Questa mattina personale della Squadra Mobile, coordinata dalla Procura di Parma, ha dato esecuzione all'Ordinanza di custodia cautelare a carico di PESCI Federico, classe '72 residente a Parma, e ANIYEM Wilson Ndu, classe '65, nato in Nigeria e domiciliato a Parma responsabili di violenza sessuale e lesioni pluriaggravate nei confronti di una giovane italiana di 21 anni.
L'episodio risale alla notte tra il 18 ed il 19 luglio. Dopo uno scambio di messaggi nei giorni precedenti in cui Pesci ha più volte invitato la giovane a uscire con la promessa di regali, lei ha accettato d'incontrarlo. Lui, a bordo della sua moto, è andato a prenderla a casa e insieme si sono diretti in un locale cittadino. Lì hanno trascorso alcune ore per un aperitivo protrattosi fin oltre la mezzanotte, per poi spostarsi nell'attico del Pesci dove la serata si sarebbe dovuta concludere con un rapporto sessuale voluto da entrambi. Giunti a casa per la giovane sono cominciate le sorprese. Pesci ha contattato telefonicamente un uomo, proprio Aniyem che si è rivelato essere il suo spacciatore abituale, chiedendogli di portare dello stupefacente. Quest'ultimo si è presentato con il "carico" che è stato consumato immediatamente. Quando il padrone di casa e la giovane hanno iniziato a consumare il rapporto Aniyem si è inserito. La situazione è poi precipitata la giovane è stata sferzata da una frustata alle spalle e il colpo è stato tanto violento da farla cadere a terra. A quel punto è stata immobilizzata facilmente dai due che l'hanno bloccata legandola ai polsi e alle caviglie, l'hanno poi imbavagliata e le hanno applicato un morso in bocca perché non si sentissero le urla e le sue richieste di fermarsi, smettere. E' stata sottoposta ad ogni genere di violenze per oltre 5 ore in cui nessuno dei due ha accennato a fermarsi.
Nel corso della notte Pesci ha chiamato più volte altri spacciatori e più volte ha consumato la droga consegnata. Quando la 21enne è stata finalmente liberata ha subito inerme un altro rapporto sessuale, poi dolorante e scioccata ha preso un taxi chiamato da Pesci che l'ha condotta a casa. Nonostante volesse solo dimenticare e non abbia fatto un minimo cenno dell'accaduto ai genitori, gli evidenti segni sul corpo, i dolori insopportabili e le difficoltà ad alimentarsi hanno indotto la madre a condurla al Pronto Soccorso da cui è pervenuta la segnalazione agli uffici della Squadra Mobile.
L'attività degli investigatori ha preso il via immediatamente e la prognosi - la 21enne è stata dimessa con 45 giorni – non ha fatto che confermare la brutalità delle violenze subite. In prima battuta, a causa del dolore, della paura e del profondo senso di colpa, la giovane ha faticato a raccontare l'accaduto dicendo di non conoscere i due aguzzini. Solo una volta messa a suo agio è riuscita a confidarsi con gli operatori della Polizia di Stato. L'impegno degli uomini della Squadra Mobile, coordinati dalla Procura di Parma, ha consentito di riscontrare punto per punto ogni singola parola della ragazza fino alla ricostruzione delle violenze.
Settembre è il mese di Parma UNESCO City of Gastronomy. Questa mattina al Ridotto del Teatro Regio si è tenuta la conferenza stampa di presentazione delle iniziative in programma per il "Settembre gastronomico".
Un intero mese di attività ed eventi legati alle filiere di eccellenza del territorio promosso dal Comune di Parma in collaborazione con gli attori della cabina di regia dell'agroalimentare per celebrare la vocazione di Parma, Città Creativa UNESCO per la Gastronomia.
Ospite d'eccezione questa mattina, lo Chef stellato Carlo Cracco, che firmer il menu della Cena dei Mille, in particolare i dolci, del primo appuntamento di "Settembre Gastronomico".
Galleria fotografica a cura di Ph. di Francesca Bocchia
L'esercente ha impropriamente surgelato e messo in vendita la carne. Verifiche effettuate dalla Municipale, insieme ai servizi sanitari.
28 agosto 2018
Duecento chilogrammi di cosce di tacchino surgelate sono state sequestrate dalla Polizia municipale di Modena in un negozio di viale Gramsci durante controlli effettuati in esercizi commerciali della zona dagli agenti del Quartiere 2, affiancati da operatori del Nucleo del Commercio.
Quattro i negozi in cui, nel pomeriggio di giovedì 23 agosto, si sono svolte le verifiche, tra di essi anche la rivendita di generi alimentari gestita da un'esercente di nazionalità ghanese dove è stata trovata la carne. Una trentina di cosciotti confezionati in sacchetti di plastica per uso domestico erano stipati nel frigorifero del negozio pronti per la vendita e, in quantità ben maggiore, nella cella freezer dello stesso esercizio, dove gli agenti hanno trovato i fusi di tacchino confezionati in sacchetti impilati in cassette per la frutta.
Considerate le anomale modalità di confezionamento e conservazione, la Municipale ha richiesto la collaborazione del Sian, il Servizio Igiene Alimenti e del Servizio Veterinario dell'Ausl. Gli accertamenti hanno quindi permesso di rintracciare la provenienza della carne, regolarmente acquistata in grande quantità nel marzo scorso presso una ditta avicola di Verona, e in seguito surgelata dalla titolare del negozio di viale Gramsci per poterla poi vendere nei mesi successivi.
La donna non avrebbe però potuto effettuare alcuna manipolazione sulla merce, né tantomeno procedere all'autonoma surgelazione. Le è stata pertanto contestata l'illecita lavorazione della carne, effettuata senza il titolo abilitativo, ed è scattato il sequestro dell'intera partita di cosce che saranno trasformate in mangime per animali da parte di ditte specializzate, come disposto dai tecnici dell'Ausl.
I controlli hanno anche consentito agli agenti della Muncipale di identificare numerosi avventori dei negozi, nessuno dei quali è risultato privo del permesso di soggiorno.
La Polizia municipale è da tempo impegnata con un'intensa attività nella zona di viale Gramsci ed ErreNord, attraverso servizi che vedono impegnati gli agenti del Comando di via Galilei in controlli del territorio e servizi appiedati nel parco XXII Aprile, finalizzati alla repressione di fenomeni predatori e di spaccio di sostanze stupefacenti, senza tuttavia tralasciare nemmeno l'aspetto commerciale e quello igienico sanitario legato ai negozi presenti nella zona.
Cella freezer del negozio con carne sequestrata
Fonte: Comune di Modena
La Polizia municipale ha già restituito alla start up che ha lanciato a Modena il nuovo servizio di bike sharing il mezzo rintracciato dal satellitare.
Speravano di averla fatta franca e il bottino questa volta era anche più appetibile del solito, trattandosi, non di una normale bicicletta, ma di uno dei moderni mezzi del nuovo servizio di bike sharing a flusso libero attivato a Modena dalla start up Moovas Tribe.
Invece, grazie alla visualizzazione Real time satellitare in dotazione a tutti i mezzi della flotta Moovas Tribe, il tentativo di furto è stato sventato: la bicicletta rintracciata in pochi minuti dal personale della sturt up, è stata recuperata della Polizia municipale che, nei pressi dello stesso luogo, ha rinvenuto anche un'altra bici, non del servizio di bike sharing, ma con buone probabilità ugualmente oggetto di furto.
A far scattare l'allarme, nel pomeriggio di ieri, domenica 26 agosto, è stata la collocazione anomala, un'area di cantiere in via Calle Bondesano, in cui risultava essere la bici Moovas Tribe che diverse ore prima era stata regolarmente noleggiata presso la Stazione dei treni (al servizio si accede tramite un'app che consente di sbloccare il mezzo elettronicamente dopo aver inserito i riferimenti della carta di credito).
Il personale della start up, che può controllare in tempo reale la posizione dei mezzi, si è recato sul posto e ha visto due individui armeggiare sulla bicicletta portata all'interno di un'area di cantiere chiusa, nel tentativo di rimuovere il lucchetto elettronico, forse credendo erroneamente che vi fosse collocato il Gps.
Allertata la Polizia municipale, la pattuglia in servizio in centro storico è arrivata in pochi minuti e ha recuperato il mezzo che già questa mattina è stato restituito ai legittimi proprietari. La denuncia di furto consentirà di svolgere i necessari accertamenti sulla carta di credito utilizzata per prendere a noleggio la bici protetta da un sistema Gps continuamente attivo, che è praticamente impossibile da rimuovere e che in questo caso ha consentito di recuperare anche un'altra bicicletta. Purtroppo questo secondo mezzo non è in alcun modo tracciato, pertanto nei giro di alcuni giorni sarà portato all'ufficio oggetto smarriti. Presentare denunce più circostanziate possibile (indicando per esempio anche il numero di telaio o particolari modifiche fatte) consente di accertare la proprietà della bicicletta e aumenta le possibilità di vedersi restituire un mezzo oggetto di furto.
Fonte: Comune di Modena
Sicuramente una notizia che gli amanti dei viaggi low cost non accetteranno di buon grado. La nota compagnia aerea cambia la politica sui bagagli. Niente più viaggi gratis su Ryanar per i trolley di dimensioni ridotte. Dal primo novembre, anche imbarcandolo in stiva, si dovrà comunque pagare.
Acquistando il biglietto con il supplemento priority da 6 euro si potranno portare a bordo una borsa o uno zaino e il trolley, senza la priorità invece si potranno portare con sé solo borse e zaini e si dovrà comunque pagare l'imbarco del secondo bagaglio, anche se di dimensioni e peso ridotti (massimo 10 chili).
Se il trolley verrà registrato al momento dell'acquisto del biglietto il costo sarà di 8 euro, successivamente sarà di 10 euro. Oggi si pagano 25 euro per imbarcare valigie di massimo 20 chili. L'obiettivo è quello di convincere i passeggeri a spedire il bagaglio per ridurre il più possibile i tempi di imbarco ed evitare ritardi nella partenza dei voli. Secondo quanto afferma la compagnia in una nota, il 60% dei viaggiatori non sarà interessato dai cambiamenti.
Questa mattina, intorno alle 9:30, si è verificato un terribile incidente sul cavalcavia di viale Europa, nei pressi del casello autostradale. Due le auto coinvolte nello spaventoso frontale.
Per la ragazza di 26 anni a bordo di una Panda grigia sono stati inutili i soccorsi, purtroppo lo scontro è stato fatale. Ricoverata d'urgenza, invece, nel reparto di Rianimazione dell'Ospedale Maggiore di Parma la conducente della seconda auto.
Sul posto sono accorsi gli operatori del 118 e i Vigili del Fuoco. Sono in corso gli accertamenti della polizia municipale per ricostruire la dinamica dell'incidente.
Aveva costituito una ditta individuale per il commercio all'ingrosso di materie plastiche con sede a Guastalla (RE) e la Tenenza della Guardia di Finanza di Guastalla aveva accertato nei suoi confronti l'emissione di fatture per operazioni inesistenti ed una frode fiscale di oltre 3 milioni di euro; ora i suoi beni finiscono sotto sequestro.
E' la decisione adottata dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Emilia, in accoglimento di analoga richiesta cautelare avanzata dalla Procura della Repubblica reggiana, in relazione alle indagini della Guardia di Finanza di Guastalla che avevano denunciato per frode fiscale un 45enne di origini mantovane, residente da tempo nella bassa reggiana, rivelatosi evasore totale.
Il provvedimento di sequestro preventivo è finalizzato alla successiva confisca di beni per valore equivalente al profitto del reato, cioè alle imposte evase per effetto dell'emissione delle fatture fittizie e dell'omessa dichiarazione dei propri proventi, oltre all'IVA dovuta, stimate in circa 700.000 euro. Pertanto nella giornata di ieri i militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Guastalla hanno proceduto al sequestro di 18 autovetture, 1 motoveicolo ed il saldo attivo di n. 1 libretto di deposito a risparmio postale, fino alla concorrenza del valore del profitto del reato di frode fiscale.
L'attività di servizio portata a termine testimonia la costante attenzione della Guardia di Finanza nella lotta all'evasione fiscale a tutela delle entrate dello Stato, nonché il fortissimo impegno profuso dai militari del Corpo affinché i risultati conseguiti in sede investigativa possano tradursi in un concreto ed effettivo recupero erariale.
Il museo parigino ha chiesto in prestito il capolavoro dell’artista modenese, attualmente ospitato nella chiesa di San Giovanni Battista, per un’importante mostra che aprirà nel 2020 e che sarà dedicata all’arte nel periodo in cui visse e operò Leonardo da Vinci. Si attende l’ok dell’Arcidiocesi e, soprattutto, della Soprintendenza
MODENA –
Uno dei capolavori modenesi, il Compianto sul Cristo morto di Guido Mazzoni, vissuto tra il 1450 e il 1518, potrebbe essere uno dei pezzi forti della grande mostra che il Louvre di Parigi sta allestendo per il 2020 e che sarà dedicata all’arte nel periodo in cui visse e operò il genio di Leonardo da Vinci.
Il gruppo scultoreo, in terracotta policroma, è attualmente ospitato presso la Chiesa di San Giovanni Battista che è quasi sempre chiusa e la visione dell’importante opera d’arte viene segnalata “solo su prenotazione”. Paradossalmente, quindi, un capolavoro poco visibile ai modenesi potrebbe essere visto dalle migliaia di visitatori del museo parigino.
Tuttavia, è ancora presto per dire se il Compianto prenderà la via della capitale francese. L’Arcidiocesi di Modena e Nonantola, proprietaria del gruppo scultoreo, realizzato negli anni settanta del Quattrocento, sembra ben propensa al “prestito”, tuttavia, deve ancora partire l’iter da parte della Soprintendenza. Gli esperti dovranno infatti valutare se, nonostante l’altissimo livello di sicurezza garantito dal Louvre in materia di assicurazione, trasporto, tutela ed esposizione al pubblico, è in grado di lasciare la sua sede modenese.
L’opera del Mazzoni, infatti, si presenta come particolarmente delicata, anche in seguito a un restauro “selvaggio”, avvenuto negli anni Novanta, che di fatto ha privato le otto figure che la compongono del rivestimento policromo ottocentesco.
Guido Mazzoni deve proprio la sua fortuna artistica ai gruppi in terracotta policroma con figure a grandezza naturale, nelle quali è riuscito a trasfondere emozioni e moti dell’animo attinti dall’osservazione del quotidiano.
A Modena, oltre al Compianto, si trovano anche la celebra “Madonna della Pappa”, conservata nella cripta della Cattedrale, e la “Testa di Vecchio”, conservata presso la Galleria Estense.
La vittima, Filomena Cataldi, in seguito a un diverbio, è stata raggiunta nel suo appartamento di San Polo di Torrile (PR), è stata prima picchiata, poi strangolata e accoltellata. È stato lo stesso omicida a chiamare il 112
SAN POLO DI TORRILE (PR) –
Una donna di 44 anni, Filomena Cataldi, impiegata presso un'azienda di prodotti gastronomici, è stata brutalmente uccisa del vicino, un 36 enne cinese, nel tardo pomeriggio di ieri.
Erano circa le 17.30 quando l'uomo, in seguito a un diverbio con la condomina, l'ha inseguita fino al suo appartamento. Qui ha infierito su di lei con una furia cieca. Prima, infatti, l'avrebbe picchiata più volte al volto e al corpo, fino a tramortirla, per poi strangolarla e sferrarle una coltellata alla gola.
Dopo il delitto, è stato lo stesso omicida a telefonare al 112, confessando quello che aveva appena fatto. I Carabinieri hanno quindi provveduto al fermo del reo confesso che, secondo le testimonianze dei vicini, era di indole violenta e si sarebbe scagliato più volte contro la moglie e altri condomini.
Nei confronti della donna uccisa, invece, non c'erano stati precedenti.
La Capitaneria di Porto di Livorno sta indagando sulle ultime telefonate e sui contatti avuti via WhatApp da Pietro Fogliani, la cui imbarcazione, la Lalabelle, è stata trovata arenata sulla riva di Vada, nel livornese. Di lui ancora nessuna traccia.
SASSUOLO –
L'ultimo pagamento con la carta di credito, per saldare l'ormeggio, è stato registrato a Porto Lotti, a La Spezia, sabato scorso alle 13.30. E sempre a sabato, alle 13.53, è risale l'ultimo accesso a WhatsApp di Pietro Fogliani, l'imprenditore sassolese 56 enne di cui, da quasi una settimana, non si hanno notizie.
La sua barca a vela, la Lallabelle, è stata trovata incagliata vicino alla riva di Vada, in provincia di Livorno, senza che del suo proprietario vi fosse alcuna traccia. Proprio sull'imbarcazione è stato trovato il cellulare dell'imprenditore, mentre tutto il resto, dalle provviste agli indumenti agli effetti personali, è stato rinvenuto in ordine. Non ci sarebbero, infatti, i presupposti per far pensare a una colluttazione o a un tentativo di furto.
Le ricerche per ritrovarlo, coordinate dalla Capitaneria di Porto di Livorno, si sono intensificate, anche attraverso l'impiego di mezzi navali, aerei e subacquei, che stanno pattugliando un raggio di 55 miglia, nel tratto di mare compreso tra la zona sud di Porto Lotti, da dove è partita la barca a vela di Fogliani, al litorale di Piombino. Sono state allertate anche le Capitanerie di Porto di Genova e Civitavecchia per estendere le ricerche anche nelle loro aree di competenza. La Lallabelle, infatti, era sprovvista della strumentalizzazione di radiolocalizzazione satellitare a bordo e non è stato possibile ricostruire i suoi spostamenti.
Nel frattempo, i militari della Guardia Costiera stanno effettuando verifiche anche sulle ultime telefonate fatte e ricevute dal cellulare del sassolese nei giorni precedenti la sua scomparsa, e anche sulla movimentazione dei conti correnti, per escludere un allontanamento volontario.
Sono stati contattati anche il figlio di Fogliani, Alessandro, e l'ex moglie, per approfondire quali siano le abitudini del 56 enne, appassionato di rally e di barca a vela, attività che svolgeva spesso in solitaria. Si cerca di capire se era solito frequentare luoghi particolari o fermarsi durante la navigazione per andare a trovare degli amici. Insomma, tutto quanto possa essere utile per ritrovare il disperso.
Finora, l'unico particolare anomalo è risultata essere la posizione del salvagente di bordo, ritrovato in mare e non a bordo, e con la cima attorcigliata a una delle eliche.