale. Un altra novità, utile per chi utilizza l'applicazione mail è l'aggiunta della colonna laterale che visualizza tutti le mail ricevute".
Chiaro e diretto anche nello spigare i limiti del nuovo modello - "Sicuramente è grande, non posso dire che sia comodo, inoltre la sottigliezza e i materiali aumentano il rischio che ti scivoli. E' difficile da impugnare con una mano, a differenza di quello da 4.7 pollici - ammette - anche se in soccorso viene la modalità di visualizzazione che si attiva premendo due volte il tasto home che avvicina le icone. Grazie all'utilizzo dei comandi vocali migliorati con iOS 8, si può inoltre scoprire un nuovo modo per utilizzare il telefono grazie a Siri".
Altra nota dolente, aggiunge Raffaele - "Le applicazioni come Facebook e WhatsApp non si sono ancora adeguate creando un effetto frammentato di testi e immagini."
Tante le utili novità introdotte da iOS 8, ci spiega Raffaele. Le applicazioni dialogano fra di loro - "Si può modificare una foto con una applicazione e poi aggiungerci una clip audio con un'altra ad esempio.". Poi continua - "ll telefono è pronto per la domotica e si possono controllare facilmente a distanza accensione e spegnimento degli impianti elettrici di casa, dall'iPhone". Fra tutte però una delle applicazioni chiave, già sfruttata in America in alcune cliniche private, è la cartella clinica, creata con la sezione "salute". Diverse app registrano i tuoi valori, come i passi, la frequenta cardiaca o le calorie e i grassi assimilati creando un vero e proprio profilo sanitario dell'utente.
E se suona il telefono che hai lasciato in un'altra stanza? D'ora in poi nessun problema! I dispositivi comunicato fra di loro, ci spiega - "Puoi tranquillamente rispondere dal Mac, e viceversa mandare messaggi anche da un dispositivo che non sia il telefono". Stessa cosa se visualizzi una pagina web su un dispositivo, puoi ritrovare aperta l'app con la pagina in un altro. Infine c'è ApplePay un utile sistema di pagamento in uscita in America da dicembre - "Permette di pagare semplicemente con il cellulare e presto arriverà anche in Italia".
Finita l'intervista, Raffaele guarda da lontano il suo nuovo dispositivo collegato alla corrente e senza alzare un dito esordisce con un - "Hey Siri" iniziando a dialogare con il suo solerte assistente vocale.
Con loro sono ritornati di moda i pois, le camicette allacciate sopra all'ombelico, le gonnelline a ruota per uno stile più bon ton "alla Sandy", ma anche i grandi occhiali "cat eye" e le acconciature alte e stravaganti tipiche delle affascinanti Pin up.
Reggio Emilia, 1 settembre 2014 –
Non so se i vostri nonni vi abbiano mai raccontato di quando da giovani con la brillantina nei capel-li e la giacca di pelle invitavano a ballare, porgendo avanti la mano, timide ragazze con la frangetta, la coda di cavallo e la gonna a ruota, sperando di farle innamorare. Chi ha avuto modo di ascoltare i loro nostalgici ricordi passati saprà che negli anni '50 si ballava tanto e ovunque, fin da ragazzini.
Le piste da ballo erano allora un luogo di ritrovo, di divertimento, dove spesso nascevano nuove amicizie e nuovi amori. La musica non era assordate come nelle discoteche del nostro millennio: si poteva parlare e si riusciva ad ascoltare; il ritmo non era martellante, i passi molto vari e fantasiosi. Si ballava soprattutto in coppia, per il gusto di sentire vicino a sé e stringere, anche se mai troppo, la propria compagna.
Erano i tempi in cui il Boogie Woogie e il Rockabilly erano arrivati in Europa da oltreoceano, get-tando una ventata di allegria e spensieratezza sulle macerie della Seconda guerra mondiale e diven-tando per questo un vero e proprio tormentone per le giovani generazioni, desiderose di tornare a divertirsi con semplicità.
Oggi, 64 anni dopo, nel bel mezzo di una crisi economica e di una sfiducia generalizzata, il mito degli anni '50 con la sua voglia di rinascita, i suoi personaggi immortali e i suoi simboli è tornato a prendere piede nel nostro Paese.
Con loro sono ritornati di moda i pois, le camicette allacciate sopra all'ombelico, le gonnelline a ruota per uno stile più bon ton "alla Sandy", ma anche i grandi occhiali "cat eye" e le acconciature alte e stravaganti tipiche delle affascinanti Pin up.
Sono tornati sugli schermi televisivi i film di un tempo, con le attrici più amate come la romantica Audrey Hepburn o Marilyn Monroe con la sua gonna svolazzante che ha fatto sognare tanti uomini, così come i film che ci hanno sempre fatto sorridere come Grease, andato in onda proprio alcune settimane fa.
Anche a Reggio Emilia nel corso di tutto l'anno l'aria retrò si è respirata in occasione di moltissime serate, nelle principali discoteche della città e della provincia: dai concerti anni '50-'60 al Fuori Orario di Taneto, accolti a braccia aperte da coppie ballerini entusiasti sotto al palco, alle serate a tema al Corallo di Scandiano, dove automobili d'epoca venivano sistemate sulla pista per permette-re al pubblico di calarsi ancora di più nel passato.
E poi ci sono state le serate estive in centro storico, rallegrate dalle musiche live dei Boogie Airli-nes, la band rock'n'roll che da anni fa scatenare grandi e piccoli in tutto il nord Italia. Proprio come è successo in occasione di un Mercoledì rosa di fine luglio, quando un gruppo di ballerini di tutte le età in una piccola striscia di selciato tra il palco e il pubblico non hanno resistito alla tentazione di volteggiare a ritmo di contrabbasso, pianoforte, batteria e chitarra.
Per chi non conosce i passi del Boogie e dunque si ritrova seduto su una sedia a osservare, la scena che si ritrova innanzi è una fotografia d'epoca: ogni ballerino è vestito rigorosamente a tema, nes-suna coppia fa la stessa coreografia: c'è chi prova disegni stravaganti come la sforbiciata in aria e chi invece mentre balla fa volteggiare in aria la gonna della propria compagna. C'è chi è più anzia-no ma non disdegna l'accompagnamento di una ragazza più giovane e i più piccoli, che anche non conoscendo i passi, si buttano nella mischia.
Non in ultimo, la mania degli anni '50 ha fatto irruzione anche in molte scuole di danza di Reggio che hanno visto raddoppiare le iscrizioni di principianti ai corsi di Boogie e Rockabilly.
Noi abbiamo incontrato Monica insegnante di Boogie della scuola di danza Arcadia, assieme al ma-rito Mauro, per cercare di capire come mai negli ultimi tempi sia scoppiato questo fenomeno.
1) Anche lei ha avuto la percezione che negli ultimi anni il mito degli anni '50 sia ritornato in voga?
Sì, assolutamente. Non conosco il reale motivo per il quale il così detto fenomeno anni '50 abbia preso così piede negli ultimi tempi, quel che è certo è che da un paio di anni tra il "Summer Jambo-re", festival anni '50 a Senigallia, dove per un week-end la città ritorna al passato, tra serate a tema, con le macchine d'epoca e le vetrine allestite in stile retrò, e il fatto che l'offerta delle scuole di danza che insegnano questa disciplina siano raddoppiate, in molti si sono riscoperti amanti dei tem-pi passati.
Che dire? Sarà il mito dell'intramontabile Grease, sarà perché la musica anni '50 è coinvolgente e aiuta a divertirsi senza pensare troppo. Sarà perché il Boogie, nonostante abbia le sue regole non è un ballo eccessivamente rigoroso, si può spaziare in libertà e godersi il ritmo. E sarà senz'altro an-che per la bellezza dei vestiti a pois e delle gonne a ruota molto usate anche dalle giovanissime.
2) Il numero di iscritti ai vostri corsi di Boogie e Rockabilly hanno confermato questa rinata passione per gli anni 50-60?
Sì, effettivamente abbiamo avuto un incremento delle iscrizioni. Solo i principianti quest'anno era-no tantissimi, ben 35, con una media di età molto più bassa del solito. Abbiamo avuto un boom di ragazze contro gli adulti di 40-45 anni che solitamente chiedevano di iniziare lo studio di questa di-sciplina.
3) E i maschi?
Diciamo che di uomini tra i principianti non ne abbiamo tantissimi, forse perché si vergognano a iniziare, hanno un po' paura di essere presi in giro dagli amici, solo perché non praticano sport più classici, come ad esempio calcio ma vanno a scuola di danza. Una volta però che prendono corag-gio e provano, si innamorano del Boogie e non vogliono più smettere.
4) Ho assistito a un paio di dimostrazioni di ballo in piazza e ho notato che il Boogie è un tipo di danza che coinvolge molto, cosa offre questa disciplina in più rispetto alle altre?
È un tuffo nel passato ma soprattutto è un ballo che permette di fare amicizia molto facilmente. La filosofia che sta dietro il Boogie ma anche gli anni '50 è quella di stare assieme, di divertirsi con cose semplici. Ci sono i saggi di fine anno sì, le gare per i ballerini che fanno agonismo, ma per noi è anche importante andare a mangiare il pesce con tutto il gruppo al termine dei corsi o trovarci a ballare in ogni occasione possibile, alla base di tutto c'è il divertimento.
5) Lei quando ha iniziato a ballare?
Io ho iniziato a ballare esattamente il 9.9.1990. Ti sorprende eh che mi sia ricordata la data? Mio marito Mauro ballava già da tempo, io volevo provare da tanto così ho deciso di seguirlo e mi sono lanciata. Da quel giorno non ho mai smesso.
6) Che caratteristiche deve avere un ballerino/a per potersi dilettare in Boogie o Rockabilly?
Nessuna. Basta che gli piaccia la musica e il genere. Può essere anche una persona priva di una grossa familiarità con la danza ma se è spinta dalla passione per quest'epoca e per questi passi, im-parare diventa molto più facile.
Giulia Rossi
Bilancio positivo nel settore del wedding: gli ultimi dati Istat evidenziano una significativa inversione di tendenza. In Emilia Romagna, la provincia di Bologna al primo posto, seguita da Modena, Reggio Emilia, Parma -
Modena, 27 agosto 2014 -
Nonostante la crisi gli italiani non rinunciano al matrimonio, che per molti, continua ad essere il coronamento di un sogno. A dirlo sono gli ultimi dati disponibili elaborati e diffusi dall'Istat che evidenziano una significativa inversione di tendenza, dopo sette anni di continua diminuzione durante i quali il numero di matrimoni è costantemente sceso fino al 2011, quando si sono fermati - per la prima volta - sotto quota 205mila.
Nel Belpaese, infatti, i matrimoni registrati nel 2012 sono cresciuti dell'1,1% rispetto all'anno prima (quasi 2.400 in più) arrivando a quota 207mila. Un dato che appare in controtendenza rispetto all'andamento altalenante dei mercati e alla scarsa fiducia degli italiani nella ripresa economica. La maggioranza dei matrimoni è ancora celebrata con rito religioso (nel 2012, il 59% del totale), anche se negli ultimi due anni sono calati del 4,5%. In aumento i matrimoni tra persone di diversa nazionalità che rappresentano ormai il 14,8% del totale (30.724).
I matrimoni in Italia
Tra le venti regioni italiane, al primo posto per numero di matrimoni celebrati nel 2012 c'è la Lombardia (con 28.400 unioni), seguita a ruota da Campania (24.693) e Sicilia (21.081). Agli ultimi posti, invece, si piazzano Valle d'Aosta (401 matrimoni) e Molise (910). A livello nazionale l'età media dei novelli sposi è di 33.8 anni mentre quella delle spose di 30.8 anni. Tra le regioni con l'età media più bassa per i 'fiori d'arancio' ci sono Campania e Sicilia, dove le donne si impegnano nel vincolo del matrimonio, in media, a poco più di 29 anni mentre va alla provincia autonoma di Bolzano il primato per gli sposi più "maturi" (36,6 anni).
I matrimoni in Emilia Romagna
Guardando all'Emilia Romagna, le unioni registrate nel 2012 sono state 12.626: più del 6% dei matrimoni celebrati in Italia, con la provincia di Bologna al primo posto per numero con oltre 2.800, seguita da Modena (1.929), Reggio Emilia (1.565), Parma (1.311), Ravenna (1.172), Forlì-Cesena (1.013), Rimini (986), Ferrara (942) e Piacenza (872). Sopra la media nazionale il dato relativo ai matrimoni misti o fra cittadini stranieri (pari al 20,6% del totale).
Tra le nove province, quella col maggior numero di matrimoni 'misti' è Rimini (24.8%) mentre Piacenza segna il numero minore (16.6%). Solo tre provincie su nove hanno una media di matrimoni tra persone di diversa nazionalità inferiore al 20%. L'età media degli sposi è invece leggermente superiore a quella nazionale: per gli uomini, infatti, il momento del fatidico sì arriva in media a 35.4 anni d'età e per le donne a 32.2 anni. Il 56.8% dei matrimoni in Emilia-Romagna sono celebrati con rito religioso (7.175).
Numeri che si rispecchiano e confermano anche il bilancio di un settore, quello del wedding, che riesce a mantenere le posizioni grazie soprattutto alla capacità degli operatori di investire in creatività e innovazione. "È chiaro che il contesto è complesso: la capacità di spesa degli italiani in molti casi si è assottigliata, ma il desiderio di rendere comunque unico e indimenticabile il giorno del matrimonio non si offusca. – spiega Valerio Schonfeld, ormai storico organizzatore di una serie di appuntamenti dedicati a tutto che interessa il mondo del matrimonio.
"Quello che vediamo è che sempre più spesso si fanno delle scelte, magari si privilegia il viaggio a discapito di altro. Ma è proprio qui che gli esperti possono dare una mano importante, costruendo proposte equilibrate e suggerendo soluzioni originali che consentono di ottenere risultati piacevolmente sorprendenti, senza necessariamente pensare a budget importanti. Il settore è straordinariamente dinamico e ogni anno nascono nuove idee e proposte"
Idee e proposte che si potranno toccare con mano grazie agli appuntamenti organizzati dalla nuova stagione del Circuito Fiere Sì Sposa, la rassegna di prodotti e servizi per la cerimonia nuziale ideata e organizzata da bussolaeventi di Valerio Schonfeld. Rassegna che comprende anche un canale tv appositamente dedicato (Teleducato Wedding Channel) visibile in tutta la regione sul canale 87 del digitale terrestre, e una guida con oltre 300 schede informative distribuita gratuitamente visibile e scaricabile sul portale www.guidasposi.it.
Un evento con oltre 15 anni di vita, che nei prossimi mesi ha in programma otto manifestazioni fieristiche nei principali capoluoghi dell'Emilia-Romagna, a partire da fine settembre 2014 fino a tutto gennaio 2015. Si inizia con 'Bologna Sì Sposa – edizione Autunno' il 27 e 28 settembre, segue 'Ravenna Sì Sposa' il 4 e 5 ottobre, 'Ferrara Sì Sposa' l'11 e il 12 ottobre, 'Modena Sì Sposa' dal 17 al 19 di ottobre, 'Parma Sì Sposa' l'8 e 9 novembre, quindi 'Domani Sposi' a Reggio Emilia dal 9 all'11 gennaio 2015, 'Bologna Sì Sposa – edizione Primavera' il 17 e 18 gennaio, e infine 'Faenza Sì Sposa' il 24 e 25 gennaio.
I mesi e i giorni in cui sposarsi, secondo la tradizione
Secondo le più antiche tradizioni, il mese migliore in cui sposarsi è febbraio – propizio per gli amori e gli accoppiamenti – seguito da gennaio – mese che porta affetto fedeltà e gentilezza – mentre un mese che non va scelto per nessuna ragione è maggio. Tra i giorni della settimana, il lunedì è quello dedicato alla luna astro delle spose, mercoledì è il più propizio, seguito dal martedì che porta ricchezza sicura, mentre da evitare sono il venerdì che porta disgrazia e il giovedì che reca dispiaceri alle spose.
Wedding 2015: matrimoni Urban Style, abiti da sposa floreali, con manica lunga e nuovi colori
Tra le tendenze già emergenti del Wedding 2015, il matrimonio Urban Style, ovvero matrimoni creativi a tema organizzati in location che valorizzino il contesto metropolitano come capannoni industriali e fabbriche. Sempre molto richiesto anche il matrimonio in stile Shabby Chic, un viaggio nelle atmosfere tipiche della Provenza, inebriati dal profumo dolce della lavanda, uno stile un po' retrò, molto raffinato.
Riguardo gli abiti da sposa, il 2015 si caratterizzerà per scollature sotto la spalla, colori audaci, sopraggonna in tulle, mantelle e colli, e soprattutto segnerà il ritorno della manica lunga, con braccia coperte fino ai polsi. Nuova tendenza anche gli abiti da sposa floreali. Nuovi colori sono emersi in molte delle sfilate dei sarti più celebri: blue, grigi, e persino il verde menta hanno rubato i riflettori al rosso, all'avorio, e, naturalmente, agli abiti bianchi che si è abituati a vedere.
(Fonte: ufficio stampa Nevent)
Alla reggiana Federica Pattacini la fascia di "Miss Cotonella Emilia Romagna 2014", passaporto per le prefinali nazionali di Jesolo.
Bedonia 21 agosto 2014 --
Si chiama Federica Pattacini ed e la quarta ragazza reggiana che passa alle fasi finali del Concorso Miss Italia.
L'altra sera a Bedonia in provincia di Parma,si è aggiudicata la fascia di "Miss Cotonella Emilia Romagna 2014" garantendosi il "Pass" per le prefinali nazionali che inizieranno dal 25 Agosto a Jesolo.
Federica 18 anni di Albinea, alta 170, capelli castani, occhi marroni,appartine al segno zodiacale dello Scorpione e nella vita vorrebbe fare l'estetista. Ragazza altruista (aiuta spesso gli altri,soprattutto le persone anziane) , gioca a pallavolo e si definisce distratta e un po' disordinata.
Al momento sono quattro le ragazze reggiane in partenza per Jesolo: Federica Pattacini "Miss Cotonella Emilia Romagna 2014"; Matilde Silingardi 18 anni di Albinea "Miss Cinama Emilia Romagna 2014", Martina Reggiani di Luzzara "Miss Emilia 2014" e Martina Torri di Puianello "Miss Kia Emilia Romagna 2014".
Oltre a loro,saliranno sul treno che le porterà in Veneto anche Giada Ormando di Bologna"Miss Miluna Emilia Romagna 2014"; la piacentina Giulia Salemi "Miss Lotto Sport Emilia Romagna 2014"; Erika Albonetti di Riolo Terme "Miss Rocchetta Bellezza Emilia Romagna; Martina Quaranta 18 anni di Rimini "Miss Eleganza Emilia Romagna;Ambra Macchini 19 anni di San Giovanni in Marignano "Miss Italia Curvy Emilia Romagna" e Stefania Toma 20 anni di Modena "Prima Miss del 2014".
L'ultimo appuntamento con le regionali in Emilia Romagna è fissato il 22 Agosto a Miramare di Rimini, sulla spiaggia del Blue Beach a Rimini Terme per la proclamazione di Miss Romagna 2014 e Miss Wella Professionals Emilia Romagna
Per informazioni sul concorso Miss Italia, basta contattare Mirka Fochi(responsabile regionale)al 331.81.61.523 oppure inviare un' e.mail a : Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Venerdì 22 Agosto sulla spiaggia del Bluebeach di Riminiterme, c'è la finalissima di "Miss Romagna 2014"
Parma 21 agosto 2014 --
Il Concorso Miss Italia in Emilia Romagna, conclude le manifestazioni della stagione 2014 e giungerà al traguardo Venerdì 22 Agosto al Bluebeach, la spiaggia di Riminiterme, con l'assegnazione della fascia di "Miss Romagna 2014" e novità di questa edizione,l'assegnazione di un secondo titolo regionale quello di "Miss Wella Professionals Emilia Romagna 2014" ,entrambi validi come passaporti diretti per le fasi finali di Miss Italia, che inizieranno il 25 Agosto a Jesolo.
La manifestazione è organizzata dalla direzione di Riminiterme, da Mirka Fochi, responsabile regionale del concorso Miss Italia, con la collaborazione di CNA.Com di Rimini.
A contendersi il prestigioso titolo di Miss Romagna 2014, sono state invitate tutte le cinquantasette miss prime classificate nelle varie selezioni locali svoltesi in Emilia Romagna,le vincitrici dei titoli speciali e le Miss che rappresentano i capoluoghi di provincia della nostra di cui : 6 della provincia di Piacenza; 9 della provincia di Parma; 8 della provincia di Reggio Emilia; 5 della provincia di Modena; 7 della provincia di Bologna; 5 della provincia di Ferrara; 2 della provincia di Ravenna; 4 della provincia di Forlì-Cesena; 8 della provincia di Rimini; 3 provenienti da fuori regione, ma che però hanno vinto una selezione in Emilia Romagna.
L'evento,chiude le manifestazione di Miss Italia 2014 in Emilia Romagna e sarà dedicato alla bellezza, all'eleganza ed al buongusto proprio dello stile Miss Italia, in uno show che dispenserà grandi emozioni, fatto da movimenti coreografici, sfilate di moda in elegantissimi abiti da sera e costumi da bagno.
Il programma prevede l'arrivo, già dalle prime ore del pomeriggio di Venerdì ,delle ragazze di Miss Italia, che avranno a disposizione una squadra di parrucchieri e truccatori del gruppo Wella Professionals,per prepararsi agli appuntamenti della giornata.
Alle 18.30 le ragazze di Miss Italia saranno protagoniste,sul grande palcoscenico di Miss Italia,delle prove live dello spettacolo e subito dopo le foto ufficiali e l'aperitivo di benvenuto. Alle 21.30 avrà inizio lo show dell'estate,che si concluderà dopo due ore circa, con la proclamazione di "Miss Wella Emilia Romagna 2014" e l'assegnazione del prestigioso titolo di "Miss Romagna 2014", che succederà nell'albo d'oro alla riminese Virginia Balboni, vincitrice un anno fa di fascia e corona di più bella della Romagna.
Riepilogo : date Prefinali e Finali
25 agosto - arrivo delle 190 miss a Jesolo
26, 27 e 28 mattina lavori e passaggio commissione tecnica
28 sera proclamazione delle 60 miss che hanno passato il turno
29, 30 e 31 agosto lavoro sulle 60 miss c/una seconda commissione tecnica
30 agosto REGISTRAZIONE DEL CASTING con 30 miss
(sarà poi mandata in onda l'11 settembre)
La sera a Jesolo verranno proclamate le prime 12 che passano il turno + 1 riserva
31 agosto REGISTRAZIONE DEL CASTING secondo gruppo di
(sarà poi mandata in onda il 12 settembre)
La sera a Jesolo verranno proclamate le ultime 12 che passano il turno + 1 riserva
Dal 1 al 14 settembre 24 miss finaliste + 2 riserve a JESOLO per prove trasmissione finalissima.
(In allegato la classifica per ogni provincia)
(Fonte Mirka Fochi)
L'identità dei Numeri: sguardo sulla povertà reggiana. Dagli avvocati di strada alla Caritas.
Reggio Emilia 21 agosto 2014 --
Piazza Prampolini numero 1, Reggio Emilia: un elegante salottino rettangolare con un pavimento di ciottoli, sul quale sono state adagiate poltrone di vimini e tavolini in vetro da un noto bar del centro; il Municipio con la sua semplice bellezza; la chiesa del Duomo di Reggio con la sua Madonnina in oro giallo in cima alla cupola che veglia sui passanti. Una fontana, qualche piccione, una banca.
Almeno nella teoria è questa la "casa" a cielo aperto in cui abitano i senzatetto di Reggio, ai quali l'associazione Avvocati di strada Onlus ha conferito, in accordo con l'Anagrafe, il diritto di avere registrata sulla Carta d'identità una via seppur fittizia in cui risiedere.
Come abbiamo visto nei pezzi precedenti di questo focus sulla povertà a Reggio Emilia, l'ottenimento della residenza comporta l'accesso automatico a una serie di servizi correlati come la possibilità di avere un medico di base, quella di iscriversi alle agenzie interinali, l'accesso al voto, quello al gratuito patrocinio e così via.
Nello scrivere questo quarto pezzo della nostra inchiesta sulla povertà e l'immigrazione a Reggio ci siamo però chiesti dove risiedano davvero gli homeless della nostra città, dove trascorrano la notte, chi siano, come vivano, da chi sono aiutati.
A fornirci un quadro approfondito al riguardo dall'alto della sua prospettiva "privilegiata" è stato Alberto Pighini, operatore del Centro per l'ascolto delle povertà della Caritas reggiana.
L'AIUTO DELLA CARITAS AI POVERI. "Negli anni - spiega Pighini - il Centro ascolto Caritas, quello centrale in via Adua, come la quarantina di sedi periferiche distribuite su tutta la Diocesi, è diventata un punto di riferimento per tutti coloro che hanno bisogno di aiuto: un pasto in mensa, un indumento, un posto letto, una visita gratuita in ambulatorio, un consiglio. Ogni realtà vede la sua peculiarità e incontra le sue etnie. Se nella Bassa ci sono tanti indiani, sulla montagne abbiamo una corposa presenza di albanesi. Noi della sede centrale spesso abbiamo a che fare con stranieri provenienti dal Maghreb, soprattutto clandestini di passaggio che arrivano dalla stazione qui a fianco", afferma.
"La Caritas - prosegue l'operatore - non ha filtri in entrata: noi accogliamo chiunque. Apriamo lo sportello tutti i giorni e chi vuole entrare in quanto bisognoso, può farlo. Certo, facciamo quel che la legge italiana ci consente di fare: mentre per gli irregolari garantiamo la tutela della persona, offrendo i servizi di prima necessità, per gli Italiani e per coloro che sono in possesso del permesso di soggiorno cerchiamo di intraprendere assieme dei percorsi volti alla riqualificazione della loro vita e ci attiviamo per aiutare queste persone a trovare un lavoro. Tuttavia, la logica che sta dietro al Centro ascolto è un'ottica progettuale: noi offriamo loro servizi a tempo e iniziamo, in collaborazione con i Servizi Sociali, un progetto per aiutarle a migliorare la loro vita; poi però verifichiamo se in quei due o tre mesi in cui anno usufruito della nostra mensa o del dormitorio, anche dall'altra parte viene dimostrata la volontà di andare avanti e di migliorare. Talvolta si arriva a fare percorsi davvero belli con qualcuno con il quale si riesce a lavorare ad esempio sul tema dell'alcool o sul riavvicinamento alla sua famiglia. Per noi i servizi offerti sono soprattutto funzionali a creare degli agganci: tu vieni per la mensa io cerco di conoscerti, di aiutarti, di instaurare con te una relazione di fiducia. Creare questo tipo di rapporto però non è facile.
Vi faccio un esempio: molti senzatetto a Reggio trascorrono la notte nei capannoni dismessi alle Ex Reggiane, in case abbandonate, sulle panchine della zona stazione. Alcuni li conosciamo, don Davide Poletti a volte fa il giro della stazione per vedere quanti sono i senza fissa dimora che dormono lì. Noi proviamo a rintracciarli per offrire loro almeno un dormitorio. Ma esiste una buona fetta di queste persone per le quali il nostro dormitorio, in cui abbiamo stabilito semplici regole di comune convivenza, come il coprifuoco alle 22.30 o il fatto di non poter rientrare ubriachi, non è appetibile.
Basti pensare che il nostro alloggio che tiene 12 letti oggi è semi vuoto. Certo, molti fanno domanda in inverno, ma c'è anche chi, con l'arrivo del freddo, viene da noi a chiedere solo i sacchi a pelo per poter continuare a stare nel giaciglio di fortuna che si è creato in qualche casa diroccata con qualche amico fidato, nessuna regola da rispettare e una totale autonomia. Tra loro ci sono persone che hanno dei problemi mentali di un certo tipo che non li portano a sentire la spinta di riqualificare la propria vita.
Al contrario, si rivolgono a noi persone che sono state sfrattate da casa poiché non riescono a pagare l'affitto, perché sono vittime di dipendenze, o perché stanno divorziando e hanno figli a cui devono passare gli alimenti e non riescono a rientrare nelle spese. La loro quindi non è più solo una richiesta di un posto letto. Quello che facciamo è farci carico dei loro problemi che hanno portato a quello sfratto", spiega l'operatore.
DATI SENZATETTO. Ma che si rivolgano o meno alla Caritas, resta comunque alto il numero di persone senza un tetto: 399. Dato in crescita rispetto al 2012. Coloro che sempre nel 2013 hanno dichiarato di avere un alloggio erano 1049, tra questi vi è una grossa fetta di persone che pur avendo un tetto sotto cui riparasi si trovano in una condizione di assoluta precarietà, tra affitti in nero e luoghi non igienicamente adeguati ad ospitare persone.
DATI GENERALI. Diamo ora uno sguardo più generale sulla povertà. Secondo il report presentato annualmente dalla Caritas diocesana, le persone che nel 2013 si sono rivolte al Centro ascolto in via Adua, sono state complessivamente circa 1500. Tra questi il 67% sono uomini adulti tra i 25 e i 64 anni, anche se sono saliti rispetto al 2012 gli indigenti più giovani, quelli dai 19 ai 24 anni.
DATI STRANIERI. Un dato che invece non stupisce è che tra le 1500 persone incontrare al Centro ascolto Caritas l' 88% sono stranieri che provengono da ben 67 Paesi differenti, contro i 55 del 2011, segno che oggi sono aumentati i canali di afflusso per entrare in Italia.
Tuttavia due sono le principali aree del mondo da cui proviene la stragrande maggioranza di immigrati: l'area dell'Africa mediterranea e quella dell'Est Europa (Ucraina, Georgia, Romania, Moldavia). Tre le 1200 persone straniere incontrate, 538, pari al 44%, possiedono il permesso di soggiorno con un aumento di 3 punti percentuali rispetto al 2012, scendono invece i clandestini che passano da 426 a 369.
GLI ITALIANI POVERI. E gli italiani? "Gli italiani fanno più fatica a rivolgersi a noi, forse per orgoglio, forse per vergogna. L'italiano poi può contare anche su altre risorse, come l'appoggio di parenti o di altre strutture. Questo però non significa che non esista anche una grossa povertà tra chi è nato in Italia, soprattutto dopo la crisi economica.
Dai dati della Caritas si evince anche l'esistenza di una forte migrazione interna al territorio nazionale, infatti solo il 30 % delle persone conosciute è originaria di Reggio Emilia, mentre nella restante parte dei casi ci sono persone provenienti da altre parti dello Stivale come Napoli, Palermo, Crotone Salerno.
LAVORO. E se si parla di povertà ovviamente non si può non considerare la sua causa primaria: l'assenza di lavoro per tante troppe persone, immigrate sì, ma anche italiane.
Nel corso del 2013 infatti sono aumentati i disoccupati, arrivando a 927, pari all' 84% delle persone ascoltate, segno che finiti gli ammortizzatori sociali molte famiglie si sono rivolte alla Caritas per cercare di sbarcare il lunario.
Fra le persone incontrate 88 sono quelle occupate che nonostante tutto non riescono a soddisfare le proprie esigenze.
Un dato da sottolineare è quello dei 17 (tra le 1500 persone ascoltare) studenti stranieri che studiano all'università di Modena-Reggio, che si sono rivolti alla Caritas, nonostante avessero avuto accesso alle agevolazioni universitarie previste per le fasce di reddito basse.
Ma come ha cambiato la crisi economica la povertà?
"Dopo la crisi sono nate nuove sottocategorie di persone indigenti - spiega Pighini - vi faccio qualche esempio: ci sono quelli che abbiamo chiamato i 'Poveri di ritorno': si tratta di persone arrivate in Italia 10 anni fa che anche grazie al nostro supporto si sono sistemate, hanno un lavoro e una casa ma con l'arrivo della crisi hanno perso tutto nuovamente e si sono rivolti a noi per un secondo percorso di assistenza.
I 'Quasi poveri' sono quelle persone, soprattutto italiane, con le quali non avevamo quasi mai avuto a che fare, se non per dare loro un cesto alimentare giusto per arrotondare e che con la crisi hanno visto abbattuto il loro equilibrio già precario.
I 'Nuovi poveri' invece coloro che da benestanti si sono ritrovati poveri, perché hanno perso il lavoro.
Infine ci sono coloro che sono 'Usurati dai meccanismi finanziari', quelli cioè che hanno accumulato ingenti debiti spesso per ignoranza della materia economica spicciola e quindi non riescono a uscire da un circolo vizioso", conclude.
Giulia Rossi
Con le cure di Vincenzo la pianta di girasole sembra stare molto bene.
Modena, 18 agosto 2014 - Supera ormai i quattro metri d'altezza la pianta di girasole che svetta in un piccolo giardino di Via Ippolito Nievo, angolo Via Allegri, a Modena. Una sorpresa anche per Vincenzo che dopo avere piantato i semi ha amorevolmente curato la pianta che ora mostra orgoglioso. Vincenzo, che per anni ha lavorato la terra, incredulo sottolinea che in vita sua non aveva mai visto nulla di simile.
(In Galleria immagini: Foto nella sua dimensione originale)
I vigili dovrebbero essere l'occhio delle forze dell'ordine. In occasione della "Tavola Rotonda", istituita da Civiltà Parmigiana, sono stati illustrati i risultati del sondaggio realizzato da Territorio e Autonomia nei primi 4 mesi di quest'anno. Avanzata una proposta operativa per una città più sicura prima che sia troppo tardi.
di LGC - Parma 18 maggio 2014 -- - -
C'è sicuramente da distinguere tra la percezione e la mancanza di sicurezza oggettiva. Quello che i dati rilevati da "Territorio e Autonomia" hanno messo in evidenza è che in alcune zone della Città la percezione diventa addirittura paura.
"Noi tra le nostre priorità, sottolinea Cecilia Zanacca coordinatrice di Civiltà Parmigiana introducendo i lavori della tavola rotonda, abbiamo da sempre posto la "qualità della vita" tra le più alte priorità della politica locale. Sino a 10 anni fa chi veniva a risiedere a Parma avvertiva un forte senso di sicurezza. Al contrario negli ultimi due anni si registrano sensazioni molto diverse. La mancanza di sicurezza ormai la si avverte sulla pelle. Non ultimo la Festa antiproibizionista che ci sarà tra poco in Piazzale Picelli che, a nostro modo di vedere non avrebbe dovuto ricevere il patrocinio dell'amministrazione comunale soprattutto perché il piazzale è diventato, negli ultimi anni, tristemente famoso per spaccio di droga e così via."
L'indagine illustrata da Giampaolo Lavagetto, non ha preso in considerazione esclusivamente il problema della sicurezza bensì ha cercato di raccogliere il sentiment dei cittadini su molteplici aspetti che riguardano la vita sociale e i servizi offerti dall'amministrazione. Dal sondaggio emergono fattori di positività soprattutto sulla qualità dei servizi come, ad esempio, quelli connessi ai servizi educativi, alla sanità alle strutture sportive e anche al trasporto pubblico. Ambiente, decoro urbano, e i parcheggi invece cominciano ad avvicinarsi alla zona "rossa" ovvero a raccogliere giudizi di sufficiente criticità. Alcuni dei servizi erogati con buona qualità rientrano addirittura nella classe dei giudizi di insufficienza quando si passa alla valutazione del rapporto costi benefici o della disponibilità. E' il caso appunto dei servizi educativi dove alla insufficiente disponibilità si affianca una barriera di costi che sta diventando insormontabile per molti. La stessa mobilità crolla nel regno delle insufficienze soprattutto al riguardo della "severità" degli addetti al controllo (vigili) e riguardo ai costi dei parcheggi. E poi c'è la "Bomba rifiuti", non intesa come "termovalorizzatore" e nemmeno nella complessità di costi, bensì come gap tra costo e qualità del servizio erogato. Una preoccupazione che sta montando ancor più con l'approssimarsi della stagione calda. "Passiamo all'allarme "Rosso scuro", spiega Giampaolo Lavagetto. Sono due i temi che rientrano nel più ampio tema del benessere della persona. Uno è il sociale. Se è vero che tra i cittadini che ne usufruiscono sono percepiti positivamente, c'è invece una percezione negativa per la sensazione di sperequazione tra autoctoni e emigrati. Siamo al limite della sopportazione." Molti altri sono i fattori di preoccupazione e di disagio rilevati che vanno dalla mancanza di conoscenza di come accedere ai servizi di assistenza per quella fascia di famiglie che sta arrivando alla soglia del disagio sociale, quindi alla insufficiente capacità di tutela della famiglia e, infine, una forte preoccupazione legata alla mancanza di azioni destinate alla prevenzione del disagio giovanile.
Ma il vero dato drammatico emerge dalla analisi alla risposta della domanda "Ma lei alle 8 di sera esce per fare una passeggiata?". "Il 90% risponde "no perchè ho paura" - sottolinea il coordinatore di Territorio e Autonomia - Quando siamo partiti per questo percorso avevamo la percezione dei problemi ma non mi sarei assolutamente aspettato questo tipo di risposte. In certi quartieri, come Piazzale Pablo, siamo al disastro in termini di percezione di sicurezza. La gente è disperata. Ormai è, a detta dei commercianti e degli abitanti, preda della delinquenza di giorno e di notte. Addirittura il fenomeno delle baby gang si sta espandendo a macchia d'olio". In queste zone la paura è per la propria incolumità fisica e di essere oggetto di furto. I cittadini, secondo i risultati dell'indagine, imputano nella mancanza di presenza delle forze dell'ordine uno dei principali motivi di questa situazione di degrado.
A Carlo Ferrari il compito di introdurre altri elementi da porre all'attenzione della discussione sul tema della sicurezza. "L'Italia, afferma Ferrari ideologo del ciclo di conferenze, è il secondo Paese in Europa, dopo Cipro, per numero di addetti alle forze dell'ordine per abitante. Nonostante il grande impegno personale degli addetti alle forze dell'ordine è evidente che queste forze sono mal governate". Il punto di debolezza, secondo Carlo Ferrari, sta quindi nella mancanza di coordinamento tra i 7 principali corpi di polizia. "Esiste un Decreto Ministeriale n° 6 del 23 maggio 2008 - prosegue Ferrari - che ha esteso il potere di ordinanza del Sindaco, quale ufficiale del Governo, anche alla sicurezza urbana per consentire, con atto motivato, provvedimenti urgenti al fine di prevenire l'incolumità pubblica e la sicurezza urbana. Inoltre il DM 5 agosto 2008 - Incolumità pubblica e sicurezza urbana - definisce gli ambiti e i criteri di applicazione della legge che ho citato prima. Inoltre è stato previsto l'intervento del Sindaco per prevenire e contrastare situazioni urbane di degrado, spaccio di stupefacenti, prostituzione, accattonaggio, danneggiamento di patrimonio pubblico, ovvero in tutti quei casi in ove viene turbato il libero utilizzo degli spazi cittadini. Ora, qui non vedo nessun rappresentante della nostra municipalità nonostante il consueto ufficiale invito, secondo voi a Parma esistono delle azioni messe in campo dal Sindaco secondo quanto indicato dalle norme sopra esposte? Si sarebbe risolto, secondo l'assessore Casa, con il Vigile di quartiere. Voi l'avete visto il "Vigile di quartiere". Io sinceramente No. Oltre a qualche sporadica comparsa in centro non si capisce bene quali compiti debba avere." Una soluzione organizzativa ci sarebbe, stando a quanto riportato da Carlo Ferrari sulla base del contributo di esperti, adottando una "polizia di prossimità" con due specialità distinte, una dedicata alla "Security" e una alla "Safety", tra loro coordinate, dove la prima è demandata ai corpi di polizia mentre la seconda alle polizie municipali. E' un percorso comunque lungo, sottolinea Ferrari, per il fatto che deve passare attraverso specifici momenti formativi e, nel complesso, da organizzare con cura per consolidarlo nel tempo. "Aggiungo, chiosa Ferrari, devono essere pagati bene per il mestiere che fanno; perché quelli rischiano la vita tutti i giorni". La polizia locale è quindi chiamata alla quotidiana domanda di sicurezza del cittadino. Un corpo specializzato al controllo del territorio, utile in fase di prevenzione e indispensabile in fase di indagini delle forze dell'ordine.
E la conferma di ciò viene dalle stesse parole di Giuseppe Tramuta, per 35 anni alle dipendenze delle Questure avendo seguito importanti casi cronaca dalla strage di Bologna al caso del "Piccolo Tommy". "Il vero poliziotto di quartiere è il Vigile Urbano, sottolinea Tramuta, che collabora con le forze dell'ordine. Ricordo che quando dovevamo catturare qualcuno o acquisire informazioni su qualcuno d'altro, noi ci rivolgevamo al Vigile di quartiere che sapeva vita, morte e miracoli di tutti. Questa è già una buona partenza." Ma Tramuta è molto critico soprattutto sulle attuali leggi, troppo a favore di chi delinque. "Sono degli incentivi a delinquere. Vi faccio solo degli esempi. L'articolo 382 del Codice penale prevede, per i reati minori, che chi non viene preso in flagranza di reato non viene arrestato. L'altra porcheria è lo "svuota carceri". Questa è una cosa gravissima. Escono persone che, una volta fuori, il 70-80% tornano a delinquere e il cittadino non è tutelato. In più danno i permessi premio agli ergastolani. La pena invece va scontata sino alla fine. A questo punto occorre fare molta prevenzione." Sulla prevenzione l'esperto insiste e suggerisce che debba essere svolta principalmente dalla polizia municipale con personale meglio gestito. La Prevenzione potrebbe essere sostenuta anche elettronicamente innestando delle telecamere di sicurezza ai varchi d'ingresso del centro storico e della città portando a implementazione del sistema anche tutte quelle telecamere private le quali, oltre a sorvegliare l'ingresso del negozio o dell'abitazione potrebbero ruotare per riprendere anche l'area pubblica. Tornando al ruolo che dovrebbe avere la polizia municipale sarebbe utile attivare le vecchie sedi circoscrizionali come "commissariati di zona" e recuperare il maggior numero di personale per il presidio di strada "in divisa". "La polizia municipale dovrebbe andare a controllare i parchi, le scuole, devono essere addestrati e collaborare con le forze dell'ordine. I Vigili di Quartiere dovrebbero essere l'occhio delle forze dell'ordine."
Per Tramuta la vera prevenzione passa attraverso un controllo stretto e costante, h24, del territorio con personale in divisa e una strettissima, quotidiana collaborazione tra forze di polizia e polizia municipale.
In sintesi, la proposta che scaturisce dagli organizzatori della tavola rotonda e che sembra assolutamente condivisa dai presenti, molti dei quali intervenuti a dare personali testimonianze, si tradurrebbe nella attivazione di "commissariati" di quartiere ripristinando allo scopo le vecchie sedi delle circoscrizioni. Riproporre quindi la figura del "Vigile di Quartiere" specificamente addestrati e formati per lo specifico compito e perfezionando il coordinamento tra forze dell'ordine e polizia municipale. Infine il coinvolgimento diretto dei cittadini introducendo un sistema di connessione tra forze dell'ordine e i cittadini mutuando esperienze già in atto in molti Paesi.
Altri 16 duelli sono stati protagonisti della seconda ed ultima BATTLE di THE VOICE of Italy in onda ieri sera, in prima serata su Rai 2 -
Reggio Emilia, 24 aprile 2014 -
Look molto particolare, da rockettaro anni Settanta, quello di Giacomo Voli, l'insegnante di musica di Correggio, che è passato ieri sera tra le venti voci ammesse alla terza fase di THE VOICE of Italy. 28 anni e una vita seguendo la passione per la musica. Ha una band con la quale esegue i brani, di cui è anche autore. Tra i suoi gruppi preferiti i Muse, ama chi sa fondere il rock con momenti più commerciali.
"Non dico che la musica è come una droga ma è una liberazione. Fare buona musica fa felice anche le persone che ti ascoltano. Quando vedo che le persone apprezzano, mi piace. E anche quando suoni davanti a poche persone si cerca sempre di dare il meglio. Chi è venuto ad ascoltarti merita di uscire soddisfatto. Anche il nostro è un lavoro. È il lavoro più bello del mondo perché sei felice tu a farlo e rendi felice chi ti ascolta". Questa passione la deve al nonno che era cornista in un'orchestra negli anni Trenta/Quaranta. "Ha sempre sostenuto la mia causa ed è tuttora la mia fonte di ispirazione perché è riuscito a costruirsi una vita suonando". Il suo punto di forza è l'estensione vocale.
Con le 20 Voci di ieri sera, si va a comporre il cast dei 40 artisti ammessi alla terza fase di THE VOICE of Italy, quella del KNOCKOUT che avrà inizio questa sera con la puntata straordinaria in onda su Rai2 alle 21:10. L’inedito step - vera novità di questa edizione - precede la fase finale: due concorrenti della stessa squadra si sfideranno proponendo due brani diversi; al termine del confronto, il coach eliminerà un partecipante senza possibilità di essere ripescato. Nella puntata di ieri 16 Voci sono state scelte dal proprio coach, mentre le alte quattro sono state ripescate grazie all’opzione Steel.
Per il team di Raffaella Carrà vanno così alla terza fase del programma: Francesco Marotta (Faella Pian di Scò – Arezzo) sulle note della canzone “Love me again” di John Newman, Vittoria De Santis (Taranto) con il brano “Bruci la città” di Irene Grandi, Benedetta Caretta (Carmignano di Brenta – Padova) sul pezzo “Shiver” di Natalie Imbruglia, Nunzia Anna Sardiello (Montesarchio – Benevento) sulle note di “Don’t go breaking my heart” di Elton John. Si aggiunge al team Sasha Susino (Gela - Caltanissetta), esclusa da Noemi.
Per il team diretto da J-Ax si sono qualificati per la fase successiva: Angela Nobile (Siracusa) con la canzone “Piccolo uomo” di Mia Martini, Valerio Jovine (Napoli) sul pezzo “Je so’ pazz’” di Pino Daniele, Giusy Scarpato (San Giorgio a Cremano – Napoli) sul brano “Hard out here” di Lily Allen, Carolina Russi (Roma) sulle note di “Cambierà” di Neffa. Si aggiunge al team Andrea Ori (Lurago d’Erba – Como) escluso da Piero Pelù.
Il team di Noemi ha visto invece l’ingresso di: Stefano Corona (Castell’Alfero – Asti) con il brano “Bad” di Michael Jackson, Andrea Veschini (Roma) con la canzone “I heard it through the grapevine” di Marvin Gaye, Giorgia Pino (Casarano – Lecce) sul pezzo “Caffè nero bollente” di Fiorella Mannoia, Antonella Anastasi (Catania) sulle note di “When you belive” di Mariah Carey/Whitney Houston. Si aggiunge al team Yvonne Tocci (Taranto) esclusa da J-Ax.
Infine, per il team guidato da Piero Pelù si sono qualificati: Daria Biancardi (Palermo) che ha cantato “Piece of my heart” di Janis Joplin, Nadia Marino (Vittoria – Ragusa) sulle note de “Il chitarrista” di Ivan Graziani, Mia Schettino (Santa Marinella – Roma) sul brano “Rocket man” di Elton John, Giacomo Voli (Correggio – Reggio Emilia) sul pezzo “Knockin’ on heavens door” di Bob Dylan. Si aggiunge al team Valeria Marchetti (Bassano Romano - Viterbo), esclusa da J-Ax.
Valentina Correani, la V-Reporter di "THE VOICE of Italy", ha interagito con il pubblico via web attraverso il sito ufficiale www.thevoiceofitaly.rai.it, il profilo twitter @thevoice_italy con hashtag ufficiale #tvoi e la pagina Facebook www.facebook.com/Thevoiceufficiale.
(Fonte: ufficio stampa Rai2)