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Dal 6 all'8 Marzo il quartiere fieristico di Piacenza Expo si apre a tre eventi: in arrivo Seminat, Apimell e Buon Vivere -

Piacenza, 4 Marzo 2015 -

Con la Primavera alle porte arriva a Piacenza arriva anche la 34° edizione di Seminat, l'evento di forte richiamo che offre una ricca mostra mercato di piante ornamentali e da frutto, insieme a sementi ed attrezzature da giardino. Un appuntamento irrinunciabile per appassionati e curiosi che potranno trovare occasioni, novità sul mondo del verde e prendere spunto dai numerosi esempi di giardini appositamente creati da artigiani vivaisti, che ogni anno approfittano della manifestazione per esibire la loro maestria.

Tra le attività in programma vanno segnalati i laboratori di potatura, momenti utili per conoscere tecniche di coltivazione delle varie piante, oppure i percorsi legati ai frutti antichi, per riscoprirne caratteristiche, peculiarità e sapore. Il focus di quest'anno è orientato anche a proposte attente al risparmio in tempo di crisi, con soluzioni adatte a tutte le esigenze e tasche.

Sempre legato al mondo della natura, ma correlato all'ambito agroalimentare di qualità, è Buon Vivere, la rassegna che propone un vero itinerario del gusto in più tappe: dalla merenda all'aria, alle degustazioni, ai momenti di educazione alimentare per i più piccoli, fino allo spazio dedicato al pomodoro nell'anno di Expo 2015.

Infine ecco Apimell, la Mostra Mercato Internazionale di Apicoltura, dei Prodotti e delle Attrezzature Apistiche organizzata da Piacenza Expo, patrocinata quest'anno dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

Pubblicato in Dove andiamo? Piacenza

Per la Procura i vertici locali della Guardia di Finanza avrebbero ritardato l'inchiesta sul dissesto della società. Vertice in Comune con presidente dell'Associazione Italiana Calciatori (AIC), e una delegazione dei giocatori del Parma -

Parma, 4 marzo 2015 -

La bufera che ha investito il Parma calcio ora si sposta sul comando provinciale della Guardia di Finanza, che vede i vertici locali sotto inchiesta per omissione di atti d'ufficio, come riportato sul sito online della Gazzetta di Parma.
Il comandante provinciale, colonnello Danilo Petrucelli, e il vice, capo del Nucleo di polizia tributaria, tenente colonnello Luca Albanese sarebbero infatti stati sollevati dagli incarichi, quindi non rientreranno più negli uffici della caserma di via Torelli. Secondo la Procura,  avrebbero ritardato a far partire l'inchiesta sul dissesto della società.

Incontro tra il sindaco, Tommasi e i calciatori -

Damiano Tommasi, presidente dell'Associazione Italiana Calciatori (AIC), e una delegazione dei giocatori del Parma sono stati ricevuti dal sindaco Federico Pizzarotti in Municipio, assieme all'assessore allo Sport Giovanni Marani. All'incontro di ieri sono intervenuti anche i giocatori della squadra crociata Alessandro Lucarelli, Massimo Gobbi e Mattia Cassani, accompagnati da Mirco Levati.

"La nostra volontà e quella dei giocatori - si legge nella nota - è di riprendere a giocare e arrivare in fondo alla disputa del Campionato. Naturalmente per farlo occorre che si creino le condizioni necessarie. In questi giorni la squadra continua a fare il suo lavoro e a prepararsi, ma l'incontro di oggi non poteva dare risposte definitive, è stato necessariamente interlocutorio in vista dell'assemblea di Lega di venerdì" - ha affermato all'uscita del vertice Damiano Tommasi.

Sul futuro immediato anche il sindaco non si sbilancia: "Manenti dovrebbe giocare il suo ruolo di presidente - ha affermato Pizzarotti - se fosse serio starebbe già trattando per aprire lo stadio domenica, purtroppo non ci siamo ancora sentiti. Su una cosa ha ragione: non tocca a me trattare la cessione del Parma ed è appunto quello che non farò. Io mi preoccupo perchè la squadra è un patrimonio della città, faccio il massimo che posso fare per tenere insieme tutti gli interlocutori. Anche in questi giorni mi sono sentito con Tavecchio e Beretta. Tocca ad altri mettere risorse che servono per aprire lo stadio domenica, il Comune non può far altro che metterlo a disposizione. Mi chiedete se si gioca? Ora come ora posso dire che le probabilità sono al 50%. Il nostro obiettivo è quello di arrivare al 19 marzo, l'intervento del Tribunale sarà necessario ma sarà importante garantire la continuità per sperare di assicurare al Parma un futuro dignitoso".

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Dialogo e cultura contro l'omertà e il silenzio mafioso, nell'incontro tra gli studenti dell'Istituto Tecnico Gorni, Don Ciotti e il giudice Di Matteo -

- di Federico Bonati -

Modena, 4 marzo 2015 –

Il giorno dopo aver ricevuto la cittadinanza onoraria di Modena, il giudice antimafia Antonino Di Matteo, accompagnato dal sindaco Muzzarelli e dal fondatore di Libera, Don Luigi Ciotti, ha incontrato gli studenti dell'Istituto Tecnico Gorni.
Prima dell'incontro vero e proprio con gli studenti, c'è stata l'inaugurazione della targa in memoria di tutte le vittime innocenti uccise dalle mafie, situata nella Tenda di Viale Monte Kosica.

Una location non casuale quella nella quale è esposta la targa, in quanto luogo di aggregazione e promozione della legalità e della cultura antimafiosa. Il primo ad arrivare sul posto è il fondatore di Libera, Don Ciotti, il quale definisce l'iniziativa odierna un momento di responsabilità, utile per poter contribuire al cambiamento. Un cambiamento che deve partire soprattutto dalle nuove generazioni: "Questi ragazzi sono fantastici, ma hanno bisogno di punti di riferimento. Ed è importante anche la responsabilità e la cultura della memoria, nonché un impegno costante ogni giorno dell'anno". L'impegno, la celebrazione della memoria senza retorica e il non stare in silenzio sono punti fondamentali anche e soprattutto in questa terra emiliana, funestata dai recenti fatti dell'operazione Aemilia.

Pieni di entusiasmo sono anche i ragazzi del Gorni, felici di incontrare dal vivo figure importanti della lotta alla mafia, i quali, proprio sul tema dell'antimafia e della legalità, hanno svolto recentemente un importante lavoro in classe, il quale ha permesso loro di aprire le loro menti ed estendere gli orizzonti di comprensione.

Di Matteo, assieme al primo cittadino, all'assessore Giulio Guerzoni, a Don Ciotti e agli studenti, scopre la targa, la quale riporta il murales di Blu, artista e writer contemporaneo, che raffigura una piovra con i tentacoli avvolti fra le mani di affaristi, che operano al di sopra della città. L'originale è esposto fuori dalla Tenda, e alla sua vista, Don Ciotti ha chiosato, con un sorriso agrodolce: "L'artista fu profetico".

Targa rid

Anche il giudice Di Matteo, neocittadino sotto la Ghirlandina, esprime parole di felicità in merito all'incontro con i ragazzi, i quali, grazie alla cultura della memoria, potranno essere i fautori della rivoluzione culturale che porterà alla cessazione della mafia. Ma in questo senso il giudice ha le idee chiare: "Bisogna evitare il silenzio, perché è in esso che la mafia porta avanti i suoi loschi affari. Mentre la conoscenza e le parole sono l'antidoto più efficace ad essa. È importante che i giovani discutano di mafia, poiché essi hanno una vera e propria esigenza di giustizia".

In conclusione, anche una parola sull'omertà dei palazzi del potere in merito alla cosiddetta "borghesia mafiosa": "L'omertà non può diffondersi nelle istituzioni, perché ciò rappresenta un grave danno per lo Stato. Lo Stato non deve avere paura della verità anche quando i suoi appartenenti sono responsabili di attività illecite".

Il sogno di uno Stato credibile, che non ha paura di autoprocessarsi.

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È cominciata con il primo tavolo di discussione e proseguirà con il World Cafè la serie di iniziative per Facciamo Centro -

 - di Federico Bonati -

Reggio Emilia, 3 marzo 2015 -

Ha preso ufficialmente il via il progetto del tavolo di discussione di Facciamo Centro. Nel primo incontro, dopo l'introduzione di Andrea Arnone, hanno preso la parola i docenti del Politecnico di Milano Adelmina Dall'Acqua e Carlo Peraboni, i quali hanno presentato la finalità degli studi che stanno svolgendo sul centro di Reggiolo.


Il punto di partenza dell'incontro è la richiesta ai ventitre partecipanti di presentarsi e di dire una parola che rappresentasse il loro stato d'animo in relazione al percorso partecipato o in relazione a questo primo incontro. Ciò che ne è emerso è un insieme di parole quali curiosità, fiducia, ascolto, speranza, partecipazione, sfida, opportunità e continuazione, tutti fondamentali fulcri del brainstorming col quale ha preso il via il tavolo di discussione. 
I temi emersi dalla discussione hanno portato alla luce quattro punti, dei quali sarà importante tenere conto in vista dello sviluppo futuro del centro reggiolese: sarà importante coinvolgere in maniera più estesa i cittadini anche in forma associativa, si dovrà evitare uno stravolgimento dell'apparato urbanistico realizzato dalle amministrazioni precedenti, apportando tuttavia ad esso importanti cambiamenti, si dovrà lavorare in maniera profonda anche sul rilancio serale del centro, in particolar modo in Via Matteotti, favorendo la creazione di luoghi di aggregazione per i giovani. Il tutto dovrà essere portato avanti anche con sempre maggiori momenti di scambio e confronto fra cittadini e commercianti.

È stato inoltre convenuto, fra i presenti, che il tema delle discussioni future non dovrà riguardare solo la viabilità della via centrale, ma dovrà spaziare per potersi aprire alla condivisione tra le parti quali amministrazione, cittadini, commercianti e persone con necessità specifiche come anziani bambini e disabili. È stato, infine, ricordato come il progetto Facciamo Centro sia fonte di un finanziamento esterno al Comune e di come si possano eventualmente cercare altre fonti di finanziamento, quali ad esempio i bandi dell'Unione Europea. Ciò anche per favorire la propositività e cercare opportunità per un cambiamento che rappresenti davvero un qualcosa di positivo per la Città della Rocca.

Le prossime tappe di Facciamo Centro saranno il secondo appuntamento del tavolo di discussione giovedì 5 marzo alle 18.00, seguito dal World Cafè di sabato 7 marzo alle ore 9.45 nell'Auditorium "Aldo Moro".

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia

Gli agenti hanno identificato un uomo di Bomporto con numerosi precedenti specifici per furto. Stamattina la perquisizione domiciliare ma la refurtiva era già stata venduta: denunciato -

Modena, 3 marzo 2015 -

Il Policlinico di Modena, nelle ultime settimana è stato oggetto di numerosi furti tutti regolarmente denunciati da parte dei dipendenti. Le denunce hanno portato ad una significativa indagine di Polizia Giudiziaria da parte degli operatori in servizio presso il locale Posto di Polizia, con la collaborazione del personale della vigilanza interna alla struttura (Coopservice).

A seguito degli accertamenti eseguiti, gli agenti hanno identificato M.D., nato a Bomporto (Mo) nel 1954, pluripregiudicato, senza fissa dimora e con numerosi precedenti specifici per furto, gravato da periodi di detenzione in carcere con condanne passate in giudicato.

Questa mattinata, personale della Divisione Anticrimine di stanza presso la Polizia dell'ospedale e della locale Squadra Mobile hanno eseguito una perquisizione domiciliare, come da provvedimento emesso dalla Autorità Giudiziaria, dalla quale sono emersi chiari indizi di colpevolezza anche se la refurtiva non è stata rinvenuta poiché il ladro sarebbe riuscito immediatamente a venderla. L'uomo è stato accompagnato in Questura per i rilievi fotosegnaletici e denunciato in stato di libertà con l'accusa di furto aggravato.


Sono in corso ulteriori accertamenti in relazione ad altri furti avvenuti sempre all'interno della medesima struttura sanitaria e presso l'ospedale "Sant'Agostino-Estense" di Baggiovara (Mo).

Pubblicato in Cronaca Modena

In arrivo prima dell'estate l'importante strumentazione integrerà la rete di monitoraggio dell'aria già in uso -

Piacenza, 3 Marzo 2015 -

Ancora qualche mese e si potrà monitorare con chiarezza la qualità dell'aria a Piacenza e provincia. Ad analizzare con chiarezza l'andamento dello stato di inquinamento saranno i due monitor fanno parte dei 130mila euro di contributo che la Provincia di Piacenza, durante la fine dell'Amministrazione Trespidi, aveva assegnato ad Arpa.

Lo scopo del finanziamento era legato principalmente all'acquisizione di un'unità mobile per il controllo dell'inquinamento atmosferico, mediante uno strumento apposito in grado di quantificare le polveri fini per classi di distribuzione granulometrica, e di esaminare le particelle carboniose che si formano in seguito alla combustione incompleta di combustibili fossili e biomasse.

Una strumentazione che andrà ad integrare quella della rete di monitoraggio già in uso per la misura degli inquinanti tradizionali. A questo si aggiunge un progetto di acquisizione sia della strumentazione per il controllo ai camini delle emissioni in atmosfera di composti organici volatili, polveri e diossine, che dei sistemi hardware e software per la diffusione pubblica dei rilevamenti effettuati dalla rete di monitoraggio della qualità dell'aria.
Ancora non è chiaro dove verranno posizionati i monitor, ma l'intenzione è quella di poter avere in funzione gli schermi prima dell'inizio dell'estate.

Pubblicato in Cronaca Piacenza

Consegnate simbolicamente al giudice Di Matteo anche le chiavi della città. In municipio presente anche don Ciotti. Il magistrato è intervenuto in Consiglio dopo il conferimento del riconoscimento: "Uno stimolo per andare avanti nella ricerca della verità, perché senza verità non ci può essere giustizia e vera democrazia" -

Modena, 3 marzo 2015 -

Consegnata ieri a Modena la cittadinanza onoraria e le chiavi della città a Antonino Di Matteo, giudice antimafia "simbolo dell'Italia che resiste, non si arrende alla violenza e reagisce, facendo prevalere la legalità", come riportato nella pergamena consegnatagli, a nome di tutta la comunità modenese, dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli e dalla presidente del Consiglio comunale Francesca Maletti.

"Oggi il giudice Antonino Di Matteo, uno dei più forti simboli della lotta contro le criminalità organizzate e per la legalità, diventa 'uno di noi'. Non solo la comunità e la città di Modena, ma tutta la provincia, si stringono simbolicamente attorno a lui". Con queste parole il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha salutato il giudice antimafia Antonino Di Matteo nella seduta del Consiglio comunale di ieri, ringraziandolo per aver accettato la cittadinanza onoraria di Modena anche a nome degli altri Comuni che avrebbero voluto conferirgli lo stesso riconoscimento.

Alla seduta erano presenti il prefetto Di Bari, il questore Capocasa, il procuratore aggiunto Musti, il senatore Vaccari (componente della commissione Antimafia), l'assessore regionale alle Politiche per la legalità Mezzetti, Enza Rando della presidenza di Libera, autorità civili e militari, sindaci e assessori dei Comuni di Castelfranco, San Cesario, Soliera, Bastiglia, Riolunato, Fiorano, Formigine, Bomporto, Nonantola, Prignano, Maranello, Ravarino e molte persone che hanno affollato le sale messe a disposizione in Municipio.

Dopo aver ricordato la conferma giunta dall'indagine Aemilia della fondatezza dell'allarme da tempo lanciato dalle istituzioni democratiche circa le infiltrazioni della criminalità organizzata sul nostro territorio, il sindaco ha sottolineato l'impegno a far fronte comune - istituzioni, associazioni, imprese e cittadini - per assicurare legalità e trasparenza attraverso impegni concreti e diffondendo la cultura e l'educazione per la legalità.

"È un onore, un conforto e uno stimolo vedermi conferita la cittadinanza di Modena, la nostra città medaglia d'oro per la Resistenza. Uno stimolo per andare avanti nella ricerca della verità, perché senza verità non ci può essere giustizia e vera democrazia" - si legge nella nota del Comune. Così il giudice Antonino Di Matteo ha commentato il conferimento della cittadinanza onoraria di Modena e la consegna delle chiavi della città.

"Questa iniziativa è la sottolineatura dell'essenza più autentica del ruolo di magistrato – ha aggiunto – che ci serve per ricordare un dato fondamentale: che il nostro non è un ruolo di potere, una professione improntata dalle esigenze di rispetto del tecnicismo giuridico, ma un servizio nei confronti della collettività". 

Il magistrato ha sottolineato che "il coraggio rappresenta l'antidoto più efficace contro l'espansione di quel cancro che è la mentalità mafiosa, quella del favore, della raccomandazione, dell'appartenenza alle lobby come veicolo per fare carriera e raggiungere posizioni di carriera sempre più significative".

Per Di Matteo "è fondamentale essere consapevoli dell'essenza della mafia: le organizzazioni mafiose non sono solo quelle incarnate da rozzi delinquenti dediti a estorsioni, omicidi o traffico di droga, ma da teste pensanti, nel cui dna c'è la capacità di relazionarsi e convivere pacificamente con il potere ufficiale: politico economico, istituzionale e imprenditoriale. La mancanza di questa consapevolezza – ha proseguito – ha contribuito alla facile espansione della mafia in tutta Italia e anche in territori finora immuni come questo. Perché sono tante le azioni che costituiscono la chiave attraverso la quale le mafie penetrano nelle istituzioni e c'è uno stretto connubio tra i reati tipicamente di mafia e altri, come quelli contro la Pubblica Amministrazione. Quindi – ha aggiunto rivolgendosi a consiglieri, assessori e sindaci presenti – soprattutto voi amministratori locali avete una possibilità di cambiamento enorme: se coltiverete l'approfondimento, la completezza delle informazioni, il fiuto per capire cosa si nasconde dietro a un'attività che viene proposta alla Pubblica Amministrazione, avrete la possibilità di dire no e di isolare i mafiosi ancora prima che si verifichino ipotesi di reato. Con forza, coraggio e passione per la verità e per l'antimafia – ha aggiunto – potrete sbattere la porta in faccia a chi si vuole impadronire del vostro territorio".

Di Matteo ha poi evidenziato che "il Paese è abituato a uno Stato che reagisce quando c'è il sangue dei morti per strada, un arresto eccellente o uno scandalo. Lo Stato non deve più giocare sulla difensiva, reagendo alla violenza mafiosa – ha affermato – ma deve fare prevenzione per debellare finalmente il cancro mafioso. Perché dimenticare le vittime della mafia solo perché da un po' non ci sono stragi sarebbe un errore gravissimo e imperdonabile. Fino ad oggi – ha proseguito – la reazione della politica è stata inadeguata e i reati che hanno consentito l'accesso della mafia nella funzione pubblica sono rimasti, in Italia, sostanzialmente impuniti. I detenuti per reato di corruzione sono meno di 30 e questo ci deve indurre a uno sforzo di onestà intellettuale per capire se il fenomeno corruzione non esiste o se non è adeguatamente represso".

Il giudice si è infine espresso criticamente sulla situazione tra Stato e Magistratura: "Finora invece che colpire la corruzione è stata colpita la magistratura, che pur tra mille difficoltà e limiti ha il merito di aver iniziato a scoperchiare il malaffare. Lo Stato – ha concluso – non può avere paura di processare se stesso, non può nascondere la polvere sotto il tappeto, lasciando alla sola magistratura il compito di trovare collusioni tra mafia e funzione pubblica".

(Fonte: Comune di Modena)

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Martedì, 03 Marzo 2015 09:56

Carpi - Rapina ad una sala slot

Due uomini incappucciati ed armati hanno minacciato il proprietario fuggendo con il bottino -

Modena, 3 marzo 2015 -

Domenica sera, dopo la mezzanotte, due uomini incappucciati hanno compiuto una rapina in una sala giochi slot di Carpi. Armati di un coltello e di una pistola, hanno minacciato il proprietario, un cittadino cinese, facendosi consegnare l'incasso di circa 1.000 euro custoditi nel registratore di cassa.

I due malviventi, subito dopo, sono fuggiti facendo perdere le proprie tracce. La vittima ha subito chiamato il 112 per dare l'allarme e immediatamente è scattato il piano antirapina con posti di blocco nella città e lungo le arterie principali. I Carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Carpi si sono subito recati sul posto per raccogliere indizi e tracce utili alle indagini e sono in corso accertamenti sulle telecamere di videosorveglianza comunale e quelle del locale.

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La Municipale ha effettuato un intervento presso il parcheggio di viale Malta: sanzionato un nigeriano e sequestrata merce di vario tipo -

Piacenza, 2 marzo 2015 -

Nell'ambito dei controlli predisposti per contrastare la presenza di posteggiatori abusivi, venerdì scorso la Municipale ha effettuato un intervento presso il parcheggio di viale Malta. Un cittadino nigeriano 39enne, residente a Piacenza, è stato sorpreso mentre chiedeva insistentemente soldi dopo aver agevolato una manovra di parcheggio. Identificato, l'uomo è stato sanzionato ai sensi dell'articolo 7 del Codice della Strada, per esercizio abusivo dell'attività di parcheggiatore – guarda macchine.

Nel corso della stessa operazione, gli agenti hanno sequestrato merce di vario genere (calze, ombrelli, guanti, collanine, fazzoletti, cinture e cuffie), abbandonata da alcuni venditori abusivi che si sono allontanati correndo, per sottrarsi alle verifiche della pattuglia.

L'attività di controllo è proseguita nella zona di via Caorsana, presso il parcheggio di fronte al cimitero urbano, dove sono stati sequestrati diversi mazzi di fiori poi devoluti ad alcune parrocchie cittadine.

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Intervista al Presidente della Provincia Gianmaria Manghi. Reggio prima e dopo l'Operazione Aemilia -

di Federico Bonati -

Reggio Emilia, 2 marzo 2015 -

Presidente, parliamo di Operazione Aemilia: che impressione le ha lasciato apprendere di ciò che accadeva nel territorio reggiano?
Un senso di forte preoccupazione e smarrimento, nonostante si trattasse di vicende non nuove, a maggior ragione considerando l'ingenza e l'articolazione dell'operazione che hanno portato alla luce la rete d'infiltrazioni.

Con il ruolo che ricopre, ha mai avuto sentori di ciò che è stato poi rivelato?
Personalmente, come sindaco di Poviglio e poi come Presidente della provincia di Reggio non sono mai stato avvicinato con metodi o con gesti e segnali eversivi, perché in quel caso avrei immediatamente informato gli organi di competenza.

A quasi due mesi da EXPO, che immagine ritiene possa dare la provincia di Reggio Emilia e l'Emilia stessa al mondo che sta venendo a farci visita?
Reggio Emilia e la provincia reggiana mantengono prevalentemente la loro immagine integra. Si tratta di una realtà operosa, seria, fatta in generale di gente per bene. Qui la Resistenza ha dato il via ad un solco di valori importanti. Sicuramente, col passare dei tempi il profilo reggiano è cambiato; e senza dubbio ciò che è accaduto è rilevante, tuttavia l'immagine di Reggio Emilia non ne esce stravolta.

Assieme al Prefetto e al Sindaco Vecchi firmerete un protocollo d'intesa sulla questione antimafia: nel concreto cosa accadrà?
Seguiremo due piste di lavoro. La prima sarà appunto richiedere alla Prefettura una proposta di protocollo di legalità più stringente. Con esso si determineranno un abbassamento delle soglie economiche per i bandi di gara e l'estensione dei controlli sull'edilizia urbana, con un'attenzione altissima anche alla questione dei subappalti. La seconda pista di lavoro, sulla quale ci siamo già mossi come sindaci, è il confinamento delle VLT nelle zone industriali, allontanandoli dai centri storici. In quest'ottica abbiamo chiesto alla Regione di avere, come sindaci, il potere di interrompere immediatamente le attività nella quale si registreranno abusi in questo senso e dove non saranno rispettate le regole.

Da un lato Giovanni Impastato afferma: "Non c'è una volontà politica di combattere la mafia", mentre dall'altro il senatore Stefano Vaccari, della commissione antimafia dice: "Non generalizziamo, stiamo facendo tanto". Chi dei due ha ragione?
Per quanto riguarda il territorio reggiano, ciò che dice Impastato non corrisponde alla realtà dei fatti. Molti amministratori vogliono accrescere la consapevolezza sul tema e dotarsi di strumenti adeguati. Può essere vero il fatto che abbiamo pensato di vivere in una società lontana dalle realtà mafiose, ma quando i segnali in quest'ottica sono arrivati c'è stata subito una reazione. Inoltre, la generalizzazione per il nostro territorio è errata, poiché non vi sono, ad oggi, né sindaci né opere coinvolte nell'inchiesta.

La Provincia, sulla questione della legalità e della lotta alla mafia, proseguirà il percorso fatto finora o avrà degli incrementi e/o delle innovazioni in quest'ottica? Se sì, quali?
Proseguiremo con quanto fatto finora. Anche quest'anno riproporremo il Festival della Legalità che coinvolge scuole e istituti superiori, così come proseguiranno gli incontri pubblici di sensibilizzazione sul tema. Inoltre, la Provincia sottoscriverà un protocollo di intenti con la Prefettura, a discendere dal quale cercherà di coordinare la firma da parte di tutti i Comuni del Protocollo di legalità precedentemente evocato.

Che cosa si sente di dire alle migliaia di cittadini onesti scossi dalla notizia delle infiltrazioni mafiose nel territorio reggiano?
Sicuramente, ci sentiamo vicini a loro nella preoccupazione e nel senso di smarrimento. Ma siamo anche certi che noi, come gruppo dirigente della provincia di Reggio Emilia, faremo tutto il possibile per la tutela delle comunità. Siamo pronti per esercitare un ruolo di primo piano nella collaborazione attiva in ottica legalità.

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia
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