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I legami del Clan dei Casalesi con l'Emilia Romagna, in particolare con il modenese. Il pentito Roberto Vargas racconta che Nicola Schiavone si voleva trasferire a Modena per sviare le indagini nei suoi confronti. -

Modena, 13 marzo 2015 - di S.P. -

La recente operazione "Spartacus Reset" eseguita dai Carabinieri e dalla Direzione Distrettuale Antimafia ha portato nuovamente alla luce i legami del Clan dei Casalesi con l'Emilia Romagna, in particolare con il modenese. In carcere sono finite 42 persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsioni, detenzioni di armi e ricettazione, reati tutti aggravati dal metodo mafioso. Sono tutti ritenuti capi e gregari della fazione Schiavone del clan dei Casalesi.

Tra loro anche Carmine e Nicola Schiavone, figli del boss Francesco Schiavone "Sandokan". In particolare il legame emiliano romagnolo si evince quando il clan tentò di organizzare un attentato contro il magistrato della DDA Federico Cafiero de Raho, oggi procuratore capo di Reggio Calabria, ciò nel 2011. Lo ha rivelato il pentito Roberto Vargas che racconta ai pm: "Nel corso del primo incontro tra me e Nicola Schiavone, avvenuto in San Marcellino, questi mi disse che una volta eliminati Iovine e Zagaria, avremmo dovuto fare pulizia interna al clan e successivamente avremmo potuto colpire il pool di magistrati, per primo Cafiero De Raho".

Il collaboratore di giustizia ha spiegato che il piano contro il pm della Dda prevedeva l'utilizzo di terroristi, "mentre noi avremmo fornito gli appoggi logistici". "Secondo quanto diceva Schiavone – afferma Vargas – i terroristi erano stati già addestrati a colpire in quanto avevano preso parte a fatti di sangue all'estero per l'organizzazione terroristica. Siccome i terroristi avevano avuto alcuni problemi, si erano alleati con noi al fine di ottenere dei rifugi sicuri nell'agro aversano. Schiavone mi disse di aver incontrato questi terroristi nell'agro aversano e mi disse che sarei dovuto essere io il contatto diretto con queste persone, mentre lui si sarebbe trasferito a Modena, per sviare le indagini nei suoi confronti. Poi sono stato arrestato e quindi non se ne è fatto più nulla". 

Il fatto che si volesse trasferire a Modena conferma quanto emerso negli ultimi dieci anni circa la presenza e gli appoggi di cui i casalesi godono in Emilia.

 

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Firmato l'esposto da inviare all'Authority per l'energia elettrica, il gas ed il sistema idrico. Presente anche una delegazione di primi cittadini del Parmense, guidata dal sindaco di Fidenza Andrea Massari: anche i Comuni del Parmense interessati a sottoscriverlo. All'Autorità si chiede di accertare una serie di inadempienze e adottare i necessari provvedimenti perché quanto accaduto non si ripeta mai più -

Reggio Emilia, 13 marzo 2015 -

A poco più di un mese dai gravi disagi subiti dal territorio reggiano a causa del prolungato black-out seguito alla nevicata del 5 e 6 febbraio scorsi, ieri mattina a Palazzo Allende il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, e tutti i sindaci reggiani hanno firmato un esposto da inviare all'Authority per l'energia elettrica, il gas ed il sistema idrico.

L'iniziativa, che era stata annunciata negli stessi giorni del black-out ed è stata successivamente valutata anche insieme alle associazioni di consumatori, denuncia - si legge nella nota - "l'inquietante fragilità della rete di distribuzione dell'energia elettrica e, in generale, la inadeguatezza di un servizio pubblico fondamentale" e chiede all'Autorità di accertare una serie di circostanze e di inadempienze e di adottare "tutti i provvedimenti che dovessero risultare necessari".

L'esposto segue le varie iniziative promosse dalla Provincia di Reggio Emilia, con la collaborazione di sindaci e associazioni dei consumatori. Proprio dei giorni scorsi è l'incontro fra il presidente della Provincia Giammaria Manghi, il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi e il presidente dell'Authority per l'energia elettrica, Guido Pier Paolo Bortoni, insieme al parlamentare reggiano Paolo Gandolfi.

"Forse più ancora delle carenze infrastrutturali, è preoccupante anche l'inadeguatezza mostrata dai soggetti gestori durante l'emergenza dal punto di vista della comunicazione istituzionale, circostanza che ha creato non poche difficoltà alle strutture deputate alla tutela della pubblica e privata incolumità – hanno detto il presidente Manghi e il sindaco Vecchi - Pensiamo quindi che l'Autorità, nel rispetto del suo ruolo istituzionale e indipendente, possa efficacemente attivarsi con una indagine conoscitiva, o con gli strumenti che riterrà più opportuni, per ottenere risposte ad una serie di interrogativi, risposte che riteniamo siano dovute con urgenza ai cittadini reggiani, e orientare le reti elettriche verso una maggiore efficienza e sicurezza in modo che quanto accaduto non si verifichi mai più".

L'esposto è stato predisposto dall'avvocato Alessandro Merlo della Provincia e condiviso con l'Ufficio legale del Comune di Reggio Emilia: "Si parla tanto dei tempi lunghi della politica, ma in pratica in appena un mese, nonostante la delicatezza e la complessità della materia, siamo passati dalle parole ai fatti, condividendo ogni passaggio con i sindaci ed evitando la strada della class-action, ritenuta legalmente impraticabile", hanno detto Manghi e Vecchi. Il presidente della Provincia ha poi ricordato che "comunque continueremo a partecipare al Tavolo aperto dalla Regione con Enel, dove per correttezza ho anticipato l'esposto, e ci impegneremo ad assistere i cittadini nella delicata e complessa di richiesta di risarcimento danni a Enel".

A tale proposito, il presidente Manghi ha anticipato che i rimborsi "standard" previsti da Enel (fino a 300 euro per le utenze domestiche, fino a 1.000 euro per le imprese) dovrebbero iniziare ad arrivare con le bollette successive ai primi giorni di aprile. "Ma tanti cittadini e tanti imprenditori hanno subito a causa del prolungato blackout danni ben superiori – ha proseguito Manghi – Come istituzioni intendiamo proseguire a lavorare con le associazioni dei consumatori per assistere i cittadini in questa fase ed evitare che, per qualche formalismo, le loro legittime richieste vengano respinte".

La delegazione del Parmense

All'Assemblea dei sindaci di questa mattina a Palazzo Allende era presente anche una delegazione di primi cittadini del Parmense, guidata dal sindaco di Fidenza Andrea Massari: "In 45 siamo disposti a sottoscrivere lo stesso esposto per chiudere una vicenda davvero sgradevole, perché è impensabile che nel 2015 una azienda dalle dimensioni di Enel lasci al freddo al buoi famiglie anche per 105 ore", ha detto sottolineando come "se non come la si intende con il termine inglese, questa sia comunque una azione collettiva a tutela dei cittadini".

Cosa chiede l'esposto

Dopo aver ricordato quanto accaduto in seguito alla nevicata del 5 e 6 febbraio scorsi attraverso il diario di bordo della Sala operativa della Protezione civile, nell'esposto firmato, sindaci e Provincia chiedono all'Authority per l'energia elettrica, il gas ed il sistema idrico di conoscere:

- le ragioni specifiche dell'interruzione dell'energia elettrica nella provincia di Reggio Emilia a partire del giorno 6 febbraio 2015, con riferimento, in particolare, agli aspetti di fragilità della rete di distribuzione, al fine di comprendere quali interventi correttivi possano essere adottati;

- quali sono i gestori di rete coinvolti nel blackout e quali strumenti questi hanno per verificare le interruzioni della fornitura, con particolare attenzione alla rete a bassa tensione, su cui pare non esserci nessun strumento di verifica in tempo reale dei guasti;

- quali azioni, e in che tempi, sono state messe in campo per ripristinare i servizi e quali sono le azioni previste per recuperare una piena funzionalità del sistema;

- come mai Enel non abbia risposto tempestivamente ai Sindaci e ai cittadini a proposito delle mancate erogazioni del servizio elettrico e come mai Enel non sia stata in grado di fornire un quadro della situazione e una previsione attendibile durante tutto il primo giorno dell'emergenza;

- come mai si siano verificate queste estese interruzioni e se si ritiene che queste possano ripetersi, in ragione soprattutto della evidente fragilità della rete;

- quali provvedimenti si intendono adottare per evitare che si ripeta la totale assenza di informazioni da parte dei gestori della rete nelle fasi di emergenza e per evitare che si verifichino interruzioni così estese e prolungate di un servizio pubblico fondamentale;

- quali strumenti hanno i cittadini e le istituzioni locali per essere risarciti dei danni provocati dal blackout;

- se ritiene che l'attuale assetto societario dei gestori di rete e degli erogatori di servizio sia adeguato a garantire il primato della garanzia del servizio pubblico ed in particolare a garantire una pronta reazione nella gestione delle emergenze.

L'esposto chiede infine "che vengano assunti da Codesta Autorità, nell'ambito delle sue competenze, tutti i provvedimenti che dovessero risultare necessari in base alla valutazione dei fatti esposti."

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

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Il dottor Carlo Alberto Romandini è stato nominato comandante del Corpo di Polizia Municipale Bassa Reggiana. Le linee generali che intende mettere in atto in merito alla gestione del nuovo Corpo: "Prossimità, lettura del territorio e lavoro di rete con le altre forze" -

Reggio Emilia, 12 marzo 2015 -

E' stato presentato ieri pomeriggio, nella sala giunta di Palazzo Allende, il dottor Carlo Alberto Romandini, nominato comandante del Corpo di Polizia Municipale Bassa Reggiana. Davanti alla giunta dell'Unione, l'attuale responsabile del presidio di Polizia Municipale del Comune di Maranello e vicecomandante del Corpo intercomunale di Formigine, Maranello e Fiorano (che entrerà in carica ufficialmente il primo aprile, a tempo determinato per due anni) ha illustrato le linee generali che intende mettere in atto in merito alla gestione del nuovo Corpo, individuando alcuni punti salienti.

"La sfida che ci attende – ha spiegato - è nello stesso tempo difficile e stimolante in quanto si tratterà di mettere assieme realtà che provengono da quattro esperienze diverse (due corpi intercomunale e due presidi autonomi). Bisognerà, quindi, da una parte, rafforzare la centralità del Corpo unico, al fine di accrescere gli standard di qualità del servizio ed omogeneizzare le funzioni di presidio del territorio, con la creazione di una centrale operativa unica e la possibilità di estendere la presenza sul territorio, anche negli orari serali. Dall'altra, bisognerà salvaguardare le rispettive peculiarità territoriali rafforzando le funzioni dei presidi sovracomunali al fine di non disperdere i collegamenti già esistenti e le memorie storiche degli operatori. In questo quadro, la scelta effettuata, di dividere il territorio in sub-ambiti risulta quanto mai opportuna perché consente di lavorare contemporaneamente su entrambe le direzioni. Dal punto di vista più operativo l'obiettivo sarà quello di standardizzare l'operatività su tre settori ormai tipici dell'agire della polizia locale: la sicurezza urbana, la sicurezza stradale e la polizia amministrativa".

In merito alla sicurezza urbana, l'obiettivo principale del Corpo Unico sarà quello di operare in un ottica di "prossimità" prevedendo una presenza costante ed attenta degli agenti in tutte le zone del territorio – in "rete" con le altre forze dell'ordine - anche nelle frazioni distanti dai centri storici, con il compito di individuare preventivamente le segnalazioni ed i bisogni, cercando di fornire comunque "risposte" ai cittadini. Per quanto riguarda la sicurezza stradale, un'attenzione particolare sarà riservata al miglioramento delle condizioni di sicurezza infrastrutturale della circolazione stradale, con particolare riferimento alla tutela della cosiddetta "utenza debole" (pedoni, ciclisti e disabili). Infine, nell'ambito delle attività di polizia amministrativa saranno attuati controlli sul commercio, sui luoghi di lavoro e attività di contrasto a fenomeni quali il gioco compulsivo e l'evasione contributiva.

Gli otto Comuni, dall'inizio del 2015, sono stati unificati nello stesso Corpo, articolato in tre sub ambiti: est (Novellara-Reggiolo, con 23.010 abitanti), nord (Guastalla-Gualtieri-Luzzara, con a 31.095 abitanti) e ovest (Boretto-Brescello-Poviglio, con 18.128 abitanti). La dotazione organica attuale di agenti degli otto Comuni è di 55 elementi (di cui 5 vacanti da ricoprire) oltre a 4 amministrativi. La centrale operativa avrà sede a Novellara.

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Giovedì, 12 Marzo 2015 11:19

L' Emilia Romagna "Mosaico di mafie e antimafia"

I numeri del radicamento delle mafie in Emilia-Romagna e l'impegno per la legalità: quarta regione in Italia per operazioni anti-droga al giorno ma sesta per beni sequestrati. "Mosaico di mafie e antimafia", il Dossier 2014-2015 realizzato dalla Fondazione Libera Informazione -

Parma, 12 marzo 2015 -

I numeri forniti dalla Regione sul radicamento delle mafie in Emilia-Romagna, sono tutto fuorché positivi: dalle 5 operazioni anti-droga al giorno - la nostra è la quarta regione in Italia, prima per segnalazioni di traffico di droghe sintetiche - ai 312 fatti estorsivi del 2013, cui associare 399 episodi di danneggiamenti seguiti a incendi, classica minaccia utilizzata dai boss nonché uno dei principali 'reati spia' sul tentativo di intimidire per poi mettere le mani su imprese e comparti economici.

Fino alla conferma della presenza della 'ndrangheta: in ambito di riciclaggio, infatti, sulle 161 segnalazioni arrivate alla Direzione nazionale antimafia dal luglio 2012 al giugno 2013 e relative all'organizzazione calabrese, 50 riguardano l'Emilia-Romagna, seconda solo alla Lombardia (55).

L'Emilia-Romagna 6° regione in Italia per beni sequestrati alle Mafie -

Ci sono anche le "buone prassi da parte delle Istituzioni", le "nuove leggi contro le presenze mafiose e gli affari delle cosche", che rappresentano il risultato di "una buona sensibilità politica, l'ottimo frutto di una unione di pratiche positive scaturite da una mobilitazione sociale" che assieme alle Istituzioni vede "i partiti nelle loro varie articolazioni sul territorio, le scuole e Università, le associazioni" - si legge nella nota stampa della Regione che fornisce i dati.

In questo caso i numeri, dal punto di vista dell'impegno per la legalità e del contrasto da parte delle forze dell'ordine, parlano chiaro: l'Emilia-Romagna è la sesta regione in Italia per numero di beni sequestrati o confiscati alle Mafie, con 448 beni tolti alla criminalità organizzata dall'agosto 2013 al luglio 2014 (4,2% sul totale nazionale), per un valore di 21 milioni di euro. Ma se si considera il solo Nord del Paese, il dato corrisponde al 41% delle operazioni concluse, ben al di sopra di Veneto (273 beni sequestrati, 25% del totale delle regioni settentrionali), Lombardia (192; 17,5%), Piemonte (86; 7,9%) e Liguria (68; 6,2%).

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                                    la presidente Saliera, Santo Della Volpe e Lorenzo Frigerio durante la conferenza stampa

"Mosaico di mafie e antimafia", il dossier della Fondazione Libera Informazione -

L'Emilia-Romagna si conferma quindi un "Mosaico di mafie e antimafia", il titolo del Dossier 2014-2015 realizzato dalla Fondazione Libera Informazione e voluto dall'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna (in allegato scaricabile).
Un lavoro presentato ieri a Bologna, nella sede dell'Assemblea legislativa, dalla presidente Simonetta Saliera, da Santo Della Volpe, giornalista e presidente di Libera Informazione e della Federazione nazionale della stampa italiana (il sindacato dei cronisti), e da Lorenzo Frigerio, anche lui giornalista di Libera Informazione e curatore del Dossier insieme a Della Volpe e Gaetano Liardo. Il volume, giunto al terzo aggiornamento dal primo del 2012, quest'anno ha un sottotitolo legato alla stretta attualità: "Aemilia: un terremoto di nome 'ndrangheta". Un capitolo è infatti dedicato all'inchiesta sulle infiltrazioni 'ndranghetiste che nelle scorse settimane ha visto oltre 160 arresti nelle province emiliane.

La presidente dell'Assemblea legislativa Simonetta Saliera -

"Il Dossier annuale di Libera Informazione testimonia la volontà dell'Assemblea legislativa e della Regione Emilia-Romagna di non chiudere gli occhi, di non voltarsi dall'altra parte di fronte alla presenza delle Mafie nei nostri territori" - afferma nella nota la presidente Saliera. "Un impegno che non è di oggi, visti gli studi fatti già in passato sulla presenza delle cosche e le modalità di insediamento qui, diverse da quelle abituali: da 20 anni questa Regione si occupa di sicurezza e della situazione nei territori; poi gli interventi normativi, e penso alla legge regionale contro il crimine organizzato e per la promozione della cultura della legalità, del 2011, e alle leggi di settore, sempre nella logica della prevenzione e del contrasto, su edilizia, del 2010, e su logistica-facchinaggio, del 2014. Oltre alla rete, a quell'intreccio sociale fatto di istituzioni, enti locali, associazioni, scuole e università, che abbiamo contribuito a far nascere contro le Mafie, e all'attività di promozione della cittadinanza attiva che l'Assemblea legislativa porta avanti direttamente e che nella scorsa legislatura l'ha vista entrare in contatto con 173 mila soggetti: studenti e scuole, volontari, operatori, amministratori locali, esperti, docenti. Ribadisco il fatto che le Mafie vanno combattute e non taciute. Le Istituzioni devono rafforzare l'attenzione e il loro impegno per la legalità: parliamo di un dovere civile che ogni amministrazione e chiunque fa politica deve portare avanti con convinzione e determinazione. E penso che anche i partiti debbano svolgere una selezione molto più efficace del personale politico".

Santo Della Volpe sul 'Mosaico di mafie ed antimafia' -

"L'inchiesta Aemilia - sostiene Santo Della Volpe nella nota della Regione - è stata come un brusco risveglio ma ci ha fatto pensare a quel 'Mosaico di mafie ed antimafia' che da ormai tre anni proponiamo all'attenzione dei cittadini, delle Istituzioni e delle associazioni dell'Emilia-Romagna. L'ultimo Dossier, quello del 2013, non a caso era titolato "L'altra 'ndrangheta in Emilia-Romagna", e vi segnalavamo, con allarme, le penetrazione delle famiglie dei clan che dalla Calabria si erano insediati in Emilia-Romagna, i loro affari, le loro complicità. Ciò che registriamo ora è un consolidamento di presenze nei settori più tradizionali della criminalità organizzata e un avanzamento in settori economici nuovi e importanti; contemporaneamente, le risposte politiche e sociali si sono aggiornate, hanno assunto forza sia in campo istituzionale che culturale, ad esempio nelle scuole e nelle iniziative che hanno coinvolto professionisti e mondo del lavoro. È un percorso quanto mai importante e necessario nella formazione delle coscienze antimafia tra i giovani e nel mondo del lavoro: ma dalla denuncia e dagli incontri pubblici - chiude la nota del presidente di Libera Informazione - deve conseguentemente emergere uno scatto in avanti della risposta collettiva contro le Mafie".

 

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La soddisfazione del comitato Amici dell'Aeroporto per la decisione assunta dai soci della Sogeap e l'iniziativa di azionariato popolare rivolto a tutti coloro che hanno a cuore le sorti dello scalo parmigiano: "Il raggiungimento di una somma considerevole darà l'opportunità di partecipare attivamente alla ricapitalizzazione" -

Parma, 12 marzo 2015 -

Il comitato Amici dell'Aeroporto, promosso dall'associazione I Nostri Borghi, - si legge nella nota - ha appreso con grande soddisfazione la decisione assunta dai soci della Sogeap, riuniti martedì in assemblea, di accogliere la richiesta di allungare i tempi per salvare l'aeroporto.

L'assemblea Sogeap ha infatti deciso di ricapitalizzare la società di 2,5 milioni di euro, aumento da sottoscrivere entro il mese di maggio, prendendosi così ulteriore tempo per cercare un nuovo socio per la salvezza definitiva del Verdi di Parma. La società che ha in gestione l'aeroporto ha voluto compiere un ulteriore sforzo economico, per dare un futuro allo scalo.

L'iniziativa di azionariato popolare

"Come comitato Amici dell'Aeroporto - continua la nota - avremo modo di continuare a sviluppare l'iniziativa di azionariato popolare, avendo così l'opportunità di contribuire alla gestione dello scalo stesso, in attesa di ricercare un nuovo azionista. Stanno già arrivando le prime concrete adesioni sul conto corrente del comitato, appoggiato alla Cassa di Risparmio Sede 2, che fanno bene sperare sull'andamento della raccolta. Il raggiungimento di una somma considerevole darà l'opportunità di partecipare attivamente alla ricapitalizzazione."

"L'invito è rivolto soprattutto alle forze industriali, commerciali, artigianali, ai liberi professionisti, alle associazioni, ma anche ai singoli cittadini, a tutti coloro che hanno a cuore le sorti dello scalo parmigiano. Confidiamo d'altro canto che tutte le istituzioni, in particolare Comune di Parma e Comuni del territorio, Provincia, Camera di Commercio, facciano quadrato, contribuendo in modo concreto e fattivo, pur nelle ristrettezze del momento, al sostegno economico dell'aeroporto. Solo così si potrà realizzare la salvezza del Verdi. Parma non può permettere di lasciar chiudere una struttura così importante per il futuro di tutto il territorio."

Si può versare sul conto corrente "Amici dell'Aeroporto" con Iban IT 34 Q 06230 12780 0000 6886 -

Altre informazioni allo 339 232 55 95. Oltre al bonifico bancario è stata predisposta anche la modalità di contributo tramite "PayPal".

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L' AIGA - Associazione Italiana Giovani Avvocati - Sezione di Parma contro l'abolizione della sede di Parma del Tar prevista dalla riforma del sistema giuridico amministrativo: "Non è una soluzione. Si tradurrà in un aggravio di costi, disagi e tempo a carico dei cittadini e delle imprese". Questa mattina la manifestazione in p.le Santafiora -

Parma, 12 marzo 2015 -

"L'attuazione del decreto Renzi-Madia 90/2014 convertito dalla L. 114/14 relativa alla soppressione delle sedi distaccate dei Tribunali Amministrativi Regionali toglie cittadini un esempio di efficiente Giustizia Amministrativa." - così la nota stampa di AIGA sez. di Parma esprime forti perplessità sulla volontà di rivedere la geografia del sistema giuridico amministrativo che - continua la nota - "si tradurrà in un aggravio di costi, disagi e tempo a carico dei cittadini e delle imprese."

"Nel breve periodo si assisterà ad un inevitabile rallentamento dell'iter decisionale di migliaia di cause e successivamente, quando la riunione delle sezioni nell'unica sede di Bologna sarà completata, si assisterà ad un'irrazionale distribuzione delle risorse. Questo si contrappone all'attuale efficienza, rapidità ed produttività dalla locale sezione del Tribunale Amministrativo.
L'auspicata economicità dell'operazione risulta sproporzionata rispetto all'effettivo risparmio di spesa: è stato dimostrato, infatti, che la Sezione di Parma è in grado di autosostenere i costi di locazione e gestione attraverso le entrate provenienti dai contributi unificati. Di contro rimarranno inalterate le spese per il personale da ricollocare, a cui dovranno aggiungersi i costi del trasferimento e quelli per reperire archivi, non essendo sufficiente lo spazio già limitato negli uffici bolognesi. Risulta pertanto prematuro ed antieconomico il trasferimento a partire dal 1 luglio."

"È evidenze come una efficace riforma della giustizia amministrativa dovrebbe essere orientata alla razionalizzazione, alla semplificazione ed al contenimento di tempi e costi così da rendere più adeguato ed efficace il servizio reso ai cittadini.
Nell'ottica di riorganizzazione della giustizia amministrativa e di razionalizzazione della spesa pubblica sarebbe, invece, auspicabile l'estensione della competenza del TAR di Parma alle controversie della provincia di Modena, alleggerendosi così il carico di lavoro dell'ufficio di Bologna."

Per questi motivi la sezione di Parma dell'AIGA – Associazione Italiana Giovani Avvocati sostiene la protesta del personale dipendente del TAR di Parma partecipando alla manifestazione di oggi, giovedì 12 marzo 2015 in Piazzale Santafiora.

 

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12 furti fra Nord e Centro Italia, soprattutto ai danni di esercizi della grande distribuzione di materiale elettronico. Tutti gli appartenenti della banda sono di etnia moldava, ad accezione di alcuni romeni, domiciliati principalmente nelle province di Mantova, Parma e Modena. -

Parma, 11 marzo 2015 -

I militari del Comando Provinciale Carabinieri di Cremona, coadiuvati dai militari dei Comandi Provinciali degli altri territori, hanno eseguito numerose ordinanze di custodia cautelare, disposte dal G.I.P. del Tribunale di Cremona su richiesta della locale Procura della Repubblica nelle province di Brescia, Mantova, Parma, Reggio Emilia e Modena.

In manette sono finite 13 persone, 10 uomini e 3 donne, tutti di origine moldava e facenti parte di una radicata organizzazione criminale dedita a furti di ingente valore, principalmente ai danni di gradi catene di elettronica come Mediaworld e Trony. La banda prendeva di mira catene di distribuzione di elettrodomestici e prodotti elettronici con due modus operandi ben delineati: calarsi dal soffitto, dopo averlo forato o sfondare muri ed inferriate di magazzini con SUV e furgoni rubati. Tra i reati contestati, l' associazione per delinquere, il furto aggravato e la ricettazione.

Le indagini

La banda è responsabile di oltre dodici furti, commessi in varie località del nord e centro Italia, tra cui due episodi nella provincia di Cremona, cagionando danni che, tra il valore della merce trafugata ed i danneggiamenti alle strutture, ammontano ad oltre 1.000.000 di euro.

L'indagine svolta ha riguardato l'individuazione ed identificazione di un sodalizio criminale, consolidato e strutturato, dedito al furto sistematico con decine di colpi in tutto il territorio del nord Italia e ricavi milionari.

Al Nucleo Investigativo del Comando Provinciale CC di Cremona è apparso subito evidente la meticolosità e l'efficienza nel compiere i furti. La banda aveva pianificato in ogni dettaglio le azioni, evidentemente reiterate nel tempo, con ruoli e compiti ben definiti, organizzati e strutturati. Centinaia le utenze telefoniche utilizzate e dismesse anche dopo solo un colpo realizzato o tentato, così come numerose le autovetture rubate e tenute occultate. 

A dare il via alle indagini, il furto avvenuto durante la notte tra il 25 ed il 26 settembre 2013, all'interno del supermercato "Mediaworld", nel centro commerciale di Gadesco Pieve Delmona in provincia di Cremona. Il bottino: smartphones, tablets, computer portatili ed altra merce per un valore di circa 100.000,00 euro.
Dalla visione delle immagini registrate dalle telecamere di quel centro commerciale, si notava che uno dei malviventi, durante il furto, rimaneva costantemente al telefono con un complice e sulla base di questo elemento, i carabinieri sono riusciti a individuare il numero telefonico utilizzato, in seguito oggetto di intercettazione telefonica.

L'organizzazione della banda

Nel corso delle indagini preliminari, lunghe, articolate e molto impegnative, i militari hanno identificato i vari ruoli dei soggetti (dal leader indiscusso, ai gregari, sino agli occasionali fiancheggiatori), loro singole mansioni, nonché l'esistenza di una cassa comune in cui far confluire i proventi dell'attività. Tutti gli appartenenti risultavano appartenere all'etnia moldava, ad accezione di alcuni romeni, domiciliati principalmente nelle province di Mantova, Parma e Modena.

 

 

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Mercoledì, 11 Marzo 2015 15:50

Caccia illegale ai tassi: due denunce a Casina

Sorpresi a Casina dalla Polizia provinciale due uomini con lacci, tagliole e altre trappole vietate: denunciati due ultrasettantenni -

Reggio Emilia, 11 marzo 2015 -

L'altra mattina in un campo di Casina, a seguito di una segnalazione che indicava la carcassa di un tasso morto vittima di un laccio, la Polizia provinciale ha eseguito un appostamento di controllo. Due ultrasettantenni sono stati individuati quali responsabili della predisposizione di mezzi illeciti di cattura e l' ispezione più approfondita della zona ha portato anche al sequestro di altri strumenti di cattura illeciti: altri lacci, ma anche tagliole e trappole a cassetta.

Per i due anziani, entrambi di Casina, è quindi scattata la denuncia all'Autorità giudiziaria per le infrazioni riscontrate, a partire dalla caccia con utilizzo di mezzi vietati.

La Polizia provinciale ha ulteriormente intensificato, negli ultimi giorni, i servizi di vigilanza finalizzati alla repressione di attività illecite in ambito venatorio. E sono già ben 18, dall'inizio dell'anno, le violazioni di carattere amministrativo accertate relativamente alla caccia agli ungulati: quella in forma organizzata al cinghiale e quella di selezione a cervo, capriolo e daino. Nella maggior parte dei casi, gli agenti hanno contestato il mancato rispetto da parte dei cacciatori delle necessarie distanze rispetto a strade e abitazioni.

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia

L'assemblea dei soci di Sogeap, società che gestisce l'aeroporto "Giuseppe Verdi", ha annunciato l'intenzione di procedere con un aumento di capitale. L' operazione consentirà di guadagnare tempo utile da dedicare alla ricerca di un nuovo socio operativo -

Parma, 11 Marzo 2015 -

La questione Aeroporto per Parma non è ancora risolta, dopo vari tentativi andati in fumo e l'appello del Sindaco Federico Pizzarotti ai colleghi reggiani, arriva un'altra notizia. Una novità che lascia spazio ad uno sguardo verso il futuro.
Ieri pomeriggio, l'assemblea dei soci di Sogeap, ovvero la società che gestisce l'aeroporto "Giuseppe Verdi", ha annunciato l'intenzione di procedere con un aumento di capitale fino a 2,5 milioni di euro, da sottoscrivere entro la fine di maggio.

Una decisione importante presa durante una lunga assemblea incentrata sulle sorti della struttura. I prossimi passaggi prevedono che il capitale venga sottoscritto per buona parte dalla Meinl Bank, istituto di credito con sede in Austria, insieme ad alcuni industriali di Parma.
Questa operazione consentirà di guadagnare tempo utile da dedicare alla ricerca di un nuovo socio operativo, oppure per individuare una soluzione che possa risultare definitiva per l'aeroporto cittadino.

Pubblicato in Cronaca Parma

Progetto di legge approvato all'unanimità dall'Assemblea legislativa regionale dell'Emilia-Romagna: ridotte le indennità, abolita quella di fine mandato e azzerati i fondi ai gruppi per un risparmio complessivo sui costi della politica di 7,5 milioni di euro -

Parma, 11 marzo 2015 -

Sì unanime da parte di tutti i Gruppi assembleari: Pd, Sel, Ln, M5S, Fi, Fdi, AltraER,  - che peraltro hanno condiviso emendamenti al testo - sui tagli ai costi della politica previsti dal progetto di legge approvato dall'Assemblea legislativa regionale dell'Emilia-Romagna.

L'indennità mensile dei consiglieri regionali fissata a 5 mila euro lordi, dagli attuali 6.104; l'abolizione dell'indennità di fine mandato e l'azzeramento dei fondi ai Gruppi per il funzionamento, per un risparmio complessivo sui costi della politica, considerati tutti gli interventi, di 7,5 milioni di euro nell'arco dei cinque anni della legislatura cominciata dopo le elezioni regionali del novembre scorso. Fondi che, per decisione condivisa da maggioranza e opposizione, verranno destinati a finanziare politiche di sicurezza, legalità e qualità del lavoro, il sostegno al microcredito per lo sviluppo dell'imprenditorialità, il reinserimento lavorativo e l'inclusione sociale

Il provvedimento, presentato da Pd e Sel (i capigruppo, rispettivamente Paolo Calvano e Igor Taruffi,primi firmatari) razionalizza anche le modalità di assunzione del personale delle strutture speciali e modifica più leggi regionali - spiega la nota. 

Presentato dalla maggioranza e scelto come testo base, è composto da 15 articoli ed è finalizzato a ridurre le spese dell'Assemblea legislativa in ordine al trattamento economico dei consiglieri e al funzionamento dei Gruppi. Il progetto di legge è arrivato in Aula dopo che in commissione Bilancio, affari istituzionali e generali sono stati accolti numerosi emendamenti presentati sia dai proponenti sia dai consiglieri di opposizione.

Nel dettaglio, le misure più rilevanti -

L'indennità mensile di carica lorda dei consiglieri regionali è fissata a 5 mila euro (rispetto a 6.104,47), con un risparmio annuo di 662.682 euro per un totale di 3.313.410 euro nell'arco della legislatura. A questo risparmio va sommato quello derivante dalla diminuzione delle indennità di funzione, calcolate in percentuale sull'indennità di carica, per un totale di altri 346.582,69 euro per legislatura. Contestualmente, diminuiscono le indennità di funzione anche di assessori, presidente e vicepresidente di Giunta. Il rimborso forfetario mensile delle spese per l'esercizio del mandato riconosciuto ai consiglieri viene fissato a 2.258.65 euro. Viene eliminata l'indennità di fine mandato dei consiglieri, misura che genera un risparmio totale per la legislatura di 1.526.117,5 euro. Infine, l'eliminazione del fondo per le spese di funzionamento dei Gruppi garantisce un risparmio pari a 472.962,3 euro annui, che diventano 2.364.811,5 nella legislatura.

In totale, i risparmi conseguiti per questa legislatura ammontano a 7.550.921,69, equivalenti a 1.510.184,338 euro all'anno.

Sulla materia erano stati presentati altri due disegni di legge, abbinati al testo della maggioranza: uno del Gruppo M5s, intitolato "Norme per l'eliminazione dei privilegi e l'abolizione definitiva dei vitalizi, legati alla carica di consigliere regionale dell'Emilia-Romagna", e quello di iniziativa popolare, su "Modifiche alla legge regionale 14 aprile 1995, n.42 'Disposizioni in materia di trattamento indennitario agli eletti alla carica di consigliere regionale".

La destinazione delle cifre risparmiate 

In Aula sono stati approvati alcuni emendamenti, il più significativo dei quali definisce la destinazione delle cifre che verranno risparmiate grazie a questa legge: la Regione adotterà provvedimenti finalizzati a finanziare politiche di sicurezza, legalità e qualità del lavoro, sostegno al microcredito per lo sviluppo dell'imprenditorialità, il reinserimento lavorativo e l'inclusione sociale. Si è previsto di incentivare la forma del tirocinio formativo fra quelle a cui potranno aderire i Gruppi assembleari, e si è sottolineata l'esigenza di garantire appropriate postazioni lavorative alle persone con disabilità. Infine, è stata estesa l'esclusione dell'erogazione dei vitalizi ai consiglieri condannati in via definitiva per delitti a sfondo mafioso.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Pubblicato in Politica Emilia
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