Un matrimonio violento segnato dall'ennesimo episodio brutale contro la compagna davanti ai figli. La vittima è stata trasportata da un'ambulanza al pronto soccorso con varie lesioni e fratture alle falangi di entrambe le mani. L'uomo, un cittadino congolese di 32 anni, era già stato denunciato per maltrattamenti in famiglia. -
Parma, 10 novembre 2015 -
Ieri sera una pattuglia del Nucleo Radiomobile è intervenuta in una abitazione per quella che inizialmente sembrava un lite tra coniugi e invece si è scoperto essere l'ennesimo episodio violento consumato fra le mure domestiche.
A fare la richiesta di aiuto al 112 una donna, vicina di casa della vittima.
Appena entrati nell'appartamento della coppia, la pattuglia ha subito notato alcuni vistosi danni alla porta del bagno scoprendo poi che l'uomo, cittadino congolese di 32 anni, aveva da poco aggredito la consorte con un tubo in acciaio.
La vittima è stata quindi trasportata da un'ambulanza al pronto soccorso con varie lesioni e fratture alle falangi di entrambe le mani. La stessa ha confessato ai militari di essere stata vittima di altri maltrattamenti da parte del marito dopo il matrimonio, avvenuto nel 2012, per i quali aveva già sporto denuncia nel novembre 2014.
Ieri sera però, il marito al culmine dell'ennesima lite, ha afferrato un tubo di acciaio nel bagno colpendola ripetutamente nonostante la presenza in casa dei figli minori. Per fortuna, la donna, approfittando di un momentaneo allontanamento del marito, ha chiamato l'amica che poi è riuscita ad allertare i Carabinieri.
I miliari preso atto di quanto accaduto hanno accompagnato l'uomo, presente nell'abitazione al momento del loro arrivo, presso gli uffici di strada delle Fonderie dove hanno accertato che nel novembre 2014 era stato effettivamente denunciato all'A.G. per maltrattamenti in famiglia. Traendolo in arresto per maltrattamenti in famiglia ed accompagnarlo poi, questa mattina, presso il carcere di Parma.
Infortunio pesante per il bomber titolare a seguito del duro intervento nei suoi confronti del calciatore avversario Flippo Lauricella. A cui si aggiungono le 3 giornate di squalifica inflitte dal Giudice Sportivo all'altro attaccante crociato Matteo Guazzo. -
Parma, 10 novembre 2015 - di Luca Gabrielli -
Infortunio pesante per il bomber titolare
Quello che si temeva ha, purtroppo, trovato riscontro nelle analisi svolte ieri al Pronto Soccorso dell'Ospedale Maggiore di Parma. A Christian Longobardi, uscito al 18' della gara di domenica con la Virtus Castelfranco per un duro intervento nei suoi confronti del calciatore avversario Flippo Lauricella, è stata diagnosticata una frattura composta del malleolo peroneale sinistro, per cui si è resa necessaria un'immediata ingessatura. L'intervento chirurgico sarà pianificato nei prossimi giorni nel reparto di Ortopedia e Traumatologia del Maggiore di Parma e sarà eseguita dal professor Enrico Vaienti, assistito dal dottor Francesco Pogliacomi dello staff medico crociato.
Per il forte centravanti si prevedono 4 mesi di stop.
Una brutta tegola per la formazione crociata che vedeva in Longobardi il finalizzatore perfetto della manovra nonché l'attaccante più forte in rosa.
Grossi problemi in attacco
Non bastasse, oltre all'infortunio di Longobardi, si vanno ad aggiungere le 3 giornate di squalifica inflitte dal Giudice Sportivo all'altro attaccante crociato Matteo Guazzo, reo di aver colpito con un pugno un difensore del Castelfranco. Un problema di formazione in più per il mister Apolloni che ora dovrà affidarsi a Musetti o trovare soluzioni alternative per il reparto d'attacco.
Per la partita di domani contro il Legnago non ci saranno neppure l'esterno offensivo Mousa Balla Sowe, espulso domenica per somma di ammonizioni e il difensore Luca Cacioli, che era in diffida e si è visto sventolare il suo quinto cartellino giallo dall'inizio del campionato.
Proseguono le indagini della Squadra Mobile sulla sparatoria che sabato scorso ha visto coinvolti un gruppo di ragazzi di origine dominicana nella zona Ex Salamini di Parma. Il 34enne, ferito ad una gamba è stato dimesso dall'Ospedale Maggiore con una prognosi di 20 giorni. Arrestato un giovane di 26 anni. -
Parma, 9 novembre 2015 -
Sono le prime ore della mattina di sabato scorso, dopo una serata come tante che questa volta si è conclusa con una sparatoria fra giovani. La vittima di questa lite è stato un 34enne, ferito ad una gamba e dimesso dall'Ospedale Maggiore con una prognosi di 20 giorni.
Tutto si è svolto appena fuori dall'ingresso del locale La Para, zona ex Salamini, ed ha visto protagonisti due ragazzi originari della Repubblica Dominicana: una lite violenta finita con uno sparo di arma da fuoco improvviso che ha colpito un 34enne, anche lui dominicano ma con permesso di soggiorno spagnolo.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, dopo la lite, alla cui fonte ci sarebbero futili motivi, l'accaduto avrebbe scatenato la furia degli amici del ragazzo ferito che hanno risposto tirando calci e pietre alla serranda del locale dove il 26enne, reo di aver sparato il colpo di pistola, si era rifugiato. Sul posto le volanti della Polizia hanno fermato A.D.G.S. – queste le iniziali del colpevole con precedenti per droga - conducendolo in carcere in attesa della convalida dell'arresto, avvenuta oggi.
Proseguono le indagini della Squadra Mobile coordinate dal pm Giuseppe Amara. Ad oggi sono state controllate ed ascoltate tutte le persone presenti nel locale e l'arma non è ancora stata ritrovata.
E' successo a San Secondo Parmense quando a seguito dell'intervento di una pattuglia, una coppia ha aggredito e minacciato i militari. Arrestato un 28enne, originario della Libia, e denunciata una 25enne di Parma per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. -
Parma, 9 novembre 2015 -
Sabato sera una pattuglia della Stazione di San Secondo Parmense ha arrestato un 28enne, originario della Libia, e denunciato una 25enne di Parma per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
La coppia, a seguito di un intervento, ha aggredito e minacciato la pattuglia quando ha realizzato che i militari stavano accompagnando il cittadino straniero, privo di documenti e gravato da sei alias, in caserma per degli accertamenti più approfonditi poiché dai primi controlli erano emersi alcuni provvedimenti di rintraccio.
Al momento di salire sull'autovettura il 28enne ha iniziato ad aggredire i militari gettandosi poi al suolo nel tentativo di ferirsi. Nel mentre la donna si è scagliata contro gli altri Carabinieri presenti insultandoli e cercando di non far bloccare il compagno. Dopo una certa resistenza la pattuglia è riuscita a bloccare e a far salire nella vettura di servizio il cittadino libico.
La donna, non paga dell'accaduto, ha continuato a minacciare i Carabinieri con frasi quali "oggi è il tuo ultimo giorno di lavoro" e l'intramontabile "tu non sai chi è mio padre".
Nonostante i vari tentativi di disturbo della coppia il 28enne, dopo la convalida dell'arresto, è stato portato in carcere in attesa del processo mentre la 25enne è stata denunciata a piede libero.
Le ultime barriere del cantiere sono state rimosse e la piazza si mostra alla città in tutta la sua bellezza. E mentre la nuova veste piace ai modenesi, ci sono ancora di nodi irrisolti sul tema dei parcheggi. Pare infatti, che Piazza Roma rimarrà completamente senz'auto ancora per poco.-
Di Manuela Fiorini – Tutte le foto di Claudio Vincenzi nella galleria in fondo al testo -
Modena, 9 novembre 2015 -
Che i modenesi cominciassero ad apprezzare la nuova Piazza Roma si era già visto questa estate, quando molti avevano trovato refrigerio dalla calura bagnandosi nelle fontane, ma ora che anche le ultime barriere del cantiere sono state rimosse, la nuova piazza si mostra in tutto il suo splendore. E anche lo splendido Palazzo Ducale, sede dell'Accademia Militare, sembra più grande e più bello, senza essere "soffocato" dalle auto parcheggiate e dal via vai di automobilisti in cerca di un posto alle porte del centro.
Proprio quello dei parcheggi, però, rimane un problema aperto. Sembra, infatti, che i modenesi non abbiamo mai apprezzato il Novi Park, il megaparcheggio sotterraneo voluto dall'amministrazione comunale, ancora oggi spesso semivuoto, perché giudicato troppo scomodo e lontano per chi vuole recarsi in centro storico e per chi in centro ci abita. Per questo, il sindaco Giancarlo Muzzarelli, ha promesso di ragionare "insieme alla città, coinvolgendola attraverso un'assemblea pubblica e non solo, sul completamento della mobilità, sui posti auto previsti e sulle destinazioni".
Pare infatti, che Piazza Roma rimarrà completamente senz'auto ancora per poco. Nel progetto originale di riqualificazione e pedonalizzazione, infatti, sono previsti 60 parcheggi destinati ai residenti e ai commercianti e così sarà. I posti auto dovrebbero essere situati attorno al monumento di Ciro Menotti, mentre altri 30 riservati agli ufficiali giudiziari del Tribunale, dovrebbero essere ricavati in piazzale Basile, dietro all'Accademia militare.
Intanto, i modenesi si godono la loro piazza rimessa a nuova, approfittando di questi giorni caldo sole autunnale. La piazza, che ha già fatto da teatro a diverse iniziative, in occasione delle festività natalizie dovrebbe ospitare una pista da pattinaggio sul ghiaccio.
Pusher alla luce del sole, tossici e sporcizia: benvenuti nell'area giochi del Parco Ducale di Parma. Denuncia con foto shock di una 'terra desolata' che viene descritta, con rabbia mista a dolore, da una mamma che si fa portavoce di altre 25 e la promessa del sindaco Pizzarotti. -
Parma, 6 novembre 2015 - di Alexa Kuhne - tutte le foto forniteci da Lisa Zanoni nella galleria in fondo al testo -
Un trenino in un parco giochi e una siringa insanguinata.
Gettata a terra, nel fango, proprio vicino a vecchi, usurati, inservibili resti di un giardino dei divertimenti. Una immagine stridente di un posto in cui i bambini dovrebbero sentirsi al sicuro, liberi di correre e di gioire.
Il Parco Ducale è degrado.
A qualsiasi ora del giorno, a dimostrazione che è la terra di nessuno e di tutti: di madri e figli e di spacciatori e tossicodipendenti, di anziani in cerca di tranquillità e di avventori che cercano un posto da insozzare.
Qui, nell'eterno, verde, silenzioso Parco ducale l'illecito diventa lecito, al punto che la gente per bene si sente a disagio, ospite. Qui non sembra esistere legge: si può spacciare alle nove del mattino come alle quattro del pomeriggio, ci si può 'fare' davanti a un'area per i più piccoli.
Qui la sporcizia e il fango, i bagni ridotti a latrine sudice, i giochi distrutti e inutilizzabili sono il biglietto da visita di quello che fu il fiore all'occhiello della città di Parma: benvenuti nello spazio ludico, dove lo sguardo ingenuo dei bambini e quello scioccato delle loro mamme incontrano piccoli, appuntiti strumenti di morte insanguinati, gettati tra i giochi di un dismesso spazio attrezzato.
E' realtà, senza mistificazione: è la rappresentazione di una ''terra desolata' che viene descritta, con rabbia mista a dolore, da una mamma che si fa portavoce di altre 25, in una lettera al sindaco di Parma, Federico Pizzarotti.
La coraggiosa signora scrive così: "Egregio sindaco, sono Lisa Zanoni mamma di una bambina di 19 mesi. Parlo a nome di un numerosissimo gruppo di mamme (delle quali se ritiene necessario posso raccogliere firme). La contatto per porre alla sua attenzione una questione che, a tutte noi, sta molto a cuore e confidiamo realmente nella sua attenzione. Noi tutte viviamo nel centro storico della nostra meravigliosa città e vantiamo di poter portare i nostri bambini giornalmente in uno dei luoghi di cui tutti noi cittadini dovremmo vantarci: il parco ducale. Purtroppo il centro storico non vanta spazi gioco per i bambini e nemmeno quello del parco ducale è ormai più agibile. (Di seguito troverà foto scattate personalmente di siringhe trovate nell'area del trenino e dei bagni.) Siamo a farle presente che, sull'esempio del parco di Padova, forse aiuterebbe recintare la zona per disincentivare l'ingresso ai malintenzionati. So che all'interno di quest'area ci sono i bagni pubblici, ma essendo presenti anche in un'altra zona, sempre all'interno del parco, non credo che nessuno possa avere niente da ridire se questi fossero destinati ai bambini (che al momento non godono di questo privilegio) d'altronde fino a pochi anni fa era presente una sola struttura di bagni all'interno dell'intero parco. Altra problematica è legata ai giochi stessi all'interno dell'area. Solamente un malandato scivolo, per altro sempre inagibile come vedrà dalla foto che segue, perché non piastrellato e costantemente circondato da fango. Questo causa giornalmente la fila per l'unica altalena presente rendendo impossibile per i bambini poter usufruire dei giochi dedicati a loro. Non credo che sia troppo chiederle di prendere in considerazione di aggiungere qualche altro gioco dato l'immenso spazio a disposizione nell'area. Magari uno di quei (mi passi il termine) casottini di legno che includono diversi giochi come scivolo, corde e altalena. Sono presenti praticamente in ogni parco di ogni quartiere e di ogni piccola provincia. Scusandomi per essermi tanto dilungata le chiedo davvero col cuore in mano di prendere in considerazione queste nostre richieste. La saluto cordialmente e confido in una sua risposta".
E' passato qualche giorno e il primo cittadino, Federico Pizzarotti, ha risposto ieri sera nella sua pagina Facebook, dopo l'articolo apparso ieri pomeriggio sulla nostra testata.
"Gentile Lisa, stiamo lavorando anche su questo parco giochi. L'anno prossimo faremo un investimento consistente sul parco, sul suo controllo e sulla sua manutenzione. Particolare attenzione sarà prestata a quella zona e al suo attrezzamento. Vedrete che rimarrete piacevolmente sorpresi. Grazie della segnalazione e della sensibilità".
L'augurio delle mamme, a questo punto fiduciose, è che queste non rimangano solo parole.
L'ultimo rapporto ACI-ISTAT rileva una battuta d'arresto nella diminuzione delle vittime per incidenti stradali in Italia, ed un rallentamento nel calo di incidenti e feriti. L'Emilia Romagna registra però numeri positivi per quanto riguarda le strade regionali. -
Parma, 5 Novembre 2015 -
I dati nazionali sulla sicurezza stradale evidenziano una battuta d'arresto nella riduzione delle vittime della strada in Italia, ed un rallentamento nel calo di incidenti e feriti. Questo è ciò che rileva l'ultimo Rapporto ACI-ISTAT, presentato ieri a Roma: nel 2014 rispetto al 2013 il numero dei morti sulle nostre strade è diminuito dello 0,6% a fronte di una flessione del 2,5% dei sinistri e del 2,7% dei feriti.
In totale nel 2014 si sono registrati in Italia 177.031 incidenti stradali con lesioni a persone che hanno causato 3.381 decessi e 251.147 feriti. Il costo dei sinistri stradali ammonta nel 2014 a circa 18 mld di euro (stima su parametri MIT 2010).
A pesare sul dato italiano soprattutto l'incremento della mortalità stradale all'interno dei centri urbani (+5,4%), dove si concentrano il 75,5% degli incidenti e il 44,5% dei morti.
Torna a crescere il numero delle vittime tra i pedoni (578 morti, +4,9% rispetto al 2013) ed i ciclisti (273 morti, +8,8% rispetto al 2013), mentre prosegue il calo della mortalità sulle due ruote a motore (-4,3% rispetto al 2013).
"I dati dimostrano l'urgenza di garantire l'utilizzo di almeno il 50% dei proventi delle multe per favorire la mobilità e la sicurezza stradale soprattutto in ambito urbano – dichiara il presidente dell'ACI, Angelo Sticchi Damiani – con attraversamenti pedonali moderni e visibili, percorsi ciclabili protetti, rotatorie efficaci a scongiurare i pericolosi urti laterali. Anche le sanzioni devono essere finalizzate alla prevenzione: gli autovelox nascosti sono inutili e i cartelli che ne annunciano la presenza poi non riscontrata dai conducenti sono addirittura dannosi. ACI presenterà una proposta legislativa sistemica già nella prossima Conferenza del Traffico e della Circolazione, in programma a Roma il 18 novembre".
In questo quadro generale, l'Emilia Romagna dimostra una più che positiva riduzione degli incidenti (3,8%), dei feriti (4,1%) e dei morti (4,9%) sulle sue strade nel 2014. Sempre nel 2014, in regione, il numero degli incidenti è sceso in quasi tutti i territori provinciali con un migliaio di feriti in meno rispetto al 2013.
Per Mauro Sorbi, presidente dell'Osservatorio per l'educazione alla sicurezza stradale della Regione, "l'educazione stradale è fondamentale per migliorare il rapporto tra i diversi utenti: autista, motociclista, ciclista, pedone. Un rapporto caratterizzato ancora da incidenti che, seppure in calo sensibile, lasciano segni pesanti e tangibili nelle persone coinvolte. Per questo sarebbe importante inserire l'educazione stradale come materia di studio, a partire dalla scuola primaria".
La denuncia di una mamma: "Siringa dal trenino del Parco Ducale. L'area gioco bimbi è un punto di riferimento per gli spacciatori". Una situazione di degrado nell'area bimbi che ci ha confessato vedere tutti i giorni con i suoi occhi quando porta la figlia al parco. -
Parma, 5 novembre 2015 -
"Siringa dal trenino del Parco Ducale.. Ne vogliamo parlare?! Ho mandato una mail lunedì scorso al Sindaco Pizzarotti (nessuna risposta) per far presente che i bagni dell'area bambini del Ducale sono giornalmente assediati dagli spacciatori.." - queste le parole terrificanti, di denuncia, di una mamma apparse oggi sul Gruppo Facebook "Sei di Parma se".
Una situazione allarmante messe in luce da una signora che giustamente vorrebbe portare, senza preoccupazione, la figlia al Parco cittadino e non può farlo con serenità per gli spacciatori che assediano il parco. "Li vedo giornalmente scambiarsi tranquillamente la roba sotto gli occhi di noi mamma e dei bambini" - ci confessa.
Guardia di Finanza e Polizia eseguono 3 nuovi provvedimenti cautelari nei confronti degli 'Intoccabili' a cui erano stati revocati gli arresti domiciliari per un vizio di forma. Confermato anche il sequestro preventivo, per sproporzione tra redditi dichiarati e patrimonio disponibile, di conti correnti e titoli per un valore di oltre 1.800.000 euro. -
Modena, 5 novembre 2015 –
Tornano agli arresti domiciliari tre appartenenti alla banda degli 'Intoccabili'.
All'alba di oggi Polizia di Stato e Guardia di Finanza di Modena hanno eseguito tre nuovi provvedimenti cautelari personali emessi dal gip del Tribunale di Modena, Eleonora De Marco.
Le rinnovate misure cautelari sostituiscono quelle dello scorso 20 ottobre oggetto di annullamento da parte del tribunale della libertà di Bologna, quando, in sede di riesame, furono evidenziati alcuni vizi di forma che avevano portato alla revoca della misura degli arresti domiciliari per Rocco Ambrisi e Adamo Bonini, entrambi di 41 anni, capifila di una banda dedita all'usura e alle estorsioni ai danni di cittadini e imprenditori del distretto ceramico tra le province di Modena e Reggio Emilia, in particolare nella zona di Sassuolo, Fiorano, Casalgrande e Castellarano.
Nei guai erano finiti anche tre carabinieri, di cui uno in congedo, accusati di corruzione, abuso d'ufficio, favoreggiamento e rivelazione di segreti d'ufficio per avere passato informazioni alla banda criminali su indagini e intercettazioni che li riguardavano.
Tuttavia, rispetto all'originaria adozione, per due degli appartenenti all'Arma dei Carabinieri, tra i quali l'ufficiale in congedo, non è stato ritenuta necessaria l'emissione di un nuovo provvedimento per il venire meno delle precedenti esigenze cautelari.
L'indagine era partita nel 2013. Approfittando del momento di crisi e della difficoltà di accedere ai canali di credito tradizionali, la banda prestava denaro a privati e imprese con tassi pari al 417% su base annua. Il denaro veniva poi reinvestito in attività commerciali affidati a prestanome nel distretto ceramico, tra cui alcuni bar e pizzerie molto note nel comprensorio, oltre che in aziende che operano nel campo dell'edilizia, della meccanica, della metallica e della carpenteria, i cui titolari sono risultati prestanome dell'organizzazione criminale, che, di fatto, beneficiava del tornaconto economico.
Confermato anche il sequestro preventivo, per sproporzione tra redditi dichiarati e patrimonio disponibile, di conti correnti e titoli per un valore di oltre 1.800.000 euro.
I servizi di 'pattugliamento' per iniziativa dei cittadini sono stati condannati dalla Prefettura di Parma che, in una nota, spiega perché 'sono illegali e pericolosi'. Ma Fabrizio Pallini, presidente de 'I nostri borghi', replica e ne sottolinea l'utilità per una città che non si sente al sicuro. -
Parma, 5 novembre 2015 -
A Parma si fanno le 'ronde'. La Prefettura le boccia. L'associazione promotrice di vigilanze ad opera di cittadini risponde che non sono 'pattugliamenti' ma solo attività di sorveglianza.
Questione terminologica a parte, la sostanza è che la gente ha paura.
Il 'pattugliamento' per iniziativa dei cittadini sta facendo discutere e apre una finestra sul problema sicurezza in città. Una faccenda che viene avvertita dai parmigiani come pressante.
Secondo Fabrizio Pallini, presidente dell'Associazione 'I nostri Borghi' e sostenitore di questi monitoraggi sul territorio, operati da cittadini, è un bene che ci sia una collaborazione tra abitanti del parmense.
Alla base della nota di condanna diramata dalla prefettura, per Pallini, ci sarebbe un fraintendimento: "il controllo sociale o di vicinato risulta essere estremamente utile. L'utilizzo da parte di forze politiche del termine 'ronda' ne ha in qualche modo inquinato il significato originale, quello di un aiuto da parte di persone volenterose ad interferire, contrastare situazioni di microcriminalità come lo spaccio, la prostituzione, i furti e la microcriminalità in genere. Ci pare che la Prefettura abbia in qualche modo voluto bocciare una eventuale cattiva interpretazione del termine più che la sostanza. Non e' possibile si possano vietare forme di monitoraggio e collaborazione".
La risposta di Pallini è arrivata subito dopo un comunicato della Prefettura con cui le iniziative di sorveglianza che affianchino l'operato delle forze dell'ordine sono state duramente bocciate:
"Le forme di 'pattugliamento' di alcune aree urbane – chiarisce il Prefetto -, in città ed in provincia, con il dichiarato obiettivo di contrastare reati quali furti e spaccio di stupefacenti, sono iniziative censurabili per motivi giuridici e tecnici, e pericolose sia per chi le pone in essere sia per il comune cittadino...In primo luogo sono illegali. Le uniche attività consentite sono quelle degli 'Osservatori Volontari della Sicurezza' previste e disciplinate esclusivamente nelle forme e con le modalità stabilite dalla normativa vigente. In secondo luogo possono esporre gli stessi cittadini, che volenterosi partecipano ai 'pattugliamenti', a concreti rischi, mancando, tra l'altro, di quei requisiti soggettivi e di formazione professionale, nonché del coordinamento con le Polizie Municipali".
Pallini sottolinea invece che la sua associazione, che ha dedicato anni di impegno alla sicurezza e alla tranquillità dei cittadini, "è stata antesignana di un controllo del territorio che, al di là dei sostantivi utilizzati, ha dato dei frutti straordinari".
Il Presidente dell'associazione 'I nostri borghi' chiarisce che l'intervento dei cittadini sarebbe solo di natura osservativa e informativa in collaborazione con le forze dell'ordine a cui spetta ovviamente la parte interventistica e che l'aiuto dei cittadini sia stato in molti casi importante per ridurre le problematiche legate all'insicurezza, senza sostituire le forze dell'ordine.
Per la Prefettura i cittadini che promuovono attività di controllo sono in pericolo perché rischiano danni fisici e materiali "nonché i profili penali e civili cui i partecipanti possono incorrere per gli incidenti, subiti o causati, anche a terzi estranei, che, in quanto conseguenza di condotta illecita, non sono coperti da assicurazione".
Per le modalità con cui vengono svolte, inoltre, tali attività possono anche ostacolare e, in taluni casi, vanificare, il lavoro delle forze di polizia e contribuiscono involontariamente ad alimentare la paura e l'insicurezza. Se non si deve sottovalutare il senso di preoccupazione e l'allarme dei cittadini per tipologie di reato come i furti in appartamento particolarmente odiose perché violano il luogo in cui ciascuno si sente più sicuro, alla base di qualunque strategia operativa si devono porre i reati denunciati che, tra l'altro, nei primi nove mesi di quest'anno, hanno fatto registrare, rispetto allo stesso periodo del 2014, un consistente calo numerico.