Il ruolo delle Università e delle Fondazioni universitarie nella promozione e nel trasferimento della ricerca a sostegno della innovazione e dell'economia della conoscenza al centro di un convegno nazionale, promosso dalla Fondazione Marco Biagi e dalla Conferenza Nazionale delle Fondazioni universitarie (CNFU), in collaborazione con le Università di Bologna, Modena e Reggio Emilia, Ferrara e Parma. Appuntamento con "Atenei e fondazioni universitarie al servizio dell'innovazione e dell'economia della conoscenza: sinergia per il futuro del Paese. Emilia Romagna una realtà strategica" martedì 14 giugno a Modena. Presente anche il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ed esponenti del mondo dell'economia.
Modena, 13 giugno 2016
Importante convegno nazionale a Modena per parlare della cosiddetta "terza missione" delle università e comprendere come le stesse università, possono impiegare la conoscenza ed i prodotti della loro ricerca per contribuire allo sviluppo sociale, culturale ed economico della società.
Se ne parlerà martedì 14 giugno 2016 in occasione di un appuntamento dal titolo "Atenei e fondazioni universitarie al servizio dell'innovazione e dell'economia della conoscenza: sinergia per il futuro del paese. Emilia Romagna una realtà strategica", promosso dalla Fondazione Marco Biagi e dalla Conferenza Nazionale Fondazioni Universitarie (CNFU), insieme ai quattro Atenei dell'Emilia Romagna, l'Università degli Studi di Bologna, di Ferrara, di Modena e Reggio Emilia e di Parma, con il sostegno di UniCredit.
L'iniziativa affronterà il tema del rapporto tra le università ed il mondo dell'impresa e della società civile, evidenziando il ruolo fondamentale di supporto alle Università che le Fondazioni universitarie svolgono proprio nel realizzare le attività di terza missione. La riflessione, in particolare, si dirigerà sull'attività svolta in questo ambito dagli Atenei, dalle Fondazioni universitarie e dalle istituzioni pubbliche della Regione Emilia Romagna, una regione che in questi anni ha saputo mettere al centro della sua azione progetti ed iniziative tesi a favorire l'innovazione.
L'incontro avrà luogo, a partire dalle ore 9.30, presso la Fondazione Marco Biagi (Largo Marco Biagi 10).
L'appuntamento, che si protrarrà per tutta la giornata, sarà introdotto dai saluti del Rettore di Unimore Angelo O. Andrisano, del Rettore dell'Università di Parma Loris Borghi, del Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini e del Sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli. Immediatamente dopo verranno consegnati i contributi della Fondazione Intesa San Paolo Onlus.
Seguiranno, poi, due sessioni. La prima, dalle ore 10.30 alle 12.00, dedicata a "Ricerca ed economia della conoscenza", coordinata dal Pro Rettore di Bologna Antonino Rotolo, nella quale interverranno Tommaso Fabbri (Unimore e Fondazione Marco Biagi) su "L'organizzazione dell'Università nella società della conoscenza e nell'economia dell'innovazione", Diego Macrì (Unimore) su "Terza missione nell'Università della trasparenza: complementare o antagonista?" e Lorenzo Badiello (Regione Emilia-Romagna - Servizio di collegamento con l'Unione Europea) su "L'Emilia-Romagna in Europa: opportunità e sfide per una crescita innovativa del territorio". La seconda, dalle ore 12.00 alle 13.15, in cui si parlerà di "Università e Fondazioni universitarie di fronte alla terza missione", coordinata dal Rettore dell'Università di Ferrara Giorgio Zauli, cui prenderanno parte Claudia Pingue (Fondazione Politecnico di Milano – Direttore POLIHUB Servizi srl) con un contributo su "Il ruolo degli incubatori universitari", Francesco Zerbetto (Presidente Fondazione Alma Mater di Bologna) su "Innovazione e ricerca nelle fondazioni universitarie", Luigi Rovati (Unimore) su "Il Tecnopolo di Mirandola: un modello di trasferimento tecnologico integrato nella Rete Alta Tecnologia", Paolo Bonaretti (Direttore ASTER) su "La ricerca scientifica volano di sviluppo e attrattività della Regione Emilia-Romagna".
La giornata sarà conclusa, al pomeriggio dalle ore 15.00, da una tavola rotonda su "Atenei e Fondazioni universitarie realtà strategiche per il futuro del Paese", coordinata dal Direttore de "Il Sole 24 Ore" Roberto Napoletano, che riunirà: Guido Cristini (economista d'impresa, Univ. di Parma), Gianantonio Magnani (Presidente CNFU e Presidente Fondazione Politecnico di Milano), Riccardo Ferretti (Pro Rettore Unimore), Paolo Govoni (Presidente CNA Emilia-Romagna), Mauro Lusetti (Presidente nazionale Legacoop), Paolo Cornetta (Responsabile Human Resources UniCredit), Andrea Bozzoli, Amministratore delegato Hpe Coxa, Patrizio Bianchi (Assessore Regione Emilia Romagna).
Per il programma e l'iscrizione al convegno registrarsi su www.fmb.unimore.it
(Fonte: Ufficio Stampa Unicredit)
La Corte di giustizia dell'Unione europea ha stabilito oggi, giovedì 9 giugno, che Bruxelles può obbligare gli Stati membri a rimuovere tutte le piante potenzialmente infettate dal batterio Xylella fastidiosa, anche nel caso in cui non siano presenti sintomi, se queste sono in prossimità di quelle malate.
La misura, si legge nel comunicato, "è proporzionata all'obiettivo di protezione fitosanitaria" ed "è giustificata dal principio di precauzione", sulla base di prove scientifiche. La decisione della Commissione risale al 2015 e prevede l'eliminazione della flora a rischio entro un raggio di 100 metri dal focolaio, senza che vi sia un indennizzo. Allora il tribunale amministrativo regionale per il Lazio aveva sospeso l'ordine di rimozione, impartito dal Servizio agricoltura Regione Puglia, delle piante situate in prossimità di ulivi infetti, interrogando l'organo a livello europeo. Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", spera in un intervento immediato del Governo affinché si eviti il compimento di uno scempio preannunciato che potrebbe depturpare irrimediabilmente il nostro territorio ma che certamente è evitabile.
7 startup selezionate da UniCredit Start Lab e Smau incontrano potenziali investitori alla ricerca di idee e progetti innovativi su cui puntare. Tra i progetti ammessi anche tre "Made in Emilia".
Bologna, 10 giugno 2016
Si è svolto ieri pomeriggio nell'ambito di Smau, presso il padiglione 33 di Bologna Fiere, l'Investor Day di UniCredit Start Lab, programma di accelerazione rivolto alle startup innovative operanti nei settori del Life Science, del Clean Tech, del Digital e dell'Innovative Made in Italy. Un'iniziativa volta a creare occasioni di business tra i potenziali investitori, in cerca di nuove idee da valorizzare e supportare e una selezione di 7 startup.
Tra i progetti ammessi anche tre "Made in Emilia" realizzati, nello specifico, da Mind, startup di Modena che propone soluzioni innovative sfruttando la domotica grazie all'applicazione delle più recenti tecnologie e allo studio delle abitudini delle persone; Neuronguard, anch'essa modenese che ha ideato un innovativo sistema di protezione cerebrale per pazienti colpiti da ictus, trauma cranico grave e arresto cardiaco; e dalla bolognese Wenda, che ha creato soluzioni innovative capaci di proteggere e valorizzare i prodotti del settore vinicolo.
Smau Bologna | R2B è l'evento di riferimento dedicato all'incontro tra il mondo della Ricerca Industriale, l'ecosistema dell'innovazione e le imprese del territorio e, come dichiara Paola Garibotti, Responsabile Country Development Plans UniCredit, "UniCredit Start Lab vuole dare forza e sostenere le idee imprenditoriali più promettenti. Le aziende, i professionisti, i manager, gli oltre 200 partner e soggetti istituzionali che fanno parte dei nostri network sono i compagni di lavoro ideali per valorizzare e far crescere i progetti delle giovani imprese affinché si trasformino in business di successo. Per questo motivo Smau rappresenta la cornice ideale in cui far incontrare queste due realtà favorendo lo scambio e il networking."
Pierantonio Macola, Presidente di Smau, sottolinea che "L'obiettivo di Smau Bologna | R2B è quello di far emergere le eccellenze innovative, le nuove realtà imprenditoriali ad alto tasso di innovazione e di creare le condizioni affinché nei due giorni di evento trovino il giusto partner in grado di trasformarle in imprese di successo. I partner di UniCredit Start Lab avranno la possibilità di incontrare un'offerta di innovazione unica e di altissimo livello appresentata da una selezione di startup, proveniente in parte dal programma UniCredit Start Lab e in parte dalle 40 startup selezionate per partecipare a Smau Bologna | R2B e scelte con cura per andare incontro alle esigenze di innovazione degli imprenditori, manager e investitori della rete UniCredit Start Lab."
(fonte: ufficio stampa Unicredit)
Emancipazione e cavalleria. Burro in sensibile crescita. Cereali e dintorni. Nuove tecnologie. Latte e crisi. Stabilito il prezzo a riferimento. Emilia Romagna al via con il nuovo piano energetico. Embargo Russia. Agrometeo, primavera estate 2016
SOMMARIO Anno 15 - n° 22 05 giugno 2016 (in allagato il formato pdf scaricabile)
1.1 editoriale Emancipazione e cavalleria
3.1 Cereali Cereali e dintorni. Ancora rialzi sotto la pressione dei fondi.
4.1 Lattiero Caseario Burro in sensibile crescita.
5.1 vino novità Lambrusco: Cantina Formigine Pedemontana lancia For.Mo.Sa, la linea della ballerina
5.2 nuove tecnologie "Cirio", la nuova app per tutti gli appassionati di cucina
6.1 comunicazione radio Parmigiano Reggiano in radio, nuova campagna
6.2 latte e crisi Latte, Mercuri a Hogan: serve attuazione urgente misure di crisi OCM unica
6.3 prezzo latte Latte, stabilito il prezzo a riferimento industriale:
7.1 energia - Emilia Romagna Energia, verso il nuovo piano regionale
8.1 cereali Cereali e dintorni. Qualche segnale di resistenza ai rialzi.
9.1 sport e benessere Ufficiale Gentildonna. Maria Paola Ceracchi
10.1 russia embargo Euroasiatx.com, la Russia revoca l'embargo su carne e verdure destinate a bambini
10.2 salumi e turismo "SalumiAmo con Bacco" in tour: Catania tappa conclusiva
11.1 agrometeo Agrometeo, primavera - estate 2016
12.1promozioni "vino" e partners
13.1promozioni "birra" e partners
La brusca frenata dell'economia dovrebbe fare riflettere. SPECIALE LATTE - Latte spot, inversione di tendenza. Mipaaf, al via la campagna istituzionale a sostegno del latte fresco. Fondo latte: modalità di accesso alle agevolazioni.Latte: confronto Ministro Martina - Alleanza Cooperative. Mais e Soia. Cereali e dintorni. Torna la volatilità su soia e semi
SOMMARIO Anno 15 - n° 21 29 maggio 2016 (in allegato il formato pdf scaricabile)
1.1 editoriale La brusca frenata dell'economia dovrebbe far riflettere
3.1 Cereali Cereali e dintorni. Torna la volatilità su soia e semi.
4.1 Lattiero Caseario Latte spot, inversione di tendenza
5.1 lattiero caseario Mipaaf. Al via la campagna istituzionale a sostegno del latte fresco
5.2 il latte - meglio conoscerlo L'ora del latte
6.1 latte e sostenibilità imprese Latte, benvenuti nel girone infernale
6.2 Crisi latte Latte: confronto Ministro Martina - Alleanza Cooperative
7.1 latte e fondo garanzia Fondo latte: modalità di accesso alle agevolazioni
8.1 cereali Cereali e dintorni. Dopo la riflessione, ancora rincari.
9.1 mais e soia Mais & Soia: stime della nuova stagione maggio 2016
10.1 sport e nutrizione Agnese Soncini, mudrunner e nutrizionista: "Come preparo il fisico alla gara"
11.1 Economia e consumi Commercio: Coldiretti, vola cibo da discount +4,6% a botteghe +2,8%
12.1promozioni "vino" e partners
13.1promozioni "birra" e partners
La frenata dell'industria nazionale è una notizia che nemmeno i più accaniti detrattori delle politiche del governo avrebbero mai voluto leggere.
di Lamberto Colla Parma, 29 maggio 2016.
Quello che l'Istat ci ha rappresentato è un salto indietro al 2013 e una ulteriore conferma di quanto inutili siano stati gli sforzi e i sacrifici fatti all'insegna della politica del rigore imposta da Bruxelles. Manovre che alla fine non sono servite a nulla salvo, aggiungiamo noi, aiutare le banche e a trasferire quote di potere verso un sempre minor numero di soggetti.
Quei sacrifici, ci dissero da Bruxelles e Roma, sarebbero serviti a innescare un processo virtuoso a partire dal consolidamento delle banche affinché queste tornassero a finanziare le imprese le quali, attraverso la loro ripresa, avrebbero creato nuovi posti di lavoro che avrebbero quindi contribuito incrementare i consumi.
Ebbene di tutto ciò non resta nulla. Rimane soltanto il sacrificio inutile di quei tanti che saranno ben presto, ancora una volta, chiamati a rispondere degli errori e degli orrori delle politiche economiche nazionali e europee.
E' accaduto come nella profetica canzone di Angelo Branduardi "Alla fiera dell'est" dove "per due soldi un topolino mio padre compro' e venne il gatto che si mangio' il topo che al mercato mio padre compro." ... e così via.
Siamo andati tutti quanti alla fiera dell'est a comprarci un topolino che alla fine si è mangiato qualcun altro.
Stando così le cose come le ha rappresentate l'Istat si fa sempre più concreta l'applicazione delle clausole di salvaguardia che farebbero scattare l'Iva sino al 25,5% con il conseguente e inevitabile De Profundis dei consumi e delle piccole e medie imprese. Quelle PMI che sono sempre state il tessuto economico più vivace, produttivo e innovativo dell'Italia, però sacrificate sull'altare dell'elite bancario e della grande impresa con tutti i limiti dei loro "grandi" capitani che oggi sono stati ben evidenziati.
I numeri diffusi nelle scorse ore dall'istituto statistico sono preoccupanti. Giusto per la cronaca l'ISTAT ha registrato che a marzo il fatturato dell'industria italiana è calato del 3,6% rispetto allo stesso mese del 2015, il peggiore calo su base annuale a partire dall'agosto 2013.
La contrazione del fatturato è sintesi della flessione del 2,6% sul mercato interno e di un lieve incremento (+0,1%) su quello estero. Risultano in contrazione mese su mese anche gli ordinativi (-3,3%), che invece, rispetto all'anno precedente, crescono dello 0,1%.
Sorprende che il mercato dell'auto abbia segnato un -6,5%, proprio il settore che nel corso del 2015 aveva maggiormente contribuito a riportare il nostro PIL, seppur di poco, in zona positiva. Ma è tutta la grande impresa che ha frenato. A trascinare verso il basso sono stati il crollo delle attività estrattive (-39,5%), insieme al tessile e abbigliamento (-9,8%) e alla metallurgia (-9,4%).
Ebbene, sull'onda di questi risultati c'è poco da essere ottimisti sul futuro del Paese e sarebbe opportuna una rapida inversione di rotta delle politiche economiche e del lavoro, aprendo alla più ampia liberalizzazione in barba all'UE (almeno per qualche anno), confidando sulla creatività diffusa.
Invece, da parte del governo, nessuna particolare presa di posizione o commento, troppo concentrati sulla propaganda referendaria di ottobre.
Allora una domanda sorge spontanea: quando arriverà il tempo in cui "il bastone che picchio' il cane che morse il gatto che si mangio' il topo che al mercato mio padre compro'", si abbatterà sulle teste degli incapaci invece delle solite teste dei lavoratori e pensionati a reddito fisso sempre più decrescente?
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L'iniziativa è stata organizzata dal Gruppo bancario, in collaborazione con la Camera di Commercio di Reggio Emilia, DEinternational Italia Srl e Partner Rodl & Partner, con l'obiettivo illustrare agli imprenditori le opportunità di business che offre l'area industriale tedesca. Un nuovo appuntamento volto a sostenere le imprese della provincia nel processo di internazionalizzazione.
Reggio Emilia, 26 maggio 2016
Nel 2015, il giro d'affari di Reggio Emilia con la Germania ha riguardato quasi 460 milioni di euro di importazioni e poco meno di 1,3 miliardi di euro di esportazioni. Rispetto al 2014 le vendite sono aumentate del 3% mentre gli acquisti sono diminuiti del 6%. Secondo le elaborazioni del Territorial & Sectorial Intelligence UniCredit su dati ISTAT e stime Prometeia, i settori trainanti per le esportazioni reggiane in Germania nel 2015 sono stati macchinari ed apparecchi, metalli di base e prodotti in metallo, ma si registra un sostanziale aumento per altri settori quali prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori per più di 175 milioni di euro (+18% rispetto al 2014); e apparecchi elettrici per quasi 80 milioni di euro (+22% rispetto al 2014).
Questi sono alcuni dei dati che indicano quello tedesco come un mercato dalle prospettive interessanti per lo sviluppo del business delle imprese locali, un "trampolino di lancio" ideale per avviare o intensificare l'export. Obiettivo per il quale UniCredit intende proporsi come partner privilegiato per le aziende del territorio. Con questa finalità è stato pensato e sviluppato il Forum che si è svolto oggi a Reggio Emilia. Un'iniziativa realizzata da UniCredit, in collaborazione con la Camera di Commercio di Reggio Emilia, DEinternational Italia Srl e Partner Rodl & Partner.
Una cinquantina gli imprenditori coinvolti nel corso dell'incontro focalizzato sui temi dello sviluppo del business verso un mercato strategico per dimensioni, collocazione geografica e predisposizione verso i prodotti italiani.
L'incontro è stato preceduto dai saluti introduttivi di Michelangelo Dalla Riva, Segretario Generale Camera di Commercio Reggio Emilia; Nunzio Dallari; Presidente Cna Reggio Emilia; e di Francesco Boccellari, il nuovo responsabile commerciale Reggio Emilia UniCredit. Subito dopo, gli interventi del Vice President UniCredit International Centre Italy, Edoardo Giacomelli; dell'avvocato Roberto Pera di Partner Rodl & Partner; e di Alexander Angerer, DEinternational Italia Srl.
"Parlare di esportazioni nella provincia di Reggio Emilia - ha sottolineato Michelangelo Dalla Riva - significa entrare direttamente su uno dei temi più importanti per l'economia reggiana: ai flussi verso l'estero si lega quasi il 60% del valore aggiunto dell'economia locale, una quota rilevantissima, dunque, che in cinque anni ha registrato un incremento di sette punti percentuali. Proprio l'apprezzamento dei prodotti delle nostre imprese sui mercati esteri – ha proseguito Dalla Riva – ha fatto sì che la Camera di Commercio consolidasse numerose azioni che si sono rivelate particolarmente efficaci in questi anni, ma soprattutto a lavorare per ampliare il numero delle imprese che possano realizzare nuovi rapporti commerciali oltre confine".
"Favorire l'internazionalizzazione - ha detto Francesco Boccellari - rappresenta uno degli obiettivi strategici che il nostro Gruppo propone alle imprese, nell'ambito del proprio programma UniCredit International volto ad accompagnare le aziende del territorio all'estero, per estendere il proprio business verso mercati dalle prospettive interessanti. Il mercato tedesco offre ampi spazi per le aziende italiane ed evidentemente anche per quelle del nostro territorio. Con questo Forum - ha concluso Boccellari - abbiamo offerto agli imprenditori locali un corredo di informazioni ampie, oggettive e qualificate, così da arricchire il loro bagaglio di conoscenze, con la finalità di promuovere la conoscenza del "Made in Italy" all'estero e di favorire il loro processo di internazionalizzazione".
Le potenzialità del mercato tedesco per Reggio Emilia e per l'Emilia Romagna
Nel 2015, il giro d'affari di Reggio Emilia con la Germania ha riguardato quasi 460 milioni di euro di importazioni e poco meno di 1,3 miliardi di euro di esportazioni. Rispetto al 2014 le vendite sono aumentate del 3%, gli acquisti sono diminuiti del 6%.
I settori trainanti per le esportazioni reggiane in Germania nel 2015 sono stati:
Nel 2015 il giro d'affari dell'Emilia-Romagna con la Germania ha riguardato oltre 4,8 miliardi di euro di importazioni e quasi 6,8 miliardi di euro di esportazioni. Rispetto al 2014 le vendite sono rimaste pressoché invariate, mentre gli acquisti sono diminuiti del 2%.
I settori trainanti per le esportazioni emiliano-romagnole nel mercato tedesco nel 2015 sono stati:
[Fonte. Elaborazioni Territorial & Sectorial Intelligence su dati ISTAT e stime Prometeia]
(Fonte: ufficio stampa Unicredit)
"International Forum – Focus on Germania", Paese che detiene il record assoluto di importazioni dal nostro territorio. L'iniziativa, rivolta alle aziende interessate a intraprendere un percorso di internazionalizzazione verso questo Paese, ha dunque lo scopo di illustrare agli imprenditori come sviluppare la propria attività in Germania, facendo leva sulle enormi opportunità di business.
Reggio Emilia, 23 maggio 2016
Nell'ambito dei periodici focus promossi in collaborazione da UniCredit e Camera di Commercio a favore delle imprese reggiane esportatrici, giovedì 26 maggio gli occhi saranno puntati sulla Germania, Paese che detiene il record assoluto di importazioni dal nostro territorio.
Nel 2015, infatti, il mercato tedesco ha acquisito prodotti reggiani per un valore che ha sfiorato gli 1,3 miliardi, con un incremento del 3,4% sull'anno precedente.
L'obiettivo dei lavori che si terranno nel corso dell'"International Forum – Focus on Germania", in programma il 26 maggio alle 9 nell'Aula Magna di Palazzo Scaruffi, in via Crispi 3, è intercettare le nuove opportunità di crescita su un mercato strategico per dimensioni, collocazione geografica e predisposizione verso i prodotti italiani.
L'iniziativa, rivolta alle aziende interessate a intraprendere un percorso di internazionalizzazione verso questo Paese, ha dunque lo scopo di illustrare agli imprenditori come sviluppare la propria attività in Germania, facendo leva sulle enormi opportunità di business che offre il Paese.
Ai lavori interverranno Stefano Landi, Presidente Camera di Commercio di Reggio Emilia; Nunzio Dallari, Presidente Cna Reggio Emilia; Francesco Boccellari, Area Manager Reggio Emilia UniCredit; Edoardo Giacomelli, Vice President UniCredit International Centre Italy; Roberto Pera, Partner Rodl & Partner; Alexander Angerer, DEinternational Italia Srl.
Al termine dei lavori i relatori saranno a disposizione per incontri individuali con le imprese interessate.
Gli imprenditori interessati possono iscriversi all'evento inviando una mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
(Fonte: ufficio stampa Unicredit)
Per ora solo promesse, che quando è andata bene si sono trasformate in costi e poi in tasse per tutti, ma senza essere seguite da concreti risultati economici e sociali. Cari politici, scendete tutti quanti dai vostri pulpiti elettorali, salvo quelli in corsa per le prossime amministrative, e realizzate un patto trasversale di stabilità e di progresso.
di Lamberto Colla Parma, 22 maggio 2016.
Promesse, promesse, promesse. Il dibattito politico nazionale prosegue sulla linea del contrasto tra le promesse della maggioranza di governo con l'opposizione che trova ogni, più o meno valida, argomentazione per smontare e disinnescare gli annunci del Governo.
Intanto, in questo clima da campagna elettorale permanente, l'Italia non decolla anzi, per certi versi arretra o, per dirla alla Renzi, "non cresce come prima" riferendosi ai dati, non certo incoraggianti dell'occupazione.
Affermazione vera solo in parte poiché i dati relativi al saldo tra cessazione di rapporti lavorativo e nuove assunzioni a tempo indeterminato del primo trimestre 2016 (51.087) sono inferiori del 77% rispetto il 2015 quando erano in vigore le agevolazioni ma addirittura inferiore anche al 2014 (87.034).
Ciò sta a dimostrare come il sistema economico italiano abbia necessità di unità lavorative ma viva l'indisponibilità di liquidità e di redditività in grado di sostenere l'occupazione. Una conferma ulteriore che, per fare riprendere il Paese, occorre una spinta decisa; l'effetto delle misure palliative è definitivamente svanito.
L'ultima, in ordine di tempo, campagna propagandistica ha riguardato la concessione di flessibilità da parte della Commissione Ue all'Italia. 13,5 miliardi di euro (0,8% del PIL) che il Governo potrà giocarsi per interventi straordinari.
Una apertura, che se verrà mal sfruttata, costerà cara ai cittadini.
Mai si è vista l'UE essere benevola con l'Italia, piuttosto si è sempre osservato come l'orientamento fosse di fare aumentare l'imposizione fiscale (cosa che è puntualmente avvenuto) per drenare la ricchezza degli italiani operosi e risparmiosi. L'UE non era riuscita a imporre la famigerata "Troika" per le barriere alzate da Berlusconi ed oggi potrebbe ritentarci con questa elemosina valida solo per l'anno in corso.
Quindi, di fatto una concessione "tampone" che difficilmente consentirà una programmazione efficace, inutile a avviare un volano economico permanente e auto-rigenerante.
Certamente invece farà bene a Matteo Renzi, che potrà meglio dedicarsi alla campagna pro referendum costituzionale di ottobre con il quale, a detta sua, ci si gioca il suo futuro politico.
Ma quello che più preoccupa è lo scenario che si prospetta per il 2017, quando la flessibilità decadrà e dovremo pagare il conto, anche per gli anni a seguire, (circa tre miliardi) del patto scellerato sottoscritto in questi giorni. Già a partire dal 2017, saremo chiamati a fare uno sforzo extra, ovvero una correzione dei conti pubblici che si tradurrà in più tasse o in tagli secchi alla spesa statale (e quindi ai servizi, visto che la spending review sugli sprechi non si riesce proprio a fare).
Un ulteriore richiamo UE a intraprendere un percorso virtuoso nel segno del rigore spianato in "Loden Style" dal Governo Monti, proseguito con Letta e trasformato in "young & freak style" di Renzi.
Ma la sostanza non cambia.
Nessuno di questi ultimi tre Premier è stato il frutto di scelta popolare e nessuno di questi è riuscito a imporre una linea di rigore all'interno dell'onerosissimo apparato burocratico andando invece sempre e costantemente a pescare nelle tasche dei contribuenti.
Le azioni di Governo per risanare i conti pubblici invece sono una costante in quanto inefficienza.
Il debito Pubblico continua a crescere nonostante il mare di "lacrime e sangue" versato dai cittadini in questi anni di "rigore" (per molti ma non per tutti).
Gli ultimi dati rilevati indicano che si è raggiunto il nuovo record d'indebitamento: 2.228 miliardi a marzo 2016, mentre a gennaio era stimato in 2.195 e a dicembre scorso 2.169.
Una crescita del debito che incuriosisce. Una riprova che è proprio la "macchina pubblica" che non funziona posto che la quota degli interessi passivi dovrebbe essere praticamente nulla.
In pratica, le azioni di Governo fin qui realizzate hanno prodotto un bassissimo impatto economico in termini di PIL, ma persistenti in quanto indebitamento.
Di fatto, quello che avrebbe dovuto risultare un investimento da parte del Governo si è trasforma in costo.
E così dobbiamo rilevare che il Jobs Act è costato ben 75.000€ per lavoratore ma non ha generato né maggiore occupazione (per cui fu necessario varare il pacchetto di agevolazioni) e nemmeno quella flessibilità lavorativa auspicata.
I consumi, come è ovvio che sia, stagnano e l'ultimo indicatore dell'inflazione segna negativo per il 2016 (-0,2%).
In buona sostanza, il debito pubblico continua a salire, il PIL non cresce come dovrebbe e la prospettiva di maggiori tasse è una sagoma sempre più nitida all'orizzonte con le clausole di salvaguardia (aumento dell'Iva fino al 25,5%) che diventano sempre più un traguardo concreto.
Ed allora via con le nuove promesse, lo smantellamento di Equitalia (entro il 2018) e conferma del Bonus Bebé (160€/mese) che sarà esteso, con maggiorazione, al secondo figlio (240€/mese).
Stando alla storia questi due prossimi interventi si trasformeranno in ulteriori costi.
Misure che non potranno generare una significativa ripresa economica per cui si dovrà correre per trovare nuove coperture da aggiungere ai 3 Miliardi richiesti dalla UE per la flessibilità concessa nelle scorse ore a Roma.
Un circuito vizioso e non virtuoso che continua a condannare l'Italia al fallimento.
Eppure, in questa europa opaca e in difficoltà, qualche esempio di ripresa c'è, e senza citare l'sola di Sua Maestà la Regina Elisabetta che partecipa all'UE a suo comodo, la Spagna sta raccogliendo i frutti del cambiamento di mentalità con un PIL che cresce del 3,5% (intero 2015) e passi che è in aumento anche il suo debito pubblico, che ha raggiunto per la prima volta negli ultimi 100 anni il 100% del PIL (ricordiamo che l'Italia è a 133%), ma consentendo di promuovere i consumi sfruttando la riduzione dei prezzi.
Guardando ai risultati della Spagna si può e si deve ancora sperare, ma serve coesione parlamentare e il coraggio di prendere decisioni forti, potenzialmente impopolari almeno nel breve periodo, e condivise.
Ed è proprio il breve periodo che spaventa ogni politico, poiché il risultato deve essere ottenuto nel breve per poterlo giocare sul turno elettorale.
Ecco quindi che un programma serio a medio periodo, capace di rilanciare l'Italia, non lo vedremo mai, a meno di un nuovo Piano Marshall, augurandoci però che non si creino le condizioni perché ciò possa accedere.
Per ora, promesse e promesse, che si trasformeranno in spesa e poi in tasse per tutti.
Cari politici, scendete tutti quanti dai vostri pulpiti elettorali, salvo quelli in corsa per le prossime amministrative, e realizzate un patto trasversale di stabilità e di progresso.
Tanto commissariati siamo e commissariati resteremo per un bel po', ma almeno resteremo nei minori danni e costruiremo il futuro con un "Piano Marshall interno", frutto di una PAX trasversale tra i partiti, tanto utile quanto onorevole.
Basta promesse e andate a lavorare per il futuro dei vostri cittadini!
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Il nostro problema è una campagna elettorale permanente e il diffuso hobby di gettare fango sugli avversari politici. Ogni occasione è buona per distrarre l'opinione pubblica dai problemi reali.
di Lamberto Colla Parma, 16 maggio 2016 – Da alcuni giorni non si fa cha parlare di Pizzarotti, delle sue schermaglie con il direttivo del M5S per la mancata divulgazione dell'avviso di garanzia pervenuto al Sindaco di Parma in merito a alcune nomine riguardo al Teatro Regio.
I notiziari, nessuno escluso, hanno montato servizi sulla questione e molti autorevoli opinionisti si sono sentiti in dovere di dire la loro.
Che la notizia, soprattutto in questo clima elettorale, fosse ghiotta non v'é dubbio ma il troppo stroppia e ormai si è caduti nel ridicolo.
Ma a preoccupare è il peso di cui si è arricchito il fatto nella sua essenza originaria, gravato da problemi etici piuttosto che da problemi connessi a regolamenti interni al M5S, appaiono più connessi alla demagogia che alla democrazia.
(in galleria immagini tutti i messaggi pubblicati da Federico Pizzarotti sul profilo facebook)
Ma questi sono problemi loro, quello che invece dovrebbe riguardare la vita civile sono la salvaguardia della reputazione delle persone, coinvolte in procedimento giudiziari e il leale dibattito politico di cui il nostro Paese non sembra conoscere il vero significato.
Al contrario appare sempre più evidente la ricerca di strumentalizzazione politica di qualsiasi fatto, nell'interesse esclusivo del proprio partito o movimento, da utilizzare in questa nostra permanente campagna elettorale.
L'importanza che è stata concessa a un semplice avviso di garanzia ne è ancora una volta la più triste delle conferme. Val la pena di ricordare che l'informazione di garanzia (volgarmente chiamato "avviso di garanzia") è un provvedimento di tutela e rispetto verso l'indagato e non, come ormai è entrato nel pensiero comune, un giudizio di colpevolezza passato in giudicato in tutti i gradi di giudizio. Checché se ne dica, il fatto di essere posti sotto indagine, per l'opinione pubblica equivale a sentenza di colpevolezza.
Una colpa tutta da confermare che però accompagna la persona, minandola nella sua vita quotidiana, sino al giudizio finale quando, il più delle volte, viene riconosciuto non colpevole. Sembra proprio che la prematura morte di Enzo Tortora non abbia insegnato nulla.
Il sospetto feroce è che tutto ciò sia scientificamente orchestrato e, in mancanza di argomenti forti, vedi ISIS o Ebola e virus Zika (una pandemia di cui improvvisamente non si è più saputo nulla) piuttosto che la meningite, si voglia distrarre l'attenzione dell'opinione pubblica dai problemi reali della nazione.
I miseri dati che gli uffici di analisi e di statistica hanno rilevato in questi giorni ne sono la conferma e purtroppo sconfessano ogni parola ottimistica che quotidianamente gli esponenti governativi ci sciorinano.
390 sono le imprese che quotidianamente chiudono in Italia. Dall'inizio della crisi si è perduto il 35% del PIL e il 59% degli investimenti.
I suicidi per causa della crisi non si contano più, almeno da parte dell'ISTAT che dal 2012 ha deciso di interrompere la divulgazione dei dati, e per avere un dato attendibile occorre ricorrere alle elaborazioni dell'Osservatorio dei suicidi che ha stimato in 628 i casi di suicidio legati alla crisi economica registrati in Italia da gennaio 2012 a dicembre 2015, 384 invece i tentati suicidi nello stesso arco temporale.
Un tasso di disoccupazione dell'11,4% a quale va aggiunto un 12% relativo a lavoratori scoraggiati che hanno abbandonato il lavoro. Sofferenze bancarie stimate al 18% e una pressione fiscale sulle pensioni dell'ordine del 30% superiori alla media europea. Un debito pubblico in continua ascesa e i concreto rischio di dovere aumentare ulteriormente le aliquote dell'IVA.
Sarebbe perciò opportuno che la politica si riappropriasse del proprio ruolo e i partiti si accordassero per delle scelte comuni per portare in sicurezza gli italiani, invece di gettare fango sugli avversari politici.
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(in galleria immagini i messaggini di Pizzarotti e l'informazione di garanzia pubblicati sul profilo facebook del Sindaco di Parma)
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