I piccoli studenti della scuola "Graziosi" di Modena hanno visitato gli Uffici della Questura nell'ambito del progetto "AWAKE!" per favorire la cultura della legalità e il rispetto delle leggi, ma anche per promuovere l'acquisizione di corretti stili e modelli di vita, contribuendo a formare cittadini responsabili. -
Modena, 4 novembre 2015 -
Questa mattina i piccoli studenti della scuola "Graziosi" di Modena hanno visitato gli Uffici della Questura nell'ambito del progetto "AWAKE!", con il quale il mese scorso è stata siglata ufficialmente tra Questore e Dirigente Scolastico Provinciale la collaborazione tra il mondo della scuola e la Polizia di Stato modenese.
Dopo una breve introduzione sul concetto di legalità, i bambini sono stati messi in guardia sui pericoli del web dagli operatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni.
La Polizia Scientifica ha, poi, catturato la loro attenzione insegnando i vari metodi di rilevazione delle impronte digitali, ma è stato a bordo della "Volante" che i giovani visitatori hanno potuto esprimere appieno il loro entusiasmo.
Nuovi sviluppi sul furto del dipinto "Ritratto di Signora" del pittore austriaco Gustav Klimt, avvenuto nel febbraio 1997: sarebbero stati chiesti 150 mila euro di riscatto per il suo ritrovamento. Ad oggi, l'opera risulta ancora una tra le più ricercate al mondo. -
Piacenza, 4 Novembre 2015 -
Era il febbraio del 1997 quando dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza fu trafugato il dipinto "Ritratto di Signora" del pittore austriaco Gustav Klimt. Un furto misterioso avvenuto durante il trasloco per i lavori di ristrutturazione della struttura museale.
Un dilemma irrisolto sul quale tanto si è provato a far luce attraverso indagini che si sono rivelate piste senza uscita. Tra le tante ipotesi, si era palesata la possibilità del ritrovamento di un'impronta digitale sulla cornice ma l'unica realtà è che, ad oggi, l'opera risulta ancora una tra le più ricercate al mondo.
Proprio in questi giorni, però, qualcosa si è mosso e gli ultimi aggiornamenti comunicano che sarebbe stato chiesto un riscatto di 150 mila euro per il ritrovamento di "Ritratto di Signora". Lo annuncia il quotidiano "La Libertà", raccontando di un incontro nella periferia di Piacenza tra un ufficiale dei carabinieri ed un presunto "testimone" che ha affermato di conoscere il luogo esatto, stando alle sue parole all'estero, dove si troverebbe il dipinto.
Una trattativa che però si è interrotta improvvisamente per motivi ancora ignoti.
Dopo l'articolo pubblicato da Gazzetta dell'Emilia sulla richiesta di proroga al 2018 dell'Opzione Donna, viene messo in luce un altro problema che coinvolge le lavoratrici con versamenti nella Gestione Separata dell'INPS: non sono compatibili con la pensione anticipata. -
Modena, 4 novembre 2015 - di Manuela Fiorini -
La Gestione Separata dell'INPS, quella in cui convergono i contributi al 27% di lavoratori con partita IVA, specialisti non iscritti agli ordini professionali, collaboratori esterni di enti pubblici, privati, associazioni professionali, contratti a tempo determinato, Co.Co.Co e Co.Co.Pro non è compatibile con l'Opzione Donna, la possibilità che il Governo offre alle lavoratrici, che al 31/12/2015 hanno maturato 57 anni di età e 35 di contributi, di andare in pensione.
A metterlo in luce è, ancora una volta, Opzione Donna Proroga 2018, il gruppo nato su Facebook con l'intento di unire le donne di tutta Italia e portare all'attenzione delle istituzioni la situazioni di tante lavoratrici che hanno necessità sia di conciliare lavoro e famiglia, sia di vedersi riconoscere il diritto di poter usufruire dell'opzione di lasciare il mondo del lavoro avendo versato gli stessi contributi di altre lavoratrici alla Gestione Separata.
"Essendo una lavoratrice autonoma", spiega Elisabetta Cozzani, membro di Opzione Donna Proroga 2018, "ho una contribuzione mista Ago/gestione separata, con 35 anni totali di contributi e 58 anni di età. Quindi, secondo le proposte dell'attuale Legge di Stabilità, potrei utilizzare l'Opzione Donna e andare in pensione. Invece no. La Gestione Separata, secondo l'INPS, non dialoga con le altre forme contributive obbligatorie, sicché, il cumulo non è previsto. I miei 19 anni pagati all'Inps con la destinazione pensione, avendo la causale gestione separata, restano lì, congelati, in attesa di giungere alla data per la pensione di anzianità: 66 anni, per adesso. Credo sia chiaro il disastro che ne viene fuori: discriminazione di genere nel genere. I soldi li hanno incamerati, perché anche per la Gestione Separata i contributi sono obbligatori. In più, la percentuale di calcolo, pari al 27%, grava tutta sulla lavoratrice, che non ha titolari se non se stessa, ma la tenuta in conto dall'ente percipiente, di fatto, è pari a zero".
Il danno è ancora più evidente se si tiene presente che i contributi versati alla Gestione Separata de'l'INPS sono quelli di persone, in questo caso donne, che hanno perso il lavoro e che si sono dovute reinventare, magari mettendosi in proprio, con tutte le difficoltà, e le spese, che questo comporta. Senza contare che, spesso, non possono usufruire dei benefici del welfare, come congedi di maternità, malattia, cassa integrazione o sussidi di disoccupazione.
"Queste lavoratrici", continua Elisabetta Cozzani, "oltre alle notevoli difficoltà intrinseche nella stessa natura delle proprie attività, ben più che precarie, direi, si ritrovano anche l'ulteriore e demolente beffa di venire messe di lato dallo Stato. Eppure hanno versato, per intero e sempre, i medesimi contributi delle altre categorie di lavoratori".
L'incompatibilità dei versamenti alla Gestione Separata con l'Opzione Donna e le conseguenze sono state portate all'attenzione delle istituzioni.
"Qualche mese fa", spiega ancora Elisabetta, "ne ho parlato con l'Onorevole Luisa Gnecchi, che è stata la prima disposta ad ascoltarmi, poi con Tito Boeri, che mi ha confermato la necessità di porre rimedio alla questione da parte del Governo. Infine, è stato messo al corrente della situazione, e della discriminazione che essa crea, anche l'Onorevole Walter Rizzetto, che si è dimostrato molto sensibile all'argomento e sta ponendo il problema in discussione. Sia lui che l'On. Luisa Gnecchi, qualche giorno fa, mi hanno risposto via mail: la faccenda sembrerebbe oggetto di messa a punto. Gliene sono molto grata, anche se rimane, comunque, un interrogativo: quando verrà sistemata questa ingiustizia?".
In attesa delle risposte del Governo, Elisabetta e, probabilmente, anche altre donne nella sua stessa situazione, non intendono stare a guardare, ma continuare a lanciare segnali forti.
"Io voglio utilizzare Opzione donna!", dice convinta, "Intendo avvalermi dell'opzione offerta dalla legge 243/2004 in considerazione del seguente fatto ovvio: possiedo i requisiti al 31.12.2015. Per questo proporrò domanda attraverso Patronato, che quasi certamente verrà respinta. Motivo? Non mi riconoscono 19 anni di versamenti obbligatori eseguiti, costati notevole fatiche e rinunce, come a tutti, questo è chiaro. La chiamerei appropriazione indebita, a occhio e croce. E io farò ricorso giudiziale per più d'una ragione lesionata in diritto".
Oggi, 4 novembre, Giornata delle Forze Armate è allestita un'esposizione storica in centro storico. Presso il negozio d'abbigliamento "Ricchetti", di via Mazzini immagini, uniformi e oggettistica dell'Arma per celebrare l'impegno per la tutela e la sicurezza del territorio. -
Parma, 4 novembre 2015 -
Parma è con la Benemerita. Oggi più che mai.
Perché la Giornata delle Forze Armate non può non essere celebrata in un territorio in cui i carabinieri con le loro 4.589 stazioni svolgono il delicatissimo compito della tutela dell'ordine.
Chi vorrà, potrà unirsi ai Carabinieri del Comando Provinciale di Parma che hanno allestito nella centralissima strada Mazzini, presso il negozio d'abbigliamento "Ricchetti", una vetrina che unisce immagini, uniformi e oggettistica dell'Arma in un contesto armonicamente integrato con il tricolore nato nella vicina città di Reggio Emilia.
Al centro della esposizione un Carabiniere con l'uniforme storica, diretta derivazioni delle divise utilizzate nell'anno di fondazione della "Benemerita" e oggi indossata per servizi di rappresentanza. Alla base il simbolo ovale "Carabinieri", peculiari articolazioni di base dell'Arma dei Carabinieri a livello locale e prime depositarie dei compito di tutelare l'ordine e la sicurezza nell'ambito del territorio che esse racchiudono.
Completano l'allestimento vari accessori militari in dotazione all'Arma. Carabinieri di ieri e Carabinieri di oggi accomunati dalla vicinanza alla città di Parma e alla dedizione al servizio che sin dal 1814 hanno contraddistinto e contraddistinguono l'essere Carabiniere.
La donna ha notato due uomini che armeggiavano attorno a una rastrelliera nella centrale via Farini e ha avvertito le Forze dell'Ordine. I malviventi, italiani e residenti a Carpi, sono stati fermati con una catena da bicicletta e una tronchese e denunciati a piede libero. -
- Di Manuela Fiorini - foto di Claudio Vincenzi -
Modena, 3 novembre 2015 –
Le cattive intenzioni di due malviventi, che la sera del 1° novembre hanno tentato di rubare una due ruote in via Farini, in pieno centro storico, non sono sfuggite a una cittadina modenese, che ha deciso di fare il proprio dovere civico e "non voltarsi dall'altra parte". Il suo intervento, infatti, è stato provvidenziale per sventare il colpo e identificare i due aspiranti "ladri di biciclette".
Erano circa le 21 quando la donna si è accorta dei movimenti sospetti di due uomini che armeggiavano attorno a una rastrelliera. La modenese ha così allertato le Forze dell'Ordine, ma il suo gesto è stato notato dai due che hanno preferito allontanarsi.
L'intervento della Polizia di Stato, tuttavia, è stato tempestivo e l'arrivo sul posto di una Volante ha consentito di fermare e identificare i due uomini. Si tratta di un 47 enne e di un 48 enne italiani, residenti nel Comune di Carpi, con diversi precedenti specifici per reati contro il patrimonio. La denuncia a piede libero per tentato furto è scattata immediatamente, dal momento che i due compari avevano con sé una tronchese e una catena da biciclette già recisa, segno inequivocabile delle loro cattive intenzioni.
Al ritorno da una festa di Halloween, cinque giovani originari di Sassuolo sono stati avvicinati in Piazza Matteotti da quattro coetanei tunisini che si sono dimostrati un po' troppo "espansivi". Grazie all'intervento tempestivo di una Volante della Polizia, che li ha rintracciati poco dopo con soldi e un cellulare di ultima generazione sottratti alle vittime, per i nordafricani sono scattate le manette. -
Modena, 3 novembre 2015 - di Manuela Fiorini, foto di Claudio Vincenzi -
Non accettare abbracci dagli sconosciuti. Lo hanno imparato a proprie spese un gruppo di cinque amici di Sassuolo che, alle 4 di mattina del 1° novembre, dopo aver festeggiato la notte di Halloween, nella centralissima Piazza Matteotti, sono stati avvicinati da quattro tunisini che, con un atteggiamento tra l'amichevole e il perentorio, hanno approfittato del contatto fisico per sottrarre alle vittime portafogli e cellulare.
I fatti: erano appena passate le 4 e i quattro italiani, tutti giovani di età compresa tra i 20 e i 25 anni, stavano tornando alle auto dopo una nottata trascorsa a festeggiare Halloween. Mentre attraversavano Piazza Matteotti, nel centro storico di Modena, sono stati raggiunti da un coetaneo tunisino, che si è subito dimostrato eccessivamente espansivo e insistente nel suo volere "fare amicizia". Il nordafricano è stato poi raggiunto da altri tre connazionali, anch'essi troppo "amichevoli", che hanno addirittura scambiato qualche abbraccio con i giovani sassolesi e approfittato del contatto fisico per rubare a uno di loro un portafogli con circa 20 euro e un nuovissimo smartphone Samsung Galaxy.
Il gruppo di tunisini, una volta raggiunto l'obiettivo del furto, ha messo da parte le "smancerie" e si è allontanato, ma la vittima, accortosi di non avere più in tasca soldi e cellulare, li ha rincorsi e raggiunti all'altezza di via Taglio, dove ha intimato loro di restituirgli quanto sottratto. A quel punto, però, la "simpatia" dimostrata dai tunisini ha lasciato il posto alle minacce. Anzi, il ragazzo sassolese sarebbe stato accerchiato dai nordafricani e malmenato. A quel punto si è deciso a chiamare la Polizia.
Mentre una Volante si recava sul luogo della rapina, per caso ha notato il gruppo di stranieri che passeggiava nei pressi di Piazza Matteotti. Una volta ricevuta la descrizione dei rapinatori dai cinque sassolesi, i poliziotti si sono resi conto che si trattava proprio dei nordafricani incrociati poco prima. Li hanno così rintracciati in via Taglio, fermati e perquisiti. Sono così saltati fuori i soldi, ma non il portafogli, e il cellulare sottratti alla vittima. Per un 23 enne, un 25 enne, un 27 enne e un 29 enne tunisini, regolari sul territorio, ma con precedenti, sono così scattate le manette. L'arresto è stato infatti convalidato e i quattro si trovano attualmente nel carcere di Sant'Anna. Dalla rapina all'arresto è intercorsa solo mezz'ora, grazie alla tempestività delle Forze dell'Ordine, al quale va l'encomio del questore di Modena Giuseppe Garramone.
Amabile Masseni di 89 anni era ricoverata all'ospedale di Guastalla. Le sue condizioni, apparse critiche fin dai primi giorni, sono via via peggiorate, fino a portarla al decesso. Sono in corso gli accertamenti della Procura e i funerali che erano stati fissati per oggi a Guastalla, sono stati sospesi. -
Reggio Emilia, 3 novembre 2015 -
Non ce l'ha fatta l'anziana vittima del batterio della legionella.
E' morta dopo una settimana di ricovero la donna che era ospite della Rsa Attilio Bisini di via San Cristoforo 2 di Guastalla, gestita dalla Coopselios di Reggio Emilia.
A contrarre il batterio è stata una pensionata, Amabile Masseni di 89 anni, che è stata ricoverata all'ospedale di Guastalla. Le sue condizioni, apparse critiche fin dai primi giorni, sono via via peggiorate, fino a portarla al decesso: oltre ai sintomi della malattia, infatti, si sono aggiunte complicanze di tipo cardiocircolatorio. Sono in corso gli accertamenti della Procura e i funerali che erano stati fissati per oggi a Guastalla, sono stati sospesi.
Dopo la segnalazione del caso di legionella sono stati attivati tutti i controlli agli impianti idrici dei bagni e delle docce. La direzione sanitaria della Rsa aveva infatti comunicato ai familiari degli ospiti che sarebbe stato temporaneamente sospeso il servizio idrico. Per scongiurare altri casi, il personale ha avuto cura di pulire e disinfettare con apposite salviette tutti gli anziani.
Il batterio "Legionella pneumophila" tende a colonizzare gli impianti idrici e tutti i luoghi dove l'acqua ristagna. Gli ambienti ideali per proliferare sono infatti quelli caldi e umidi dove la temperatura oscilla tra i 25 e i 55 gradi. La malattia si trasmette inalando goccioline di acqua infetta dal batterio, e dunque non da persona a persona, né bevendo acqua contaminata. Una volta entrato nel corpo attraverso le vie aeree, il microrganismo può penetrare e proliferare nei polmoni.
Ecco perché particolarmente pericolose sono le docce, ma anche l'aria che si respira in ambienti dove sono attivi dei condizionatori o umidificatori, gli spruzzi di irrigatori da giardino, fontane, strumenti dentistici, vasche idromassaggio. In particolare, ad ammalarsi sono anziani, persone affette da patologie croniche o con il sistema immunitario debole. I sintomi della legionella sono soprattutto di tipo respiratorio: tosse secca o grassa, difficoltà a respirare ma anche febbre alta e brividi. Sono molto simili a quelli della più comune polmonite, e per questo spesso la diagnosi non è immediata. Possono comparire però anche dolori muscolari, perdita di appetito, problemi gastrointestinali come la diarrea, neurologici e cardiaci.
Dopo aver danneggiato un'auto in sosta in viale Rustici, il conducente si è allontanato senza sincerarsi dei danni, né tanto meno, lasciare le generalità ma è stato individuato dalla Polizia Municipale, direttamente nella sua abitazione. -
Parma, 2 novembre 2015 -
Ieri, nel tardo pomeriggio, il conducente di una vettura, dopo aver urtato un'auto regolarmente in sosta in viale Rustici, si è allontanato per far perdere le proprie tracce, senza sincerarsi dei danni causati né premurarsi di lasciare i propri dati alla controparte, ai fini assicurativi. Il proprietario dell'auto, un cittadino parmigiano di circa 40 anni, ritrovatosi il proprio veicolo danneggiato, ha contattato la Polizia Municipale per denunciare quanto accaduto.
Grazie agli accertamenti compiuti, gli agenti giunti sul posto sono riusciti a risalire al responsabile del danneggiamento e rintracciarlo successivamente a casa. Da parte della Polizia Municipale sono in corso tutte le verifiche per i provvedimenti del caso.
L'aggressore aveva fatto perdere le proprie tracce dopo aver ferito la moglie. Questa mattina è stato ritrovato il corpo senza vita dell'uomo, da un passante. Sul posto Carabinieri e Pubblico Ministero della Procura di Parma. La donna è ricoverata all'Ospedale Maggiore. -
Parma, 2 novembre 2015 -
Aveva fatto perdere le sue tracce, l'uomo, albanese di 54 anni residente a Colorno con la famiglia, dopo che ieri sera ha accoltellato la moglie all'addome. L'episodio si è verificato intorno alle 22, nell'abitazione di via Roma, a seguito di una violenta lite. Fortunatamente, la donna è stata tempestivamente soccorsa da uno dei figli rientrato a casa all'apice del litigio. Lo stesso, ha subito chiamato il 118 e ha fornito una prima ricostruzione dei fatti alla pattuglia dei Carabinieri giunta poco dopo sul posto. La donna ora è ricoverata in prognosi riservata presso l'Ospedale Maggiore.
Subito sono partite le ricerche dell'aggressore da parte dei Carabinieri della locale Stazione, con l'ausilio di altre unità giunte da Parma e Fidenza, nei luoghi e dalle persone abitualmente frequentate dall'uomo. Questa mattina la macabra scoperta. Alle ore 07.00 circa, grazie alle indicazioni fornite da un passante, è stato ritrovato il cadavere del 54enne, a Colorno, in via San Severino, vicino alla chiesa di San Liborio.
I primi accertamenti condotti sul posto dai Carabinieri, dove è immediatamente giunto anche il Pubblico Ministero della Procura di Parma, hanno permesso di escludere, allo stato, cause di morte dovute a terzi poiché non sono stati trovati segni di violenza o ferite sul cadavere. Il successivo esame autoptico, disposto dall'A.G., permetterà di accertare il motivo del decesso dell'aggressore.
E' stato aggredito dopo aver parcheggiato l'auto nel suo garage. Arrestato dai Carabinieri il presunto autore del reato: un 43enne residente a Parma, in ospedale poiché intossicato da un tasso alcolico estremamente elevato. L' uomo era sottoposto all'obbligo di dimora in una comunità terapeutica in provincia di Piacenza. -
Parma, 2 novembre 2015 -
Un'aggressione a cui sono seguite le coltellate all'addome, forse a causa di una discussione degenerata, magari conseguente a richiesta di denaro, piuttosto che ad un tentativo di furto. Questo, quanto accaduto, sabato pomeriggio poco prima delle 17.00 a Fidenza, in via Galvani, ad un 66enne che è stato aggredito e ferito mente stava parcheggiato l'auto di famiglia nel suo garage.
Fortunatamente, alcune persone hanno notato cosa stesse succedendo e hanno contattato il 118 ed i Carabinieri consentendo l'immediato soccorso della vittima, accompagnata in ospedale in gravi condizioni e il pronto intervento di una pattuglia dei militari del Nucleo Radiomobile.
Le ricerche del responsabile dell'aggressione, iniziate subito dopo l'acquisizione dei primi sommari indizi, hanno permesso ai militari grazie all'intervento congiunto della Stazione di Fidenza e dell'Aliquota Operativa della Compagnia, di rintracciare il presunto autore del reato.
Con i successivi accertamenti i militari della Compagnia di Fidenza hanno acquisito gli elementi necessari per collegare il soggetto fermato con l'aggressione. Poco prima della mezzanotte di sabato, concordemente con il P.M. della Procura di Parma, è stato dichiarato in arresto mentre era piantonato in ospedale poiché intossicato da un tasso alcolico estremamente elevato.
Sono ancora in fase di accertamento le motivazioni che possono aver spinto l'aggressore a compiere il gesto. L'arrestato, un 43enne residente a Parma, era sottoposto all'obbligo di dimora in una comunità terapeutica in provincia di Piacenza per altri fatti che lo avevano portato ad avere a che fare con la Giustizia.
Ieri mattina, al termine delle visite mediche di rito, il 43enne è stato dimesso e sarà poi accompagnato, su disposizione del Magistrato, dai Carabinieri presso il carcere di Parma.