Sabato 9 febbraio, alle ore 18, presso la Galleria San Ludovico (borgo del Parmigianino 2), sarà inaugurata “Vagabondo di sogni”: mostra personale dell’artista e regista parmigiano Francesco Barilli, organizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Parma con la sponsorizzazione di Opem. L’inaugurazione vedrà la presenza dell’artista, di Alessandro Canu, curatore dell’allestimento, del progetto grafico e del catalogo, e dell’assessore alla Cultura del Comune di Parma Michele Guerra.
Parma -
La mostra espone opere che attraversano fasi diverse dell’attività pittorica di Francesco Barilli, meno note e meno in linea con i modelli cui questo artista ci ha abituati: Barilli torna sul soggetto dell’erranza, di un muoversi tra luoghi diversi che è proprio della sua vita (la Bassa padana, Parma, Roma, l’Africa) e dipinge rimanendo ancorato al sogno, alla visione, al racconto di qualcosa che eccede di continuo la realtà, ma che non può mai rinunciarvi.
L’esposizione propone al visitatore un allestimento visivo che suddivide le sessanta opere, (prevalentemente acrilici su tela e tecniche miste, ma anche serigrafie e collage) per colore, suggerendo affinità cromatiche o tematiche, in uno spazio definito da un’installazione che rimanda all’atmosfera dei vecchi cinema.
Così si racconta l’artista: “Dipingo perché ho fame di infanzia e di trasgressione. Perché forse sono un minorato: mi mancano 4 dei 5 sensi. Possiedo solo la vista. Per me il mondo è un’immagine. Lavoro solo con le immagini: quelle della gente, quelle della natura e quelle dell’artificio. Lavoro con le foto, con le luci di una realtà che non riconosco se non quando la trasformo, negandola e adorandola, beffandola però senza mai osare fino in fondo. Io rispetto gli schemi fondamentali del reale. Purché non sia anche razionale".
La mostra, ad ingresso libero, sarà aperta al pubblico fino al 10 marzo con i seguenti orari: giovedì e venerdì dalle 15 alle 18, sabato e domenica dalle 10 alle 18.
FRANCESCO BARILLI
Nato a Parma nel 1943, figlio di una illustre famiglia parmigiana di artisti ed intellettuali (Cecrope, Latino, Milena, Aristide, Renzo, Anna pittori; Bruno musicista e scrittore; Arnaldo, Cecropino letterati; Davide scrittore e giornalista), Francesco Barilli è regista, attore, sceneggiatore cinematografico, ma soprattutto pittore poliedrico e versatile. Ha frequentato a Parma l’Istituto d’Arte “Paolo Toschi”, ha lavorato con Bernardo Bertolucci nel film “Prima della rivoluzione” con Mauro Bolognini, con Carlos Saura, con Patroni Griffi come sceneggiatore e attore. La sua attività artistica pittorica, che ha sempre affiancato a quella cinematografica, è stata la sua vera passione, ha organizzato più di 35 esposizioni sparse per il mondo, nel 2013 la sua ultima mostra “Sogno o son desto”. I suoi ultimi lavori cinematografici sono “Poltrone rosse”, “Parma e il cinema”, “La storia del Teatro Regio”, “I colori nascosti di Benedetto Antelami” ed il libro “Poltrone rosse e altri racconti”. Tra i suoi film “Il profumo della signora in nero”, “Pensione paura”, “La domenica specialmente” (scritto da Tonino Guerra).
Fonte: Comune di Parma
É il suo momento. Il momento di esaltazione massima per una delle stelle più lucenti della musica mondiale. Freddie Mercury, leader dei Queen, arriva a teatro anche in Italia. Dopo aver sbancato i botteghini di tutto il mondo, aver emozionato il pubblico al cinema e, prima ancora, unito milioni di persone con i suoi concerti, il cantante della band inglese giunge a Milano, al teatro Ciak, per due weekend lunghi ricchi di ritmo e di divertimento.
"We Will Rock You" è il Musical che racconta il Pianeta Terra 300 anni nel futuro, quando è diventato "Pianeta Mall". Lo fa con il sottofondo dei grandi successi dei Queen.
L'appuntamento è dal 7 al 10 e dal 14 al 17 febbraio nel teatro di Viale Puglie. Ma presto arriverà anche nella nostra regione, a Parma: biglietti da prenotare per l'11 aprile al Teatro Regio.
LA STORIA
La nuova Terra è un pianeta dove il rock e la musica dal vivo sono bandite. C'è però qualcuno che continua ad amarla e a seguirla. Questa "resistenza" è costituita dai Bohemians che si nascondono nel sottosuolo e che, con l'aiuto dello stravagante bibliotecario Pop, tramandano ricordi sbiaditi del tempo glorioso nel quale il Rock regnava sovrano sulla Terra. Contro di loro, la Global Soft, capeggiata dalla spietata Killer Queen e dal suo collaboratore Khashoggi. I Bohemians attendono l'arrivo degli eletti che restituiranno la musica al Pianeta: saranno l'ingenuo Galileo e la volitiva Scaramouche a ritrovare lo strumento che l'antico dio della chitarra nascose in un luogo segreto?
IL MUSICAL
Oltre 8 milioni di spettatori, 2700 performance e 12 anni consecutivi di rappresentazioni a Londra: sono solo alcuni dei numeri che rappresentano "We Will Rock You". All'interno del nuovo adattamento prodotto da Claudio Trotta e Barley Arts vanno in scena 24 tra i maggiori successi dei Queen. Il loro lavoro si fa forte di un inedito allestimento, frutto dell'immaginazione di Colin Mayes e delle coreografie di Gail Richardson. I testi, ideati dallo stesso Trotta con Valentina Ferrari e Michaela Berlini, si fondono perfettamente con il cuore dello spettacolo. Un spettacolo in cui "We are the Champions", "Radio ga ga" e "Somebody to love" sono solo alcuni degli inni che hanno cavalcato più epoche musicali, diventando, in evitabilmente, immortali.
Pietro Razzini
In occasione dell'iniziativa Sabato a Palazzo, che si svolge a Parma ogni primo sabato del mese si è tenuta l'apertura straordinaria di Palazzo Rangoni Farnese e del Palazzo Ducale "del Giardino". Un'occasione davvero unica di conoscere più da vicino luoghi e personaggi illustri della storia cittadina.
L'iniziativa nasce da un accordo tra il Polo Museale dell'Emilia Romagna, la Prefettura di Parma e il Comando Provinciale dei Carabinieri, che aderendo all'invito del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, hanno deciso di arricchire l'offerta culturale della città con l'apertura degli ambienti monumentali delle rispettive sedi di servizio all'interno del Palazzo Rangoni Farnese e del Palazzo Ducale "del Giardino", coinvolgendo nel progetto anche i musei di Palazzo Bossi-Bocchi e di Palazzo Sanvitale.
PALAZZO RANGONI FARNESE
Nel 1572 il conte Giulio Rangoni, signore di Roccabianca, acquistava da Bartolomeo Cantelli questo palazzo, attualmente sede della Prefettura. Nel 1690 parte dell'edificio diventava residenza dei principi Farnese: lo stemma farnesiano ancora ben visibile sul portale d'ingresso ne testimonia la proprietà. Con la morte di Ludovico IV (1762), ultimo dei Rangoni di Roccabianca, esso passava alla Camera Ducale che nel 1767 lo faceva restaurare per accogliervi i Regi Regolatori delle Finanze e l'impresa del Lotto.
Lo stato attuale del palazzo risale quasi sicuramente alla fine del secolo XVII, probabilmente ad opera di Giovan Battista Barberini e Ferdinando Bibiena. L'interno, che ha subito numerosi rifacimenti, presenta un androne e lo scalone ricchi di decorazioni e figure in stucco, attribuiti al Barberini e suoi allievi.
PALAZZO DUCALE
Il Palazzo Ducale, che attualmente è sede dell'Arma dei Carabinieri, fu voluto da Ottavio Farnese nel 1561 e costruito su progetto del Vignola. Nel corso del '700 venne modificato dal Petitot che aggiunse quattro padiglioni angolari e mutò decorazioni e stucchi. All'interno sono ancora presenti, tra gli altri, alcuni affreschi del '500 di Jacopo Bertoja, una sala affrescata da Agostino Carracci e stucchi di Luca Reti.
INFO E PRENOTAZIONI
Per avere conferma delle aperture vi consigliamo di controllare sempre prima la sezione dedicata all'iniziativa Sabato a Palazzo sul sito turismo.comune.parma.it. Le prenotazioni, per partecipare alle visite gratutite dei Palazzi, vanno effettuate entro le 12.00 del venerdì antecedente l’apertura mandando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e a indicando nome, cognome, data e luogo di nascita.
Galleria fotografica a cura di Francesca Bocchia
Un ritorno al passato perché quando regala un sorriso, fa sempre bene guardarsi indietro. Massimo Lopez e Tullio Solenghi tornano sul palco a 15 anni di distanza dagli ultimi spettacoli che li hanno visti insieme alla ribalta. Lo fanno con un tour intitolato “Massimo Lopez & Tullio Solenghi Show”, sabato scorso al Pala Creberg di Bergamo e tra un mese, il 2 marzo, nella nostra regione, al Teatro Nuovo di Ferrara. Uno spettacolo da non perdere perché figlio di quella comicità che tanto ancora piace: musiche, parodie, imitazioni, sketch, gag, risate e improvvisazioni. Tutto legato in maniera naturale dai due leoni del palcoscenico.
IL PASSATO -
Massimo Lopez e Tullio Solenghi sono diventati noti al grande pubblico grazie alle performance del trio comico che vedeva al loro fianco l’indimenticabile Anna Marchesini (a cui viene riservato uno dei momento più emozionanti della serata). L’occasione per riproporre la coppia vincente è nata quasi per caso, in concomitanza di una puntata del fortunato programma “Tale e Quale Show” dove i due artisti si sono esibiti interpretando un’altra famosa coppia, Simon e Garfunkel. È da attribuire quindi a Carlo Conti il merito della reunion. Il presentatore toscano non ha mai nascosto di essere un loro affezionato fan. Ed ecco l’opportunità: “L'idea di tornare a lavorare in coppia ronzava già da tempo nelle nostre teste, agevolata dal fatto che, abitando nello stesso condominio, la frequentazione e l’amicizia non si sono mai interrotte”, avevano raccontato qualche tempo fa Tulio Solenghi e Massimo Lopez.
IL PRESENTE -
Attori, showman, artisti poliedrici e versatili: Lopez e Solenghi entrano in scena accompagnati dalla Jazz Company del maestro Gabriele Coneglio. L'idea alla base dello show è quella di riappropriarsi di quel marchio di fabbrica che ha contraddistinto il trio Lopez-Solenghi-Marchesini sin dalle origini. Il risultato è un racconto scenico nel quale semplici frasi o singole intonazioni portano in maniera spontanea alla scena successiva. Una scoppiettante carrellata di voci, imitazioni e interazioni col pubblico. E sono loro stessi a coinvolgere gli spettatori, a cercarne la complicità, in un appassionato scambio di emozioni che sfiorano la commozione. In quasi due ore di spettacolo si offrono alla platea con duetti che vanno da Gino Paoli e Ornella Vanoni, da Dean Martin a Frank Sinatra, attraversando la storia della musica e dello spettacolo. Il risultato? Un vero e proprio show… anzi l’unico e inimitabile “Massimo Lopez & Tullio Solenghi Show”.
Pietro Razzini
La Crociera dell'Ospedale Vecchio si trasforma in galleria culturale. Un'importante opera di valorizzazione e riqualificazione di un luogo dal prezioso valore simbolico per l'Oltretorrente e per tutta la città, in vista di Parma 2020.
Parma -
Dopo la demolizione delle Aule Rosse dell’Università di Parma di circa due settimane fa, sono iniziati da un paio di giorni i lavori di valorizzazione e riqualificazione della Grande Crociera dell’Ospedale Vecchio.
L’ingente intervento rientra nell'ambito del progetto integrato denominato: “Il futuro della memoria – Costruzione di percorsi nel tempo e nella contemporaneità: arte, ricerca e tecnologia digitale”, promosso dal Comune in collaborazione con l'Università degli Studi di Parma, in vista di Parma 2020 Capitale della Cultura (VIDEO), per trasformare la crociera dell'Ospedale Vecchio in galleria culturale, quale fulcro dell’intero complesso.
Il progetto beneficia di un contributo di 1 milione e 300 mila euro nell'ambito di un bando regionale per progetti di qualificazione di beni ambientali e culturali nell'ambito del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (POR-FESR) relativo al periodo 2014-2020.
L’edificio è un monumento dall’importante valore simbolico, ma ad oggi poco noto. I lavori in corso, volti alla valorizzandone degli aspetti architettonici e monumentali, oltre che al consolidamento di alcune parti strutturali, permetteranno alla Crociera dell’Ospedale Vecchio di assumere a tutti gli effetti la rilevanza meritata nel tessuto urbano dell'Oltretorrente e divenire fulcro del percorso di arte, storia e cultura dell’intera città in previsione di.
Galleria fotografica in esclusiva per Gazzetta dell'Emilia & dintorni a cura di Francesca Bocchia
Resilient: presso Forma Meravigli a Milano, quaranta fotografie che raccontano i reportage realizzati da Marco Gualazzini in Africa dal 2009 al 2018. Le immagini in mostra sono il frutto di un lungo lavoro che hanno portato l’autore ad esplorare il continente alla ricerca di storie e vicende inedite.
Parma -
Ha inaugurato ieri, presso le sale di Forma Meravigli a Milano, la mostra Resilient del fotografo parmigiano Marco Gualazzini (intervista). L’esposizione a cura di Alessandra Mauro raccoglie, per la prima volta in una mostra, circa quaranta fotografie che raccontano i reportage realizzati dall’autore in Africa dal 2009 al 2018.
La resilienza è la capacità di un sistema di adattarsi al cambiamento; Marco Gualazzini nel suo lavoro cerca di testimoniare in che modo il continente africano reagisca ai problemi e alle crisi che lo flagellano con una capacità di resilienza straordinaria e insieme drammatica.
Le immagini in mostra sono il frutto di un lungo lavoro di quasi dieci anni che hanno portato l’autore ad esplorare l’Africa alla ricerca di storie e vicende inedite. Storie che nessuno vorrebbe sentire. È il caso delle sue immagini del Congo, paese piegato dalle credenze popolari e dal rapporto tra religione e stregoneria, dove chi soffre di malattie mentali viene tuttora considerato un indemoniato e lo stupro è usato come arma di guerra (ogni anno vengono stuprate 15.000 donne) o il Mali tormentato dalla guerra e dalle infiltrazioni islamiste nell’Africa subsahariana.
Nei suoi reportage Gualazzini documenta le condizioni del Sudan del Sud e della Somalia, uno tra i paesi più pericolosi e meno accessibili per stranieri e giornalisti. Durante il suo ultimo viaggio, nel 2018, il fotografo ha testimoniato la grave crisi umanitaria in corso lungo il bacino del lago Ciad, dovuta alla desertificazione come conseguenza del cambiamento climatico.
Le immagini, di grande forza compositiva e impatto giornalistico, compongono un racconto fotografico straordinario e importante e ci regalano uno sguardo ravvicinato, partecipe e attento, sulla nostra realtà.
La mostra è accompagnata dal libro omonimo edito da Contrasto.
Forma Meravigli, un’iniziativa di Fondazione Forma per la Fotografia in collaborazione con la Camera di Commercio di Milano MonzaBrianza Lodi e Contrasto.
A questo link l'intervista a Marco Gualazzini
Galleria fotografica a cura di Francesca Bocchia
Una giornata con il Club dei 27 per i 118 anni dalla morte di Giuseppe Verdi: le celebrazioni fra Roncole Verdi, Parma e Milano. Curiosità e iniziative del Club parmigiano che onora il Maestro con iniziative volte a creare cultura e tramandarne la memoria.
Parma -
Fra le tante iniziative del Club dei 27 volte a creare cultura e tramandare la memoria del Maestro Giuseppe Verdi, non possono certo mancare le ricorrenza annuali per celebrare il Cigno di Bussetto nei giorni di nascita e morte. Domenica 27 gennaio, infatti a 118 anni dalla scomparsa del Maestro, si è tenuta la consueta celebrazione.
LE CELEBRAZIONI PER I 118 ANNI DALLA MORTE DI GIUSEPPE VERDI
In mattinata è stata deposta una corona di fiori alla casa natale di Roncole Verdi, in provincia di Parma, e posto un mazzo di rose nella camera da letto, mentre nel pomeriggio una rappresentanza dei soci si è recata a Milano presso il Gran Hotel et de Milan, dove Giuseppe Verdi scelse di soggiornare dal 1872 e in cui morì il 27 gennaio del 1901. Negli ultimi anni, infatti quando Verdi vi soggiornava, prendeva sempre alloggio nella suite n.105 posta al primo piano.
La giornata si è poi conclusa presso la Casa di riposo Giuseppe Verdi - che fu fatta erigere con l'obiettivo di ospitare i musicisti anziani e che negli ultimi anni ospita anche giovani studenti di musica, meritevoli e bisognosi, che siano iscritti a scuole di musica riconosciute in Milano - per deporre una corona di fiori sulla tomba del Maestro e una rosa rossa sulla tomba di Giuseppina Strepponi, seconda moglie del Maestro.
Prima della partenza verso la città meneghina, si è tenuta anche una toccante e partecipata cerimonia presso il Foyer del Teatro Regio di Parma dove sono intervenuti oltre all'Assessore alla cultura, Michele Guerra, il responsabile programmazione artistica del Teatro Regio, Cristiano Sandri e, in rappresentanza di tutte le associazioni musicali, la Presidente di Parma Lirica, Cristina Bersanelli. Al termine della cerimonia, il Maestro Massimo Fiocchi Malaspina, accompagnato alla pianola dal Maestro Claudio Cirelli, ha diretto i coristi della Corale Verdi e del Coro del Teatro Regio, che hanno intonato il "Va pensiero" dal Nabucco di Verdi.
IL GRAND HOTEL ET DE MILAN E LA SUITE DI GIUSEPPE VERDI
Il Grand Hotel et de Milan è tuttora esistente ed operante, in Via Alessandro Manzoni n. 29, a circa quattrocento metri dal Teatro alla Scala. Qui è visitabile, quando disponibile e per gentile concessione della direzione, la suite Verdi, all'interno della quale è ancora conservato lo scrittoio utilizzato dal Maestro durante i suoi soggiorni, mentre il letto sul quale si è addormentato per sempre si trova a Villa Verdi in Sant'Agata. Nella stanza si trova pure un enorme dipinto, una stampa ed un busto del Maestro, mentre un altro ritratto è conservato nella meravigliosa hall dell'albergo.
IL CLUB DEI 27
Il Club dei 27, che ha attualmente sede presso la Casa della Musica di Parma, risale al 1958, quando in un bar paninoteca del centro di Parma - la Grotta Mafalda - si riunirono i diversi frequentatori del Teatro Regio, accomunati dalla passione per la lirica e in particolare per le opere di Giuseppe Verdi.
Per iniziativa del titolare Emilio Medici e di Carlo Ziveri, fondarono l'associazione di Appassionati Verdiani "Grotta Mafalda", in cui il nome di ogni membro rappresentava, come accade ancora oggi, un'opera del Maestro. Divenuto subito punto di ritrovo per i nomi più importanti della lirica, quali Tebaldi, Corelli, Del Monaco, Tucker, Milnes, Domingo, solo per citarne alcuni, nel 1974 prese poi il nome attuale di "Gruppo Appassionati Verdiani – Club Dei 27" dandosi uno statuto con la finalità di "onorare e di ricordare il Maestro Giuseppe Verdi, quale genio musicale tra i più insigni di ogni tempo, e far sempre meglio conoscere e sempre più apprezzare, soprattutto alle più giovani generazioni, tramite ogni iniziativa utile allo scopo, il Maestro Verdi e le sue creazioni musicali".
LE INIZIATIVE DEL CLUB DEI 27
Tra le iniziative più significative è l'onorificenza "Cavaliere di Verdi", che viene conferita a quei personaggi che nella loro attività hanno tenuto alto e portato in tutto il mondo il nome e le opere del Maestro, il premio "Tu conosci Verdi ?" riservato alle classi quarte e quinte delle scuole elementari di Parma e provincia, e le manifestazioni celebrative ufficiali, che si svolgono ogni anno il 10 ottobre e il 27 gennaio, nelle ricorrenze della nascita e della morte.
Nel 2013, in occasione del bicentenario verdiano, si sono aggiunte nuove iniziative divenute ricorrenti, quali "Fuoco di gioia", il concerto benefico organizzato ogni anno durante il Festival Verdi e "I giovani per Verdi" l' evento ideato per consentire ai giovani cantanti lirici di cimentarsi in arie verdiane.
Il Fotoracconto della giornata a cura di Francesca Bocchia
La cantante di origine parmigiana sarà protagonista durante le serate del 69° Festival della canzone italiana degli eventi collaterali che si terranno nei teatri adiacenti all’Ariston. Per lei quella sanremese da una settimana “da favola”, tra interviste, video musicali e abiti da sogno.
PARMA -
Ci sarà anche un po’ di Parma al prossimo Festival di Sanremo. E a portarcelo sarà la cantante Cinzia Felloni, che nelle serate che vanno dal 7 al 9 febbraio parteciperà a una serie di eventi collegati al festival che si terranno nei teatri adiacenti all’Ariston, tra cui il Palafiori e il celebre Casinò.
E quella di Cinzia si preannuncia già come un’esperienza da sogno, come ci racconta: “Sono una cantante di piano bar e per parecchi anni mi sono esibita insieme a diverse orchestre di liscio che mi hanno formata. Ho un vasto repertorio, che spazia dal liscio alle canzoni dagli anni Sessanta ai giorni nostri. Dopo 25 anni di esibizioni in sagre di paese, circoli, feste private e sale da ballo, l’anno scorso sono stata invitata alla Mostra del Cinema di Venezia, per rappresentare la mia città, Parma. In quell’occasione ho incontrato artisti famosi e manager, tra cui Daniele Morelli dell’Agenzia Luna di Ravenna, che mi ha notata e mi ha così invitata a partecipare agli eventi collegati al 69° Festival di Sanremo”.
Ma l’esperienza sanremese di Cinzia non si fermerà alle esibizioni canore, anzi, si preannuncia come una vera e propria favola.
“Farò anche da modella per Daniela Michelli, in arte Midart, stilista e regista di Trieste, che ha in progetto un film-omaggio ad Anonimo Veneziano. Si intitolerà “Lei è ritornare a Venezia”, nel quale io avrò una parte importante. Per l’occasione, poi, indosserò un abito creato dalla stilista, chiamato “Spuma di mare”. Gli accessori e le borse mi saranno invece forniti da Stefy Go, un brand che veste anche il Parma Calcio”.
Durante le serate del festival, poi, sarà proiettato anche un video di Nicola Marchese, a cui Cinzia ha collaborato, con l’interpretazione del brano “Mondo”, originariamente cantato da Riccardo Fogli. Il video è stato in gran parte girato al 5.Lab del Cubo di Parma.
Dopo l’esperienza sanremese, poi, Cinzia Felloni presenterà presso la Libreria Feltrinelli di via Farini, a Parma, il prossimo 28 febbraio, alle ore 18, il suo ultimo Cd di cover.
“Mi aspettano tanti altri impegni in questo 2019, perché il mio futuro si baserà sulla musica”, ha commentato soddisfatta la cantante parmigiana.
Un testo che parte da storie sportive per diventare poi un affresco storico, poetico, musicale. Il rigore che non c'era con Marco Caronna, Jvonne Giò, Alessandro Nidi regia di Marco Caronna produzione International Music and Arts. Martedì 16 aprile 2019 presso Teatro Regio di Parma - ore 21,00.
Parma -
Dopo il grande successo riscosso a Parma con “2001: Odissea nello Spazio”, FEDERICO BUFFA torna nella nostra città con il suo spettacolo "Il rigore che non c'era". L'appuntamento è per martedì 16 aprile 2019, alle ore 21:00, presso il Teatro Regio, grazie a CAOS ORGANIZZAZIONE SPETTACOLI e ARCI PARMA.
Il più grande Storyteller italiano, giornalista e telecronista sportivo, riprende la sua avventura teatrale, con un testo che parte da storie del mondo dello sport per diventare poi un affresco storico, poetico, musicale.
"Il rigore che non c'era" è quell'evento, magari improvviso, che ha cambiato la storia di una partita, è quella metafora, magari improvvisa, che ha cambiato la storia di una vita... In un luogo non collocato nel tempo e nello spazio, personaggi ad un bivio, davanti ad una scelta, condannati a raccontare e a raccontarsi.
Buffa così inizia il suo percorso, che passa dalla storia di Sendero Luminoso a quella di George Best, da Leo Messi al millesimo gol di Pelè. Ancora storie intrecciate tra loro, come quella di Elis Regina e di Garrincha, il tutto punteggiato dalla musica, che sottolinea, impreziosisce e accompagna le parole.
Sullo sfondo, un palazzo, due finestre dalle quali compare una sorta di angelo, custode e disincantato, interpretato da Jvonne Giò; in scena con Federico Buffa, uno strampalato attore, del quale veste i panni Marco Caronna, ed un pianista, Alessandro Nidi, compagni di viaggio nello scoprire che quella volta, quel rigore...ha cambiato la storia di tutti...
FEDERICO BUFFA
Federico Buffa (Milano, 28 luglio 1959) è un giornalista, e telecronista sportivo italiano. Oltre alla sua attività di telecronista di basket e commentatore sportivo, Buffa ha condotto alcune trasmissioni antologiche sempre a tema sportivo, nelle quali ha dimostrato - secondo Aldo Grasso - di "essere narratore straordinario, capace di fare vera cultura, cioè di stabilire collegamenti, creare connessioni, aprire digressioni" in possesso di uno stile avvolgente ed evocativo.
Biglietti in prevendita: sono disponibili tramite il circuito www.ticketone.it e a partire da martedì 29 gennaio alle ore 9,30 presso l'Arci Provinciale di Parma - (Via Testi, 4 – PR)
Per ulteriori informazioni: Arci Parma tel. 0521 706214 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Un grande fotografo, un parmigiano vero, una persona attenta al mondo circostante, capace di cogliere in uno scatto l’essenza di un’emozione. Spesso, purtroppo, della sofferenza. Marco Gualazzini, porta a Milano la sua mostra “Resilient”: un progetto che sarà visibile al pubblico a partire da giovedì 31 gennaio, nelle splendide sale della Fondazione Forma in Via Meravigli.
Appuntamento alle ore 18.30 per l’inaugurazione. A seguire, spazio fino al 24 marzo, dal mercoledì alla domenica (tra le 11 e le 20) per osservare i suoi lavori. L’ingresso è gratuito.
Com’è nata l’idea di questa esposizione?
“La mostra è figlia della pubblicazione di un libro dal medesimo titolo: “Resilient”. È il risultato di un lungo lavoro fatto sul mio archivio personale: dieci anni di attività in Africa. Per questo doppio impegno, volume ed esposizione, devo ringraziare il collezionista d’arte Giampaolo Cagnin e Roberto Koch, editore dell’agenzia “Contrasto” per cui lavoro. È grazie a loro che ho iniziato questo viaggio a ritroso ne tempo”.
Che significato ha per lei “Resilient”?
“Non è stato facile riassumere dieci anni di Africa. Dal 2009 ho collezionato tantissimi servizi, molto diversi tra loro. Ho seguito le crisi più grandi del continente fino a ottobre 2018. Sono partito da reportage che avevano come tema l’islamismo radicale, sono incappato quasi per caso nel Congo, terra con molti altri problemi indipendenti dal fattore religioso. E ancora, la Somalia che dal 2011, quando l’ho vista per la prima volta, sta cambiando anno dopo anno”.
Su che base ha scelto le fotografie?
“Il libro parte dai tanti traumi di un intero continente. La resilienza nasce in risposta a questi drammi. La mostra è una conseguenza del volume, è un lavoro fatto in sottrazione nei confronti delle immagini pubblicate nel libro. Ho scelto gli scatti cercando di raccontare tutto il percorso che ho vissuto”.
Cosa le ha regalato “Resilient”?
“Mi ha dato la possibilità di rileggere i miei servizi con un occhi diverso, più maturo. Già dal 2015 devo ammettere di aver avuto modo di aggiungere una certa dose di consapevolezza al mio lavoro. La necessità di preparare un libro mi ha messo davanti all’obbligo di riflettere sul percorso che ho fatto”.
E cosa è scaturito da questa riflessione?
“In questi dieci anni ho raccontato il dolore degli altri. É il mestiere che faccio. Guardare indietro mi è servito per capire se sono stato coerente con le scelte che avevo fatto. Un grande fotografo come Paolo Pellegrini ha affermato che ogni dieci anni è fondamentale fare il punto della situazione per capire ciò che è stato realizzato: sono contento di aver avuto questa opportunità che da solo, forse, non avrei fatto mia”.
Pietro Razzini
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28-08-2024 Formazione
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19-08-2024 Salute e Benessere
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05-07-2024 Energie Rinnovabili
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24-06-2024 Salute e Benessere
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19-03-2024 Salute e Benessere
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03-03-2024 Salute e Benessere
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15-02-2024 Turismo
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13-11-2017 Vendita immobili
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19-07-2016 Vendita immobili
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