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Lunedì, 03 Ottobre 2016 15:46

Il sindaco di Parma lascia il Movimento 5 Stelle

Federico Pizzarotti dice "Addio" al M5S e continua il suo lavoro di sindaco, insieme alla squadra di governo del Comune. Da diversi giorni era atteso, ora è ufficiale: il sindaco di Parma Federico Pizzarotti lascia il Movimento 5 Stelle.

Parma, 3 ottobre 2016

Lo ha annunciato questa mattina, in un'affollatissima conferenza stampa, alla presenza di vicesindaco, diversi assessori e consiglieri comunali di maggioranza.
Il "divorzio" dal Movimento non avrà effetti sul Governo della città, spiega il Sindaco di Parma, Federico Pizzarotti: "Per noi non cambia nulla - ha puntualizzato Pizzarotti - andremo avanti nel governo della città, non c'è nessuna crisi di maggioranza in vista. Lavoreremo con l'attuale squadra di Governo e con il gruppo 5 Stelle che la sostiene, e che ha assicurato il suo appoggio, ma che deciderà autonomamente come presentarsi in futuro. Lavorare per la mia città è il primo pensiero di ogni giorno".
Pizzarotti ha anche chiarito che nulla è ancora deciso sulla sua eventuale candidatura e che al momento non esiste alcuna lista civica, anche se non è escluso che si farà: "Tutte le altre ipotesi che si leggono sui giornali - ha detto - sono fantasiose e prive di fondamento".
Aprendo l'incontro con la stampa, Federico Pizzarotti ha definito la scelta di lasciare il M5S "un passo non semplice che ho dovuto fare, dopo 144 giorni di una sospensione ingiusta e non prevista da alcun regolamento e di silenzio assordante da parte dei vertici".

PIZZAROTTI M5S 2016 036
"Ringrazio Beppe Grillo perchè so che senza di lui non mi sarei alzato dal divano - ha aggiunto il sindaco - ma sono un uomo libero e non posso che lasciare un Movimento che è cambiato dalle origini e nel quale oggi non mi riconosco più. Non accetto di aver paura ad esprimere le mie opinioni alla luce del sole, diversamente da quello che accade a tanti, compresi molti parlamentari".
Poi ha parlato di Parma e del Comune: "Mi si dice che trascuro il Comune: non è vero, sono qui 12 ore al giorno per amministrare insieme ad una squadra compatta di cui vado orgoglioso. Pago a caro prezzo il fatto di aver messo il bene della città davanti ai proclami del Movimento. Lavorando - ha continuato - avrò fatto anche degli errori, ma gli errori servono a crescere".
Pizzarotti ha quindi elencato alcuni risultati ottenuti dal Comune di Parma in questa legislatura "che purtroppo non hanno mai trovato posto sul blog di Gillo": riduzione del 45% del debito pregresso di 850 milioni di euro, 150 milioni di investimenti in 5 anni, tante scuole rimesse a posto, senza amianto, più sicure dai rischi di terremoto e energeticamente "risparmiose", raccolta differenziata al 75% grazie alla costanza e alla determinazione dell'assessore Folli, designazione (prima in Italia) come "città creativa UNESCO della gastronomia".

 PIZZAROTTI M5S 2016 conferenza

Pubblicato in Cronaca Parma

Un tripudio di Auguri per gli 80 anni del "cavaliere". Un "coccodrillo" anticipato o un'occasione di incrementare le tirature o per celebrare l'ammaina bandiera del politico ormai ritirato a vita privata, tra nipotini e la Pascale?

di Lamberto Colla Parma 2 ottobre 2016
 - Molti si irriteranno ma, volenti o nolenti, nella storia d'Italia c'è anche Berlusconi. E il giorno del suo 80esimo compleanno, è stata la notizia del giorno e di prima pagina su quasi tutte le testate nazionali e televisive alla pari dei 40 anni di Francesco Totti qualche giorno prima.

Se la cosa era prevedibile per il "pupone" nazionale che, con la sua fedeltà alla squadra (Roma) e alla nazionale è entrato nelle simpatie e nei cuori di tutti, sportivi e non, meno prevedibile era l'augurio di moltissimi politici, nazionali e esteri, e gli ampi spazi destinati dalla stampa a Silvio Berlusconi.

C'è chi ha raccontato "fortuna, sentimenti e rivoluzione" nelle 20 parole che hanno descritto la storia di Berlusconi occupando una intera pagina del tabloid (il Messaggero), chi si è soffermato più sulla carriera politica e giudiziaria, piuttosto che sulla vita privata, fatto sta che, esclusi pochissimi, la gran parte hanno voluto partecipare alla festa celebrativa degli 80 anni di Silvio Berlusconi.

Anche lo steso Matteo Renzi sembra abbia voluto partecipato alle celebrazioni del fondatore di Forza Itallia, recuperando e rilanciando l'idea del Ponte sullo Stretto. Lo ha detto durante la cerimonia per i 110 anni dell'impresa di costruzioni Salini-Impregilo, spiegando che la sua costruzione porterà 100mila posti di lavoro. E fa un "mea culpa", a nome e per conto del PD, dichiarando che "Sbagliammo a ridere con Sarkozy e Merkel di Berlusconi" prendendo atto che l'atteggiamento di scherno usato nei confronti dell'ex premier alcuni anni fa da parte di Nicolas Sarkozy e Angela Merkel era sbagliato. E ancora più sbagliato era l'atteggiamento della sinistra italiana, che non si rendeva conto di quanto fosse grave quella mancanza di rispetto verso il nostro Paese e non solo verso l'uomo Silvio Berlusconi.

Lo stesso "Il Fatto Quotidiano", oggi guidato dall'acerrimo "nemico" Marco Travaglio, l'ha celebrato, a modo suo, raccontando delle sue memorabili gaffe o spregiudicate provocazioni (vedi l'etichetta di Kapò all'eurodeputato Martin Shultz che in seguito sarebbe divenuto uno dei più alti vertici dell'UE) e riproponendo, in un altro dei diversi servizi dedicati all'ex premier, un'intervista di Berlusconi rilasciata al settimanale "CHI" pochi giorni prima dell'anniversario. In un articolo arrivò persino a contestare il servizio del TG2 (troppo lungo) quando, nell'arco di 48 ore, la Testata di Peter Gomez ha realizzato una decina di pezzi.

Anche "Repubblica" richiama la stessa notizia e l'intervista di Berlusconi con la copertina di "CHI" in bella vista dandone un taglio da "nonno" e di politico ormai pensionato.

Tutta Italia sembrava essersi fermata quel 29 settembre. Su Twitter #Silvio80 domina incontrastato e udite, udite, addirittura Eugenio Scalfari attende l'ottantesimo per rivelare che su Berlusconi si era sbagliato

Un tripudio di AUGURI che mi sono sembrati una accozzaglia di "coccodrilli" e, se fossi stato in Berlusconi, dopo l'iniziale comprensibile momento di piacere, mi sarei toccato gli "zebedei" e seduto su un blocco di ferro.

Insomma, nonostante tutto, il "Berlusca" fa sempre notizia e ... tirature.

(Nella foto di copertina Silvio Berlusconi ricevuto al Congresso americano - 1 marzo 2006)

Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 25 Settembre 2016 14:10

c.a.s.e.a.SOMMARIO Anno 15 - n° 38 25 settembre 2016

SOMMARIO Anno 15 - n° 38 25 settembre 2016 - Editoriale: Una farsa olimpica. Grana Padano, eppur si muove. Mele e salute. Parmigiano Reggiano in scena a Torino. Frena l'export a luglio. Nasce Motor valley.

1.1 editoriale Una farsa olimpica
2.1 Lattiero Caseario Grana Padano, eppur si muove.
3.1 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano. Se ne parlerà con il presidente Alessandro Bezzi martedi 27 a Noceto
3.2 Salute e alimentazione La salute vien mangiando...mele
5.1 cereali Cereali e dintorni. I mercati hanno chiuso la settimana con un colpo di coda.
6.1 Parmigiano e Slow Food Lotta alla contraffazione. Parmigiano Reggiano in scena a Torino
6.2 Motor Valley, turismo Turismo. Nasce Motor Valley Development
7.1 export Frenata dell'export a luglio
8.1 promozioni "vino" e partners
9.1 promozioni "birra" e partners

Domenica, 25 Settembre 2016 12:33

Una farsa olimpica

Prima fu Monti come leader di governo nazionale e oggi Virginia Raggi come leader della capitale a opporsi ai Giochi dei 5 cerchi. Nello scenario è mutato solo che coloro che plaudirono Monti oggi contestano la decisione della Raggi.

di Lamberto Colla Parma 25 settembre 2016
Mister Loden dimesso con il suo rifiuto alla candidatura dell'Italia alle olimpiadi 2020, assegnate poi a Tokyo, riuscì a raccogliere il plauso di quasi tutto l'arco costituzionale (Pdl escluso, ovviamente, in quanto sostenitore dell'evento attraverso la carica di Gianni Alemanno, all'epoca sindaco di Roma).

Il suo esempio di uomo morigerato, chiuso tra le mura domestiche anche nella notte di capodanno, aveva accese le speranze di una pronta ripresa economica, la revisione della spesa pubblica era già cosa fatta e la corruzione sarebbe stata sgominata in un batter d'occhi.

Il risparmio e il sacrificio come priorità. Temi molto cari ai detrattori di Berlusconi che fecero breccia negli animi dei "buonisti", di quelli disposti al sacrificio estremo (ma con la pelle degli altri), peraltro ben sostenuti da una stampa pronta a condividere i pensieri dei più forti. Altrettanto gli italiani, pecoroni e ben inquadrati e coperti, applaudirono la scelta del rigore del sacrificio.

Oggi che al governo di Roma c'è la "grillina" Virginia Raggi, rigida sostenitrice della inutilità dei Giochi Capitolini per i rischi di nuovi sprechi di denaro pubblico mentre i vantaggi andrebbero solo ai "costruttori", si trova nella condizione di essere contrastata proprio gli stessi che nel 2011 avevano così ben accolto la decisione del Premier Monti.

Non che la coerenza sia una dote italiana e comunque l'opzione di poter mutare le proprie idee è sempre concessa, ma il troppo stroppia, come dicono i vecchi saggi. Per alcuni addirittura, mutare opinione, è segno di intelligenza e io sono tra questi. Dovrebbe comunque esserci un limite dettato dal buonsenso per un verso e dal ruolo di statista dall'altro.

Personalmente rimango dell'idea che sia la decisione di Monti e sia quella del M5S, portata avanti da Virginia Raggi, siano da censurare soprattutto nelle motivazioni a sostegno.

Il non fare per "risparmiare" nel primo caso e il non fare per "non aprire alle olimpiadi del mattone" dall'altro sono esempi di incapacità di governo e di controllo.

Nuovi investimenti infrastrutturali e sportivi e visibilità avrebbero solo fatto bene a un paese in costante "decrescita infelice" da almeno 8 anni.

E' ora di cambiare registro e stimolare gli investimenti pubblici per fare ripartire l'economia. Perseverando nel rigore francescano, più a parole che a fatti posto che di revisione di spesa pubblica (Spending Review) non se ne parla più, i costi dello Stato continueranno a aumentare e il PIL, se va bene, rimarrà al palo e le imprese più appetibili avranno l'obbligo di espatriare, e le altre chiuderanno o saranno acquistate da imprenditori esteri che prima o poi le svuoteranno del know how e infine espatrieranno lasciando solo cadaveri industriali e disoccupazione.

Cari politici, è il momento di cancellare la demagogia e passare all'azione: giù le tasse e via agli investimenti pubblici, tanto per iniziare.

Poi, con una fiducia crescente, anche gli investimenti privati cresceranno e il ciclo tornerà virtuoso.

Ma questa è roba da statisti che hanno a cuore il futuro del paese mentre, ormai da troppi anni, i nostri hanno a cuore le prossime elezioni, sin dal giorno dopo della loro elezione.

Con obiettivi a breve termine e finalizzati al consenso popolare e personale, il destino dell'Italia è segnato da una lenta agonia.

(In copertina - Giancarlo Peris, ultimo tedoforo Olimpiadi di Roma 1960)

Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 18 Settembre 2016 12:23

Vendetta, Senza rete.

La responsabilità sulle conseguenze derivanti dall'utilizzo improprio o spregiudicato delle parole o delle azioni, è di natura strettamente privatistica. Attenzione a non confondere la libertà con l'autorizzazione a insultare, urlare e vendicarsi. L'abuso della libertà di espressione potrebbe condurre a una limitazione di quegli straordinari mezzi di informazione che sono i social media.

di Lamberto Colla Parma, 18 settembre 2016.
Si fa presto a dire, "tutta colpa dei social media" e allora giù, a mano di vanga, a scatenare giudizi sui mezzi, Facebook in primis, come se fosse loro la colpa di quello che gli utenti, scientemente, "postano".

A ogni fatto di cronaca nera, come i due tragici casi di Tiziana da Napoli e "anonima" da Rimini, nel quale un mezzo elettronico è indirettamente coinvolto, i benpensanti cominciano a erigere barriere e a invocare una rigida regolamentazione, imputando quindi la responsabilità al mezzo di diffusione e non alla mente che ha architettato la nefandezza.

Sarebbe come di pretendere l'alienazione del servizio postale "reo" di aver recapitato la "lettera bomba" o di vietare o limitare l'uso dell'auto o dei camion perché hanno causato incidenti, piccole stragi, per arrivare addirittura a veri e propri atti di guerra (Nizza docet).

Un errore diffuso è perciò di imputare la responsabilità ai "vettore" (i Social Media), molto spesso per semplificazione coinvolgendo direttamente il primo e più noto Facebook, e non alla potenza degli strumenti che consentono ai messaggi (testuali, fotografici e video) di muoversi e diffondersi così rapidamente.

Inoltre, val la pena di ricordare che i Social Media vietano e intervengono immediatamente con la rimozione del messaggio e alla sospensione del servizio dell'utente che l'ha postato, la pubblicazione di materiale audio-visivo dal contenuto "sessuale, soft o hard" che sia.

Altro discorso invece riguarda la messaggistica istantanea (WhatsApp per esempio) che si avvale della "potenza" delle ultime generazioni di Smartphone (capacità delle memorie, operative e di servizio all'elaborazione) e delle "autostrade" virtuali (connessioni 4G ad esempio) per veicolare un gran quantitativo di dati, immagini e molti interminabili secondi di video, di ottima qualità in un brevissimo tempo. L'utente può così registrare fatti (più o meno leciti) e in un battibaleno indirizzarli verso uno o più "amici" in un rapporto esclusivamente privatistico.

Ecco quindi che, alla fine, si ritorna alla reale responsabilità che è sempre e unicamente in carico ai singoli soggetti, educati o maleducati, sapienti o burloni, arroganti o moderati, prudenti o spregiudicati che siano e, è mia opinione, la responsabilità è equamente distribuita tra chi avvia la catena infamante e tra coloro che la alimentano inoltrando i contenuti.

Una catena di malvagità che, come abbiamo drammaticamente assistito nelle ultime ore, può distruggere la vita delle persone e condurle alle estreme conseguenze.

La "Libertà" quindi potrebbe essere una trappola mortale se ciascuno di noi non ne percepisce i vincoli, prima di tutto etici e del vivere civile, governati prima di tutto dal "Buon Senso" e poi dalle regolamentazioni e leggi. Ma posto che è quasi impossibile regolamentare tutto, ma anche così facendo si otterrebbe solo una società dell'inquisizione, un regime e perciò una limitazione dell'area operativa della libertà.

Con il buon gusto molta libertà si può conquistare ogni giorno. Nelle cadute di stile e di gusto tutti possono incorrere anche quelli più professionalmente preparati e abili. Ma alle volte l'emotività dei fatti dissemina il percorso di trappole.

In una  di queste trappole credo sia scivolata anche Selvaggia Lucarelli quando, nel caso di Tiziana Cantone, nel momento in cui, intercettando e pubblicizzando un ignobile post di un Maestro d'Orchestra salernitano, è caduta di stile augurandogli il licenziamento e la medesima gogna mediatica subita dalla povera Tiziana.

Con questo atteggiamento Selvaggia Lucarelli, in  forza della popolarità mediatica e "social", ha trasmesso come positivo il concetto di "vendetta" perdendo un'ottima occasione educativa per il suo immenso pubblico.

Non vorrei mai che la bella e intelligente "blogger", un giorno, dovesse avere sulla coscienza un'altra vittima della maleducazione e arroganza che i social media hanno la sola colpa di pubblicizzare.

Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 11 Settembre 2016 14:31

c.a.s.e.a.SOMMARIO Anno 15 - n° 36 11 settembre 2016

Editoriale: Contro il muro a tutta velocità. Latte spot alla carica. Vola il Bio in Emilia Romagna. Rural Festival, Da Rivalta a Gaiole in Chianti. Cereali e dintorni: in attesa dei dati USDA. Vendemmia 2016. Benessere in Villa. Maltempo.

SOMMARIO Anno 15 - n° 36 11 settembre 2016 (allegato il formato pdf scaricabile)
1.1 editoriale Contro il muro a tutta velocità
3.1 Lattiero Caseario Latte spot alla carica, con tutti i derivati.
4.1 biologico Vola il bio in Emilia-Romagna
5.1 Rural festival Rural Festival, da quest'anno raddoppia. Da Rivalta (parma) a Gaiole in Chianti.
6.1 cereali Cereali e dintorni. Stock pressoché invariati in attesa dei dati ufficiali dell'USDA
7.1 cereali Cereali e dintorni. Ombre speculative nell'emisfero nord.
8.1 vendemmia 2016 Vino, l'Italia riconquista la leadership mondiale
9.1 Salute benessere 43 espositori a Benessere in Villa. Domenica 11 settembre 2016
10.2 maltempo Maltempo. Alluvione 2015, Lega Nord: "Esborsi economici insostenibili" per i privati
11.1 innovazione Macfrut Innovation Award 2016 (MIA)
12.1 biodiversita' AgroBio Diverso. A Quattrocastella la prossima domenica, 18 settembre la presentazione del progetto
13.1 promozioni "vino" e partners
14.1 promozioni "birra" e partners

Cibus-36-11set16-COP

Domenica, 11 Settembre 2016 12:36

Contro il muro a tutta velocità

L'Italia va bene per il Governo e male per i cittadini e le imprese. Siamo passeggeri coscienti di un'auto lanciata a tutta velocità contro un muro. L'autista, drogato o inebriato dai fumi dell'alcol, ci vuol convincere che non accadrà nulla. La triste storia contemporanea di una splendida nazione che fu.

di Lamberto Colla Parma, 11 settembre 2016.
Economia, lavoro e occupazione sembrano usciti definitivamente dalla agenda di Governo.

Nonostante l'ultimo rapporto Istat abbia fotografato una situazione di crisi preoccupante, Renzi e Padoan si dicono ottimisti e sicuri che il + 0,8% di crescita sarà confermato, come se questo fosse un successo. E, posto che le cose vanno bene, allora ci si concentra sul referendum di ottobre (forse), sulla ridicola questione romana che vede la sindaca Virginia Raggi alle prese con una situazione paradossale, con assessori appena nominati che si scopre essere indagati (l'ultimo è il neo assessore al Bilancio De Dominicis che a sua volta aveva preso il posto del dimissionato Marcello Minenna), da collaboratori che si dimettono o vengono "sacrificati" per ragioni di partito (come i fedelissimi Marra e Romeo).

E i grandi centri di informazione nazionale prontissimi a seguire ogni respiro delle faccende locali (nonostante sia la Capitale resta pur sempre una faccenda locale) a dare risalto alla questione referendaria valorizzando l'acceso dibattito sulla data che non viene svelata piuttosto che la connessione diretta tra risultato della chiamata alle urne e la sopravvivenza del Governo Renzi. Il bollettino meteo/sbarchi e la sfida Clinton - Trump completano gli argomenti della prima pagina dei telegiornali. Qualche flash d'aggiornamento sull'isis e alcune ridicole notizia di costume completano i notiziari.

Una realtà ovattata e fortemente edulcorata è quella che quotidianamente viene offerta alle sempre più alienate menti degli italiani, presi a fare i conti con i centesimi per sbarcare il lunario. Le prospettive di miglioramento non si intravedono e i benefici effetti del Jobs Act sono svaniti appena l'incentivo è stato ridotto. Già nel secondo trimestre del 2016, infatti, stando ai dati del Ministero del Lavoro, le assunzioni sono diminuite del 30% e i licenziamenti sono aumentati del 7,4%.

La conseguenza diretta e immediata è la diminuzione dei consumi (anche alimentari) confermato dal Rapporto Coop 2016, che dimostra come, a parità di rete, le vendite di grocery nella grande distribuzione sono calate del -1,4% e del -2,6% per il discount. Come riportato da "il Sole 24 Ore" "l'erosione dei redditi e del risparmio delle famiglie (dal 2007 a oggi il tasso di risparmio è calato di circa 3 punti percentuali); un tasso di disoccupazione giovanile elevatissimo (al 37,6% e quattro under 35 su cinque ammettono di sentirsi ai margini della società); la ricchezza finanziaria concentrata nel portafoglio degli over 65: 154mila euro contro i 18mila degli under 35."

Insomma è l'ennesima conferma che l'occupazione c'è se c'è lavoro e se c'è lavoro c'è consumo. Un'equazione banale che però non viene presa in considerazione e intanto il sommerso cresce portando l'evasione a 540 miliardi.

Questo è il frutto di una politica economica troppo, se non esclusivamente, sbilanciata verso il salvataggio del sistema bancario e quasi del tutto indifferente a trovare le soluzioni per incentivare lo sviluppo delle piccole e medie imprese,che come effetto immediato avrebbe l'incremento del lavoro e dell'occupazione e una ripresa dei consumi, portando a rinnovamento quel ciclo virtuoso composto da impresa, lavoro, consumi, risparmi e gettito fiscale.

Invece, la misera crescita che potrebbe realizzarsi a fine anno altro non sarebbe che la conseguenza di fattori congiunturali e non il risultato delle politiche interne.

Il prezzo del petrolio è crollato tra i 43 e i 46 $/Barile (WTI) contro i 140€ di due/tre anni fa, lo spred, una volta "eliminato" Berlusconi, è tornato a valori ragionevoli (110-120 contro i 500+ dell'epoca) con gran guadagno sul monte interessi del nostro debito pubblico che, guarda caso, continua invece a macinare record e l'aiuto di Draghi/BCE, avvenuto attraverso le operazione di abbattimento dei tassi di interesse (o%) e il Quantitative Easing (programma di acquisto dei titoli di Stato dei Paesi membri) avrebbero potuto, se combinati con opportune politiche interne, incentivare una ripresa prossima o superiore al 2% come in effetti è accaduto nel resto d'Europa. Senza dover parlare della locomotiva tedesca che segna un tasso di disoccupazione del 6,1% e altre 7.000 disoccupati lo scorso luglio sono passati sul fronte occupazionale, ma la stessa Spagna, nonostante sia senza Governo, ha registrato un forte calo della disoccupazione che ora si attesta al 20%.

Qui invece, il Governo rivendica a sé il merito della ripresina e lascia le cose come stanno.

Poi, sul campo di battaglia, le "morti" si continuano a contare quotidianamente. Negozi e piccole imprese giù a soccombere e le grandi imprese, quando possono, espatriano, come la Fiat che ha traslocato in Olanda anche con le casseforti di famiglia Agnelli (Exor).

Conseguenza di tutto ciò è l'espandersi a macchia d'olio del malaffare che trova sempre più frequentemente accesso anche alle imprese medio piccole insinuandosi con il cancro dell'usura anche nel residuo tessuto manifatturiero del nord, asfissiato dalla stretta creditizia e dalla fiscalità.
E' infatti inquietante che la "Splendida" Parma spicchi per essere la città più cara d'Italia (+0,5% il tasso di inflazione registrato contro la deflazione diffusa nel resto del paese) ma soprattutto per essere prima anche nella speciale classifica stilata da Eurispes, che risulta maggiormente esposta all'infiltrazione dell'usura, seguita da Crotone, Siracusa, Foggia, Trapani, Vibo Valentia e Palermo.

Il primato negativo di Parma, spiega l'Eurispes, può dipendere sia dall'eccezionalità di accadimenti specifici sia, in termini generali, dal perdurare dello stato di sofferenza del tessuto produttivo e sociale locale a partire dall'inizio della crisi nel 2008.

Segnali concreti di un malessere che ormai è impossibile debellare con le cure palliative ma solo attraverso interventi chirurgici.

Dal taglio della spesa pubblica superflua (di Spending Review non si parla più) al taglio delle tasse (vedi Flat Tax), per cui l'Italia figura prima in classifica (64,4%) tra i Paesi UE, sono gli interventi di maggiore priorità che dovrebbero entrare prepotentemente nella agenda degli statisti italiani, sempre che ancora ne siano rimasti.

Lo schianto sul muro è ormai prossimo.

USURA-province

Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 04 Settembre 2016 15:17

c.a.s.e.a.SOMMARIO Anno 15 - n° 35 04 settembre 2016

Editoriale: Polvere di stelle e Raggi di luna."Lactalis il peggior pagatore in Italia. Cereali e dintorni, dalla Francia notizie non positive. Grandi vignaioli per ogni stagione. Agricoltura settore trainante ma... Pomodoro, il punto a metà campagna. Emilia Romagna: 11 milioni di euro per l'energia verde.

SOMMARIO Anno 15 - n° 35 04 settembre 2016 (allegato il formato scaricabile pdf)
1.1 editoriale Polvere di stelle e Raggi di luna
2.1 Lattiero Caseario Gran rimbalzo del latte e dei derivati.
3.1 mais e soia Mais & Soia: Record delle rese dei terreni negli USA
4.1 latte Informatore agrario: "Lactalis in Italia peggior pagatore non c'é" ma i loro prodotti made in Italy sono venduti al doppio rispetto agli altri
4.2 turismo digitale Turismo digitale: sei viaggiatori su dieci interagiscono coi social
5.1 prezzi Agosto. La dinamica congiunturale dei prezzi rilevati a Piacenza
6.1 cereali Cereali e dintorni. Si ritorna ai fondamentali.
7.1 cereali Cereali e dintorni. Dalla Francia notizie non positive per il grano.
8.1 vendemmia 2016 Grandi vignaioli per ogni stagione.
10,1 agricoltura Agricoltura settore trainante dell'economia, ma gli agricoltori non guadagnano
10.2 cooperazione agricola Confcooperative, «Nuovo contratto nazionale sostiene reddito lavoratori»
11.1 pomodoro Pomodoro Nord Italia. Il punto a metà campagna.
12,1 energia verde Emilia Romagna: 11 milioni di euro per l'energia verde.
13.1 promozioni "vino" e partners
14.1 promozioni "birra" e partners

Cibus-35-4set16-COP

 

Domenica, 04 Settembre 2016 12:33

Polvere di stelle e Raggi di luna

Roma Capitale conferma l'impossibilità di essere governata. Una città che, per quanto bella, continua a mostrare solo la faccia della corruzione, del malaffare e dell'ingovernabilità, può ancora essere la capitale del Paese?

di Lamberto Colla Parma, 4 settembre 2016.
La mia personale "profezia" del 12 giugno scorso sta per completarsi. Alla vigilia dei ballottaggi scrivevo che "A Torino vincerà il "sarcasmo", a Roma la vittoria sarà una sconfitta, mentre a Milano si consumerà la vera sfida politica."

E così è accaduto. Fassino ridicolizzato, Sala l'ha spuntata di misura su Parisi, il quale a sua volta è stato chiamato a riorganizzare Forza Italia, mentre a Roma la fascinosa e esile Virginia Raggi, con tutta la buona volontà, è intrappolata nella morsa letale delle sabbie mobili capitoline.
Meno di 80 giorni dal suo insediamento e, oltre alle difficoltà incontrata a completare la nomina della Giunta, si trova a affrontare una crisi istituzionale pesantissima.

Nel giro di poche ore, importanti pedine dello scacchiere si sono dimesse: la contestata capo di gabinetto Carla Romana Raineri, il super assessore al bilancio Marcello Minenna, l'amministratore Unico di AMA (Municipalizzata per la gestione dei rifiuti) Alessandro Polidoro, infine il vertice di ATAC, l'azienda municipalizzata dei trasporti, il direttore generale Marco Rettighieri e l'amministratore unico Armando Brandolese.
In totale, dal giorno del suo insediamento, Virginia Raggi ha visto turnare tre capi di gabinetto, un assessore, due vertici di AMA e uno di ATAC.

Non c'è che dire, peggio non poteva accadere alla povera Sindaca di Roma Capitale.
Probabilmente se la sta ridendo il suo predecessore, quell'Ignazio Marino "rinnegato" dal Papa in persona e ridicolizzato dal suo stesso selfie subacqueo mentre si consumavano le esequie trash del capo del "Clan Casamonica" e se la ridono le opposizioni che hanno materiale fresco per dare addosso al M5S, colpevole solo di avere avuto la presunzione di tentare di sanificare la "Città Eterna" che, oltre alla bellezza, non avrebbe più le caratteristiche morali per essere la Capitale d'Italia.

Il marcio si è insinuato in ogni anfratto della vita pubblica della città.

La testimonianza più recente si è registrata con l'indagine "Mafia Capitale" ma è solo il risultato di accumulo di "nefandezze" che già negli anni '70 Pier Paolo Pasolini tentò di raccontare con i suoi film, da "Petrolio" a "Salò o le 120 giornate di Sodoma", uscito postumo al suo assassinio. Film legato a doppio filo all'omicidio: non solo perché si conclude con una strage, ma perché finì direttamente nelle indagini a causa di materiale cinematografico rubato e poi utilizzato per condizionare il regista, forse addirittura per tendergli l'agguato mortale.

Pasolini aveva osato denunciare le abominevoli pratiche perpetrate da insospettabili del "potere" e perciò morì. Almeno questa è la tesi di Stefania Nicoletti che collabora da anni con l'avvocato Paolo Franceschetti, già legale delle "Bestie di Satana" e indagatore dei più controversi casi di cronaca. Una tesi ben argomentata nell'articolo di Giorgio Cattaneo "L'orgia cannibale è realtà, Pasolini non doveva svelarla" di cui consiglio la lettura.

Insomma, Roma è stata brutalizzata come lo è stata l'Italia, unico Paese UE a non dare segnali di ripresa (PIL del secondo trimestre uguale a Zero) con le imprese che devono tentare la sopravvivenza oppressi dalla concorrenza e da una fiscalità pari al 64% (vedi sole 24 ore). Consumi stagnanti e deflazione che ancora vivono e prosperano nel nostro Paese senza che misure serie vengano prese per correggere quest'andamento che sta logorando la società civile ormai orfana di assistenza adeguata e, quel che è peggio, rassegnata.

Bisogna cambiare passo, fare leva sui pochi fondamentali ancora certi, e uscire dalla buca nella quale si è scivolati dall'inizio della crisi e nella quale, sembrerebbe, si sia trovato un sicuro riparo, come nel ventre materno, in attesa di quale strano o divino evento che possa riportarci alla luce.
Lo dobbiamo a noi stessi e alle future generazioni.

Pubblicato in Politica Emilia
Sabato, 03 Settembre 2016 10:19

Fertility Day: la donna è molto di più

Fertility Day, ovvero la campagna ideata dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sul tema della fertilità e della sua protezione. Numerose critiche per il suo messaggio irrispettoso nei confronti delle donne.

Di Chiara Marando -

Sabato 03 Settembre 2016 -

Fertility Day, ma anche #FertilityDay. Insomma, l'ultima “geniale” trovata del Governo per richiamare, a detta del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, l’attenzione di tutta l’opinione pubblica sul tema della fertilità e della sua protezione.

Ed effettivamente è riuscita nel suo intento non c'è che dire, solo che quella stessa opinione pubblica si è giustamente opposta ad una campagna di sensibilizzazione che di rispettoso della libertà di scelta personale ha ben poco.

Non discuto certamente la volontà di sottolineare quanto la prevenzione sia fondamentale per allontanare il rischio di malattie o problematiche legate alla gravidanza, ci mancherebbe, ma pensavo sinceramente che certi ragionamenti assolutamente medievali fossero ormai abbandonati da tempo.

E invece no, al nostro Ministro della Salute piace attualizzare ciò che è vetusto.

Fertility day - campagna

Ma proprio il nostro Ministro della Salute dovrebbe sapere quanto questa campagna irrisoria possa provocare rabbia, disagio e sofferenza a tutte quelle donne che per un motivo o per un altro non riescono ad avere figli.

Lo sa come vivono?

E non solo, sempre la Lorenzin, sa quante famiglie desiderose di dare affetto si prodigano e sopportano un iter che somiglia più ad un calvario per poter adottare dei figli?

Dovrebbe essere a conoscenza di questi dati.

L'essere donna, e soprattutto l'essere una donna realizzata, non passa esclusivamente dalla decisione di avere dei figli. E se non ne desidera, non vuol dire per forza che sia egoista, le motivazioni possono essere molteplici. Rimane donna tanto quanto una mamma di uno, due, tre, quattro figli. Semplicemente la vita le ha portate a scelte differenti e nessuno può permettersi di giudicare questo.

Lo dico da donna, ma prima di tutto da persona che rispetta la libertà di pensiero. E non credo che una campagna, simile a quelle impostate da Mussolini, con immagini e payoff che vorrebbero essere simpatici ma non lo sono, possa centrare il segno...ma solo provocare ancora più rabbia in un paese che già non è proprio fiducioso.

Come se non bastasse, dopo le numerose critiche ricevute, la Lorenzin ha dimostrato di non aver capito assolutamente il “succo” del discorso, sostenendo “La campagna non è piaciuta? Ne facciamo una nuova. #fertilityday è più di due cartoline, è prevenzione, è la #salute degli italiani”.

Fertility day

In un'intervista a SkyTG 24 ha anche aggiunto: “Non metterei insieme i problemi sociali con i problemi sanitari, altrimenti noi non dovremmo occuparci praticamente di nulla. Un tema è la denatalità legata a motivi socio-culturali, e quindi la necessità di un sostegno alla famiglia, il bonus bebé, un sostegno al lavoro. Sono la prima che dice queste cose da anni. Rinunciamo a fare politiche per la Salute perché bisogna fare gli asili? Bisogna fare gli asili e le politiche per la Salute. Tra l'altro puoi fare gli asili, ma se poi si è sterili e non si riesce ad avere figli non abbiamo i bambini da metterci dentro".

Che dire? Purtroppo da dire c'è poco, su una risposta così l'unica cosa da fare è stendere un velo pietoso ed osservare la realtà, una realtà fatta di donne che fanno le madri, che si rimboccano le maniche per conciliare casa, famiglia e impiego, di donne che vivono la loro femminilità pienamente anche senza figli, si impegnano perché ogni giorno sia di crescita personale, ricco di soddisfazioni, ma anche di donne che ancora non hanno trovato la loro strada, che soffrono per ciò che non arriva e cercano di sorridere nonostante tutto, perché la vita è tanto altro.

A tutte queste donne non servono campagne pubblicitarie, serve solo una cosa: IL RISPETTO!

Pubblicato in Cronaca Emilia
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