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Verso il disordine universale. Cereali e dintorni. Latte spot in forte ripresa. Torna la FARM RUN. 30 falsi prodotti scoperti dal Consorzio del Parmigiano Reggiano. L'Elisir di lunga vita trovato nel Melograno. Biodiversità.

SOMMARIO Anno 15 - n° 27 10 luglio 2016 (allegato file in pdf scaricabile)

1.1 editoriale Verso il disordine universale
2.1 Cereali Cereali e dintorni. Ancora rialzi ma senza particolari giustificazioni
3.1 Lattiero Caseario Prosegue da oltre 2 mesi la ripresa del latte spot
4.1 sport e territorio The Hottest and funny Mudrun sta per tornare
6.1 italian sounding 30 falsi prodotti stroncati dal Consorzio del Parmigiano Reggiano
6.2 salute Scoperta scientifica. Nel Melograno l'elisir di lunga vita.
7.1 ismea - report Agricoltura, aumenta l'occupazione nei campi e migliora l'accesso al credito
8.1 Cereali Cereali e dintorni. Riprendono quota i listini
9.1 biodiversità Nasce il salone della biodiversità e dei territori
9.2 DOP e best practice Mercuri. Grana Padano e Parmigiano Reggiano: best practice contro sounding
10.1 imprese e biodiversita' Rivalta, viaggio tra i custodi della biodiversità
11.1 frumento Grano amaro
12.1promozioni "vino" e partners
13.1promozioni "birra" e partners

Cibus-28-17lug-COP

Domenica, 17 Luglio 2016 12:06

Verso il disordine universale

La macchina del tempo ha innestato la retromarcia. Disordini sociali, conflitti, lotte di classe e conflitti razziali. Il mondo, o meglio l'uomo, ha nostalgia del suo peggior passato.

di Lamberto Colla Parma, 17 luglio 2016.
Di quell'Europa unita e forte che sarebbe stata in grado di frapporsi tra i due blocchi egemoni, USA e URSS, come era nei sogni di tanti a fine del secolo, ormai non c'è più nulla.

La nuova premier britannica, Theresa May, a poche ore di distanza dall'insediamento al numero 10 di Downing Street, forse per farsi perdonare una posizione troppo defilata in campagna referendaria, ha immediatamente annunciato che l'uscita dall'Unione Europea porterà prosperità al popolo britannico e, per per rendere ancor più credibile l'affermazione, ha nominato al Ministero degli Esteri, l'ex Sindaco di Londra, quel Boris Johnson che fu il più accanito sostenitore della campagna per la Brexit.
Dalle parole ai fatti nella rincorsa a usurpare il titolo di Lady di Ferro che fu assegnato a Margareth Thatcher la quale, nell'aprile del 1982, non ci pensò due volte a mandare la flotta britannica oltre oceano a sopprime ogni velleità Argentina sulle Isole Falkland.

Paradosso dei paradossi, proprio durante il mandato presidenziale di Barack Obama, il primo presidente di colore della storia a stelle e strisce, il conflitto razziale sta tornando prepotentemente alla ribalta e gli scontri di Dallas ne sono una terribile, quanto preoccupante, segnale. Un rapido salto indietro al 1968 quando, nello stesso anno, furono assassinati Bob Kennedy e Martin Luther King nel mentre la Primavera di Praga teneva con il fiato in sospeso l'europa.

La passione per il "Vintage" sta prendendo la mano al mondo intero.

In Europa, la cavalcata russa per il controllo dell'Ucraina e la riammissione della Crimea, con spargimenti di sangue ben celati dai media di tutto il mondo, sta di fatto, ricostituendosi il "Blocco sovietico" in contrapposizione, guarda caso, alla manifesta volontà della NATO al controllo dell'europa e a marcamento diretto del potenziale militare dello Zar Putin.

Intanto prosegue la campagna di guerra per la riconquista degli antichi territori islamici (dalla Spagna all'Iraq passando per tutto il nord africa con qualche nuova velleità per Roma vaticana), lanciata dall'Isis che, a fronte delle sconfitte che sta subendo sul terreno, ha intensificato le azioni terroristiche con particolare riguardo alla Francia, al Belgio e alla Turchia (ultimo in ordine di tempo lo scorso 14 luglio a Nizza in occasione della festa nazionale della "Presa della Bastiglia").

In questo contesto, intanto a prosperare sono solo il caos e la povertà.

Conclusioni

Tra conflitti razziali, religiosi e di classe il valore entropico delle società occidentali è ormai al livello di guardia e il rischio di deflagrazione è sempre più probabile.

Non siamo attrezzati per governare un tale valore energetico e perciò rimarremo inermi in attesa dell'esplosione, dopodiché, finalmente, i sopravvissuti, potranno godere della rinascita, almeno per un ventennio.

La storia purtroppo si ripete, così come si ripetono sempre i medesimi errori.

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Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 10 Luglio 2016 12:20

Nostalgia di Guerra Fredda?

La "brexit" preoccupa più per l'indebolimento della difesa militare europea piuttosto che per altre ragioni. La NATO è pronta a fare il suo "dovere" e tanto per non svegliare il can che dorme convoca un vertice proprio a Varsavia.

di Lamberto Colla Parma, 10 luglio 2016.

I timori circa l'effetto "Brexit" probabilmente non stanno solo sul piano interno.

Le catastrofiche previsioni che si rincorrono in questi giorni sono solo il pretesto per coprire mostruose operazioni finanziarie, così evidenti dagli indici borsistici di tutto il pianeta, che diversamente non troverebbero giustificazione alcuna.
Il fronte debole che si aprirà con la fuoriuscita della Gran Bretagna dalla Unione Europea sarà rappresentato dalla difesa dei confini e dalla consistenza bellica ben più limitata di cui potrà contare il blocco UE.

Con l'uscita del Regno Unito infatti se ne va la nazione di gran lunga più attrezzata, in fatto di armamenti, dell'Unione Europea. Con i suoi 56 miliardi di dollari di budget della difesa, il Regno di Sua Maestà la Regina Elisabetta, è il quarto per disponibilità mondiale e, nemmeno da dire, è di gran lunga il più consistente di ogni stato dell'UE.

Ecco quindi che una delle principali "sentinelle" d'Europa sta abbandonando la garitta e sul fronte strategico - militare si aprirà una falla di mostruose dimensioni.

Tant'è che, come un avvoltoio sulla preda ancora calda, fa la sua comparsa sulla scena la NATO. Una ghiotta occasione per offrire la copertura militare tanto sognata. Tornare a influenzare militarmente il vecchio continente è sempre stato il sogno americano e la NATO il suo braccio operativo.

Berlino - Check Point - ricostruzione

E così, all'indomani del referendum che ha visto la vittoria del "Leave" nel Paese d'oltremanica mai entrato nell'euro, è stato convocato convocato un vertice NATO proprio in un Paese dell'ex blocco Russo, in quel di Varsavia che da sempre è stata capofila per sostenere una più massiccia presenza di forze alleate del Patto Atlantico sui terreni che furono del'URSS e oggi apparentati con l'UE.

Una due giorni nella capitale polacca (8 e 9 luglio) in cui si è discusso, e solo nei prossimi giorni si conosceranno i primi dettagli, di rapporti con la Russia, di immigrazione, delle nuove minacce provenienti da Sud e, probabilmente, di potenziali nuovi ingressi nell'UE.

Un incontro tecnico e una nuova sfida a Putin che, sornione come è, non farà nessun commento ma al momento opportuno farà sentire tutta la sua influenza nello scacchiere internazionale, Europa compresa.

Non è difficile immaginare che dal vertice di Varsavia uscirà forte e quasi unanime la necessità di aumentare il budget per armamenti e difesa al fine, diranno i leader europei, di scongiurare una dipendenza dalla NATO e salvaguardare la libertà dell'Unione, lanciando un perfetto assist alle lobby degli armamenti che, dopo quella della finanza, verrà a banchettare nel vecchio e molto malandato continente.

L'Europa Disunita prosegue il suo fantastico viaggio.

Porta di Brandeburgo

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La deputata del Partito democratico Patrizia Maestri, componente della Commissione Lavoro della Camera, interviene sulla bufera giudiziaria che sta investendo in queste ore l'azienda Parmacotto.

Parma 6 luglio 2016 -

"Le inchieste della procura è giusto che facciano il loro corso e mettano in luce le responsabilità; mi preoccupa molto, però, il futuro dell'azienda e dei 150 dipendenti che ora vivono una fase di grande incertezza". La deputata del Partito democratico Patrizia Maestri, componente della Commissione Lavoro della Camera, interviene sulla bufera giudiziaria che sta investendo in queste ore l'azienda Parmacotto. "Come spesso accade in questi casi i lavoratori rischiano di pagare il prezzo più alto senza avere alcuna colpa di quanto sta accadendo".
La parlamentare si dice pronta a mettere in campo tutte le azioni necessarie per tentare di proteggere i posti di lavoro. "La nomina di un commissario che assicuri la continuità aziendale è un fatto importante e positivo – sottolinea – la situazione non è semplice, per un'azienda che da tempo è in sofferenza finanziaria, ma in questo momento occorre fare ogni sforzo per evitare a 150 famiglie di restare senza uno stipendio".
Secondo Maestri la situazione che si è venuta a creare in Parmacotto è frutto di diversi problemi che si sono accumulati. "Le responsabilità personali e penali verranno accertate dai tribunali – sottolinea - Sono convinta che il tessuto sociale ed economico di Parma sia sano, ma è impossibile nascondere il fatto che una parte del mondo economico, imprenditoriale e politico abbia fatto degli errori che oggi, tanti incolpevoli, rischiano di subire e pagare. Una riflessione onesta sui legami che negli anni hanno visto dalla stessa parte politici, amministratori locali e imprenditori poi finiti al centro di gravi inchieste giudiziarie, non può continuare ad essere elusa come se nulla fosse".

Ufficio stampa Parlamentare On. Maestri

Domenica, 03 Luglio 2016 14:12

c.a.s.e.a.SOMMARIO Anno 15 - n° 26 3 luglio 2016

Chiuso per elezioni. Cereali, dopo il venerdi nero... lattiero caseario: latte spot in recupero. I benefici degli integratori alimentari. Olio e Antitrust. Export e lotta all'italian sounding. L'effetto Brexit sull'agroalimentare italiano

SOMMARIO Anno 15 - n° 26 03 luglio 2016 (in allegato il pdf scericabile)

1.1 editoriale Chiuso per elezioni
2.1 Cereali Cereali e dintorni. Dopo il venerdi nero i mercati riprendono a salire
3.1 Lattiero Caseario Il latte spot recupera il 17,22% rispetto alla media di maggio
4.1 integratori Integratori alimentari, i benefici vantaggi per tutte le età.
6.1 olio Antitrust: piovono multe sull'olio extravergine ingannevole
6.2 export Parmigiano Reggiano: lotta all'imitazione. Export, in USA continua la crescita
7.1 sport e natura Parmigiano Reggiano HARD RUN, Boves (CN). Il Team Farm Run si fa onore. Tutti sul podio.
8.1 sicurezza Vietata la vendita di alcuni lotti di cozze e ostriche nei Paesi Bassi
8.2 lotta italian sounding Falsa salsa al Parmigiano Reggiano ritirata in Canada
9.1 export e import - brexit L'effetto Brexit sull'agroalimentare italiano
10.1promozioni "vino" e partners
11.1promozioni "birra" e partners

Cibus-26-lug16-COP

Domenica, 03 Luglio 2016 12:58

Chiuso per elezioni

"Eppur non si muove". Dalle "trivelle" alla "Brexit" per passare dalle amministrative italiane e infine alle elezioni della Gran Bretagna e al referendum costituzionale d'autunno e poi verranno presto le elezioni in Germania e in Francia (forse anche in Italia), ogni scusa è buona per non prendere le decisioni importanti e fare decollare quest'Italia e quest'Europa.

di Lamberto Colla Parma, 3 luglio 2016.
la Gran Bretagna ha deciso che non vuole stare con questa Europa e oltre 17 milioni di felici sudditi di sua Maestà la Regina Elisabetta hanno optato per il Leave ovvero abbandonare la barca che sta affondando.

Come ogni scelta popolare va rispettata e al di là delle considerazioni se fosse stato "giusto" procedere con una consultazione popolare su questioni così impegnative e che coinvolgono, direttamente o indirettamente, altri Paesi membri, il messaggio è stato chiaro e lo sarebbe stato ancor più se, a pochi giorni dalla consultazione, un fanatico non avesse ucciso la deputata laburista Jo Cox impegnata per promuovere il Remain.
Tralasciamo anche il fatto che il giorno seguente fosse stata avviata una petizione per rifare il referendum, che in poche ore raccolse quasi 2 milioni di adesioni, ma il risultato è lì sotto gli occhi di tutti e in molti, in Italia e negli altri Paesi dell'Unione, vorrebbero correre a una consultazione analoga e... allora ne vedremmo delle belle!

Fatto sta che lo schiaffo all'Europa germanocentrica, tutta imperniata sulle misure d'austerity, guidata da ragionieri e non da statisti, controllata dalla Troika e minacciata dalla finanza internazionale è stato dato e ora si deve aprire il tavolo delle trattative per negoziare l'uscita di una nazione che, di fatto, non era mai entrata e ospita nella city della capitale il 40% delle transazioni finanziarie mondiali.

E così è stato convocato d'urgenza un summit tra i 28-1 Paesi membri per decidere le modalità e i tempi anticipato da un mini vertice tra i rappresentanti delle nazioni (Gran Bretagna esclusa ovviamente) che nel dopoguerra, decisero che sarebbe stato opportuno trovare delle intese comuni per scongiurare nuovi conflitti mondiali. Hollande e Renzi non usarono mezze parole all'indomani del referendum, il Regno Unito avrebbe dovuto distaccarsi dall'UE il più presto possibile.

E infatti, dal vertice trilaterale, venne la conferma del contrario. La Merkel, ancora una volta, è riuscita fare valere la sua posizione e gli interessi della Germania, che con il l'Isola ha fortissimi interessi commerciali, e il risultato finale è che vince la linea tedesca e occorre "aspettare la richiesta ufficiale del dell'Inghilterra di attivazione dell'articolo 50 del trattato di Lisbona che riguarda appunto il recesso unilaterale di un membro dell'Unione Europea.
Ma tale richiesta non potrà essere formulata dal dimissionario Camerun che cesserà il suo mandato solo a ottobre.

Ancora una volta la burocrazia ha il sopravvento e viene sfruttata per prendere tempo, per fare stemperare gli animi e chissà forse per rinegoziare ulteriori vantaggi britannici pur di non perdere un pezzo di quest'aborto di Stato federale che avrebbe dovuto essere l'Unione Europea.
Una risposta ancora una volta attendista. Tutto rimandato a ottobre, come la consultazione referendaria promossa da Matteo Renzi sulla modifica costituzionale sul risultato della quale si gioca la permanenza a Palazzo Chigi.

E così, da una campagna elettorale all'altra, nulla si decide e L'Italia va a rotoli e l'Europa si disintegra.

 

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La Batosta. Flessione per il Parmigiano Reggiano. Biodiversità. Parma e Colonia sempre vi vicine. La Spaccata BREXIT.Cereali e effetto Brexit. La Cina conferma  l'interesse per i prodotti agroalimentari. Giovani imprenditori. Sport e Natura, al via la II edizione di farm Run. Promozioni, Vino, Birra e Partner.

SOMMARIO Anno 15 - n° 25 26 giugno 2016 (Fie pdf scaricabile in allegato)
1.1 editoriale La batosta
3.1 Cereali Cereali e dintorni. Ampie oscillazioni ma verso il positivo
4.1 Lattiero Caseario Parmigiano Reggiano in leggera flessione
5.1 lutto improvviso L'improvvisa scomparsa di Pier Luigi Ferrari.
6.1 cereali Cereali e dintorni. Effetto BREXIT sui mercati
7.1 parmigiano reggiano Fra i 10 marchi più apprezzati al mondo
7.2 BREXIT La spaccata. Brexit, un nuovo corso per l'UE
8.1 export Parma e Colonia sempre più vicine.
8.2 export Brexit, Mercuri (alleanza cooperative): attenzione a riconoscimento denominazione di qualità
8.3 export La Cina conferma l'interesse nei prodotti finiti lattiero-caseari
9.1 Cereali Cereali e dintorni. I fondi danno segni di voler raccogliere
10.1 sport e natura FARM RUN, sport e divertimento: tutte le novità della seconda edizione
11.2 giovani imprenditori "Nuovi Fattori di Successo": aperta la selezione
12.1promozioni "vino" e partners
13.1promozioni "birra" e partners

Cibus-25-COP

Domenica, 26 Giugno 2016 12:13

La batosta

Date scheda e matita agli italiani e ne vedrete delle belle. La vera rivoluzione gli italiani la fanno nelle urne. Gli inglesi hanno già cominciato.

di Lamberto Colla Parma, 26 giugno 2016.
Il risultato uscito dalle urne dei ballottaggi deve essere letto anche dal punto di vista politico. Vero che le elezioni amministrative hanno dinamiche diverse dalle consultazioni politiche ma, almeno per quanto riguarda i capoluoghi più importanti, una interpretazione politica non può escludersi a priori.

Molti i segnali forti che gli elettori hanno voluto trasmettere al mondo politico e a Renzi in particolare.

Non è un caso infatti che ben 19 delle 20 municipalità nelle quali il M5S si era candidato sono state conquistate dal movimento di Beppe Grillo & C.
Una vittoria schiacciante che se fosse stato un incontro di pugilato il giudice avrebbe sospeso l'incontro per manifesta superiorità.

Roma e ancor più Torino sono i simboli della ribellione alla politica del PD e di tutti i partiti tradizionali.

Il messaggio è forte e chiaro e lo comprenderebbe anche un neonato: BASTA! Siamo stufi di menzogne e di sofferenze. Basta con la politica delle parole suadenti e di tasse crescenti. Finalmente ci avete dato scheda e matita e ora assumetevi le vostre responsabilità.

Una parentesi sul povero, si fa per dire, Fassino è d'obbligo aprirla. Lui, l'autorevole esponente di spicco del PD, ha incarnato tutta la presunzione e l'arroganza di chi sta al potere da troppo tempo. Non gli bastò l'umiliazione a seguito di quella frase lanciata nei confronti di Grillo nel 2009: "Se Grillo vuol fare politica fondi un partito, si presenti alle elezioni e vediamo quanti voti prende", anzi c'è ricascato ancora.

Era il 14 maggio 2015 quando il Sindaco di Torino si lanciò in una nuova e straordinaria profezia e rivolgendosi alla Chiara Appendino le aprì la strada della sua successione (basti osservare la reazione del consigliere alle spalle di Fassino mentre questo lanciava la sua "profezia n° 2" - video ) "Un giorno lei si segga su questa sedia e vediamo se poi sarà capace di fare tutto quello che oggi ha auspicato di poter fare".

Perché no, devono aver pensato i torinesi, e al ballottaggio del 19/6 le percentuali del primo turno si sono ribaltate e Fassino, non pago delle figuracce, commentando il dato, anziché uscirsene con una ammissione di colpa ha pensato bene di scaricare la responsabilità sul centro destra reo, secondo lo statista, di avere orientato i voti verso la rappresentante del M5S. Non ha ancora capito che alla gente interessa il nuovo; vuole almeno sognare un futuro migliore che i 1000 Fassino d'Italia non sono più in grado di evocare, così distanti come sono dalla realtà sociale del Paese.

In conclusione
Questi politici proprio non vogliono o quel che è peggio non sono in grado imparare. Non riescono a capacitarsi del fatto che il loro suddito ha una testa e normalmente al seggio la usa. Sono finiti i tempi in cui PCI e DC consegnavano i "pizzini" elettorali da ricopiare nel segreto dell'urna.

Fassino & Company, la vostra presunzione è diventata nauseante (questo stava scritto sulle schede elettorali di Torino e della maggior parte d'Italia). Il vaso è colmo, come lo è quello della UE e che il referendum britannico ha così ben evidenziato con la vittoria a sorpresa della linea "BREXIT".

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Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 26 Giugno 2016 10:19

La spaccata. Brexit, un nuovo corso per l'UE

Il nuovo venerdi nero delle borse. 637 miliardi (61 dei quali italiani) di capitalizzazione delle borse europee sono stati bruciati in un solo giorno. Le borse reagiscono peggio dell'attacco alle Torri Gemelle. E' questo il primo di una lunga serie di costi che si pagheranno per il saluto a sua maestà la regina.

di Lamberto Colla, 25 giugno 2016 -

Si inaugura un nuovo corso per l'Unione Europea.
Un membro se ne esce ma non esistono regole da fare applicare, tutto e da scrivere.

Quale migliore occasione per stipulare quelle regole che consentiranno ai soci di di abbandonare l'allegra combricola. Da oggi sarebbe opportuno iniziare la negoziazione d'uscita della Gran Bretagna che dovrà diventare il modello regolamentato d'uscita di ciascun Paese che in seguito vorrà seguire l'esempio del Regno Unito, con l'aggiunta dell'assegnazione di un valore di scambio tra l'euro e la moneta dello Stato che torna a una totale e indipendente sovranità.

L'abitudine a concedere all'Inghilterra condizioni di favore, non può essere percorsa in questo frangente, perché, non è da escludere, altri Paesi UE vorranno o dovranno lasciare l'UE e non potranno subire un trattamento diverso da quello che verrà riservato alla Gran Bretagna.

Le conseguenze interne al voto
Quello che gli inglesi non immaginavano è il risvolto interno alla vittoria del LEAVE e la frattura generazionale e geografica che è stata possibile disegnare dopo l'analisi del voto.

Una reazione autarchica al perdurare di uno stato di crisi internazionale che vede da troppo tempo i Paesi membri l'un contro l'altro schierati. E' questo che vien da pensare analizzando il voto per fasce di età.

GB-Eta-voto-Brexit

La percezione di un conflitto - senz'armi dispiegate ma pur sempre di conflitto tra interessi di nazioni sovrane - deve essere stato il motivo scatenante della decisione delle classi più mature.
L'ancestrale diffidenza britannica a un'Europa Unita alla quale non hanno mai voluto credere sino in fondo, restando fuori dall'Euro, ha avuto il sopravvento e e alla soglia dei 50 anni le preferenze di voto sono andate al LEAVE toccando soglie superiori al 60% per la classe di età superiore ai 65 anni.

Dal punto di vista geografico invece determinanti sono state l'Inghilterra (esclusa Londra che in quanto capitale finanziaria non aveva nessun interesse all'uscita dall'UE) e a sorpresa il Galles.

Fortemente orientati al REMAIN invece erano la Scozia e l'Irlanda che da subito hanno avanzato pretese indipendentiste pur di restare o meglio fare richiesta di ingresso in UE.

GB-Geagrafia-Voto-Brexit

La scelta di Cameron di affidarsi al referendum (supponendo una vittoria schiacciante del Remain) si è rivelata una "spaccata" maldestra con il risultato di:
- essere fuori dall'UE e avere messo in crisi la "pax" europea voluta dai padri fondatori a seguito della II guerra mondiale.
- avere riacceso i conflitti interni e le micce indipendentiste
- avere posto giovani e anziani in conflitto di generazione.

Di peggio non poteva fare. "Una brutta spaccata"

 

Pubblicato in Economia Emilia
Lunedì, 20 Giugno 2016 08:35

L'improvvisa scomparsa di Pier Luigi Ferrari.

Unanime commozione. Il ricordo personale di una persona che ha vissuto la politica con la "P" maiuscola. Un uomo e un politico generoso appassionato di Parma e della sua Valtaro.

di Lamberto Colla, 19 giugno 2016 - Un lavoratore instancabile e disponibile per tutti. Una vita per la politica, stare al servizio del territorio era la sua politica di vita.

Sempre in prima linea, Pier Luigi Ferrari era un uomo concreto e diretto, aperto e con una grande capacità di ascolto.

Per undici anni Sindaco di Borgotaro (1989-2001) e dal 2004 al 2014 è stato vicepresidente della Provincia di Parma con delega all'agricoltura, infine la sua esperienza l'aveva posta al servizio della Organizzazione Interprofessionale Pomodoro da Industria Nord Italia.

Ho avuto la fortuna di conoscerlo abbastanza bene per poter apprezzare tutte le qualità, umane e professionali che vengono accreditate a Pier Luigi Ferrari. Non era infrequente doverlo incontrare alle 7,00 del mattino nel suo ufficio in Amministrazione Provinciale e trovarlo già al telefono e, soprattutto negli ultimi anni di mandato, in piena crisi economica, pronto a convocare e gestire i tanti tavoli di crisi.

Ma Pier Luigi Ferrari c'era sempre. Educato e cortese, solare e determinato, non mancava mai un appuntamento.
Senza ombra di dubbio se ne è andato uno dei più autorevoli e stimati politici di Parma e le note di cordoglio ne sono una concreta testimonianza.
Ai familiari e ai suoi amici le più sentite condoglianze.

02 OI POMODORO DA INDUSTRIA DEL NORD ITALIA Presidente Pier Luigi Ferrari

Le testimonianze

Il ricordo di Ferrari da parte del Segretario provinciale Pd Gianpaolo Serpagli
"Pier Luigi, un amore sfrenato per la provincia di Parma".
Parma, 19 giugno 2016. "Quella di oggi è una giornata davvero triste per il Pd tutto, ma in generale per il mondo della politica, senza distinzioni. Pier Luigi aveva un amore sfrenato per la provincia di Parma e per la Val Taro, è stato una figura di spicco e di riferimento che ha sempre dimostrato grande correttezza, grandi capacità e un'assoluta onestà, sia come politico che come amministratore". Sono questi il ricordo e il commento del segretario provinciale Pd Gianpaolo Serpagli alla scomparsa di Pier Luigi Ferrari, ex Vicepresidente della Provincia, venuto a mancare nella mattinata di domenica all'età di 71 anni. "La perdita di Pier Luigi mi tocca da vicino, ho cominciato a fare politica battagliando con lui – ricorda con affetto Serpagli – abbiamo poi lavorato assieme portando avanti una sinergia d'intenti sulle crisi aziendali che hanno toccato il nostro territorio, buona parte delle quali si stanno risolvendo anche grazie al suo intervento. Un uomo e un collega che mancherà a tutti per le sue grandissime qualità".

Il ricordo del Senatore Giorgio Pagliari
Pierluigi Ferrari ha dedicato tutto se stesso alla Politica, e prima alla sua Valle e al suo Borgo. Ricordo come se fosse ieri l'agosto 1988, quando coronò il suo sogno di diventare Sindaco. Al telefono quasi glissò sui complimenti per parlare delle questioni da affrontare. La funzione pubblica non era, infatti, per Pierluigi l'onore, ma l'onere e la possibilità di dare un contributo concreto nell'interesse generale con dedizione totale. Ai familiari le mie più sentite condoglianze.

Il ricordo di Pier Luigi Ferrari da parte della parlamentare Patrizia Maestri
"Politico serio e preparato, ha lavorato tanto per il territorio"
Parma, 19 giugno 2016. L'onorevole Pd Patrizia Maestri ricorda la figura di politico e amministratore ricoperta da Pier Luigi Ferrari, scomparso domenica all'età di 71 anni. "Era un politico serio, preparato, che ha dato tanto alla provincia di Parma. Ho conosciuto e potuto apprezzare Pier Luigi soprattutto in occasione dei tavoli di crisi che sono stati istituiti presso l'ente provinciale con l'obiettivo di gestire le crisi aziendali che si sono verificate nella nostra provincia; in tale ambito il suo impegno e le sue capacità hanno spesso permesso di ricomporre situazioni difficili, portando un effettivo e reale giovamento a tutto quanto il territorio".

Il ricordo di Pier Luigi Ferrari da parte dell'onorevole Giuseppe Romanini
"Un politico a tutto tondo, l'impegno allo sviluppo del territorio, delle comunità della montagna e del mondo agricolo"
Parma, 19 giugno 2016. "Pier Luigi è stato un politico a tutto tondo, un amministratore capace che ha dedicato il proprio appassionato impegno al bene e allo sviluppo del suo territorio, delle comunità della nostra montagna e del mondo agricolo di questa provincia, dai quali è stato ricambiato con stima e considerazione". L'onorevole del Pd Giuseppe Romanini ricorda così l'amico ed ex collega Pier Luigi Ferrari, scomparso domenica all'età di 71 anni.

"Ho trascorso cinque anni di lavoro intenso insieme a lui nella giunta della Provincia ed ho avuto la possibilità di condividere con lui alcune battaglie per il rafforzamento del sistema scolastico della montagna e per lo sviluppo rurale - prosegue Romanini – sempre con l'obiettivo di operare per il riequilibrio territoriale. Perseguendo cioè la visione di una provincia dove nessun territorio, nessuna comunità, potessero sentirsi marginali o abbandonati ma parte integrante di un unico sistema territoriale nel quale vedere valorizzate le proprie caratteristiche e vocazioni".
"Il rapporto con Pier Luigi è proseguito anche in Parlamento con il lavoro in Commissione Agricoltura della Camera. Ci siamo spesso confrontati su temi importanti, come ad esempio la tutela e lo sviluppo della produzione del pomodoro e della barbabietola, prodotti di grande rilevanza per la nostra economia. Anche in quest'ultimo periodo, così, ho potuto ricevere e apprezzare i suoi consigli, sempre utili, dettati da una grande esperienza e dall'amore incondizionato che Pier Luigi aveva per Parma".

Lutto all'OI Pomodoro da Industria del Nord Italia. E' scomparso il Presidente Pier Luigi Ferrari. Il Cordoglio di tutta la filiera.
È scomparso, improvvisamente, questa mattina, a 71 anni, il presidente dell'OI Pomodoro da industria del Nord Italia Pier Luigi Ferrari, alla guida dell'organizzazione nelle sue varie fasi di sviluppo per quasi dieci anni.

Ferrari – in passato sindaco di Borgotaro (Pr), assessore e vicepresidente della Provincia di Parma - ha seguito passo dopo passo il percorso di nascita e di crescita dell'OI favorendo il dialogo, non scontato e semplice, tra la componente agricola, quella di trasformazione industriale e il mondo istituzionale e della ricerca promuovendo la sinergia tra pubblico e privato.

Fu Ferrari, all'epoca assessore provinciale all'Agricoltura a Parma, a promuovere nel 2006, di fronte ad una situazione di crisi e ad una prospettiva di forte cambiamento nell'Ocm ortofrutta, una serie di incontri che spinsero le imprese e le Op del territorio di Parma, Piacenza e Cremona, a creare un'associazione tra i principali soggetti della filiera per iniziare un percorso comune.

Sempre Ferrari seguì in prima persona i passaggi successivi con il progressivo coinvolgimento di nuovi attori e l'allargamento del territorio di competenza a tutto il Nord Italia e in particolare alle regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto e alla Provincia Autonoma di Bolzano
Nel ruolo di presidente era stato confermato, l'ultima volta, nel giugno del 2014 per la guida di un'organizzazione che conta oggi circa 2mila produttori agricoli e 29 stabilimenti di trasformazione per la lavorazione di circa 2,6 milioni di tonnellate di pomodoro ogni anno.

La parola d'ordine che ha ispirato l'operato di Ferrari è sempre stata quella della coesione. "Questa filiera deve restare unita – le parole che ha pronunciato in assemblea proprio giovedì scorso -. Deve dialogare, sapersi confrontare, quando serve anche aspramente, sui temi del settore. Ma poi deve ritrovare un'unità di intenti per agire compatta verso la valorizzazione di un pomodoro di grande qualità come quello prodotto nel Nord Italia".
Vicepresidenti, componenti del comitato direttivo, soci e personale dell'OI esprimono il loro cordoglio e vicinanza alla famiglia.

01 OI POMODORO DA INDUSTRIA DEL NORD ITALIA Firma protocollo Nord Sud

02 OI POMODORO DA INDUSTRIA DEL NORD ITALIA Firma protocolloo Nord Sud 03 OI POMODORO DA INDUSTRIA DEL NORD ITALIA Incontro con ass Caselli a Conserve Italia 2

03 OI POMODORO DA INDUSTRIA NORD ITALIA Ministro Galletti e presidente Ferrari OI POMODORO NORD ITALIA Ferrari e Rabboni

 

 

Pubblicato in Cronaca Emilia
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