Esselunga ritira "salsiccia punta di coltello" con il proprio marchio dagli scaffali dei punti vendita di tutta Italia per possibile presenza di frammenti di metallo, invita "i consumatori che avessero acquistato il prodotto a riportarlo in negozio e a non consumarlo".
Parma, 29 febbraio 2016
Esselunga ha ritirato dagli scaffali dai punti vendita di tutta Italia la "SALSICCIA PUNTA DI COLTELLO" con il proprio marchio. L'avviso riguarda esclusivamente le confezioni di salsiccia fresca di puro suino a macina grossa, imballata in vaschetta con film plastico trasparente, peso netto 300/400 g ca. che sull'etichetta indica come data di preincarto dal 12/2/16 al 23/2/16.
C'è la possibilità che nella salciccia, prodotta per la catena di supermercati dall'azienda AGRICOLA TRE VALLI SOC. COOP. nello stabilimento IT 207 M CE, successivamente porzionato e preincartato da ESSELUNGA presso i punti vendita, siano finiti dei frammenti di metallo. L'annuncio è stato rilanciato anche sul sito internet dell'azienda. Nel comunicato ufficiale si invitano "i consumatori che avessero acquistato il prodotto a riportarlo in negozio e a non consumarlo".
Per ulteriori chiarimenti o segnalazioni contattare il numero messo a disposizione da AIA 045/8794111. Il suo consumo può portare a lesioni. Pertanto chi ha già acquistato il prodotto o chi ne avesse a casa delle confezioni, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", può riportarlo in negozio dove il prezzo d'acquisto sarà naturalmente rimborsato anche in assenza dello scontrino di cassa.
La pattuglia della Polizia Municipale era stata oggetto di insulti e colpita durante un normale controllo stradale. Denunciati l'autore dell'aggressione, un ragazzo di 23 anni e il padre di nazionalità macedone. Per altre tre persone è scattata la denuncia per diffamazione a seguito dei commenti sull'accaduto pubblicati su Internet.
Piacenza, 26 febbraio 2016
Svolta nella indagini sull'aggressione ai danni di quattro operatori della Polizia Municipale, avvenuta lo scorso 13 febbraio in via La Primogenita. Nella giornata di mercoledì 24, la sezione di Polizia Giudiziaria del Corpo ha infatti depositato presso la Procura della Repubblica gli atti relativi alla denuncia di cinque persone, che a diverso titolo risultano implicate nei fatti.
L'autore dell'aggressione, un ragazzo di 23 anni e il padre di nazionalità macedone, sono stati denunciati per oltraggio, resistenza e minacce a pubblico ufficiale, mentre nei confronti di altre tre persone è scattata la denuncia all'autorità giudiziaria per diffamazione a mezzo stampa, a seguito dei commenti sull'accaduto pubblicati su Internet.
La pattuglia della Polizia Municipale era stata oggetto di insulti e colpita durante un normale controllo stradale, dopo aver intimato l'alt a un'utilitaria che viaggiava in via La Primogenita. Alla semplice contestazione di aver violato il codice della Strada a causa delle gomme lisce, il conducente del veicolo aveva reagito violentemente, sputando e rivolgendosi agli agenti con tono ingiurioso: a verbale le parole "Sei uno sbirro di m***a, mi avete rotto il c***o, fate così perché sono straniero".
Ne era seguita, con l'arrivo del padre del ragazzo, una colluttazione con la chiara intenzione di impedire agli agenti di portare a termine la propria attività. Pur riuscendo, infine, a contenere la forza aggressiva dei due uomini, gli operatori della Polizia Municipale erano dovuti ricorrere al Pronto Soccorso per le cure del caso e non hanno ancora potuto riprendere servizio a causa degli infortuni subiti.
Di qui la denuncia ai due uomini per oltraggio, resistenza e minacce, mentre le successive verifiche su vari siti web e social network hanno rilevato alcuni commenti diffamatori nei confronti della Polizia Municipale: gli autori, rintracciati, sono risultati completamente estranei all'episodio di violenza, ma nei loro confronti è scattata la denuncia per diffamazione.
Auto parcheggiata in Piazza Garibaldi, proprio sotto la statua. Il conducente con altre persone hanno detto che stavano girando un video per un film prodotto a Monaco di Baviera. L'utilitaria con targa straniera è stata multata per la sosta sul marciapiede e per il transito in zona pedonale.
Parma, 26 febbraio 2016
Una utilitaria blu con targa tedesca, parcheggiata in Piazza Garibaldi proprio sotto il monumento di Garibaldi. L'episodio, che sembra inverosimile, è accaduto ieri pomeriggio verso le 16.45. La pattuglia della Municipale di servizio in centro ha notato l'auto con targa tedesca, parcheggiata proprio sotto il monumento dell'eroe dei due mondi.
Nei pressi vi era il conducente con altre persone che asserivano di aver parcheggiato in quel punto in quanto stavano girando un video del monumento e della piazza per un film prodotto a Monaco di Baviera. Ma di autorizzazione nemmeno l'ombra.
Così il conducente, dopo aver spostato il veicolo all'imbocco di via Farini, è stato sanzionato per la sosta sul marciapiede e per il transito in zona pedonale, ed essendo straniero ha conciliato immediatamente per evitare il sequestro del mezzo.
Anche grazie alle segnalazioni dei cittadini, la Polizia municipale di Modena lo ha arrestato per spaccio di sostanze stupefacenti. Il pluripregiudicato, per numerosi e reiterati crimini legati allo spaccio di stupefacenti, oltre che furto e rapina, terminato il periodo detentivo sarà rimpatriato.
Modena, 25 febbraio 2016
Processato per direttissima, è già in carcere un magrebino pluripregiudicato arrestato dalla Polizia municipale di Modena per spaccio di sostanze stupefacenti. Il nordafricano doveva infatti già scontare un residuo di pena che si somma a quella per il nuovo reato imputatigli; terminato il periodo detentivo, lo straniero, con numerosi precedenti penali, sarà rimpatriato.
All'arresto, avvenuto martedì 23 febbraio verso le 18 nella zona di Modena ovest, il Nucleo Problematiche del Territorio della Municipale è giunto attraverso un'attività investigativa che si è svolta durante diversi servizi di controllo finalizzati alla prevenzione e repressione del consumo e spaccio di droga, e anche grazie alle segnalazioni dei cittadini residenti nelle vie limitrofe a via Emilia Ovest.
Martedì gli agenti, in borghese, che tenevano sotto controllo l'individuo sospetto, sono riusciti a cogliere sul fatto E.E., 41 anni tunisino, mentre cedeva eroina a due giovani italiani nel tratto ciclo pedonale che collega via Emilia Ovest con via Scacciera. Non appena concluso lo scambio, gli agenti sono intervenuti arrestando lo spacciatore in flagranza di reato e deferendo alla Prefettura gli acquirenti quali assuntori di sostanze stupefacenti.
Il nordafricano è stato quindi portato nelle celle del Comando di via Galilei in attesa del processo per direttissima e dagli accertamenti sono emersi i ventisei "alias" che nella sua ventennale permanenza in Italia l'uomo aveva fornito a Forze dell'Ordine di diverse città italiane, che lo hanno fermato o arrestato per numerosi e reiterati crimini legati allo spaccio di stupefacenti, oltre che per furto e rapina.
Il processo per direttissima è iniziato mercoledì 24 febbraio e per il pregiudicato si sono aperte subito le porte del carcere, perché deve ancora scontare cinque mesi di detenzione per reati pregressi passati in giudicato. A questo periodo di detenzione si sommerà la pena per l'ultimo reato commesso. Al termine della detenzione, lo straniero sarà rimpatriato nel paese di origine, la Tunisia, il cui consolato ha, infatti, provveduto a comunicare le reali generalità dell'uomo che, in Italia, dagli anni '90 ad oggi aveva fornito ben 26 false identità e diverse nazionalità.
La protesta simbolica e solidale con il Segretario Generale del SAP Gianni Tonelli che da 36 giorni sta facendo lo sciopero della fame, vuole denunciare la condizione in cui si trovano a lavorare i poliziotti italiani.
Di Manuela Fiorini
Modena, 25 febbraio 2016
Anche i poliziotti modenesi protestano contro i tagli e le conseguenti carenze dell'apparato di sicurezza, che li porta spesso a lavorare in condizioni precarie, con mezzi obsoleti e una formazione non adatta alla situazione che si sta vivendo in questo periodo. Lo annuncia il SAP (Sindacato Autonomo di Polizia) che nella giornata di oggi ha indetto uno sciopero della mensa, simbolico, per dimostrare solidarietà al Segretario Provinciale Gianni Tonelli, che da 36 giorni sta facendo lo sciopero della fame.
"I motivi alla base dell'estrema protesta", si legge nella nota, "sono da ricercare nella volontà di mettere in luce quali sono le reali condizioni dell'apparato della sicurezza ormai debilitato da anni di tagli. A seguito degli attacchi terroristici di Parigi sono venute alla luce con forza quali sono le pesanti lacune in cui versa l'apparato e le reali condizioni nelle quali i poliziotti italiani sono costretti a lavorare".
Secondo quanto sostenuto dal SAP, le carenze riguarderebbero diversi aspetti: "Anche a Modena ci sono giubbotti antiproiettile in uso già scaduti, autovetture di servizio logore con più di duecentomila chilometri, vestiario insufficiente e inappropriato, personale sempre più vecchio con una media che rasenta i 50 anni, pulizie degli Uffici e delle caserme pressoché inesistenti e lezioni di aggiornamento professionale non all'altezza del periodo storico di allarme che stiamo vivendo. Si parla tanto di terrorismo e non si riesce se non con enormi sforzi ad allenarsi in poligono".
E le carenze, influirebbero anche sul controllo del territorio, ora più che mai necessario per l'aumento di episodi di microcriminalità.
"Non si riescono a organizzare più di tre volanti per turno senza la possibilità di dotare il personale in servizio di radio portatili perché quasi tutte guaste; lo stesso, se non peggio, dicasi per i commissariati di P.S. dislocati sulla provincia che sempre più spesso sono costretti a sopprimere turni di volante per carenza di personale e in alcuni casi effettuano servizio di controllo del territorio a turni alterni e il Dipartimento continua a non inviare nuovi uomini e risorse nonostante gli allarmi lanciati e ripresi con forza anche dalla stampa. A riprova di quanto detto basta leggere le pagine di cronaca dei quotidiani modenesi. Tutto ciò è' inaccettabile. Si continua a voler dare un'immagine di una polizia moderna, al passo con i tempi, quando invece spesso si sopperisce alle mancanze con iniziative personali poiché mancano fondi anche per le necessità più banali".
Grazie alla segnalazione del sito monopattinoelettrico.eu diffondiamo la notizia dal mercato USA di molti hoverboard ritirati dagli scaffali dei principali centri commerciali.
Come segnalato dal sito monopattinoelettrico.eu, tutto questo sta accadendo in quanto l'Agenzia di sicurezza federale degli Stati Uniti, pare avesse richiesto una certificazione apposta per evitare che si verificassero fenomeni di auto combustione. Questo problema è legato soprattutto alle batterie che si potevano incendiare a causa del surriscaldamento e alla vicinanza del motore elettrico.
Per questo motivo le grosse catene di negozi hanno ritirato questi hoverboard dalla circolazione e anche ad Amazon è toccato bloccare le vendite dei prodotti privi di questa certificazione.
In Europa invece tutto tace ma altre certificazioni sono state richieste dai produttori di queste tecnologie si innovative, ma che possono diventare pericolose. Inoltre molti di questi prodotti sono utilizzati da bambini e per tale motivo è obbligatorio un occhio di riguardo in più.
Vedremo come andrà a finire questa storia, per ora Amazon USA ha ritirato numerosi hoverboard e la Comunità Europea ha richiesto normative e certificazioni più rigide per la diffusione nei mercati.
Il ragazzo ha trovato il telefono fuori da scuola e anziché consegnarlo all'Ufficio Oggetti Smarriti, ha deciso di usarlo, ma il legittimo proprietario aveva già presentato la denuncia di smarrimento.
Piacenza, 25 febbraio 2016
Trova un cellulare e lo tiene per sé, rimediando così una denuncia per ricettazione: questo l'amaro epilogo per un 17enne residente in città, che nel novembre dello scorso anno, all'uscita da scuola, vicino al cancello del proprio istituto aveva notato a terra un telefonino. Anziché consegnarlo all'Ufficio Oggetti Smarriti, ha deciso di utilizzarlo, inserendo una nuova scheda telefonica senza considerare, però, che il legittimo proprietario aveva già presentato denuncia consegnando gli indicativi informatici necessari a rintracciare il dispositivo.
La sezione di Polizia Giudiziaria della Polizia Municipale ha potuto così procedere alle verifiche del caso, nonché all'individuazione della persona che utilizzava illegittimamente lo smartphone, che il giovane – vistosi scoperto – ha consegnato spontaneamente agli agenti presentatisi a casa sua.
Sembrava un normale ciclista amatoriale, con tanto di divisa sportiva e bicicletta costosa. Così un ventottenne spacciatore tunisino "commerciava" indisturbato nella zona di Bomporto. Nonostande il travestimento è stato però fermato dai Carabinieri.
Di Manuela Fiorini – foto di Claudio Vincenzi
Modena, 25 febbraio 2016
Completo da ciclista e bicicletta da corsa costosa. Così un pusher tunisino di 28 anni, con precedenti specifici e già in prova ai servizi sociali, spacciava eroina e cocaina al dettaglio nella zona di Bomporto e, in particolare, nella frazione di Sorbara, sperando di passare inosservato.
I suoi spostamenti sospetti, però, non sono sfuggiti ai Carabinieri della stazione di Bomporto che, dopo vari appostamenti, lo scorso giovedì lo hanno arrestato, cogliendolo sul fatto. Gli uomini dell'Arma, appostati nei pressi dell'abitazione del tunisino, lo hanno visto scendere di casa. Ad aspettarlo c'era un 50 enne della zona, giunto anch'egli in bicicletta. Dopo una breve conversazione, i due sono saliti sull'auto del pusher, parcheggiata nel giardino in una zona nascosta. La prima parte dell'operazione ha consentito poi di fermare anche l'acquirente di una dose di eroina, che è stato fermato e segnalato alla Prefettura.
Dopo avere accontentato il "cliente", lo spacciatore è poi uscito di casa in tenuta da ciclista e ha inforcato il velocipede per completare il suo giro di affari. Poche ore dopo, però, è stato fermato dai Carabinieri e la perquisizione ha confermato i sospetti. L'uomo, infatti, nascondeva nella tuta da ciclista 40 dosi di cocaina e 23 di eroina, per un totale di 50 grammi. Nascosti nei calzini, invece, c'erano 2.750 euro in contanti, probabile frutto dell'attività di spaccio. Sono stati sequestrati anche due telefoni cellulari, attraverso i quali il pusher manteneva i contatti con i suoi clienti e che saranno utili per avere un quadro della sua clientela e dei suoi fornitori.
La perquisizione successiva nell'abitazione dell'uomo, invece, ha dato esito negativo. Non è stata trovata altra droga tranne quella che l'uomo aveva addosso, né proventi dello spaccio. Il pusher è stato arrestato.
"La sfida delle mamme" su Facebook è una trappola, avverte la Polizia postale. Bisogna interrompere un gioco che potrebbe rivelarsi un pericolo per i bambini immortalati nelle foto pubblicate...
Parma, 23 febbraio 2016
Quale mamma, in questi giorni, non è stata 'nominata' da un suo contatto di Facebook e invitata ad accettare una sfida a suon di foto con prole?
Quasi nessuna, a giudicare dall'invasione di immagini che vogliono essere la testimonianza dell'orgoglio materno.
Il gioco ha preso la mano, tanto da far intervenire la Polizia postale che ha indagato e ha scoperto che dietro questa catena c'è un reale pericolo: quello della pedofilia.
L'invito è quello di smettere. Non solo perché si devono rispettare i bambini che ora non hanno facoltà di decidere se apparire su un social ma soprattutto perché le foto potrebbero finire in siti pedopornografici.
L'orgoglio di una mamma che espone il proprio figlio potrebbe trasformarsi in un vero e proprio incubo, perché quelle immagini amate potrebbero essere rubate e poi utilizzate per fini loschi.
Il gioco, dietro cui si potrebbe nascondere un orco, è semplice: una mamma posta sul proprio profilo tre foto che la "rendono felice di essere mamma" e poi invita altre amiche a fare altrettanto.
E così è bello che fatto un immenso 'vivaio' da cui attingere immagini di inconsapevoli e innocenti creature. Ed è per questo che sul proprio profilo Facebook la Polizia postale ha invitato alla prudenza. "Se i vostri figli sono la cosa più cara al mondo, non divulgate le loro foto in Internet - si legge nel post -. O, quanto meno, abbiate un minimo di rispetto per il loro diritto di scegliere, quando saranno maggiorenni, quale parte della propria vita privata condividere. Se questo non vi basta, considerate che oltre la metà delle foto contenute nei siti pedopornografici provengono dalle foto condivise da voi".
A pensarci, è roba da far accapponare la pelle e, se le forze dell'ordine prendono posizione rispetto a questo fenomeno, è perché il pericolo è davvero dietro l'angolo, anche quando si ritiene che i bambini siano protetti, lontani anni luce da quello che accade in certi siti.
Qualcuno non ha preso bene l'intervento al punto che la stessa Polizia postale ha in seguito specificato che si trattava di "un consiglio" facendo comunque notare che la loro casella di posta è intasata dai "messaggi di aiuto per il furto di foto".
La richiesta di intervento di un cittadino e l'arrivo dei Carabinieri hanno permesso di evitare un colpo ai danni di una filiale di Massa Finalese. Per attuare il furto la banda di ladri si voleva servire del mezzo rubato a Modena.
Modena, 23 febbraio 2016
A Finale Emilia i Carabinieri della locale Stazione sono riusciti a evitare un furto di bancomat, mettendo in fuga i ladri. Verso le 2.00 del mattino di domenica scorsa un cittadino, insospettivo che stesse accadendo qualcosa, ha telefonato al 112 per la presenza di un carro attrezzi nei pressi di una banca a Massa Finalese, dove alcuni malviventi infatti, stavano tentando di abbattere un bancomat per asportarlo, senza riuscirci. L'immediato arrivo della pattuglia in servizio perlustrativo notturno ha messo in fuga la banda che ha lasciato sul posto il carro attrezzi, risultato rubato poco prima a Modena.
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