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Martedì, 22 Marzo 2016 11:42

Conquistare nuovi mercati con il web

Le opportunità della rete, utili alle imprese che vogliono aumentare l'export, saranno al centro di un seminario gratuito organizzato dalla Camera di Commercio in programma mercoledì 23 marzo 2016.

Reggio Emilia, 22 marzo 2016

Come utilizzare il web marketing e le tecnologie digitali per aumentare l'export e conquistare nuovi clienti: sarà questo il tema del seminario che si terrà in Camera di Commercio a Reggio Emilia il prossimo 23 Marzo 2016 a partire dalle ore 9:00, nella sala convegni dell'Ente, in piazza della Vittoria a Reggio Emilia.
Tra gli argomenti trattati l'impostazione e gestione di una campagna pubblicitaria Pay Per Click su motore di ricerca oltre alla valutazione delle performance del proprio sito con la Web Analytics. In aggiunta verranno approfonditi gli strumenti più utili per reperire dati sui Paesi target e pianificare con successo il presidio online dei mercati esteri.
Il seminario è rivolto ad imprenditori, Export Manager e Marketing Manager interessati ad approfondire gli strumenti e le strategie di Web Marketing più efficaci per portare un'impresa a sviluppare online il proprio vantaggio competitivo sui mercati esteri.
La partecipazione è gratuita, previa iscrizione on line sul sito www.re.camcom.gov.it.
Interverrà in qualità di relatore il Dott. Michele Chietera, Digital Marketing Manager, che in questi ultimi due anni nell'ambito del Sistema Camerale ha affiancato molte imprese locali attraverso percorsi individuali di digitalizzazione portandole a sviluppare il proprio fatturato export attraverso gli strumenti del mondo digitale.

(Fonte: ufficio stampa CCIAA RE)

Lunedì, 07 Marzo 2016 13:21

L'imprenditoria reggiana é sempre piu' rosa

Nel 2015 le aziende femminili sono aumentate dell'1,14% sfiorando quota 10mila. Boom nel terziario, in particolare servizi alla persona e ristorazione. L'analisi dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia.

Reggio Emilia, 7 marzo 2016

Tornano a crescere nel 2015, dopo due anni di flessione, le imprese femminili della provincia di Reggio Emilia. Con un tasso di sviluppo del +1,14%, tre volte superiore a quello delle imprese reggiane nel complesso (+0,4%), hanno raggiunto le 9.727 unità.
Le imprese gestite da donne, nelle quali cioè la partecipazione femminile risulta complessivamente superiore al 50%, sono imprese abbastanza "giovani", infatti più di un terzo sono nate negli ultimi sei anni, nel 14,3% dei casi sono a conduzione straniera e in due casi su tre svolge attività nel settore dei servizi.
Le imprese femminili reggiane, secondo l'analisi dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio, adottano ancora forme giuridiche semplici: le imprese individuali continuano a rappresentare oltre i due terzi del totale, quota che è aumentata anche nell'ultimo anno raggiungendo il 64,4%.
Nel 2015 le donne si sono comunque orientate anche su forme organizzative maggiormente strutturate per essere più competitive sul fronte dell'innovazione – delle 67 start up innovative reggiane, 11 sono gestite in forma esclusiva o maggioritaria da donne - e dell'internazionalizzazione: sono infatti in crescita le società di capitale che nell'anno appena trascorso rappresentano il 16,5% del totale, grazie anche all'attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata.
Con la crescita registrata nel 2015, arriva a superare di poco il 17% la quota di aziende femminili nella nostra provincia, ancora tre punti percentuali in meno rispetto al dato regionale.
Anche se va detto che in alcuni settori l'incidenza delle imprenditrici sul complesso della struttura economica provinciale raggiunge punte assai più elevate rispetto alla media. Sono principalmente attività del terziario, in particolare rivolti prevalentemente alla persona, nel quale le imprese femminili rappresentano il 52% del totale. E' il settore che ha dato il maggiore apporto alla crescita (+5,8% in un anno) trainato in particolare dall'incremento dei saloni da parrucchieri e istituti di bellezza che hanno registrato un incremento del 3% raggiungendo quota 751 imprese, ma anche dall'aumento dei servizi di assistenza sociale residenziale (più che raddoppiati nel corso del 2015) e sanitaria (+10%) oltre che dalle attività di riparazione di beni per uso personale e per la casa (58 imprese).
Il 18% delle imprese femminili – ovvero 1.738 aziende - gestisce attività nel campo dei servizi alle imprese, in particolare attività immobiliari (591 unità), attività professionali, scientifiche e tecniche (319), servizi di informazione e comunicazione (216), attività finanziarie e assicurative (189) e trasporti e magazzinaggio (113).
Nella filiera turistica le donne imprenditrici si occupano più che altro di ristorazione: le aziende femminili del settore sono passate da 893 del 2014 a 930 alla fine dell'anno passato, con un incremento superiore al 4%. Le donne gestiscono prevalentemente bar (541), ristoranti (205) e "take away" (94), ma si occupano anche di ospitalità (alberghi, strutture extralberghiere, B&B, ecc.), attività in cui le 47 imprese femminili rappresentano quasi un terzo dell'intero settore della provincia di Reggio Emilia.

2015 imprese femminili reggioemlia camera di commercio lavoro

Consistente, ma in flessione dell'1,2%, la presenza femminile nel settore agroalimentare, nel quale le imprese gestite da donne si occupano prevalentemente delle coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali (1.334 unità) e di trasformazione alimentare (109).
Fra le attività del manifatturiero, numerose sono le imprese femminili reggiane che si occupano di confezioni di articoli di abbigliamento e attività tessile (576 imprese); sono inoltre presenti 379 imprese del settore edile.
Le donne imprenditrici straniere rappresentano, con 1.390 aziende, il 14,3% delle imprese femminili. Le attività svolte in prevalenza sono la confezione di articoli di abbigliamento e l'industria tessile (332 imprese), il commercio al dettaglio (203), i servizi di ristorazione (176) e le "altre attività di servizi per la persona" (114), attività che da sole rappresentano quasi il 60% delle aziende rosa straniere; consistente, comunque, anche la presenza nelle costruzioni (85) e nel commercio all'ingrosso (78). Cina, Romania, Marocco e Nigeria sono i Paesi di provenienza più rappresentati nel panorama dell'imprenditoria femminile estera: complessivamente da queste località proviene il 48% delle imprenditrici straniere.

2015 imprese femminili provincia di reggioemilia

(fonte: dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

 

Domenica, 06 Marzo 2016 12:23

Sempre meglio di niente...

Finalmente il dato è ufficiale. L' Italia è in crescita e il PIL del 2015 ha registrato il segno positivo. Un +0,8%, ben al di sotto della media UE (+1,4%), ma pur sempre in crescita. Chi si accontenta gode, recita il detto popolare più diffuso in casi di immobilismo.

di Lamberto Colla Parma, 06 marzo 2016.
Condivido che sia necessario cospargere l'Italia di ottimismo sfruttando ogni occasione positiva e il dato di crescita del Paese non poteva non essere cavalcato. Un dato addirittura migliore delle stime di fine anno quando, passata l'illusione di traguardare una crescita superiore all''1% d'inizio anno, venne stimato un +0,7% .

Quindi ancora meglio.
Un risultato indubbiamente migliore dei governi dei "Professori", tutto "loden" e austerity, che fecero registrare un bel -2,3% e -1, 9% (Monti e Letta rispettivamente).

Certamente la congiuntura sfavorevole ha contribuito, e non poco, sul risultato del PIL. la crisi delle Borse, dei Paesi emergenti, la caduta dei prezzi del petrolio e l'embargo russo sono stati fattori indubbiamente limitanti la crescita complessiva. Ma chi si accontenta gode, è il motto che giustifica i propri insuccessi. Chi si accontenta gode lo dice uno che nella vita ha saputo solo raccogliere ciò che gli è caduto dal cielo, che non si è spinto mai oltre il proprio naso, che non ha realizzato i sui sogni e forse nemmeno ci ha provato. Chi si accontenta gode è la filosofia dei finti soddisfatti, degli infelici camuffati, dei depressi sorridenti e dei falliti pseudo ignari.

Questa è la condizione che, chi sta ai vertici dello Stato e dell'UE, gradirebbe fosse diffusa nei cittadini. E allora forza a spingere sulle illusioni, sulle speranze che "tra breve la crisi passerà e l'Italia è pronta a ripartire".

Balle e fandonie, perché la crisi non può passare in quanto non vi è crisi. Dopo otto anni di guerra finanziaria lo stato di crisi è diventato uno status, è la normalità, e dalle macerie occorre ricostruire ma, prima di tutto, è indispensabile che tutti si faccia un passo indietro.
Invece, il passo indietro viene fatto fare solo alla popolazione più o meno attiva (lavoratori, pensionati e ex risparmiatori), attraverso frequenti ma piccoli salassi, stordita dall'oblio e dalle speranze, incantata dai magici illusionisti al Governo capaci di fare vedere anche quello che non c'é, come ad esempio la riduzione delle tasse.

Il Ministro Padoan, a sottolineatura positiva del dato di crescita, ha esaltato il fatto che la pressione fiscale è scesa al 43,3% del Pil e promette "Nuovi tagli alle tasse se compatibili con i conti". Ecco questa è l'ultima illusione del magico Ministro. In cuor suo, infatti, già sa che verso la fine dell'anno, salvo un vero e proprio miracolo, dovrà dar seguito all'aumento dell'aliquota IVA e inventarsi qualche altra diavoleria per far quadrare i conti.

E non potrà che esser così perché, quello che ben poco è stato sottolineato dai rappresentanti del Governo e dai più autorevoli divulgatori (TV e Giornali), sono due elementi ben poco rassicuranti che hanno accompagnato questo dato di crescita minimalista:
1. il debito pubblico è aumentato di oltre 30 miliardi (33 miliari e 800 milioni). Interessante è leggere chi è stato meno virtuoso e addirittura più spendaccione (L'amministrazione centrale dello Stato!);
2. le entrate tributarie del 2015 sono aumentate del 6,4% a fronte di una crescita del solo 0,8%.

A fine 2014, svelano i dati comunicati da Bankitalia, il debito ammontava a 2.136 miliardi (132,4 per cento del Pil), mentre alla fine di novembre era sopra 2.200 miliardi.
La "ripartizione per sottosettori", sottolinea la nota di Palazzo Koch, vede un comportamento virtuoso delle amministrazioni locali, mentre nel cuore dello Stato cresce l'indebitamento: "Il debito consolidato delle Amministrazioni centrali è cresciuto di 40,5 miliardi, a 2.077,5, mentre quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 6,6 miliardi, a 92,3; il debito degli Enti di previdenza si è ridotto di 0,1 miliardi".

Insomma il Governo ancora una volta non si è smentito predicando bene e poi razzolando male. Impone rigore ai cittadini e alle istituzioni a loro più prossime (Comuni), architetta quindi norme in grado di ottenere il risultato che di fatto viene perseguito (aumento delle imposte e riduzione dei servizi) ma quando si tratta di toccare il portafoglio alla "Galassia Romana", dalle indennità dei parlamentari alla spending review il risultato non solo non si consegue al contrario si ottiene un inasprimento dei costi.
Per concludere, lo Stato arraffone è riuscito nella titanica impresa di incrementare di ben il 6,4% le entrate a fronte di un miserrimo +0,8% di PIL.

E' e sarà sempre più difficile, perseverando su questa strada, essere ottimisti di fronte a questi dati ai quali dobbiamo aggiungere i furti bancari perpetrati grazie al Bail-In e alle novità introdotte sui mutui ipotecari: 18 insoluti e la casa passerà di proprietà della banca che potrà venderla a qualsiasi prezzo pur di fare cassa lasciando legalmente i proprietari a ripararsi sotto i ponti.
Ma dove andremo a finire?

Bankitalia-via Nazionale Palazzo Koch-Foto-Lalupa


(Foto di Palazzo Kock: Di Lalupa - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1384251)

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Pubblicato in Politica Emilia
Martedì, 01 Marzo 2016 12:04

Go International! a Rimini

Incontri formativi gratuiti per le imprese sull'internazionalizzazione.Tre gli appuntamenti in programma a marzo, organizzati da UniCredit in sinergia con la Camera di Commercio di Rimini. 

Rimini, 1 marzo 2016 

E' in programma a Rimini un piano di incontri formativi organizzati da UniCredit in sinergia con la Camera di Commercio di Rimini nell'ambito di Go International!, il piano operativo con cui il Gruppo bancario offre alle imprese corsi gratuiti su temi legati all'export e all'internazionalizzazione per sostenerne la crescita nei mercati internazionali.

Gli incontri si terranno dalle 9 alle 13 presso la sede della Camera di Commercio di Rimini, in via Sigismondo Pandolfo Malatesta, 28.
Le imprese interessate possono iscriversi inviando un'email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  oppure contattando l'Unità operativa Internazionalizzazione della Camera di Commercio di Rimini tel. 0541/363733-35.
Il primo appuntamento è in programma il 3 marzo, sul tema "Dinamiche internazionali e opportunità e aprire all'estero dopo la globalizzazione"; il secondo il 10 marzo su "Servizi accessori per l'estero, le istituzioni nazionali che favoriscono l'export e l'internazionalizzazione, le nuove frontiere del trade finance". Il terzo si terrà il 17 marzo e sarà centrato sulle "Tecniche di regolamento e finanziarie e le garanzie del commercio internazionale".
Relatori saranno gli esperti di estero del Foreign Trade Office di UniCredit: Davide Salvatore Manna e Mauro Pondini.
"Go International! The UniCredit Learning Experience" è il programma UniCredit che, con diverse modalità, offre formazione gratuita sui temi dell'export e dell'internazionalizzazione. Si rivolge ad imprese che hanno iniziato o che intendono avviare un percorso di apertura verso i mercati esteri e necessitano di acquisire maggiori conoscenze su tematiche tecniche specifiche (fiscalità, contrattualistica, sistemi di pagamento, digitalizzazione, etc) per realizzare scelte sostenibili e adeguate al proprio business.

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia
Domenica, 28 Febbraio 2016 09:17

Lattiero caseario: tendenze e dinamiche recenti

Il mercato mondiale dei prodotti lattiero caseari continua ad essere gravato da una situazione di offerta abbondante e il 2016 si è aperto con una conferma della situazione di criticità anche per il contesto nazionale, come già verificatosi per tutto il corso dell'anno precedente.

Nonostante la miniripresa verificatasi a fine anno, il 2015 si è chiuso con una flessione delle quotazioni di latte e derivati mediamente attestata in Italia al 9,3% (rispetto al 2014), come evidenziato dall'andamento dell'indice Ismea dei prezzi all'origine (base 2010), ed è stata determinata dall'andamento calante dei prezzi all'ingrosso dei formaggi duri (-4,6%) e, soprattutto, dei prezzi alla stalla del latte (-13%) mediamente liquidato a 0,356 euro/litro (senza premi e al netto di Iva). Dopo un avvio vivace della campagna di commercializzazione, c'è stato un progressivo rallentamento delle consegne di latte e, nel complesso, i livelli dell'annata solare 2015 risultano sostanzialmente invariati rispetto alla precedente e assestati su circa 11 milioni di tonnellate.

Scendendo nel dettaglio dei derivati, nel 2015 i prezzi dei formaggi grana sono risultati significativamente inferiori rispetto alla media dell'anno precedente: in particolare, considerando le stagionature minori, si è rilevata una variazione negativa del 7,6% per il Reggiano e del 6,2% per il Padano. Dopo una serie ininterrotta di ribassi, in chiusura d'anno si è, tuttavia, registrata una lieve ripresa delle quotazioni che, sospinta dal buon andamento delle esportazioni, si è protratta anche in esordio di 2016. Annata complessivamente deludente anche per altri formaggi tipici, in particolare Asiago e Gorgonzola, e per il burro, che sulla scia delle dinamiche continentali ha perso oltre 26 punti percentuali rispetto ai valori - peraltro già critici - del 2014.

Ismea latte consegne UE

Il mercato comunitario di riferimento
Nonostante la vivacità della domanda sia interna che extra comunitaria, il mercato UE stenta ad assorbire la produzione realizzata; il livello delle scorte accumulate, inoltre, contribuisce a mantenere una forte pressione sui prezzi. In particolare, per le polveri magre il progressivo calo dei listini ha determinato a fine anno un confronto negativo con oltre 30 punti percentuali di distacco rispetto al livello del 2014. Trend calante anche per i formaggi, soprattutto per i prodotti prevalentemente destinati al mercato extra comunitario, come l'edamer che nell'ultimo anno ha perso in media 24 punti percentuali. Grazie a un migliore equilibrio tra offerta e domanda, soprattutto da parte degli Stati Uniti, il mercato europeo del burro è risultato meno appesantito, registrando tra il 2015 e il 2014 una contrazione media di 10 punti percentuali.

Lo scenario comunitario
L'abbondanza di offerta di latte che continua a registrarsi a livello mondiale è imputabile principalmente all'Unione Europea. A partire dal mese di aprile, con la liberalizzazione del mercato, le consegne di latte nell'UE-28 hanno subìto un'accelerazione che, considerando il periodo cumulato tra gennaio e novembre 2015, è risultata pari al +2,2% rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente. Nonostante la sensibile contrazione del prezzo del latte alla stalla (-17% tra il 2015 e il 2014) la produzione è stata particolarmente dinamica in alcuni paesi del nord Europa (Irlanda +13% nel periodo gennaio-novembre 2015, Paesi Bassi +6%, Belgio +6,5%, Regno Unito +2,5%, Polonia +2,3%, Germania +1,8%), mentre è rimasta pressoché invariata in Francia e in Italia.
Il surplus di materia prima è stato prevalentemente indirizzato verso burro e latte scremato in polvere, contando sul buon andamento delle esportazioni extra comunitarie registrato nel corso del 2015 (rispettivamente +12,8% +5,6% nel confronto con il 2014). Nonostante la conferma dell'embargo russo, è aumentata anche la produzione comunitaria di formaggi (+1,2% nei primi undici mesi del 2015), sostenuta dal buon andamento dei consumi in Europa, in Nord America e in alcuni paesi asiatici: l'export di formaggi UE è, infatti, sensibilmente aumentato verso USA (+17% nel 2015) e Giappone (+48%), divenuti i primi due mercati di sbocco dopo la chiusura delle frontiere da parte di Mosca.

Ismea latte Consumi UE

Consumi domestici ancora depressi
La domanda nazionale di prodotti lattiero caseari resta ancora depressa. A fronte di una lieve crescita della spesa per l'acquisto di prodotti agroalimentari registrata nel 2015 (+0,3% rispetto al 2014), per latte e derivati si rileva una contrazione del 3,4%, frutto di minori quantità entrate nel carrello delle famiglie italiane e di un prezzo al consumo più basso di quello del 2014.
Si conferma il calo strutturale dei consumi di latte, più evidente per il fresco che per l'uht (rispettivamente -8,5% e 3,2% in volume), con l'unica eccezione del segmento "alta digeribilità".
Tra i formaggi, complessivamente in calo dell'1,9% in volume e del 3,3% in termini di spesa, le maggiori flessioni interessano i duri, in termini di spesa, e i molli, in termini di quantità.
L'unico aggregato a mostrare una dinamica positiva dei consumi è lo yogurt con circa 1 punto percentuale di crescita nell'anno, sia in volume che in valore.

(allegato il pdf ISMEA 1/2016)

Ismea Formaggi prezzimedi origine
(ismea n° 1 /2016)

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Domenica, 21 Febbraio 2016 12:25

La doccia fredda della Corte dei Conti

Anno bisesto, anno funesto. I nodi stanno venendo al pettine. Dalla Corte dei Conti e dall'OCSE segnali poco incoraggianti per l'Italia e l'Europa. Il tasso di povertà stimato da Actionaid è altamente preoccupante.

di Lamberto Colla Parma, 21 febbraio 2016.
Nemmeno il tempo di "gongolarsi" dei trionfalistici dati resi noti dall'INPS sullo stato occupazionale del 2015 che a raffica, nelle 48 ore successive, la Corte dei Conti e l'OCSE piazzano un "uno due" da tramortire un peso massimo.

Invece niente, il domatore di leoni al Governo italico, non solo non fa una piega, ma si diletta a ammaestrare i suoi "canguri" nel tentativo di fare passare, interamente e senza danni, la proposta DDL della collega Cirinnà riguardo alle unioni civili e la questione controversa della "Stepchild adoption". Una questione sicuramente importante quella dell'utero in affitto che rischia però di fare abortire il Governo e lo stesso partito di maggioranza relativa, dove la componente cattolica si scontra con quella laica e, c'è da augurarselo, con la individuale posizione etica di ciascun deputato.

Così, mentre in Parlamento ci si azzuffa per la "stepchild adoption - utero in affitto" al punto che la Cirinnà ha seriamente minacciato di abbandonare la politica causa il tradimento dei pentastellati, minaccia prontamente ritirate per dovere di responsabilità, passa sotto sordina che l'OCSE ha ridotto la stima di crescita dell'UE di quasi mezzo punto percentuale e ovviamente anche la stima dell'Italia di altrettanto.
Uno 0,4% di PIL che verrà meno e che cagionerà molti dolori agli italiani che pagano le tasse e i consumatori che rilasciano il 22% su quasi ogni prodotto che acquistano e che potrebbe passare entro breve sino al 25,5% nel caso di mancato raggiungimento di determinato equilibrio tra PIL e debito pubblico. Un inasprimento delle aliquote scongiurato negli ultimi due anni in forza di una maggiore flessibilità concessa dall'UE e dai dati di PIL che, matematicamente parlando, avevano temporaneamente disinnescato la bomba.

I primi segnali che il Governo fosse in pre-allarme erano già pervenuti a più riprese negli ultimi giorni, dalla proposta del "taglio delle pensioni di reversibilità" alla proposta della "tassa sull'ascensore". Nessun segnale pervenuto sulla riduzione dei vitalizi dei parlamentari e dell'esercito dei consiglieri regionali o di alienazione degli ENTI Inutili e via dicendo.

Niente di tutto ciò!

E allora ecco che a innescare nuovamente l'ordigno ci ha pensato la Corte dei Conti richiamando pesantemente il Governo reo di non avere realizzato una politica di contenimento delle spese minimamente sufficiente. Il presidente della Corte, in occasione della apertura dell'anno giudiziario, è stato categorico: Squitieri infatti "è dell'avviso che il parziale insuccesso o, comunque, le difficoltà incontrate dagli interventi successivi di revisione della spesa siano anche imputabili a una non ottimale costruzione di basi conoscitive sui contenuti, sui meccanismi regolatori e sui vincoli che caratterizzano le diverse categorie di spesa oggetto dei propositi di taglio".

Una tirata di orecchie non indifferente che spiana definitivamente la strada all'aumento dell'aliquota iva e un ulteriore inasprimento della pressione fiscale.
Nessuno ha voluto metter mano alla "Spending Review" (contenimento delle spese dell'apparato statale) ed oggi la macchina Italia è troppo onerosa, un tenore di vita che il padrone (cittadino) non può più permettersi.

A dare la misura dello stato di decadimento della "proprietà" ci ha pensato, proprio nelle stesse ore dell'OCSE e della Corte dei Conti, l'organizzazione Actionaid, stimando in ben 4 milioni di cittadini ricadenti nella classificazione di "povertà assoluta" e di ben 17 milioni che spingono alla porta della povertà.

L'incremento delle tasse potrà solo alimentare questi due raggruppamenti e sottrarre risorse anche al sistema di volontariato e assistenza così ben diffuso nei cuori degli italiani e ancora di salvezza per molti, immigrati compresi.

Temo che così procedendo, sia a livello internazionale e ancor peggio a livello domestico, il 2016 sarà l'anno della resa dei conti.
Anno bisesto, anno funesto...

PARMAOTTOBRE2015 033-1

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Pubblicato in Politica Emilia

Ottimismo e visione sul futuro per trovare idee e opportunità professionali: seminario gratuito "Centodieci è Progresso" di Mediolanum Corporate University (MCU). L'appuntamento è per giovedì 11 febbraio alle ore 11.00 presso l'Istituto Sacro Cuore.

Modena, 10 febbraio 2016

Cambiamento e innovazione, sviluppo e tecnologia, futuro ed economia: il progresso inarrestabile condiziona in modo nuovo l'approccio al mondo del lavoro.
Si rendono sempre più necessarie una nuova visione e una nuova conoscenza delle dinamiche della società attuale, dei suoi nuovi linguaggi, della sua espansione. Elementi di costruzione di questo percorso nascono dalla conoscenza delle potenzialità del proprio territorio, dei nuovi movimenti del mercato, delle possibilità di collegarsi a realtà più ampie e di creare reti d'azione attraverso le nuove tecnologie.
Questi i temi del seminario gratuito "Centodieci è Progresso" di Mediolanum Corporate University (MCU) che vedrà l'istituto educativo di Banca Mediolanum a Modena per diffondere la cultura dell'innovazione e una visione positiva sul futuro, rivolgendosi a imprenditori, professionisti in cerca di occupazione e studenti delle scuole superiori.
L'appuntamento è per giovedì 11 febbraio alle ore 11.00 presso l'Istituto Sacro Cuore.
"Superare la crisi è possibile. Sempre. La questione è capire come e con chi. Anche nei periodi di maggiori difficoltà restano le persone quelle che fanno la differenza. Bisogna creare una rete virtuosa fatta di fiducia in se stessi, buone idee, competenze specifiche, e conoscenza delle nuove tecnologie - dichiara Oscar Di Montigny, Direttore Marketing, Comunicazione e Innovazione di Banca Mediolanum - Per dare il via al rilancio bisogna lasciarsi alle spalle i modi tradizionali di trovare e creare lavoro. Pensare un'azienda o una professione nel futuro non può prescindere da idee innovative, dall'agire concreto basato sullo studio, sull'acquisizione di specializzazioni e sull'ispirazione a modelli d'eccellenza.

(Fonte: Ufficio Stampa Banca Mediolanum)

Pubblicato in Comunicati Lavoro Modena

Il 70% della capacità di super calcolo nazionale si svolge in centri di ricerca in regione. Il presidente Bonaccini: "Tra i nostri obiettivi di mandato fare di Bologna e dell'Emilia-Romagna un grande hub europeo della ricerca".

Bologna, 9 febbraio 2016

La Regione Emilia-Romagna sta investendo molto in ricerca e trasferimento tecnologico nei principali settori dell'innovazione che sostengono lo sviluppo locale sostenibile e l'occupazione. Bigdata e supercalcolo sono esempi di competenze convergenti, di servizi e tecnologie che offrono nuove opportunità di crescita economica e di progresso scientifico. Molte istituzioni di livello mondiale nel supercalcolo e bigdata si trovano nel territorio regionale, e la Regione ha avviato da tempo una ricognizione delle potenzialità esistenti. Se ne è parlato ieri a Bologna, all'iniziativa "Emilia Romagna Bigdata Community - Una piattaforma per l'innovazione, lo sviluppo e la competitività regionale".

"La Regione si è data come obiettivo di mandato di fare di Bologna e dell'Emilia-Romagna un grande Hub europeo della ricerca – ha detto il presidente della Regione Stefano Bonaccini - Le università, i centri di ricerca, gli enti pubblici di ricerca, il CINECA, il Rizzoli, che con CNR e università sono la frontiera più avanzata dell'innovazione, la nostra rete Alta Tecnologia, le molte imprese che operano come fornitori dei laboratori più avanzati, costituiscono un insieme che ha titolo ad essere riconosciuto come grande infrastruttura, e noi ci candidiamo ad essere l'istituzione che mette a sistema tutte queste eccellenze".

"Il 70% della capacità nazionale di super calcolo è in Emilia-Romagna. Adesso dobbiamo passare dalla quantità al valore, realizzare una politica industriale utile al riposizionamento del Paese che passi attraverso il sistema della ricerca – ha spiegato l'assessore alla Ricerca e all'Università Patrizio Bianchi – In questa regione sono occupati in questo settore 1.800 ricercatori, 230 ricercatori stranieri, tra il 2013 e il 2015 sono stati realizzato 60 percorsi di alta formazione. Non c'è ambito della ricerca e dell'innovazione per cui non sia fondamentale la capacità di gestire grandi quantità di dati. La nostra intenzione adesso è valorizzare specializzazioni e complementarietà maturate da tutti i centri di ricerca che lavorano nell'ambito del super calcolo e del big data e creare un sistema aggregato più competitivo anche a livello europeo. Nei prossimi giorni lanceremo il Piano Alte competenze".
La tradizionale attenzione verso l'innovazione in Emilia-Romagna deriva principalmente da un sistema diffuso, dinamico e interdisciplinare di ricerca (4 università pubbliche, infrastrutture e servizi di ricerca di primo livello e sedi territoriali dei principali centri di ricerca nazionali) ben integrato nel sistema industriale locale, composto principalmente da piccole e medie imprese.
La Regione Emilia-Romagna ha predisposto un piano regionale per le infrastrutture di ricerca e innovazione.

"L'attività ha previsto una ricognizione delle infrastrutture esistenti a livello regionale, che abbiamo realizzato con il supporto di Aster – ha detto l'assessore alle Attività produttive Palma Costi - Da tale ricognizione è stato possibile ottenere una situazione aggiornata sull'esistenza in regione di strutture di ricerca e innovazione che presentano le potenzialità scientifiche, tecnologiche ed organizzative adatte per utilizzate per incrementare le capacità competitive delle imprese, in coerenza con quanto previsto dalla Strategia di Specializzazione Intelligente regionale. Supercalcolo e big data, materiali avanzati e sistemi di produzione innovativi e genomica, medicina rigenerativa e biobanche sono state identificate come le tematiche di rilevanza strategica per la regione, e per sostenerle abbiamo destinato 7 milioni di euroBigdata e supercalcolo sono esempi di competenze convergenti, di servizi e tecnologie che offrono nuove opportunità di crescita economica e di progresso scientifico. L'importanza del poter contare su capacità di gestione ed interpretazione di grandi quantità di dati crescerà esponenzialmente nel prossimo futuro, si richiederà una grande capacità di calcolo in termini di prestazioni e di memoria disponibile. Le possibili applicazioni spaziano da aree di ricerca (ad es. La fisica delle particelle, l'esplorazione spaziale, ecc ..) a domini applicativi (ad es. l'analisi finanziaria, la salute, il monitoraggio ambientale e simulazioni geofisiche, la gestione del patrimonio culturale, l'agricoltura di precisione, la multimedialità e l'analisi di immagini e video, ecc).

L'impatto dei bigdata sulla strategia di specializzazione intelligente regionale potrebbe essere notevole, con applicazioni nelle aree di specializzazione che vanno dai sistemi regionali di alta intensità di conoscenza (salute e il campo del benessere e industrie culturali e creative), ai sistemi di produzione consolidata.
L'obiettivo della Regione è dunque realizzare una grande infrastruttura di ricerca di dimensione europea in linea con Horizon 2020, e quindi anche come riferimento attrattivo per nuovi investimenti in ricerca, anche da parte di imprese. Il programma europeo Horizon 2020, che ha un budget di quasi 80 miliardi di euro dal 2014 al 2020, ha come primo pilastro l'obiettivo generale di "Eccellenza scientifica", cioè elevare il livello di eccellenza della base scientifica europea e garantire una produzione costante di ricerca a livello mondiale per assicurare la competitività dell'Europa a lungo termine. Eccellenza scientifica si articola in quattro programmi, tra cui "Infrastrutture di Ricerca" che intende garantire che l'Europa disponga di infrastrutture di ricerca di livello mondiale accessibili a tutti i ricercatori in Europa e in altri paesi. /BM

(Fonte: ufficio stampa ER)

Domenica, 07 Febbraio 2016 12:31

Una cicca frusta!

Sarà la vicinanza dell'Isis sarà il distacco dalla realtà, ma le barbarie a cui assistiamo dovrebbero fare riflettere le persone di buonsenso e soprattutto i politici.

di Lamberto Colla Parma, 7 febbraio 2016. - 

Uno sterminio di madri, mogli e compagne da parte di squilibrati, perché solo così possono essere definiti, che all'apparenza sembrano condurre una vita normale o forse così sono visti dai vicini sempre più distratti dalle faccende altrui per il montare dei propri problemi.
Mogli e figli tutti in balia di uomini che invece di proteggerli si trasformano in carnefici.

La settimana appena trascorsa è stata testimone di tanti, troppi fatti di violenza domestica o all'interno di strutture protette.

Da nord a sud senza distinzione come i tre casi, nell'arco di 24 ore, registrati in settimana. A Brescia Marinella, 55 anni, è stata uccisa a coltellate. Tolta la vita a sua moglie ha chiamato il cognato, gli ha raccontato cosa aveva fatto, si è messo in auto e si è schiantato contro un Tir. È morto sul colpo. Carla invece di anni ne aveva 38 anni e in grembo portava una figlia. Dopo un litigio, sembra per motivi di gelosia, lui ha preso del liquido infiammabile e le ha dato fuoco. È successo a Pozzuoli. Soccorsa da un passante ha partorito la sua bimba, nata prematura. Giulia Pia. Luana aveva 41 anni. Separata, madre di tre figli. Discuteva spesso con il compagno, da cui aveva avuto il terzo figlio, di 4 anni. Lui l'ha strangolata per gelosia. Un recidivo poiché nel 2000 aveva già ucciso un vicino di casa per le presunte avances che rivolgeva alla sua compagna di allora e per il quale era stato condannato a 11 anni di carcere.

Troppi i casi di maestre di scuola e di infanzia che salgono agli onori delle cronache perché insultano, strattonano, e picchiano bambini di pochi anni. Anche troppo frequenti i casi maltrattamenti a persone fragili, come accaduto all'attore Francesco Nuti picchiato dal suo badante, o come quegli anziani, segregati negli ospizi e vittime di violenza, piuttosto di infermieri, che pur di non venire disturbati durante il turno notturno in ospedale somministravano dosi di calmanti, non autorizzati dai medici, anticipando così lla morte ai pazienti in età più avanzata, quelli il cui fisico è ormai incapace di reagire alla violenza dei farmaco.

Barbarie alle quali è difficile abituarsi e per le quali è difficile credere che gli esecutori verranno puniti con le adeguate pene. Il caso di Luana ne è la dimostrazione più recente e drammatica.

Una società sempre meno civile e sempre più appare come un agglomerato di persone la cui troppo stretta vicinanza scatena reazioni furiose sempre più diffuse e spesso incomprensibili. Società dove a scuola si impara a fare il capobranco e dove le goliardate di un tempo si sono trasformate in bullismo violento.

Una società che punisce il cittadino reo di inquinare il mondo con il mozzicone di sigaretta gettato a terra con ben 600€ di multa e non riesce a difendere i più deboli e a punire con fermezza chi si è macchiato di feroci, quanto gratuiti, omicidi.

Già perché ai casi di quegli assassini "familiari" si devono aggiungere le vittime della strada per colpa di ubriachi alla guida di auto o di microcar, come il caso dell'immigrato rumeno che ad Arezzo, pochi giorni fa, ha investito, uccidendole, madre e figlia sul marciapiede. All'alcol test risultavano valori 4 volte superiori superiori al consentito. Ben più di una o due birre.

L'alcol è un vero e proprio killer e in europa sono ben 7.000 le vittime di incidenti stradali dovuti all'ebbrezza dei conducenti.

Una società allo sfascio dove le regole vengono applicate, con rigore, a chi ha sempre vissuto nella normalità, rispettando legge, norme e soffrendo per ottenere anche diritti reali, mentre rimane a osservare testimone di reati impuniti una sempre maggiore mole di persone.

Ma attenzione che i furbetti chiamano furbetti e i civili possono trasformarsi in incivili applicando il diritto alla sopravvivenza e allora il caos e l'anarchia diffusa e generalizzata non potrà che innescare micro o grandi rivoluzioni.

E' sul Lavoro e sul rispetto delle norme che il Governo deve dare una reale e rigida svolta.
Accantonare per un attimo le tendenze "green" per illuminare le tante zone "black" della nostra vita sociale. Dare maggiore respiro alle micro e piccole imprese, quelle che potranno quindi assorbire nuove unità lavorative, e punire le grandi imprese che tra distrazioni fiscali e irregolarità ambientali non hanno da imparare nulla da nessuno.

Forse il Governo dovrebbe pensare a rieducare il sistema scolastico che torni a essere, da nord a sud, il terreno di coltivazione delle future generazioni e non solo una sorta di depositi familiari per figli di genitori indaffarati a tirare la carretta che quando tornano a casa sono così stremati da non avere più neanche la forza di fare un carezza ai figli.

Invece sono settimane che in parlamento si discute di famiglia e soprattutto lo scontro si fa duro sullo "Stepchild adoption".
E cosa sarebbe? Perché non descriverlo in italiano comprensibile? Nientemeno che la possibilità da parte di una coppia gay di adottare il figlio di uno dei due componenti il nuovo nucleo familiare. Un problema sociale sicuramente importante per la comunità omosessuale ma che non può che essere limitato a rarissimi casi. Quando uno dei due è vedovo ad esempio o mamma nubile, perché diversamente l'adozione del figlio sarebbe impossibile per l'esistenza in vita dell'altro genitore, etero o omosessuale che sia.

E così dibattiti parlamentari, manifestazioni in piazza per che cosa? solo pochi casi o forse perché dietro al passaggio di questa norma ci starebbe la apertura legale all'utero in affitto?

Non sarebbe più onesto e civile allentare i cordoni dell'adozione? Sia in termini di costi, sia nella rosa dei destinatari dell'affidamento, comprendendo quindi anche i single e le coppie omosessuali, sempre che rispettino i requisiti di onorabilità richiesti?

Invece a quanto parrebbe la lobby "Omo" preferirebbe accudire al figlio venuto al mondo per via naturale da una donna, ops scusate, meglio dire femmina "covatrice" inseminata da uno dei due piccioncini amorosi.

Intanto i piccini adottabili crescono negli orfanotrofi e svanisce pian piano la possibilità di essere attrattivi per l'adozione. Crescono in una struttura dove l'amore è distribuito su tanti e non abbastanza per ciascuno, col rischio di crescere infelici e anaffettivi.

E dove non c'è amore non c'è società civile e tolleranza. La nostra si sta così trasformando.

Una civiltà in cui una cicca vale più di una vita umana non potrà avere un orizzonte lontano.

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Pubblicato in Politica Emilia

Parma: nel secondo trimestre dell'anno segnali positivi da produzione e fatturato industriale. Bene soprattutto le esportazioni. Anche il commercio al dettaglio mette a segno una leggera crescita nelle vendite. Timida ripresa dell'artigianato.

Parma, 2 febbraio 2016

INDUSTRIA
Il secondo trimestre del 2015 si è chiuso con una generale ripresa di produzione, vendite e ordini, che ha fermato la fase negativa in atto ininterrottamente dal 2011. La ripresa è stata sostenuta soprattutto dall'export, premiando i settori più orientati all'internazionalizzazione.

Produzione
Aumento lieve, +0,8 per cento, ma in contro tendenza rispetto al trend negativo dello 0,5 per cento dei dodici mesi precedenti. Un risultato però rispetto a quello ampiamente positivo raggiunto dall'industria regionale (+2,3 per cento).
L'andamento settoriale non è stato uniforme, con attività già fuori dalla recessione e altre che continuano a non vedere segnali positivi. Tra queste ultime ci sono le industrie della moda (-3,1 per cento), l'alimentare (-1,2 per cento) e la lavorazione di minerali non metalliferi (-5,0 per cento). Bene invece l'industria meccanica, elettrica e mezzi di trasporto (+2,7 per cento) che esprime variazioni tendenziali positive dalla primavera del 2014. La produzione sale anche nelle industrie del trattamento metalli (+2,3 per cento) e del legno/mobile (+2,1 per cento). Nella crescita sono coinvolte tutte le imprese, dalle piccole alle grandi.

Fatturato
Il fatturato, come la produzione, è cresciuto dello 0,9 per cento, in controtendenza rispetto al 2014 (-0,7 per cento). I risultati migliori sono stati messi a segno dalle imprese meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto (+3,1 per cento) e dalle industrie del legno/mobile (+2,2 per cento) e dei metalli (+1,1 per cento). Fatturato in diminuzione, invece, per le industrie della moda (-4,3 per cento) e della lavorazione dei minerali non metalliferi (-7,1 per cento). Sono solo le imprese maggiori, da 50 a 499 dipendenti, ad aver accusato la flessione delle vendite (-0,3 per cento).

Fatturato estero
Bene anche il fatturato estero cresciuto, da aprile a giugno, dell'1,5 per cento, in controtendenza rispetto all'andamento negativo del primo trimestre (-0,7 per cento). Va meglio in Emilia-Romagna dove le esportazioni hanno invece registrato una crescita del 3,0 per cento. A trainare la crescita delle vendite all'estero sono state le industrie meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto (+3,0 per cento) e l'eterogeno gruppo delle "altre imprese" che include, tra le altre, chimica, carta-stampa-editoria (+3,6 per cento) e in misura minore le industrie alimentari (+0,6 per cento). In tutti gli altri settori le esportazioni sono diminuite, con valori compresi fra -1,9 per cento delle industrie del legno e mobile e -0,3 del trattamento metalli.
Sotto l'aspetto della dimensione sono le imprese medie, da 50 a 499 dipendenti, ad evidenziare un andamento negativo (-0,3 per cento) mentre le esportazioni risultano in crescita per le imprese piccole, da 10 a 49 dipendenti (+2,9 per cento) e minori, fino a 9 dipendenti (+1,1 per cento).

ARTIGIANATO MANIFATTURIERO
Timidi segnali di ripresa dopo 14 trimestri di cali spesso consistenti in quasi tutti gli indicatori dell'artigianato manifatturiero ad eccezione del fatturato totale. In particolare i risultati verso i mercati esteri sono stati ancora decisamente negativi.

Produzione: tra aprile e giugno 2015 la produzione è cresciuta dello 0,1 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Fatturato
Per le vendite è stato registrato un aumento dell'1,1 per cento, segnando anche in questo caso un'inversione di tendenza rispetto al trend negativo del 2,5 per cento.
Fatturato estero
Nellele vendite all'estero, che riguardano un ristretto numero di imprese, c'è stato un calo del 4,5 per cento, in contro tendenza rispetto al trend positivo dei dodici mesi precedenti (+0,3 per cento).

COSTRUZIONI
Il secondo trimestre del 2015 è stato caratterizzato da un andamento negativo che ha raffreddato la ripresa rilevata nel primo trimestre. Tra aprile e giugno il volume d'affari è calato del 4,5 per cento, in peggioramento rispetto al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-3,3 per cento). L'Emilia-Romagna, al contrario, ha mostrato un andamento positivo (+2,1 per cento).

COMMERCIO AL DETTAGLIO
Dopo la decisa svolta (+4,5 per cento) dello scorso trimestre che interrompeva una recessione che aveva portato a 7 anni di contrazione delle vendite, il secondo trimestre si chiude con un bilancio positivo. Da aprile a giugno le vendite a prezzi correnti hanno sono infatti leggermente cresciute, 0,4 per cento, rispetto allo stesso periodo del 2014.
Stazionarie le vendite del commercio al dettaglio specializzato in prodotti alimentari, con un piccolo aumento pari al 0,3 per cento. Calano invece del 2,6 per cento le vendite dei prodotti per la casa ed elettrodomesti mentre per l'abbigliamento ed accessori la flessione di ferma al 2,2 per cento. Crescono le vendite degli altri prodotti non alimentari (+2,0 per cento).
Positivo il dato degli ipermercati, supermercati e grandi magazzini, con una variazione tendenziale delle vendite del +3,4 per cento. A crescere sono soprattutto gli esercizi di grande dimensione, oltre 20 dipendenti.

(Fonte: Camera di commercio di Parma)

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