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Domenica, 01 Gennaio 2017 12:02

2016 annus horribilis?

Morti celebri, Brexit, l'imprevedibile ascesa di Trump, due referendum, record di decessi in mediterraneo, il terrificante sisma del centro Italia, la sonda "Schia(p)parelli" si è schiantata su Marte, il record di caldo e il massacro siriano continua.

di Lamberto Colla Parma 1 gennaio 2017 -
Molte le celebrità passate , si fa per dire, a miglior vita e forse, proprio perché quasi tutte hanno toccato le corde più sensibili e nostalgiche può apparire che siano state tante, anzi tantissime.

Umberto Eco, David Bowie, Dario Fo, George Michael, Bud Spencer, Anna Marchesini e, ora, Carrie Fisher e la madre Debbie Reynolds che non ha retto il dramma e l'ha seguita a meno di 24 ore di distanza.

Questi sono solo alcuni dei personaggi celebri che hanno abbandonato la vita terrena nel corso del 2016. Ma per quanto riguarda la musica, lassù, potrebbero fare il più entusiasmante concerto rock riunendosi tutti i "grandi" che hanno intrapreso la medesima strada nel corso di questo strano anno, da Prince a Leonard Cohen, per passare da Rick Parfitt, Greg Lake, Merle Haggard, Keith Emerson, George Martin, Paul Kantner e Greg Frey, oltre ai già citati David Bowie e George Michael.

Il 2016 però è stato segnato da altri eventi di maggiore drammaticità, alcuni dei quali dai risvolti oscuri come la Brexit, altri in cui  la si misura in centinaia di vittime. Il terremoto che ha colpito a ripetizione il Centro Italia lascerà aperta una ferita per decenni e se la ricostruzione fisica degli edifici potrà essere terminata in un lasso di tempo, programmabile, non altrettanto sarà per le migliaia di persone che hanno perduto, per sempre, i loro cari, le loro proprietà e le loro attività.

Ogni anno un nuovo record annienta quello precedente. Così è stato per le morti nel Mediterraneo e il riscaldamento terrestre. Nonostante gli "aiuti" dei partner, si fa per dire, europei, il mediterraneo continua a essere una miserevole tomba comune per migliaia di disperati, (5.000 morti e 190.000 sbarchi nel 2016) molti dei quali in fuga dalle guerre che stanno radendo al suolo le loro terre e sradicando le loro origini culturali e sociali.

La Siria e Aleppo li prendiamo solo a esempio ma, tra medio oriente, Asia, nord e centr'africa, sono centinaia gli Stati che si fronteggiano senza regole e senza nulla risparmiare in fatto di atrocità.

E l'odio chiama odio e il terrorismo troverà sempre maggiore substrato su cui contare per fiorire. Chissà che l'inattesa quanto sconcertante ascesa di Donald Trump possa costituire quell'elemento di originalità capace di mescolare le carte e dal cappello a stelle e strisce possa uscire la chiave di accesso a un nuovo e meno scellerato ordine mondiale.

Gli animi si surriscaldano e spegnerli diventa, giorno dopo giorno, sempre più difficile. Come difficile sarà abbassare la temperatura della nostra Terra a meno che, come alcuni studiosi indicano, quello che stiamo vivendo altro non sia che un periodo di riscaldamento come molti ce ne sono stati nella lunga era terrestre e che la ragione non sia imputabile al buco nell'ozono e all'utilizzo dei carburanti fossili. Insomma il riscaldamento globale sarebbe una "bufala". Fatto sta che i ghiacciai si sciolgono e i poli si restringono, in attesa di una prossima micro era glaciale.

Purtroppo il 2016 non è stato un buon anno per le nostre missioni spaziali. La sonda Schiaparelli si è dimostrata una "schiappa" proprio mentre tutte le luci mondiali erano puntate su di lei in procinto di atterrare sul pianeta rosso. Solo a frittata consumata ci si è accorti di avere affidati i test a una ditta inesperta. Per concludere questa carrellata dei fatti che hanno segnato il 2016 come non accennare ai due referendum ai quali siamo stati chiamati. L'inutile quesito sulle "trivelle" e l'infausta chiamata alle urne per modificare 47 articoli costituzionali dal cui esito si è celebrata la fine del terzo governo non eletto e il primo di Matteo Renzi che, quando avrà ripreso fiato, tornerà ancor più energico del Berlusca prima maniera. Due inutili spese che sarebbe stato meglio destinare a altri interventi.

Speriamo in un migliore 2017 che almeno non è "bisesto".

Buon Anno e... in culo alla balena!

Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 25 Dicembre 2016 08:43

Ismea. Vino, Tendenze e dinamiche recenti

A vendemmia ormai archiviata, la produzione italiana di vino 2016 appare particolarmente abbondante e non lontana dai livelli dello scorso anno, quando sono stati superati i 50 milioni di ettolitri.

C'è ancora un po' di incertezza, relativamente al segno della variazione rispetto allo scorso anno, perché le piogge di settembre hanno un po' cambiato gli esiti delle previsioni fatte fino a quel momento.

Sembra essersi consolidata la crescita in Emilia Romagna, Veneto e Piemonte; mentre in Trentino Alto Adige le perdite sono state inferiori alle aspettative; situazione analoga in Sicilia: In Lombardia, invece, la flessione stimata inizialmente è sembrata ottimistica. La Puglia presenta uno scenario molto variegato, con perdite pesanti su alcune varietà ed incrementi altrettanto importanti su altri.

Ad una produzione comunque abbondante si devono aggiungere anche le giacenze, che al 31 luglio ammontano a 42,7 milioni di ettolitri.

Qualunque sia il segno della variazione rispetto allo scorso anno, comunque, l'Italia si conferma primo Paese produttore in un contesto in cui i volumi mondiali, secondo stime Oiv, sembrano attestarsi a 260 milioni di ettolitri, - 5% sul 2015. La Ue nel suo complesso si presenta con 165,6 milioni di ettolitri, contro i 167 della campagna precedente (-4%), con la Francia attestata a 43,2 milioni di ettolitri (-10% su base annua). In lieve crescita, secondo le prime stime, la Spagna ma senza discostarsi troppo dai 37 milioni di ettolitri del 2015.

Nel Nuovo Mondo la produzione 2016 è stata del 10% inferiore rispetto all'anno precedente, con Cile, Sud Africa e Argentina che hanno registrato riduzioni vicine o superiori al 20%. In lieve incremento, invece, sia gli Stati Uniti sia dell'Australia. Da segnalare che la Cina, con oltre 11 milioni di ettolitri, si sta affermando anche come produttore e non più solo come importatore.

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Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Domenica, 18 Dicembre 2016 09:00

Export reggiano a +2,6%.

Dai mercati esteri continuano a giungere segnali positivi per le esportazioni di prodotti "made in Reggio". Bene l'Europa, USA in volo.

Reggio Emilia - 16 dicembre 2016 -
Nei primi nove mesi del 2016, infatti, le esportazioni reggiane hanno raggiunto i 7,2 miliardi di euro, vale a dire il 2,6% in più rispetto allo stesso periodo del 2015. In controtendenza le importazioni che si sono attestate, da gennaio a settembre dell'anno in corso, attorno 2,7 miliardi rispetto ai 2,8 dei primi nove mesi del 2015. Il saldo commerciale tra export ed import, con quasi 4,5 miliardi, è quindi cresciuto del 7,1%.

"Siamo evidentemente molto soddisfatti di questo andamento delle esportazioni - sottolinea il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi - che offrono un riscontro positivo anche rispetto alle risorse economiche messe in campo dalla Camera di Commercio per il supporto all'internazionalizzazione delle imprese reggiane".
"Nonostante la riduzione delle risorse disponibili, legate alle più recenti azioni del Governo in materia di riforma delle Camere di Commercio - spiega al proposito Landi - per il 2016 abbiamo assicurato 1,276 milioni alle azioni di sostegno alle esportazioni, cifra fra le più alte degli ultimi anni".
"Gli ultimi dati – prosegue Landi – ci confermano che siamo in presenza di un andamento molto favorevole che sottolinea la capacità competitiva delle imprese reggiane e che occorre consolidare ulteriormente".
"Proprio per questo - conclude il presidente della Camera di Commercio - quest'anno abbiamo puntato soprattutto ad estendere il numero delle imprese che hanno rapporti con l'estero e, contemporaneamente, ad azioni di incoming tanti paesi esteri (Germania, Austria, Area Scandinava, Russia, Stati Uniti e Canda, Giappone e Corea del Sud, Emirati Arabi Uniti, solo per citarne alcuni) che hanno messo in evidenza alcuni dei settori trainanti la nostra economia, con particolare attenzione a metalmeccanica, oleodinamica, agroalimentare, moda e filiera del costruire e dell'abitare".

L'aumento delle esportazioni registrato nei primi nove mesi del 2016, come rilevano le analisi dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio sui dati diffusi dall'Istat, è sicuramente influenzato dal +3,1% che si registra nelle vendite verso l'Europa, passate dai 4,979 miliardi del periodo gennaio-settembre 2015 ai 5,135 miliardi del 2016. Il Vecchio Continente, con il 71,8% del totale esportato, continua dunque a rappresentare non solo il principale acquirente di prodotti reggiani, ma registra anche una crescita percentuale superiore alla media generale.

Ai primi due posti della graduatoria dei Paesi verso i quali sono dirette le nostre merci si posizionano due paesi europei, Germania e Francia; in particolare, le vendite di merci "made in Reggio Emilia" verso la Germania sono cresciute, nei primi nove mesi del 2016, del 3,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno passato, mentre sono in lieve flessione quelle verso la Francia (-1%). Continua la ripresa delle esportazioni verso la Russia che, registrando un +3,5%, superano i 180 milioni di euro; ancora in calo le vendite dirette verso la Turchia (-6,7%%).
Positivo l'andamento delle vendite di prodotti reggiani sia verso l'Asia che verso l'America: il continente americano, con 842,4 milioni di esportato ed un incremento dell'1,4%, supera quello asiatico (830,9 milioni) e diventa, a settembre di quest'anno, il nostro secondo maggior acquirente dopo l'Europa.
Determinante per il trend dell'export verso l'America è stata la crescita delle vendite verso gli Stati Uniti che, con 550,5 milioni ed una crescita rispetto al 2015 del 4,9%, si posizionano saldamente al terzo posto della graduatoria dei nostri principali clienti e si confermano primo Paese extra Europa per prodotti reggiani acquistati. Incremento a due cifre, poi, per il Messico (+14,4%) verso il quale sono diretti merci per quasi 93 milioni.

Fra i prodotti di punta dell'economia reggiana registrano andamenti positivi, nel primi nove mesi del 2016 rispetto allo stesso periodo del 2015, i prodotti metalmeccanici che crescono del 3,5% e raggiungono i 3,6 miliardi di esportato, continuando a rappresentare circa la metà del totale dell'export reggiano; il tessile-abbigliamento raggiunge il valore di quasi 1,3 miliardi con un aumento del 3,4%; la ceramica, passando da 781,4 a 840,2 milioni euro, registra un +7,5%; l'elettrico-elettronico cresce dell'1,2% raggiungendo i 617 milioni; in crescita del 2,4% la gomma-plastica il cui export raggiunge quasi i 100 milioni.

In flessione, invece, gli alimentari-bevande, il cui export passa da 460 milioni dell'anno passato ai 438,7 milioni del 2016 (-4,6%). In calo del 6,3%, infine, altri prodotti manifatturieri che scendono da 366,5 milioni dei primi nove mesi 2015 a 343,6 dell'analogo periodo di quest'anno.

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(Fonte CCIAA Reggio Emilia - 16 dicembre 2016)

Progetto E-Marco Polo, nuova grande vetrina per le aziende e i brand italiani che intendono operare nel mercato cinese avvalendosi di partner di rilevanza internazionale nel campo dell'e-commerce e di primarie istituzioni finanziarie. Partner industriali il Gruppo Cremonini, leader nella produzione e distribuzione di prodotti del Food & Beverage, the Cambridge Management Consulting Labs (CMC Labs), società di consulenza strategica specializzata su innovazione e internazionalizzazione delle imprese, e partner finanziari Intesa Sanpaolo e UniCredit.

Castelvetro di Modena, 15 dicembre 2016 -

Al via la nuova grande vetrina per le aziende e i brand del nostro Paese che intendono operare nel mercato cinese avvalendosi di partner di rilevanza internazionale nel campo dell'e-commerce e di primarie istituzioni finanziarie. è la piattaforma B2C di "E-Marco Polo", una delle iniziative private nate a seguito del "Memorandum of Understanding" siglato dal Governo Italiano con il Gruppo Alibaba per promuovere il "Made in Italy" su Tmall Global, uno dei più grandi portali B2C e-commerce nel mondo, operante in un mercato che vale 511 miliardi di euro con una crescita media annuale del 34% dal 2013 al 2015.

Il progetto E-Marco Polo (E-MP) ha come partner industriali il Gruppo Cremonini, leader nella produzione e distribuzione di prodotti del Food & Beverage, the Cambridge Management Consulting Labs (CMC Labs), società di consulenza strategica specializzata su innovazione e internazionalizzazione delle imprese, e come partner finanziari Intesa Sanpaolo e UniCredit.
E-MP lancia così una piattaforma B2C di servizi "end-to-end" che permette ad aziende e brand italiani di vendere i propri prodotti direttamente ai consumatori cinesi senza avere una presenza fisica nel Paese.
La società (E-Marco Polo S.p.A) gestirà iniziative di marketing per indirizzare gli utenti di Tmall Global verso la piattaforma di vendita dei prodotti alimentari italiani e fungerà da "general contractor" con i fornitori che gestiranno in Cina i servizi logistici a supporto dei processi di import, marketing, customer care, oltre alle strategie e alle azioni di brand-marketing.
Alibaba Group, fondata nel 1999, è il principale operatore di e-commerce in Cina con oltre 24.000 impiegati, un fatturato di 400 miliardi di dollari, oltre 10 milioni di active seller e più di 400 milioni di active shoppers, mentre Tmall Global è la piattaforma di Alibaba Group lanciata a febbraio 2014, dedicata all'e-commerce cross-border, che prevede procedure di sdoganamento semplificate e un regime di tassazione agevolato. Tmall Global oggi conta più di 5.400 vetrine di aziende e brand internazionali da oltre 25 Paesi, che possono vendere direttamente ai consumatori cinesi senza richiedere una presenza fisica nel Paese.

(Fonte: Unicredit)

Domenica, 11 Dicembre 2016 09:14

Luci e ombre nel terziario.

Quali esigenze per le PMI? I dati dell'Osservatorio Cofiter. I tre principali motivi di sofferenza delle imprese del comparto. Grande prudenza e ridotta propensione agli investimenti.

di Cofiter - Bologna, 9 dicembre 2016

Il 54 per cento delle PMI definisce buona o ottima la propria competitività sul mercato.
Il 46 per cento individua nella mancanza di risorse finanziare il principale ostacolo da superare.

Sono solo alcuni dei dati che emergono dall'Osservatorio Cofiter (Confidi terziario Emilia Romagna) su un campione di oltre 600 imprese, con focus sulle attività dell'Emilia Romagna - 400 - e regioni limitrofe (Piemonte, Lombardia, Veneto) sul 2016 (ricerca effettuata a terzo trimestre ultimato) con prospettive 2017.

Obiettivo, come spiega Marco Amelio Presidente Cofiter, «è comprenderne le vulnerabilità, le aspettative, la fiducia nel mercato, la voglia di sfidarsi o un'eventuale tendenza a sopravvivere».

Quindi lo stato dell'arte tra capacità progettuali e opportunità finanziarie. Tornando ai numeri, l'Osservatorio (fonte Sigma Consulting) rivela che il 58% delle aziende ammette di riuscire a fare fronte al proprio fabbisogno finanziario senza particolari difficoltà, il 36% con fatica e in ritardo. Un 6% non riesce. Le maggiori vulnerabilità si registrano sul fronte entrate.

Tre i motivi di sofferenza: entrate sicure ma tardive (42%); irregolari o imprevedibili (39%); insufficiente livello di fatturato (37%).

La funzione finanziaria è svolta nel 53% dei casi internamente, nel 18% esternamente, nel 29% in forma mista. Il che significa che non vengono implementate funzioni ad hoc, competenze specifiche capaci di intercettare la moltitudine di strumenti esterni. E' l'imprenditore, soprattutto nelle piccole realtà, a occuparsi di 'tutto'. Il 46% nutre fiducia nel sistema bancario, e chiede maggior supporto nelle fasi di crisi, migliori condizioni di accesso al credito, rapidità di erogazione e maggior disponibilità nei progetti di investimento.

Il 29% non esegue alcuna operazione finanziaria, ritenendosi auto sufficiente.
Un dato, questo, che secondo Amelio evidenzia un atteggiamento di prudenza e bassa propensione agli investimenti.

Ne è conferma il fatto l'81% delle realtà interpellate dichiara che per il 2017 non avanzerà richieste di finanziamento. Sul fronte Confidi, il 67 per cento delle imprese li conosce. Ne è tuttavia nota soprattutto la funzione primaria (offrire garanzie) meno quella dei servizi collaterali (dal credito diretto alla consulenza dei business plan), su cui come Cofiter (35 mila imprese e una consolidata collaborazione con le reti Confcommercio e Confesercenti) «stiamo spingendo molto, a conferma di avere intercettato una necessità», rimarca Amelio.
«Abbiamo scelto di interrogarci sul livello di conoscenza, da parte delle stesse PMI, degli strumenti messi in campo in questi anni da tutti i soggetti economici per rilanciare la crescita. Noi - la chiosa - siamo molto soddisfatti di avere realizzato questo Osservatorio, che come Cofiter ci consente di ampliare lo sguardo verso nuovi scenari e quindi verso nuovi servizi da inventare, elaborare, attuare».

Pubblicato in Economia Emilia
Lunedì, 05 Dicembre 2016 12:18

Il Circuito incontra: Liberex.net a Modena

Martedì 6 dicembre il Circuito Liberex torna a Modena all'Autodromo di Modena per incontrare imprese e professionisti e raccontare le opportunità offerte dal Circuito di Credito Commerciale dell'Emilia Romagna.

Modena, 5 dicembre 2016

Lo scopo del circuito è quello di riconnettere le imprese del territorio, di fornire servizi di promozione ad alto valore aggiunto e fornire alle PMI dell'isola strumenti di pagamento e di credito paralleli e complementari a quelli tradizionali. Liberex.net è un modo nuovo di ripensare l'economia locale: interconnessa, collaborativa sostenuta dalla forza del gruppo e dalla fiducia reciproca. All'interno del circuito le aziende si finanziano reciprocamente a tasso zero, la ricchezza rimane nell'isola all'interno del circuito e vengono preferite le produzioni locali. Si limita il turismo delle merci e si incentivano modelli di sviluppo sostenibili. Ogni commessa tra imprese all'interno del circuito finisce per generare un circolo virtuoso.

Martedì 6 Dicembre, ore 18:00
Autodromo di Modena - Strada Pomposiana 255/A Loc. Marzaglia - Modena

Compila il form per partecipare all'evento

Liberex 6dicembre Modena

Pubblicato in Dove andiamo? Modena
Lunedì, 05 Dicembre 2016 08:05

L'Italia s'è desta

Referendum Costituzionale. Gli italiani sono andati a votare in massa. Il dato definitivo parla di un'affluenza del 68,48%. Secondo quanto diffuso dalla Farnesina, all'estero ha votato il 30,89% degli aventi diritto.

di Lamberto Colla Parma 5 dicembre 2016 - Il popolo ha deciso senza indecisioni e senza lasciare ombre interpretative. Quasi il 60% (59,12%) degli elettori ha detto NO! 
Nonostante non fosse necessario il raggiungimento del "quorum", l'affluenza alle urne è stata imponente sin dalle prime ore della giornata e già alle 19,00 aveva votato ben oltre il 50% degli aventi diritto (57,87%). Infine è stato "forte e chiaro" anche il messaggio finale: "Vogliamo essere ascoltati".

Ha vinto il popolo e non il populismo
Il tanto temuto "rigurgito populista", più volte evocato dalla stampa finanziaria internazionale, non c'è stato ma una "rivolta" popolare matura e democratica Sì.

Ancora una volta, il pacifico popolo italico, ha dimostrato di pretendere il cambiamento attraverso l'esercizio del "voto" e pretende una rappresentanza popolare, come peraltro uscì dal sondaggio on line del 2013 e ben rappresentato dal RAPPORTO FINALE della "Consultazione pubblica sulle riforma costituzionali".

Pretende che il Governo e il Parlamento "operi" nell'interesse collettivo e del Paese e si assuma le responsabilità delle scelte. Un segnale forte già lo scorso aprile non venne correttamente interpretato, quando al referendum sulle trivelle si presentò solo il 31,2% degli aventi diritto. Il quorum non si raggiunse e la palla amministrativa, relativamente al rinnovo del contratto di estrazione, venne rilanciata agli organi preposti.

Insomma gli Italiani stanno dimostrando una pazienza quasi infinita e una estrema fiducia e rispetto per le proprie istituzioni dalle quali pretende altrettanto rispetto e fiducia.

Basta raccontare "balle", basta omettere le verità, basta ascoltare gli opinion esterni, basta considerare il popolo come un soggetto unico e credulone.

Renzi ha perso nel momento in cui ha smarrito il contatto con il Paese e il Paese non lo ha perdonato perché su di lui contava moltissimo.

Cosa accadrà
Coerentemente, emozionato e rammaricato, Matteo Renzi, poco dopo la mezzanotte, ha ammesso la sconfitta e ha annunciato che "la mia esperienza di governo finisce qui". Si è assunto, con onore, la responsabilità dell'errore iniziale, di avere voluto personalizzare una campagna referendaria pensando di avere una incondizionata fiducia della base.
Invece la fiducia "record" che si era conquistato se la è mangiata via via nel tempo quando smise di ascoltare i "rumor" della base e il colpo di coda degli ultimi due mesi non sono stati sufficienti a colmare lo strappo con gli italiani.

E pensare che dell'energia e intelligenza di un "Matteo Renzi" l'Italia ne ha bisogno.
Faccia l'ex premier un mea culpa e si attrezzi per tornare a guidare l'Italia con rinnovato spirito e tornando a ascoltare gli elettori che da sinistra e da destra gli avevano dato ampia fiducia.

Da oggi invece si aprirà una stagione di nuovi conflitti (presumibilmente sulla legge elettorale) e di rinnovamento radicale all'interno dei partiti. Dal PD con le annesse frange del centro destra che si allearono, a Forza Italia, passando per la Lega si arriverà alla resa dei conti.

Si transiterà forzatamente attraverso una stagione di Caos, che si auspica la più breve possibile, per approdare alla nuova stagione di stabilità dove si potranno e dovranno affrontare le riforme, quelle pretese dagli italiani e non da altri.

Per il momento ci attendono altri mesi di incertezza e i cronici problemi connessi alla disoccupazione e al rilancio dell'economia, resteranno ancora una volta in sospensione.

Ora tocca al Presidente Mattarella decidere se incaricare nuovamente Renzi, oppure di orientarsi verso un Governo Tecnico guidato, presumibilmente, dall'ex Ministro all'economia Padoan, in alternativa al presidente del Senato Grasso, oppure di sciogliere le camere e chiamare alle urne gli italiani con l'attuale legge elettorale.

Qualunque decisione adotterà il Presidente della Repubblica sarà imperfetta e perciò meglio che sia rapida.

Gli Italiani lo pretendono così come pretendono che ci si occupi di loro.

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Pubblicato in Politica Emilia
Sabato, 03 Dicembre 2016 09:11

La pubblica amministrazione in un bit

Il processo tributario telematico: la direzione della Giustizia Tributaria del Ministero dell'Economia e delle Finanze ha presentato le nuove procedure telematiche.

Di C.A. - Bologna, 3 dicembre 2016 -

La strada è tracciata ed è ormai un processo irreversibile: la carta deve lasciare spazio a sistemi molto più avanzati che permettano la ormai nota "dematerializzazione". In estrema sintesi, anziché archiviare un foglio si procede alla archiviazione di un file che altro non è che una immagine del documento originario. La Pubblica Amministrazione è stata la prima ad essere stata coinvolta in questo aggiornamento che progressivamente sta coinvolgendo tutti quei soggetti che si interfacciano con la stessa P.A.
Un esempio è il Processo Telematico Civile: infatti, da alcuni anni tutti coloro che intendono incardinare questioni di diritto da sottoporre al vaglio del Tribunale competente, devono obbligatoriamente utilizzare un canale telematico, che solitamente fa riferimento ad una piattaforma web che gestisce tutte le fasi proprie del processo civile, ma che coinvolge anche l'utilizzo delle caselle di posta elettronica certificata (PEC).
Da questa vera e propria rivoluzione non poteva certo rimanere indenne il Processo Tributario, che dal processo civile trae la propria ragion d'essere. Anche se in forma oggi ancora sperimentale, si parla per ora di facoltà e non di obbligo, nel corso del 2015 è nata apposita piattaforma web comunemente riconosciuta come S.I.G.I.T. (Sistema Informativo della Giustizia Tributaria) il cui uso è stato inizialmente concesso in uso alle regioni dell'Umbria e della Toscana, con risultati che hanno evidenziato come tale canale sia stato utilizzato da circa il cinquanta per cento dei procedimenti avviati in circa un anno dalla attivazione del servizio web.
Con il 15 dicembre 2016 la piattaforma diviene disponibile anche per altre regioni tra cui l'Emilia Romagna. Solo con il 2017 si completerà il coinvolgimento di tutte le regioni di Italia. A fronte di tali novità, sorgono, come è logico aspettarsi, immediati timori in capo agli addetti del settore, dubbi che il convegno del 29 novembre 2016 tenutosi a Bologna risultato dell'impegno dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e degli avvocati Tributaristi di Bologna oltre alla Direzione della Giustizia Tributaria del MEF, ha cercato di risolvere grazie ad una serie di interventi dei relatori, opportunamente coadiuvati da una serie di slides di taglio estremamente pragmatico.
Non resta che prendere familiarità con la nuova modalità operativa e abbandonare i consolidati sistemi cartacei. Più facile a dirsi che a farsi? Può darsi ma tanto indietro non si torna.

Pubblicato in Economia Emilia

A Bologna un incontro organizzato da UniCredit Private Banking 
per capire come reagire ai cambiamenti geopolitici mondiali e dei mercati finanziari. Le ragioni dell'ottimismo spiegate ad una platea composta da oltre 230 persone.

Bologna, 25 novembre 2016

Su uno scenario di fondo che lascia spazio ad ipotesi di rischi globali, disgregazione europea e stagnazione secolare, gli esperti di UniCredit Private Banking e dello Studio Ambrosetti hanno illustrato le ragioni dell'ottimismo ad una platea composta da oltre 230 persone, tra clienti, imprenditori e professionisti dell'Emilia Romagna, nell'ambito di un incontro che si è tenuto giovedì pomeriggio, presso l'Opificio Golinelli, a Bologna.

Bologna UniCredit Private Banking

Qui ha aperto i lavori il saluto introduttivo di Luciano Resciniti, Responsabile Private Banking Centro Nord UniCredit. Subito dopo Salvatore Pisconti, Responsabile Private Banking Italy UniCredit e Marco Grazioli Presidente The European House – Ambrosetti, hanno spiegato perché e come sia possibile cogliere valide opportunità di business e di investimento sui mercati in Europa e nel Mondo; presentando una visione di insieme di questa fase storica e offrendo un'interpretazione dei cambiamenti capace di mettere in risalto le opportunità e i benefici insiti in essi.

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Una riflessione approfondita sulle Indicazioni Geografiche. Tavola rotonda e presentazione del volume Diritti di proprietà intellettuale per le Indicazioni Geografiche: cosa è in gioco nel TTIP? Opera di professori e ricercatori universitari parmensi. Domani, 23 novembre, alle ore 18 presso la Biblioteca Internazionale Ilaria Alpi in vicolo delle Asse.

Parma, 22 novembre 2016

Diritti di proprietà intellettuale per le Indicazioni Geografiche: cosa è in gioco nel TTIP? Questa è il titolo in italiano di un testo – il titolo originale è in inglese: Intellectual property rights for Geographical Indications: what is at stake in the TTIP? – opera di professori e ricercatori universitari dell'ateneo parmense – Filippo Arfini, Maria Cecilia Mancini, Mario Veneziani e Michele Donati – che verrà presentato domani sera, 23 novembre, alle ore 18, a Parma, presso la Biblioteca Internazionale Ilaria Alpi, in vicolo delle Asse (traversa di borgo Parmigianino) nel corso di una tavola rotonda che vedrà l'apporto di diversi contributi. Infatti alla tavola rotonda parteciperanno Filippo Arfini, professore dell'Università di Parma e capofila degli autori del testo, Vincenzo Carrozzino, del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, e in rappresentanza dei consorzi locali interverranno Simone Calzi (Prosciutto di Parma), Giorgio Bocedi (Parmigiano Reggiano) e Federico De Simoni (Aceto Balsamico di Modena). Moderatore sarà Domenico Dentoni, dell'Università di Wageningen (Olanda).

L'incontro ha il patrocinio della Fondazione Bizzozzero.
 Significativo è che proprio nell'università di Parma nasca una riflessione così approfondita sulle Indicazioni Geografiche. Il volume è infatti la raccolta rielaborata degli atti di un convegno che si è tenuto nel maggio del 2016 che ha visto la partecipazione di studiosi e ricercatori convocati da tutto il mondo per dibattere su una domanda che sta a cuore a gran parte dei produttori delle eccellenze del nostro territorio: quali strumenti giuridici per proteggere sui mercati mondiali al meglio i prodotti di origine e le denominazioni, i marchi e i loghi? E quali le conseguenze per le implicazioni commerciali, per l'identificazione e la protezione della qualità e del consumatore e per lo sviluppo territoriale delle Indicazioni Geografiche?E soprattutto, come inserire l'uso dei vari strumenti legislativi di protezione nella prospettiva degli accordi di partenariato che sono stati realizzati (CETA tra UE e Canada) e soprattutto che erano all'orizzonte (TTIP tra UE e Usa)?

La riflessione appare di grande attualità, non solo per i temi approfonditi ma soprattutto dalle recenti perplessità emerse a livello europeo, sollevate dalla Francia, e dalle affermazioni del futuro presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha affermato di voler aumentare la protezione economica dei prodotti Usa.

(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano)

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