Con l'arrivo di un bebè si rischia di perdersi nel mondo delle cose che sono o sembrano indispensabili. Qualche utile consiglio di Caterina Cappetti, family consultant, per arredare al meglio la cameretta del pargolo in arrivo. 

Di Giulia Santoro

Parma, 8 febbraio 2016

L'arrivo di un bebè è sempre una gioia enorme in una famiglia che lentamente prende forma. I neo genitori si devono dunque preparare al meglio per affrontare quella che sarà sicuramente una grande avventura.
Iniziano giri interminabili per negozi per scegliere tutto l'occorrente. Mamma e papà vengono catapultati così in un gigantesco nuovo mondo, costellato di oggetti e prodotti mai sentiti prima, abitato da persone che sembrano parlare un'altra lingua, per le quali TUTTO (ma proprio tutto!) è assolutamente indispensabile e va acquistato immediatamente (anzi, sei già in estremo ritardo).

A tutti questi neo genitori vogliamo dare un po' di tregua per avvicinarci ad un momento importante e pieno di gioia con la massima tranquillità, ma anche preparazione.
Ho avuto modo di incontrare Caterina Cappetti, family consultant genovese, che ci rivelerà qualche trucco per arredare al meglio la cameretta del pargolo in arrivo.

1 – NON TUTTO SERVE SUBITO
Dovete resistere alla tentazione di "ricoprirvi" di oggetti, perché il rischio è di ritrovarsi con ciò che potreste non usare mai. Quindi, "compilate una lista" delle cose strettamente necessarie. Fatevi aiutare da parenti e/o amici che ci sono già passati (in questi casi l'esperienza serve!!). Tenete presente che, dopo la nascita del bambino, arriveranno un sacco di regali quindi meglio limitare l'acquisto alle cose indispensabili, il resto può attendere.

2 – SPAZI VITALI
Un neonato ha bisogno di molto spazio (pur essendo così piccolo). Prima di procedere all'acquisto di qualunque cosa occorre avere la piena consapevolezza dello spazio a disposizione. Tenete un metro a disposizione sempre. Questo vale non solo per la stanza che avete deciso di adibire a "cameretta" ma anche per altri spazi di cui necessariamente il bambino dovrà usufruire quali la cucina, il salotto, il bagno, ecc.

3 – PRATICITA', SEMPLICITA' E COVENIENZA
Sono i tre principi che dovete tenere a mente sempre perché gli oggetti che andrete ad acquistare devono semplificarvi la vita non complicarvela!
Sconsiglio l'uso preponderante del colore che si riferisce al sesso del bimbo. Puntate piuttosto su colori neutri. Questo renderà la stanza più versatile e nel tempo non sarete costretti ad effettuare grossi cambiamenti. Per lo stesso motivo non acquistate una marea di "mini mobili", meglio adattare quelli già esistenti.

I "must" di prima necessità:

  1. Il lettino o la culla. Sembra tornata in "voga" la vecchia culla di vimini forse dato dal fatto che utilizzare i vecchi cimeli di famiglia riesca a conciliare il lato affettivo con quello economico. Negli ultimi tempi sono nati anche i lettini trasformabili. Il costo non è molto contenuto (dai 300 Euro in su) ma potrete sfruttarlo per molto tempo (potendo diventare poi anche un comodo divanetto da camera). Marche (Foppapedretti, Stokke, Ros, Ikea solo per citarne alcune) e forme (rettangolari, ovali, circolari) non mancano. Tuttavia consiglierei l'acquisto di un lettino trasformabile rettangolare perché sarà così più semplice e meno dispendioso l'acquisto (sia immediato che futuro) delle lenzuola in coordinato.
  2. Carrozzina. Molto comodi i modelli "trio" che incorporano passeggino, navicella e seggiolino omologato per auto. Tenete sempre in considerazione le dimensioni (verificando che possa entrare ad esempio in ascensore) e peso. cerca passeggini flashon mag rid
  3. Fasciatoio. Meglio adibire un mobile già esistente in camera come una cassettiera o una scrivania. brevilindo rid
  4. Vaschetta per il bagno. Esistono delle vasche apposite da collocare su un "tre-piedi" che assicura maggiore comodità alla schiena della mamma e anche perché ormai nelle case è più facile trovare una doccia super attrezzata che non la vecchia vasca da bagno.

Tutto il resto verrà da sé...in bocca al lupo e congratulazioni per l'arrivo del bebè!!

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Credits images with the courtesy of: cercapasseggini.it – brevi.eu – lettioutlet.com – twenga.it – wallsome.info

Vajazzling: la California lancia la moda di decorare le zone intime con cristalli e le italiane accolgono favorevolmente questa tendenza. Un'idea originale per momenti intimi speciali, da sfruttare magari per San Valentino. Ecco come si fa ad avere un pube brillante. 

Di A.K.

Parma, 6 febbraio 2016

Dal web – Se non ci avete ancora pensato siete ancora in tempo per applicare brillanti sul vostro pube. L'effetto 'wow!' sarà assicurato.
Parola di stelline e dive americane che hanno già sperimentato la moda del Vajazzling, del tatuaggio fatto di cristalli Swarovski sul basso ventre.
La prima a lanciare la tendenza è stata Jennifer Love Hewitt, che ha proprio fatto un tutorial televisivo su come vengono applicate le decorzaioni. Dopo di lei, una pletora di divine si è fatta fotografare ingioiellata solo là...
Il vajazzling si fa con cristalli Swarovski auto-adesivi ed è una novità che viene dalla California. Una alternativa trasgressiva e provocante al tatuaggio.
In Italia ci siamo. E' un fenomeno in crescita, a detta delle estetiste più all'avanguardia.
Caratteristiche e modalità della nuova tendenza sono presto dette.
Prima di tutto, l'applicazione di un tatuaggio composto da Swarovski sul Monte di Venere richiede necessariamente una epilazione totale dell'inguine. Il sistema migliore è lo zucchero o la resina perché garantiscono tempi più lunghi di ricrescita dei peli, lasciano la pelle molto più liscia e non comportano rischi di irritazioni.
Mettere le decorazioni luccicanti è invece una cosa rapidissima: ci vuole solo un minuto.
Come per i classici tatuaggi, esistono disegni già preparati. Vengono realizzati a mano in cristalli originali Swarovski e ne esistono di tantissime forme e dimensioni che vanno dal fiore al disegno stilizzato; possono essere colorati oppure composti semplicemente da cristalli.
Chi ha gia sperimentato assicura che avere una decorazione sulla parte pubica non dà fastidio quando si è vestite perché sono applicazioni sottili e che i tatuaggi sono igienici e ipollargenici.
Sono applicati con una colla speciale studiata apposta per essere utilizzata sulla pelle senza creare problemi.
Per quanto riguarda la durata, il disegno rimane per 4 o 5 giorni e si stacca con le mani.
Contrariamente a quanto si pensi, il costo è abbordabile. Si tratta di spendere circa venti euro. Qualcosa in meno se lo si acquista per applicarlo a casa da sole.

Venerdì, 05 Febbraio 2016 11:01

Cover Maniac

Nate per proteggere il nostro smartphone da urti e cadute ora sono divenute un vero e proprio accessorio che segue le mode del momento. Le cover caratterizzano il nostro dispositivo dicendo molto sulla nostra personalità. Un Must Have da tutti i prezzi e per tutti i gusti!

di Mariasole

Parma, 5 febbraio 2016

Cover o non cover? Che sia per non passare inosservati o semplicemente per proteggere il proprio smartphone in caso di cadute, sono nate all'inizio solo come delle anonime protezioni in gomma o plastica, con il passare del tempo sono diventate dei veri e propri accessori "Must Have", lasciando ampio spazio all'aspetto decorativo!

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Ormai è un vero e proprio status symbol, come fosse un vestito, un paio di scarpe, di pantaloni o una borsa. La varietà è ormai vastissima, dalle monocolore, a quelle a forma di coniglio, di borsetta o di sushi, a quelle tridimensionali o in velluto, con i baffi, mimetiche o in cotone. Le grandi firme della moda come Moschino, Louis Vuitton, Gucci, Chanel, Tiffany, Subdued e i designer più apprezzati si sono lanciati in questo universo!

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Per accontentare la sempre più crescente richiesta sono nati dei negozi specializzati dove scegliere diventa davvero un'impresa: centinaia di cover per tutte le tasche e tutti i gusti, dalle più semplici a 9 euro e 99 a quelle glitterate, in finta pelle, coccodrillo o cavallino che costano quasi 40 euro, ma anche i siti internet che vendono le tanto amate cover sono moltiplicati. Dunque ampio spazio alla fantasia e all'affermazione della propria personalità!

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 Credits photos with the courtesy of: Amazon.it - Moschino.com - ChiaraFerragniCollection.com - Branzilla.com - Aliexpress.com - Myluxury.it

Mercoledì, 03 Febbraio 2016 13:20

L'abbinamento bizzarro: dolci di Carnevale e vino

Un abbinamento insolito che offre tante possibilità di accostamenti. Ad ogni dolce il suo vino: i consigli per esaltare il sapore dei dolci tipici della tradizione che accompagnano la festa del Carnevale. Semplici e rigorosamente fritti si abbinano perfettamente al nettare di Bacco.

di Cecilia Novembri

Parma, 3 febbraio 2016

Frappe, chiacchiere, struffoli e graffe, frittelle di mele, bignè di San Giuseppe, crostoli, cenci fritti, largo sfogo alla fantasia carnevalesca! Anche in tema di Carnevale il nostro paese, gastronomicamente parlando, ci offre una varietà smisurata di dolci, ognuno legato ad una tradizione e leggenda regionale, ma tutti uniti da una comune caratteristica: rigorosamente fritti! Dolci universali, semplici ed è proprio la semplicità il segreto del successo su tutte le tavole imbandite per il Carnevale e anche della conseguente abbinabilità al nettare di Bacco.

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La base leggermente dolce con richiami agrumati appena percepibili è qualcosa con cui si possono bere molti vini dolci, possibilmente non troppo dolci ed evitando esuberanze alcoliche e strutture. Tenendo presente che per le fritture sono preferibili le Bollicine, l'abbinamento ideale è sicuramente con un fresco e profumato Moscato d'Asti, dolce, ma non stucchevole, con un inimitabile aroma muschiato del vitigno di provenienza, un sapore delicato ed intenso, che ricorda il glicine ed il tiglio, la pesca e l'albicocca, con sentori di salvia, limone e fiori d'arancio. Per le Castagnole o le frittelle di mele sempre ben accolto un Brachetto d'Acqui, rosso rubino molto chiaro, una spuma vivace di colore rosa e perlage persistente, un profumo intenso, aromatico, caratteristico con sfumature di rosa, morbido, amabile, elegante con sensazioni di mandorla amara e noce moscata.

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Con la presenza di farciture alla crema o cioccolato possiamo sicuramente affidarci ad un ricco vino passito o una vendemmia tardiva, dove ci si può veramente sbizzarrire con molteplici varietà provenienti da ogni regione italiana. A partire dal Passito di Pantelleria, sempre una garanzia, o un Recioto di Soave, le cui uve attaccate dalla muffa nobile dona sentori di frutta candita e spezie. Se ci si spinge oltre confine si può approdare in Germania, con un Riesling Auslese: ricco e potente, con note candite e piccanti, al primo sorso è percepibile un ventaglio di spezie, lo zafferano, il ginger, il curry e il pepe, con un gradevolissimo sottofondo di frutta candita. Tutta una scoperta!

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Mercoledì, 03 Febbraio 2016 10:07

Le tendenze maschili Fall/Winter 2016-17

Primo mese di sfilate con le tendenze per il prossimo autunno/inverno 2016-2017: ecco tutte le tendenze uomo dalle fashion week di Londra, Milano e Parigi alle passerelle dell'evento più importante d'Europa nel settore: il Pitti.

Di Veronica Volpi

Gennaio non è solo il primo mese dell'anno, è anche il primo mese dove si fanno avanti le sfilate con le loro tendenze per il prossimo autunno/inverno 2016-2017.

E' l'uomo a essere protagonista, non solo con le fashion week di Londra, Milano e Parigi, ma anche con quello che è l'evento più importante d'Europa nel settore: il Pitti.

Da una parte a Londra si delinea una tendenza rivolta verso il rigore e lo stile militare, con lunghi cappotti in feltro rifiniti di mostrine e camicie in seta arricchite di stemmi militari e blasoni, ma alleggerito dalla presenza di felpe con cerniere sotto il mento e sneakers colorate.

Dall'altra, invece, in Italia, si fa strada una moda attenta alle generazioni alla persona: il giovane si fa uomo indossando strutturate giacche doppio petto talvolta arricchite da pochette e cravatte colorate, con pantaloni alla caviglia e stringate dai variopinti colori, mentre l'adulto si ringiovanisce in jeans e t-shirt con l'accompagnamento da giacche da smoking.

Per la prima volta si fa avanti una moda ecosostenibile: l'attenzione per l'ambiente lo si denota non solo nell'utilizzo di fibre naturali, ma anche nelle fantasie e nei colori che riprendono le tinte della terra quali cognac e camouflage.

 

Il tam-tam mediatico della battaglia a colpi di tette (ma anche di qualche sedere e di qualche addominale) si è diffuso a macchia d'olio negli atenei italiani, anche fra Parma e Modena. Reazioni e critiche non mancano. La parola agli esperti. -

Di Alexa Kuhne

Parma, 23 gennaio 2016 - le foto in galleria in fondo alla pagina -

Il gioco della studentessa che ha il busto più accattivante piace anche alle ragazze delle Università di Parma e Modena, a quelle più procaci e sfrontate, che non hanno esitato a immortalare seni che esplodono da 'balconcini' striminziti e che sono marchiati dall'abbreviazione dell'università di appartenenza.
Tutte le pagine autogestite Spotted sono state invase da tette di ogni dimensione. Ultimamente anche da sederi e da addominali maschili.
La battaglia continua e porta con sé anche tanti post di colleghi che criticano questa competizione.

"L'emancipazione! – ha commentato una studentessa su Spotted dell'Università di Parma. - Anni a protestare che non vogliamo essere giudicate dalle nostre curve ma dai nostri cervelli...e poi basta un #escile per mandare alle ortiche anni di femminismo!".

Un po' di tenerezza queste ragazze la fanno. Così giovani e così esaltate, così allo sbaraglio sul web, all'idea che le loro tette possano avere un giorno di notorietà e rappresentare l'ateneo...

"Io credo che ognuna sia libera di fare quello che crede col proprio corposostiene un'altra studentessa -, però con la consapevolezza di quello che fa. Non ci si può svilire con foto poco edificanti in un contesto assurdo e poi lamentarsi di non essere prese sul serio. Se il massimo del rispetto che si ha per il percorso accademico è scriversi il nome dell'ateneo sul seno o sul sedere, allora abbiamo seriamente un problema".

La parola passa d'obbligo agli esperti, alla sessuologa Chiara Simonelli dell'Università La Sapienza di Roma e al sociologo Antonio Marziale.

Antonio marziale sociologo rid

Antonio Marziale, cosa sta succedendo alle ragazze e ai loro corpi? "Io penso che la cosa più grave di tutto ciò sia la violazione dell'intimità, del rispetto dovuto al proprio corpo come 'contenitore di dignità ed intelligenza'. Sminuire per gioco il proprio corpo è sinonimo di mancato rispetto verso se stessi, diverso dalla rappresentazione artistica di un nudo, in cui il corpo diventa sublimazione dell'esistenza".

Sicurezza e autostima alle stelle spingono i giovani a mettersi così in mostra?
"Ciò che penso – chiarisce il dott.Marziale - è che quando questi ragazzi cresceranno e capiranno il senso della propria dignità avranno problemi seri in termini emotivi. Sbertucciarsi, per profitto o per gioco, è sottovalutarsi o non avere autostima"...

Prof Chiara simonelli rid

Non diversa la posizione della professoressa Simonelli che spiega che questa non è una dimostrazione di emancipazione.
"Il femminismo delle tante conquiste sembra morto e sepolto. E' stato soppiantato da una ventata di ironica superficialità e leggerezza anche fra i ragazzi e le ragazze acculturati. Con poche prospettive e speranze, in un contesto sempre più povero anche dal punto di vista culturale, il corpo è tornato ad essere un oggetto che ha valore di scambio e non d'uso...Un po' Triste, no?".

L'hashtag Escile contagia tutti gli studenti italiani e arriva anche a Parma e a Modena. Seni, glutei, pettorali e addominali in mostra nelle pagine autogestite Spotted. Un gioco goliardico o una dimostrazione di cattivo gusto? A voi la sentenza...

Di Alexa Kuhne

Parma, 20 gennaio 2016

Come non poteva non accogliere l'università di Parma una sfida così stuzzicante?

Al grido di guerra apparso su Spotted, pagina autogestita dagli studenti dell'Università di Parma "Non facciamoci mettere i piedi in testa zio cane!!! Bisogna intervenire subito, accettiamo la sfida. Addirittura da l'Aquila..e noi fermi e impassibili?" le diligenti studentesse hanno risposto con entusiasmo, sacrificando al pubblico sguardo alcune parti del corpo. Che ora sono in bella mostra in bacheca.
E così, una opulenta ottava senza volto, soggiorna da ore nel 'salotto' universitario autogestito, a rappresentare l'Ateneo parmigiano, seguita da una serie di busti e glutei in grande spolvero.
La sfida, che in realtà non prevede vincitori, si gioca tutta a colpi di seni prosperosi e di sederi lucidi, rigorosamente in perizoma.
Ma anche gli uomini vogliono avere un ruolo determinante, ed eccoli a postare, senza pensarci due volte, addominali scolpiti da ore di palestra, tra una impegnativa lezione e ore di studio.

La competizione goliardica è nata da qualche giorno e ha fatto il giro del web in un batter d'occhio, colpendo l'immaginario fervido dei colleghi universitari e sollevando anche una specie di sommossa tra coloro che reputano l'iniziativa non consona agli ambienti universitari.
Tutto aveva avuto origine dall' hashtag popolare e divertente, conosciuto con il nome di #Escile, che ha visto sfidarsi a colpi di like, le due modelle, Emily Ratajkowski e Lucia Javorcekova, in foto provocanti e seducenti.
La sfida ora ha prima entusiasmato le studentesse delle Università milanesi le quali hanno giocato con ironia con le loro più seducenti parti del corpo, postando foto di sederi e seni sui quali appare la scritta dell'Università di appartenenza.

Il confronto a suon di voluttuose immagini è stata lanciata da Francesco, amministratore della pagina "Spotted: Bocconi Milano" ed è stata subito seguita dal gruppo "Spotted: Polimi", gestita dallo stesso ragazzo. La sfida ha riscosso così tanto successo che si è estesa anche alle altre Università come la Cattolica, la Statale e la Bicocca, la Luiss, lo Iulm, le Università di Modena, di Pavia e di Parma.
I commenti degli studenti non sono stati però tutti positivi. In generale, i ragazzi hanno accolto la competizione con ironia. Le donne, invece, hanno espresso giudizi abbastanza critici. Tante, infatti, la giudicano una sfida maschilista e inadeguata al contesto universitario, che è un luogo deputato a incentivare la cultura. Che si tratti di giudizi moralisti o di commenti divertenti, l'operazione, potremmo dire di un efficace marketing che dimostra quanto l'argomento attiri 'mi piace' e condivisioni, ha comunque richiamato l'attenzione. Eccome!

Il primo tentativo a Parma, due anni fa. In controtendenza rispetto all'abitudine di vivere un rapporto vis- a -vis col proprio smartphone, in un bar si ritorna alle origini, all'antico passatempo delle nonne di lavorare a maglia e all'uncinetto. Al Mister Lino, quindi, non c'è solo il caffè. Si può partecipare anche a corsi ed eventi e chi è già pratico può acquistare i gomitoli e sedersi a lavorare. -

Reggio Emilia, 2 gennaio 2016 - di Cigno Nero -

Riusciranno ferri da maglia, gomitoli di lana e aperitivo a scalzare, finalmente, la brutta abitudine del rapporto a due con lo smartphone?
La scommessa è aperta e c'è un barista che è disposto a puntare tutto sulla antica passione del lavoro a maglia e sulle due chiacchiere al bar mentre si sferruzza e si beve qualcosa.
La ricetta del Mister Lino, a Reggio Emilia, sembra fare buoni proseliti. E non ci sono sesso ed età per gli sferruzzamenti collettivi. Tutti, proprio tutti, possono godere dei benefici effetti del lavoro delle loro mani d'oro.
Il pioniere di questa nuova tendenza si chiama Lino Alberini ed è imprenditore che opera da anni nel campo della torrefazione. Lino ha inaugurato il locale dove sferruzzare e socializzare lo scorso 8 dicembre.
L'idea da cui è partito è quella di creare un punto di ritrovo dove bere un buon caffè, o un bicchiere di vino, e al contempo familiarizzare, sferruzzando cuffiette, sciarpe colorate o golfini di lana.

"Oggi funziona così – racconta a ilfattoquotidiano.it – o le persone fanno conoscenza sui social network, senza però interagire nella vita reale, oppure si frequenta un locale, si ordina la consumazione, e poi si lascia il tavolo, perché bar e ristorantisono cicli continui, e non si può indugiare finito di mangiare. In pratica, si corre, e ci si incontra solo dietro a una tastiera. Io volevo qualcosa di diverso, un ambiente tranquillo dove chiacchierare, senza fretta, dove riscoprire un'attività che tutti abbiamo visto fare alle nostre nonne ma che ormai sta scomparendo, senza dover andare via appena bevuto il caffè per fare spazio a un altro cliente pagante".

Il locale reggiano, a metà tra un'officina e un caffè, non è il primo in Italia a coniugare il lavoro a maglia con il cappuccino. "Il primo Mister Lino, infatti, l'ho aperto a Parma due anni fa – spiega Alberini – ha avuto un bel successo. Piace a tutti, nonne, mamme e nipoti, così ho pensato di replicare". E come nella città ducale, anche a Reggio l'ingrediente base del bar è l'antica arte del ferro e del gomitolo. Un posto nuovo, originale, nato dall'idea di ridare vita ad un passatempo ormai poco comune unendolo al classico bar, un tempo luogo di ritrovo abituale. Al Mister Lino, quindi, non c'è solo il caffè. Si può partecipare anche a corsi ed eventichi è già pratico può acquistare i gomitoli e sedersi a lavorare.

In collaborazione, spiega Alberini, con l'associazione Cuore di maglia, che dal 2008 sferruzza golfini e scarpine per i bambini delle terapie intensive neonatali di 51 ospedali in Italia. "E' un bellissimo progetto, e noi offriamo loro uno spazio dove lavorare, che poi è anche un'occasione per fare qualche lavoretto per i bimbi nati prematuri".
Il tutto in un ambiente designato per creare un'atmosfera di relax, con arredi a impatto zero, ecosostenibili, scaffali colmi di filati e, dietro il bancone, dolci, panini e bevande calde.
Fin qui è stato sottolineato l'aspetto della socializzazione dal vivo, dimenticando che lavorare a maglia ha un potente effetto sedativo e rilassante, che produce, inoltre, gratificazione per i risultati che si possono ottenere con lo sferruzzamento e che tira fuori la creatività che è insita in ognuno di noi...

Presentata la squadra delle 12 finaliste di Bellezza Italiana dell'Emilia Romagna a Salsomaggiore. Il titolo di "Bellezza Italiana Romagna 2015" alla ballerina riccionese Sofia Bartoli. A Federica Pattacini di Albinea il titolo di Miss Bellezza Italiana Emilia.

Cesenatico (Fc) -In attesa del ricorso d'urgenza presentato da Bellezza Italiana contro la Mirigliani(ndr) il beauty talent Bellezza Italiana, ha tagliato il traguardo delle finali regionali e ha concluso le sue manifestazioni in Emilia Romagna.

Dopo trenta tappe svoltesi in Regione, sabato sera,nella suggestiva Piazza Spose dei Marinai a Cesenatico, è stato assegnato l'ultimo titolo, quello prestigioso di "Bellezza Italiana Romagna 2015".

Centinaia di persone hanno applaudito le ragazze giunte a Cesenatico,in rappresentanza di tutte le città dell'Emilia Romagna, in gara per quella fascia valida come passaggio diretto alle finali di Salsomaggiore, che premiava oltre all'avvenenza anche il talento.

L'evento di bellezza è stata organizzato da Mirka Fochi responsabile Nazionale di Bellezza Italiana, con la Ponente Eventi e Samanta Secci di Dream Eventi.

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A conquistare il titolo di "Bellezza Italiana Romagna 2015", è stata la talentuosa ballerina di Danza contemporanea e classica Sofia Bartoli 18 anni di Riccione, alta 1.70,capelli castani e occhi marroni, già detentrice della fascia di "Bellezza Italiana Fashion Attitude Emilia Romagna", titolo non cumulabile con quello di Bellezza Italiana Romagna 2015 e pertanto rimesso in palio e quindi assegnato alla studentessa modenese di Cavezzo Martina Marchetti, prima concorrente in classifica generale non in possesso di una fascia regionale e contestualmente è stata presentata la squadra delle dodici ragazze che rappresenteranno la bellezza e il talento delle ragazze emiliano romagnole a Salsomaggiore Terme.

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Oltre a Sofia Bartoli (Bellezza Italiana Romagna 2015),sono quindi passate in finale l'indossatrice fotomodella Federica Pattacini 19 anni di Albinea (Bellezza Italiana Emilia 2015); la modella Martina Marchetti 18 anni di Cavezzo in provincia di Modena (Bellezza Italiana Fashion Attitude Emilia Romagna),la cavallerizza Giulia Bigarelli 19 anni di Carpi (Bellezza Italia Sport Emilia 2015); la ballerina e ginnasta Chiara Becchi 18 anni di Reggio Emilia(Bellezza Italiana Talento Emilia 2015) ; Denise Diana 18enne della provincia di Bologna ballerina di danze Latino Americane(Bellezza Italiana Talento Regione 2015); Silvia Maioli 19 anni di Rimini, che si è esibisce in consolle (Bellezza Italiana DeeJay Girl Regione 2015);la statuaria aspirante attrice Denise Mauro 18 anni di Rimini (Bellezza Italiana Talento-Recitazione Emilia Romagna 2015); la 19enne modella reggiana Alessia Maiorino(Bellezza Italiana Fashion Attitude Regione 2015); la Stunt-Woman e ballerina Bianca Mologioglio 18anni di Rimini(Bellezza Italiana Sport Romagna 2015) l'Italo-Moldava Alexandrina Calancea 18 anni che vive a Borgo Val di Taro (Bellezza Italiana International Regione 2015) e la straordinaria danzatrice di danza classica Daniela Russo 18 anni Rimini (Bellezza Italiana Talento-Danza Emilia Romagna 2015).

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Il "Post vacation blues". Tre o quattro settimane lontani dalle consuete abitudini possono risultare sufficienti per acquisire nuova routine. L'Ordine degli Psicologi dell'Emilia Romagna sul "post vacation blues".

Bologna 25 gennaio 2015 -
Le vacanze estive sono il momento in cui, liberi dagli impegni della quotidianità, non solo lavorativi ma anche sociali, si possono cercare nuovi orizzonti, rilassarsi e trovare anche il tempo per riflettere su se stessi. Spezzare la routine contribuisce ad alleggerire il carico di stress e a vedersi sotto una luce diversa. Si tratta di un momento di grande importanza anche per la propria identità personale. Eppure proprio ciò che c'è di buono nelle vacanze è anche un rischio, una volta rientrati al lavoro. Quanto si è fatto in termini di ripresa del benessere psicofisico durante tutto il periodo di ferie, infatti, può essere rapidamente disfatto in pochi giorni di lavoro. È importante, perché ciò non accada, essere gentili con se stessi al rientro e comprendere le cause dell'eventuale insorgere della sindrome da rientro.
La vacanza lunga, tipica del periodo estivo, più facilmente di quella breve può portare a problemi nel momento in cui bisogna riprendere gli impegni lavorativi. A livello psicologico, ciò è dovuto al fatto che un periodo di un tre o quattro settimane lontani dalle proprie abitudini può essere sufficiente ad acquisire una nuova routine. Le difficoltà, chiaramente, nascono dal non volersene distaccare. Questo è uno dei motivi per cui in alcuni casi è preferibile avere magari più momenti di relax un po' più brevi, piuttosto che un'unica lunga vacanza.
Il "post vacation blues", come lo chiamano gli inglesi, è sofferto da tanti italiani, in misura più o meno intensa. Alla ripresa dei ritmi lavorativi, infatti, non è raro provare spossatezza, emicranie, ansia, tachicardia e addirittura depressione. Tale stato di malessere, comunque, viene in genere superato nell'arco di una decina di giorni, ovvero il tempo normalmente richiesto per adattarsi alla nuova routine. Nei casi non patologici, la cosa migliore da fare è affrontare il rientro in modo graduale, dandosi il tempo per acquisire il cambiamento, senza forzature, possibilmente mantenendo vivo qualche elemento di svago proveniente dalla vacanza, come può essere fare del moto, una passeggiata, una nuotata, un giro in bicicletta, magari proprio per andare a lavoro.

Il discorso cambia quando lo stress da rientro è accompagnato da una vacanza non pienamente soddisfacente. Bisognerebbe indagare sulle ragioni della propria insoddisfazione. Alle volte, infatti, le vacanze vengono vissute come una fuga psicologica dalle difficoltà personali e affettive, difficoltà che possono essere trascinate anche nel periodo delle ferie. Le aspettative con cui si parte potrebbero risultare inattese, aumentando il senso di frustrazione e delusione al ritorno. Questi stati d'animo possono aggiungersi al normale stress da rientro amplificandone la sintomatologia e rendendone più difficoltoso il superamento. In questi casi, bisogna valutare ciò che è stato lasciato a casa, irrisolto prima della partenza, che potrebbe andare oltre il semplice stress post-vacanza e cercare di agire sulle reali, e più profonde, cause di malessere.

Infine, non è da trascurare il problema che può derivare da vacanze impegnative e stressanti che alcuni talvolta scelgono di fare, volendo vivere la vacanza come un momento in cui realizzare desideri e progetti accumulati durante l'anno lavorativo. In questi casi la vacanza, riempita da numerosi obiettivi la cui realizzazione non tiene conto del bisogno di riposo accumulato durante l'anno lavorativo, diventa un vero e proprio lavoro che rende ancora più stanchi.

Liguria Portovenere da barca

(Fonte Ordine degli Psicologi dell'Emilia Romagna
a cura di Rizoma | Studio Giornalistico Associato)

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