Visualizza articoli per tag: cronaca

Venerdì, 14 Settembre 2018 10:13

Anziana parmigiana truffata di oltre 150.000 euro

Dai conti bancari e postali dell'anziana (prosciugati), erano stati prelevati oltre 150.000 euro solamente dall'inizio anno. La Polizia di Stato denuncia due donne dell'Ex Jugoslavia. 

Parma -

Nei giorni scorsi agli investigatori della Sezione Antirapine della Squadra Mobile è giunta la segnalazione da parte del personale di un ufficio postale del centro di Parma, che una anziana cliente, nell'ultimo periodo, aveva effettuato ingenti prelievi di denaro adducendo delle motivazioni non plausibili.
In particolare, a partire dal mese di gennaio, la 85enne, oltre ad esaurire i soldi sul proprio libretto postale, aveva smobilitato una polizza e tutti i buoni postali effettuando numerosi prelievi di 2.000 euro ed alle insistenti richieste dell'impiegato riferiva, a volte, che doveva pagare la cauzione ad una donna in carcere in Croazia ed altre che doveva aiutare due famiglie bisognose. Il personale dell'Ufficio postale sapeva che l'anziana viveva sola e non aveva figli oltre a non voler indicare nomi e recapiti di eventuali parenti.

 

LE INDAGINI

Nei giorni scorsi la signora ha chiesto ancora di prelevare 2.000 euro, ottenendone 1.000, e prenotandone altri 2.000 per la mattina seguente.
 Preoccupati che fosse vittima di una qualche azione delittuosa, il personale dell'ufficio postale ha quindi allertato le Forze dell'Ordine. Gi investigatori della Sezione Antirapine si sono recati la mattina seguente presso l'ufficio, prima dell'apertura, richiedendo che venissero fotocopiate le banconote che sarebbero state consegnate in mattinata all'anziana, abitante poco distante.
Gli investigatori si sono quindi posizionati nei pressi dell'ufficio postale e dell'abitazione dell'anziana per individuare a chi desse il denaro e dopo alcune ore, hanno fermato una donna che entrata nello stabile, usciva dopo pochi minuti con il denaro.
Seguita veniva poi fermata ed identificata in K. B. originaria dell'ex Jugoslavia. All'interno della borsa della donna venivano rinvenuti i 1.500 euro ritirati dalla vittima all'ufficio postale (fotocopiati) oltre a numerosi biglietti della lotteria "GrattaeVinci".

 

DA ANNI LA SIGNORA ERA VITTIMA DELLE DUE DONNE

K. B. veniva accompagnata presso gli uffici della squadra mobile, dove con atteggiamenti arroganti alla richiesta di indicare la provenienza del denaro, riferiva che era un aiuto economico che le era stato elargito da una amica.
La 85enne veniva poi convocata presso la Squadra Mobile dove serenamente riferiva che, anni or sono, aveva conosciuto all'esterno della Chiesa da lei frequentata, due straniere, appunto K.B. e L.R. le quali le avevano chiesto un sostegno economico per pagare le bollette e l'affitto di casa (del Comune).
L'anziana da allora, con cadenza settimanale, all'uscita della chiesa trovava le due donne che le chiedevano ed ottenevano i soldi. Nonostante i parrocchiani avessero messo in guardia la signora allontanando le due donne, queste erano riuscite a risalire all'abitazione della vittima continuando a ricevere denaro.
L'anziana ha raccontato agli agenti che negli ultimi tempi, da lei si recava solamente K.B. in quanto le era stato raccontato che L.R. era trattenuta presso il consolato a Milano, per pagare delle multe in Croazia e se non lo avesse fatto l'avrebbero portata in carcere in patria.
Per tale ragione, da alcuni mesi aveva provveduto a "consegnare un po' di soldi" a K.B. affinché li portasse al consolato ed agli avvocati che stavano lavorando per la liberazione di L.R. Anche gli ultimi 1500 €.

 

OLTRE 150.000 EURO SOLAMENTE DALL'INIZIO ANNO

 


Le successive indagini hanno portato ad identificare compiutamente la complice di K.B. e ad accertare che, dai conti bancari e postali dell'anziana (prosciugati), erano stati prelevati oltre 150.000 euro solamente dall'inizio anno.

Per tale ragione K. B. classe 1965 originaria dell'ex Jugoslavia e L. R. classe 1956 originaria della Croazia venivano indagate in stato di libertà alla locale A.G. per i reati di truffa aggravata continuata in concorso.

Pubblicato in Cronaca Parma
Giovedì, 13 Settembre 2018 17:31

All’esame per la patente manda il “sosia”

Un cittadino ghanese ha pensato bene di mandare all’esame teorico per il conseguimento della patente un’altra persona, a lui molto somigliante. Ma a una funzionaria della Motorizzazione i tratti somatici del candidato sono parsi troppo diversi da quelli della foto sui documenti. E ha chiamato la Polizia.

MODENA -  

Forse non si sentiva abbastanza preparato o, forse, era insicuro sulla lingua italiana, fatto sta che un cittadino ghanese di 37 anni, in regola con il permesso di soggiorno, all’esame teorico per conseguire la patente di guida ha mandato un “sosia”.

Alla sezione di esami per privatisti si è quindi presentato un cittadino straniero, che ha esibito ai funzionari della Motorizzazione la carta di identità e il permesso di soggiorno dell’amico. Qualcosa però non è quadrato a una delle funzionarie in aula, che ha notato che i tratti somatici delle fotografie sui documenti e quelli del volto dell’esaminando non corrispondevano e ha allertato la Polizia Stradale di via Giardini

Nel frattempo, l’uomo si è reso conto di essere stato scoperto e ha lasciato l’aula in fretta e furia,lasciando lì, però i documenti del complice. Quest’ultimo, poco dopo, si è recato in Motorizzazione per recuperarli, negando di aver mandato un “sostituto” a sostenere l’esame. Qui ha trovato la Polizia, che lo ha accompagnato presso la sede della sezione locale per alcuni approfondimenti, scoprendo che anche la carta di identità esibita dal ghanese per sostenere l’esame era falsa.

L’uomo è stato quindi denunciato in stato di libertà per concorso in sostituzione di persona e per falsità ideologica e materiale.

Pubblicato in Cronaca Modena
Giovedì, 13 Settembre 2018 17:05

Pedofilo si adescava minorenni in rete: arrestato

Si tratta di un 21 enne che si faceva mandare dalle minorenni foto intime, poi le ricattava. Le indagini sono partite nel 2017 in seguito alla denuncia del padre di una delle vittime, che sono 26 in tutta Italia.

PRIGNANO (MO) –

Adescava ragazzine minorenni su internet, servendosi soprattutto di Instagram e WhatsApp, entrava in confidenza con loro e si faceva mandare foto “intime”. A questo punto scattava la trappola: le ricattava minacciando di divulgare le immagini in suo possesso se non gliene avessero inviate altre. E per intimorire le sue vittime, si spacciava per un affiliato dell’Isis mandando loro filmati riconducibili al terrorismo islamico. 

Per questo un 21 enne residente a Prignano sulla Secchia, nel modenese, è stato arrestato per i reati di produzione e divulgazione di materiale pedopornografico. Le indagini erano partite nel novembre del 2017 in seguito alla denuncia del padre di una delle vittime. 

L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli, dai militari del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Ischia, in collaborazione con i colleghi della compagnia dei Carabinieri di Sassuolo (MO), ha consentito di risalire al 21 enne.

Nella sua abitazione i Carabinieri hanno sequestrato diverse apparecchiature elettroniche, tra cui Pc, smartphone e hard disk. Nel corso delle perquisizioni è stato ritrovato anche altro materiale pedopornografico. È stata quindi eseguita l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli. Le vittime individuate, tutte minorenni, sono 26, e risiedono su tutto il territorio nazionale.

Pubblicato in Cronaca Modena
Giovedì, 13 Settembre 2018 16:45

Ritrovato dipinto del '600 rubato nel 1930

I Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale (TPC) restituiscono alla Pinacoteca Nazionale di Bologna il dipinto raffigurante "Madonna Orante" di Elisabetta Sirani, rubato nel 1930.

Bologna -

Questa mattina, alle 10:30, presso Palazzo Pepoli Campogrande di Bologna, il Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Bologna, Maggiore Giuseppe De Gori, alla presenza del Direttore del Polo Museale dell'Emilia Romagna, Dott. Mario Scalini, ha restituito alla Direttrice della Pinacoteca Nazionale di Bologna, Dott.ssa Elena Rossoni, il dipinto, raffigurante "Madonna Orante", di Elisabetta Sirani (Bologna 1638-1665), rubato 88 anni fa, da quel museo.

L'eccezionale recupero scaturisce da una segnalazione da parte dei responsabili dello stesso polo museale che avevano riconosciuto, in un'opera in vendita presso una casa d'aste ligure, similitudine con quella rubata nel 1930 e denunciata, dall'allora direttore pro-tempore, al Procuratore del Re di Bologna. I minuziosi approfondimenti investigativi dei Carabinieri del TPC di Bologna, resi ancora più difficoltosi perché l'immagine dell'opera, data l'epoca del furto, non era contenuta nella Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando TPC, consentivano di reperire, agli atti del museo bolognese, l'effigie fotografica della storica catalogazione del prezioso dipinto.

dipintorubato.jpg

La comparazione dell'antica fotografia con il bene posto in asta, ha permesso di confermare con assoluta certezza che l'opera, nel frattempo, acquistata in buona fede da un ignaro acquirente era in realtà proprio quella sottratta 88 anni prima. L'Autorità Giudiziaria di Genova disponeva il dissequestro e la restituzione del dipinto in favore della Pinacoteca Nazionale.
In occasione dell'importante recupero, il Polo Museale dell'Emilia Romagna realizzerà, proprio nelle sale espositive di Palazzo Pepoli Campogrande, un percorso di visita dedicato ai dipinti devozionali di Elisabetta Sirani, inclusa la pregiatissima Madonna Orante, che verrà così riaccostata al Redentore benedicente.

Madonna_Orante_di_Elisabetta_Sirani.jpg

 

Pubblicato in Cronaca Emilia

Una terribile vicenda fatta di minacce e raggiri per estorcere denaro alla famiglia del giovane disabile. Agli arresti domiciliari B.A., parmigiano, di 24anni che stava iniziando a circuire un altro giovane caratterizzato da analoghe problematiche di natura psichica.

Parma -

Una lunga e complessa attività investigativa ha portato agli arresti domiciliari per B.A., parmigiano di 24anni, per i reati di circonvenzione di incapaci aggravata, minaccia aggravata, truffa aggravata, detenzione illegale di armi.

La vicenda trae origine dalla denuncia di un giovane disabile che stanco del comportamento di colui che si definitiva un "amico", ha trovato il coraggio di denunciare, raccontando di aver subito vessazioni perpetrate a lungo e di essere stato indotto anche a chiedere somme di denaro, sotto minaccia, alla sua famiglia.
B.A., approfittando della fragilità e della debolezza psichica del ragazzo, avrebbe infatti inizialmente cercato di stringere un solido ed esclusivo legame con la vittima, presentandosi alla sua famiglia come un soggetto "generoso" e attento ai problemi di ragazzi difficili; nello stesso tempo, però, gli impediva di frequentare altri amici o la famiglia stessa, facendo in modo che cominciasse a nutrire verso di lui una fiducia esclusiva. Questo morboso attaccamento, pian piano, è degenerato facendo emergere il lato violento di B.A. che, in diverse occasioni, è arrivato a minacciare il ragazzo, anche con delle forbici, di procurare lesioni e danni fisici a lui e alla sua famiglia.

La vittima era molto intimorita poiché B.A., a casa, deteneva delle armi, dei bossoli, dei pugnali, dei manganelli e altri strumenti atti ad offendere.
Con l'aiuto della vittima, poi, era riuscito ad ottenere somme di denaro dai genitori del ragazzo, che poi gestiva direttamente, anche se, in apparenza, veniva consegnato alla vittima. Le scuse erano delle più svariate: un incidente subito o per il pagamento di una multa o per diventare autonomo.

Le condotte criminose attuate da B.A. hanno trovato riscontro anche dal rinvenimento di un libro mastro su cui erano annotati i dati anagrafici della vittima e dei relativi familiari oltre che da altra documentazione tutta sottoposta a sequestro unitamente alle armi, in origine legalmente detenute, utilizzate per concretizzare la condotta illecita.

Il prosieguo delle indagini, poi, ha fatto emergere una realtà inquietante essendo stato accertato che B.A. stava tentando di attuare il medesimo disegno criminoso, con le stesse modalità, iniziando a circuire un altro giovane caratterizzato da analoghe problematiche di natura psichica.

Pubblicato in Cronaca Parma

Prime conferme sul corpo carbonizzato ritrovato nelle campagne del modenese nella giornata di lunedì. Si tratterebbe di una giovane, la cui morte risalirebbe ai primi giorni di settembre. Aperto un fascicolo per omicidio aggravato e distruzione di cadavere.

MODENA –

La sua identità rimane ancora ignota, ma il cadavere carbonizzato ritrovato a San Donnino, nel parcheggio adiacente il Percorso Natura del fiume Panaro nel tardo pomeriggio di lunedì sarebbe di una giovane donna.

Le condizioni in cui versava il corpo richiedono un esame autoptico più approfondito, ma i primi accertamenti e i rilievi compiuti dai Ris sembrano escludere la morte naturale o per cause accidentali.

La Magistratura ha pertanto aperto un fascicolo per omicidio aggravato e distruzione di cadavere. Sembra infatti che il corpo si trovasse nel parcheggio isolato da non più di una settimana, e che la combustione non sia stata la causa della morte. La vittima potrebbe, quindi, essere stata uccisa altrove e trasportata nel luogo del ritrovamento dove qualcuno ha tentato di renderla irriconoscibile o di fare sparire il suo corpo dandolo alle fiamme.

Ulteriore elemento di indagine sarà anche il contesto in cui il cadavere è stato ritrovato. La zona attorno alle casse di espansione del Panaro, infatti, è frequentato soprattutto da prostitute che si appartano con i loro clienti per consumare le prestazioni sessuali, ma è anche area di bivacchi di senza fissa dimora. Un'ambiente degradato in cui potrebbe essere nascosta la chiave di questo mistero di fine estate.

Pubblicato in Cronaca Modena

Intervento dei Carabinieri in piazza Maggiore a Bologna. Bloccato esagitato all'interno della Basilica di San Petronio in preda a "delirio religioso".

Bologna -

Nella serata di ieri, movimentato intervento dei Carabinieri in Piazza Maggiore quando K.B, trentunenne albanese, dopo essersi unito ai visitatori ed aver fatto accesso alla Cattedrale, ha dato segni di squilibrio.

Il tutto intorno alle ore 19.00, tra la folla abitualmente presente in Piazza Maggiore e la moltitudine di turisti in visita alla Basilica di San Petronio. Il trentunenne albanese, dopo i controlli di rito ad opera dei militari, è entrato in Chiesa urlando frasi prive di senso, in lingua albanese, invendo palesemente contro alcune persone presenti.

La confusione ha richiesto l'immediato intervento dei militari della Stazione Bologna Indipendenza, poco distanti, che in pochi secondi sono riusciti a bloccarlo accompagnandolo all'esterno del luogo di culto. Sul posto giungeva in ausilio anche una pattuglia del Nucleo Radiomobile Carabinieri che, dopo il trasferimento dello stesso presso gli uffici di via Galliera, ha avviato le opportune attività di identificazione e verifica.

Il giovane, affetto da disturbi di natura mentale, definiendosi "messaggero del Signore". Al termine delle verifiche, su disposizione della Procura della Repubblica di Bologna.

Pubblicato in Cronaca Emilia
Martedì, 11 Settembre 2018 14:12

Tentato furto in un ristorante del centro di Modena

Questa notte, personale della Squadra Volante ha tratto in arresto un cittadino italiano di 47 anni, pregiudicato, per tentato furto aggravato.

Intorno all'una di notte, su segnalazione pervenuta alla linea di emergenza 112NUE, gli agenti sono intervenuti per un furto in atto ai danni di un ristorante del centro storico. Alcuni residenti avevano notato l'uomo, già noto nel quartiere per comportamenti di disturbo alla quiete pubblica e ubriachezza molesta, mentre cercava di spaccare la vetrina del locale ed hanno allertato la Polizia.

Gli agenti sono intervenuti nell'immediatezza e lo hanno bloccato in via Tre Re. L'individuo è stato trovato in possesso di un cacciavite con punta a taglio, utilizzato per forzare una delle porte finestra dell'esercizio commerciale.

Il 47enne, gravato da numerosi precedenti di Polizia e penali e sottoposto alla misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale, con obbligo di dimora nel Comune di Modena e divieto di allontanarsi nelle ore serali dalla propria abitazione, è stato anche deferito all'Autorità Giudiziaria per porto di oggetti atti ad offendere e per inosservanza alle prescrizioni della Sorveglianza Speciale. Trattenuto all'interno delle camere di sicurezza della Questura, è in attesa del processo con rito direttissimo fissato per oggi.

Pubblicato in Cronaca Modena

Nell'ambito di un più ampio dispositivo di controllo del territorio, sono stati intensificati i servizi finalizzati alla prevenzione dei reati nel territorio parmense.

Verso le 17.00 di ieri, il Nucleo Volanti della Questura, durante il servizio di pattugliamento nella zona di via Mantova, quartiere più volte segnalato per la presenza di spacciatori e recentemente oggetto di furti in abitazione, ha notato un'auto procedere a forte velocità.

Un piccolo inseguimento, per eludere il controllo degli agenti, terminato poche centinai di metri in via Pedrignano, dove la volante è riuscita ad intercettare l'Alfa Romeo. Alla guida, E.F.E.H, le sue iniziali, tunisino, residente a Mantova, incensurato ed in regola con il soggiorno, è apparso subito molto agitato ed intollerante al controllo di Polizia.

A seguito della perquisizione, all'interno di un borsello, erano nascosti circa tremila euro in contanti suddivisi in banconote di vario taglio. Non fornendo valide motivazioni in merito al denaro in suo possesso e considerando anche che riferiva di essere disoccupato, gli agenti hanno perquisito il veicolo.
Nascosti all'interno del bagagliaio, occultati tra alcuni indumenti, vi erano 30 panetti di stupefacente, del tipo hashish, avente ognuno peso approssimativo di grammi 100, nonché 50 ovuli, avente ognuno peso approssimativo di grammi 10, per un totale complessivo di circa 3,5 kg di hashish.

hashish.png

 

Considerato il tutto, lo straniero è stato accompagnato in Questura ove, al termine di tutti gli accertamenti, sotto la puntuale direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma, E.F.E.H è stato arrestato per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e accompagnato presso la locale casa circondariale in attesa di giudizio.

Pubblicato in Cronaca Parma

Nel pomeriggio di ieri, personale della Squadra Volante ha tratto in arresto un cittadino rumeno di 32 anni, per tentato furto aggravato in concorso, perpetrato all'interno dell'Extracoop del centro commerciale "Grandemilia" di via Emilia Ovest a Modena.

Il 32enne è stato notato dal personale di vigilanza dell'esercizio commerciale mentre, insieme ad un complice, occultava tre paia di occhiali da sole griffati all'interno di una borsa per poi cercare di allontanarsi oltrepassando le barriere antitaccheggio. La borsa era stata modificata artigianalmente per inibire il corretto funzionamento dei sensori d'allarme che difatti non è scattato.

Gli agenti intervenuti hanno accompagnato il giovane incensurato in Questura, per redigere gli atti di rito, dove è stato trattenuto in attesa del processo per direttissima fissato per oggi. Sono in corso indagini per addivenire all'identificazione del complice riuscito a dileguarsi, inquadrato però dalle telecamere di videosorveglianza.

La merce, del valore complessivo di 465,00€, non danneggiata e quindi rivendibile, è stata riconsegnata alla responsabile del supermercato.

Pubblicato in Cronaca Modena
È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"