Mercoledì, 03 Febbraio 2016 15:16

Mafia: è l'Emilia Romagna la nuova frontiera della criminalità organizzata In evidenza

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La Dia (Direzione distrettuale antimafia), nella sua relazione semestrale, ha delineato un quadro inquietante dell'espansione di mafia, 'ndrangheta, camorra e criminalità organizzata pugliese in Emilia Romagna, nella relazione che fa riferimento al primo semestre 2015.

Di Alexa Kuhne

Parma, 3 febbraio 2016

L'Emilia Romagna è la nuova frontiera della mafia.
E' questo l'allarmante quadro che ha disegnato la Direzione investigativa antimafia nella sua relazione che fa riferimento al primo semestre 2015.
Il lavoro della Dia ha delineato i contorni del fenomeno, in costante crescita, dell'espansione delle cosche italiane. Evoluzione, traffici e nuove frontiere fanno immaginare un futuro definito dagli analisti della Dia "inquietante".
Camorra, Cosa Nostra, 'Ndrangheta e Criminalità organizzata pugliese si stanno facendo largo in tutto il nord Italia, soprattutto in Emilia Romagna. I clan riciclano imponenti quantità di denaro. Ma non è solo questo: puntano a entrare nei gangli vitali della vita pubblica e della politica per arrivare al cuore delle istituzioni. 
Gli esperti della Dia, parlando di Cosa Nostra, segnalano che nella regione "pregresse attività info- investigative hanno fatto emergere la presenza di soggetti provenienti dalla Sicilia legati alle varie organizzazioni dell'isola e tendenzialmente dediti al riciclaggio e al reimpiego del denaro".

Si tratterebbe di esponenti delle famiglie di Cosa Nostra palermitane, nissene e catanesi, attive nelle varie provincie e nel capoluogo di regione. C'è la mafia siciliana e c'è anche quella calabrese. Gli 'ndranghetisti sono ovunque "è stata documentata l'operatività, tra le provincie di Reggio Emilia, Modena, Parma e Piacenza".
 Le analisi "evidenziano la capacità di attuare una pervasiva infiltrazione nel tessuto economico emiliano - soprattutto nell'edilizia, nel movimento terra, nello smaltimento dei rifiuti e nella gestione delle cave - e di inserirsi nei lavori di costruzione post terremoto 2012, anche attraverso la compiacenza di imprese locali e di alcuni amministratori pubblici". Non lavorano soli i calabresi: le indagini hanno evidenziato anche contatti tra il gruppo criminale calabrese e quello camorristico dei casalesi - principalmente attivi in provincia di Modena - per la "creazione di un sodalizio affaristico- mafioso da impiegare nei lavori di ricostruzione post terremoto in Abruzzo".

L'Emilia è un punto strategico, un volano da cui partire per poi lavorare ovunque.
 Per la Camorra "il contesto economico dell'Emilia Romagna continua a rappresentare un fattore di attrazione". Gli affiliati "tendono a inserirsi in attività produttive commerciali e del terziario, privilegiando la gestione di società di costruzione, di trasporto e di movimento"
Il settore edile rappresenterebbe il fulcro di tutte le attività criminose. Gli interessi sarebbero collegati al collocamento di manodopera, e "alla possibilità che offre di stabilire contatti con professionisti e rappresentanti delle pubbliche amministrazioni". Il territorio emiliano romagnolo è stato eletto a domicilio pure dai pugliesi. Anche nel caso della criminalità organizzata che ha origine in Puglia la Dia registra "segnali di espansione economica verso l'Emilia Romagna".

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