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Martedì, 25 Ottobre 2016 17:41

Come sono spietati i "mansueti" di Lisa Ginzburg

Giovedì 27 ottobre, presso la Libreria Piccoli Labirinti di Parma, sarà presentato in anteprima nazionale l'ultimo lavoro della scrittrice e traduttrice. Si tratta di una raccolta di cinque racconti che dipingono in maniera reale e "spietata" storie e relazioni di personaggi che potremo essere noi. E, a fare da sfondo, un Parigi concreta, affatto romantica, tutta da vivere.

Di Manuela Fiorini

PARMA - C'è Galia, che scrive appassionati necrologi per una rivista e che è l'amante di Luc, imprigionato da vent'anni in un matrimonio intiepidito; c'è Sabine, che convive con il fidanzato Didier, e che a sedici anni è stata sequestrata e violentata durante una rapina; c'è Miriam, che si fa trasferire a Parigi per sfuggire all'amore soffocante dei suoi genitori, ma si sposa con Serge senza mai cessare di essere figlia; c'è Daniel, il cui matrimonio con Valerie non regge davanti alle difficoltà di crescere un figlio autistico e si innamora di Nadja durante un viaggio di lavoro in Brasile, e c'è Antonia, studentessa modello, che sta con Moses, ma ha una breve relazione con Alberto, fratello di Moses. Sono loro i protagonisti dei cinque racconti di "Spietati i mansueti", l'ultimo libro della scrittrice e traduttrice Lisa Ginzburg, che sarà presentato in anteprima nazionale giovedì 27 ottobre, alle ore 19, presso la Libreria Piccoli Labirinti di via Gramsci 5, a Parma.

Ne abbiamo parlato con l'autrice.

Lisa Ginzburg autirce traduttrice copyright Carlotta Origoni

                                     Lisa Ginzburg ph. copyright Carlotta Origoni

Il titolo del libro "Spietati i mansueti", è ispirato a un verso di Emily Dickinson, riportato anche all'inizio. Chi sono i "mansueti" di Lisa Ginzburg?
"I mansueti? Penso siano quelli che non riescono a leggere nelle vite degli altri, a non percepire i solchi delle ferite: né le altrui né le proprie. Chi è convinto di agire in modo altruistico, ma si incaglia nel suo proprio egocentrismo. Come si aiuta, un altro? Come gli si può stare autenticamente accanto, quando ne ha bisogno o quando cova quel bisogno senza saperlo? Come si può davvero "vedere", "sentire" le vite altrui ? Questa domanda mi attanaglia, la mia scrittura nasce in molta parte da lì, penso. Da adolescente lessi un testo della fotografa americana Diane Arbus, in cui tra le molte altre cose scriveva "in fondo, la tragedia di un altro mai potrà essere la tua". Quelle parole mi sono entrate dentro, non credo di essermi spostata di un millimetro dal profondo effetto che ebbero allora su di me. Siamo circondati di sedicenti mansueti, di continuo viene usata la parola "empatia", ma io trovo ci sia qualcosa di spietato in questo sbandierare la comprensione umana senza interrogarsi davvero sui suoi limiti e confini"

In quattro dei cinque racconti a fare da sfondo alle vicende dei protagonisti c'è Parigi, una città concreta, descritta con cura nelle sue vie, nelle sue piazze, luoghi e locali. Ma in tutti i racconti c'è anche un "altrove" che per i protagonisti è rifugio, rimpianto, ritorno, o dove avviene la svolta che cambierà la loro vita. Possiamo dire che anche il luogo non è un semplice scenario, ma un coprotagonista dei racconti?
"Parigi conta moltissimo, è coprotagonista senza dubbio e"tradirla" con vari altrove, rientra nel ruolo privilegiato che la città detiene nell'economia di questi racconti. Penso vi sia una ragione autobiografica, Parigi è' la città dove vivo da sette anni, e quella dove sin da ragazzetta sono sempre venuta, a rifugiarmi, coltivare il mio desiderio di essere una scrittrice lontano dall'Italia, dove il mio cognome mi ingombrava molto (Lisa è nipote della famosa scrittrice Natalia Ginzburg n.d.r) E poi è protagonista nella sua urbanistica, geometrica ma anche tentacolare, una grande città dove biografie disparatissime convergono. I luoghi, in genere, per scrivere sono decisivi. Dove l'ambientazione è forte, caratterizzata, vari altri elementi del narrare una storia vanno al loro posto".

Un altro elemento in comune che hanno i racconti e il sesso, che è spesso soddisfazione di un bisogno, ma mai soddisfacente o motivo di gioia. Per alcuni è un trauma, per altri è violento o diventa un'abitudine, per altri banale o motivo di pentimento. Come mai questa scelta, se vogliamo un po' controcorrente rispetto a una società moderna in cui il sesso è spettacolarizzato, esibito e inserito in tutti gli ambiti, al punto che ne siamo diventati bulimici?
"Nel primo racconto. "Buonanotte gattina", il sesso in una relazione clandestina, tra una giovane donna e uomo sposato, finché dura è fonte di gioia. È violento nella misura in cui inaugura un gioco erotico, un gioco che segue un suo percorso, nutrendo in modo vero i due amanti. Nelle altre storie forse sì, il sesso è traumatico, o riparatore, comunque non felice. Ma bisogna distinguere, nel sesso, tra erotismo, sesso, pornografia. Dimensioni una dall'altra diversissime. Se è vero che il mondo intorno a noi è bulimico, certo non lo è di erotismo. Il sesso da solo è pura performance, certo non espressione di autentiche felicità. È l'erotismo a dare gioia, e se il mondo ne fosse affamato, bulimico, penso proprio che respireremmo un'atmosfera ben più felice di come invece è!"

Un altro fil-rouge che lega i protagonisti dei racconti è l'incomunicabilità: possiamo dire che i personaggi sono lo specchio di una società, quella moderna, in cui abbiamo a disposizione tanti mezzi di comunicazione, ma comunichiamo sempre meno tra noi, a scapito delle relazioni umane?
"Non ricondurrei le difficoltà di comunicazione tra i protagonisti di questi racconti, all'afasia che segna gran parte del nostro tempo. Tranne nel caso di Sabine, la giovane al centro del secondo racconto, quello intitolato appunto "Spietati i mansueti". Lei si rifugia in una spettacolarizzazione di se stessa, e della propria vicenda traumatica, e invece di affidarsi all'intimità con il ragazzo che la ama, consegna il proprio disagio a un mondo pubblico e predatorio. Per gli altri direi che si tratta di incomunicabilità "nella norma", le stesse che contraddistinguono i rapporti umani da che mondo è mondo. I silenzi, i non detti, la potenza di quel che è taciuto si insinua nei nostri rapporti più profondi. Sempre è stato così. Immaginare un mondo di limpida, ininterrotta, totale sincerità mi parrebbe ingenuo. Internet, Facebook e tutto il resto hanno accentuato un'afasia, che in altre forme è sempre esistita"

Messi di fronte alle loro responsabilità, i personaggi che preferiscono sfuggire piuttosto che affrontarle. E l'irresponsabilità, l'immaturità che rende i mansueti spietati?
"La sola vera responsabilità a cui può accadere di sfuggire, non riuscendo a diventare maturi e adulti, io penso sia quella verso se stessi. Mansueti (e spietati) possono essere quanti credono di avere vite risolte, ben determinate, e dentro se stessi invece annaspano, non riuscendo a stabilire contatti autentici con gli altri. Una distorta idea dell'altruismo, una presunta "mansuetudine", di fatto miope sulle complessità umane proprie e altrui, è segno di immaturità. Però se la crescita sta nell'imparare ad ascoltarsi, allora scegliere, assumere impegni deve accadere avendo chiaro che è se stessi che si sta implicando, scegliendo, mettendo in gioco. È lì che il rapporto con il mondo diviene più vero, concreto".

Come nasce questa raccolta di racconti? Per le storie e i personaggi si è ispirata a persone e situazioni reali?
"Qua e là mi sono ispirata a spunti reali, ma altrimenti sono storie inventate. Sono racconti nati dal desiderio di leggere storie di vita immaginate dietro volti incrociati in strada, su un treno, una metropolitana. Destini ignoti intersecano il nostro andare, e provare a immaginarli è' tentativo di sottrarre spietatezza alla mansuetudine. Descrivere biografie leggendole attraverso una lente che sappia guardare tra i solchi delle ferite, e delle guarigioni degli altri. Di personaggi inventati e che pure ho sentito così vicini"

Lisa Ginzburg, vive e lavora a Parigi, dove è stata direttrice di cultura della Unione latina. Ha pubblicato con Feltrinelli il romanzo Desiderava la bufera (2002), la raccolta di racconti Colpi d'ala (2006). L'e-book La guerriera (Terra Ferma 2015). Il romanzo Per amore (Marsilio 2016). Ha curato con Cesare Garboli il testo di Natalia Ginzburg È difficile parlare di sé (Einaudi 1999). È autrice di una biografia (Anita.Racconto della storia di Anita Garibaldi, e/o 2005) e di due reportage (Mercati.Viaggio nell'Italia che vende, Editori Riuniti 2001, Malìa Bahia, Laterza 2007).

Spietati i mansueti
Gaffi Editore
128 pagine - 15 euro

Lisa Ginzburg Cover libro

Pubblicato in Cultura Parma

Prosegue sino al 29 ottobre alla Passerini Landi la mostra "Hokusai, le 100 vedute del Fuji", considerata da molti esegeti il capolavoro nonché il testamento spirituale del grande pittore e incisore giapponese Katsushika Hokusai.

Piacenza, 25 ottobre 2016

Prosegue sino al 29 ottobre, presso la biblioteca Passerini Landi, la mostra "Hokusai, le 100 vedute del Fuji - 100 modi per parlare di Dio senza mai nominarlo". La raccolta delle Cento vedute del Fuji è considerata da molti esegeti il capolavoro nonché il testamento spirituale del grande pittore e incisore giapponese Katsushika Hokusai (Edo, 1760-1849) le cui opere furono fonte di ispirazione per molti artisti europei del XIX secolo. Oltre all'originale del "libro capolavoro di Hokusai" esposto in una teca, nel salone monumentale della biblioteca appassionati o esperti d'arte, neofiti o semplici curiosi potranno apprezzare tutte le riproduzioni (debitamente ingrandite) delle xilografie che lo compongono, immagini bellissime accompagnate da didascalie di semplicità cristallina che prendono per mano il visitatore e lo accompagnano passo passo nel tour in bianco e nero delle tavole.

Attorno alle Cento vedute del Fuji del grande Hokusai, il curatore Bruno Gallotta ha cucito non solo un generoso catalogo, ma anche un allestimento essenziale e godibilissimo, nella forma e nei contenuti. I molteplici livelli di lettura ben si adattano sia ai profani - che restano rapiti dalla poesia delle tavole e dai coloratissimi oggetti che accompagnano l'esposizione - sia a chi già conosce l'arte giapponese, che potrà scovare uno scrigno di tesi innovative e per certi versi rivoluzionarie.

A catturare l'attenzione, al di là del tratto magico di Hokusai, provvede l'atmosfera profondamente zen che circonda questo lungo e leggiadro cammino verso e attorno il monte simbolo del Giappone: realtà o metafora? corsia preferenziale verso il Buddha o anche strada per il Dio "proibito" alla cristianità di allora? Dilemmi importanti, per risolvere i quali vengono in aiuto, assieme alle didascalie e ai pannelli descrittivi, i bei manuali esegetici rilegati a mano alla maniera giapponese che la mostra offre in libera consultazione ai visitatori. Per il visitatore sarà così facile lasciarsi andare alla bellezza del disegno, sia che richiami l'operosità dell'uomo o la delicatezza del ciliegio, la forza della natura o l'armonia del gesto, l'avvicendarsi di villaggi, boschi e sentieri così come la presenza magnetica e rassicurante del Fuji: un simbolo verso cui ascendere, ma anche sotto cui incontrarsi e unirsi, umili e potenti, di qualsiasi credo e fede.

La visita è consigliata a tutti perché si tratta di un vero evento, l'esposizione delle originalissime ed eccentriche tavole da cui prende il titolo, oltre che una grande meditazione e il risultato di un luminoso sogno illustrato attraverso fremiti di energia, movimento ed essenza spirituale. Ma lo è anche perché il tempo stringe: dopo una conferenza sulla figura di Hokusai a tutto tondo in calendario per il 28 ottobre alle 17.30, la mostra, fulcro della manifestazione "Ottobre Giapponese", chiuderà i battenti il prossimo 29 ottobre.

mostra pittore incisore giapponese Katsushika Hokusai

Domenica, 23 Ottobre 2016 11:04

Come sono spietati i "mansueti" di Lisa Ginzburg

Giovedì 27 ottobre, presso la Libreria Piccoli Labirinti di Parma, sarà presentato in anteprima nazionale l'ultimo lavoro della scrittrice e traduttrice. Si tratta di una raccolta di cinque racconti che dipingono in maniera reale e "spietata" storie e relazioni di personaggi che potremo essere noi. E, a fare da sfondo, un Parigi concreta, affatto romantica, tutta da vivere.

Di Manuela Fiorini

PARMA - C'è Galia, che scrive appassionati necrologi per una rivista e che è l'amante di Luc, imprigionato da vent'anni in un matrimonio intiepidito; c'è Sabine, che convive con il fidanzato Didier, e che a sedici anni è stata sequestrata e violentata durante una rapina; c'è Miriam, che si fa trasferire a Parigi per sfuggire all'amore soffocante dei suoi genitori, ma si sposa con Serge senza mai cessare di essere figlia; c'è Daniel, il cui matrimonio con Valerie non regge davanti alle difficoltà di crescere un figlio autistico e si innamora di Nadja durante un viaggio di lavoro in Brasile, e c'è Antonia, studentessa modello, che sta con Moses, ma ha una breve relazione con Alberto, fratello di Moses. Sono loro i protagonisti dei cinque racconti di "Spietati i mansueti", l'ultimo libro della scrittrice e traduttrice Lisa Ginzburg, che sarà presentato in anteprima nazionale giovedì 27 ottobre, alle ore 19, presso la Libreria Piccoli Labirinti di via Gramsci 5, a Parma.

Ne abbiamo parlato con l'autrice.

Lisa Ginzburg autirce traduttrice copyright Carlotta Origoni

                                     Lisa Ginzburg ph. copyright Carlotta Origoni

Il titolo del libro "Spietati i mansueti", è ispirato a un verso di Emily Dickinson, riportato anche all'inizio. Chi sono i "mansueti" di Lisa Ginzburg?
"I mansueti? Penso siano quelli che non riescono a leggere nelle vite degli altri, a non percepire i solchi delle ferite: né le altrui né le proprie. Chi è convinto di agire in modo altruistico, ma si incaglia nel suo proprio egocentrismo. Come si aiuta, un altro? Come gli si può stare autenticamente accanto, quando ne ha bisogno o quando cova quel bisogno senza saperlo? Come si può davvero "vedere", "sentire" le vite altrui ? Questa domanda mi attanaglia, la mia scrittura nasce in molta parte da lì, penso. Da adolescente lessi un testo della fotografa americana Diane Arbus, in cui tra le molte altre cose scriveva "in fondo, la tragedia di un altro mai potrà essere la tua". Quelle parole mi sono entrate dentro, non credo di essermi spostata di un millimetro dal profondo effetto che ebbero allora su di me. Siamo circondati di sedicenti mansueti, di continuo viene usata la parola "empatia", ma io trovo ci sia qualcosa di spietato in questo sbandierare la comprensione umana senza interrogarsi davvero sui suoi limiti e confini"

In quattro dei cinque racconti a fare da sfondo alle vicende dei protagonisti c'è Parigi, una città concreta, descritta con cura nelle sue vie, nelle sue piazze, luoghi e locali. Ma in tutti i racconti c'è anche un "altrove" che per i protagonisti è rifugio, rimpianto, ritorno, o dove avviene la svolta che cambierà la loro vita. Possiamo dire che anche il luogo non è un semplice scenario, ma un coprotagonista dei racconti?
"Parigi conta moltissimo, è coprotagonista senza dubbio e"tradirla" con vari altrove, rientra nel ruolo privilegiato che la città detiene nell'economia di questi racconti. Penso vi sia una ragione autobiografica, Parigi è' la città dove vivo da sette anni, e quella dove sin da ragazzetta sono sempre venuta, a rifugiarmi, coltivare il mio desiderio di essere una scrittrice lontano dall'Italia, dove il mio cognome mi ingombrava molto (Lisa è nipote della famosa scrittrice Natalia Ginzburg n.d.r) E poi è protagonista nella sua urbanistica, geometrica ma anche tentacolare, una grande città dove biografie disparatissime convergono. I luoghi, in genere, per scrivere sono decisivi. Dove l'ambientazione è forte, caratterizzata, vari altri elementi del narrare una storia vanno al loro posto".

Un altro elemento in comune che hanno i racconti e il sesso, che è spesso soddisfazione di un bisogno, ma mai soddisfacente o motivo di gioia. Per alcuni è un trauma, per altri è violento o diventa un'abitudine, per altri banale o motivo di pentimento. Come mai questa scelta, se vogliamo un po' controcorrente rispetto a una società moderna in cui il sesso è spettacolarizzato, esibito e inserito in tutti gli ambiti, al punto che ne siamo diventati bulimici?
"Nel primo racconto. "Buonanotte gattina", il sesso in una relazione clandestina, tra una giovane donna e uomo sposato, finché dura è fonte di gioia. È violento nella misura in cui inaugura un gioco erotico, un gioco che segue un suo percorso, nutrendo in modo vero i due amanti. Nelle altre storie forse sì, il sesso è traumatico, o riparatore, comunque non felice. Ma bisogna distinguere, nel sesso, tra erotismo, sesso, pornografia. Dimensioni una dall'altra diversissime. Se è vero che il mondo intorno a noi è bulimico, certo non lo è di erotismo. Il sesso da solo è pura performance, certo non espressione di autentiche felicità. È l'erotismo a dare gioia, e se il mondo ne fosse affamato, bulimico, penso proprio che respireremmo un'atmosfera ben più felice di come invece è!"

Un altro fil-rouge che lega i protagonisti dei racconti è l'incomunicabilità: possiamo dire che i personaggi sono lo specchio di una società, quella moderna, in cui abbiamo a disposizione tanti mezzi di comunicazione, ma comunichiamo sempre meno tra noi, a scapito delle relazioni umane?
"Non ricondurrei le difficoltà di comunicazione tra i protagonisti di questi racconti, all'afasia che segna gran parte del nostro tempo. Tranne nel caso di Sabine, la giovane al centro del secondo racconto, quello intitolato appunto "Spietati i mansueti". Lei si rifugia in una spettacolarizzazione di se stessa, e della propria vicenda traumatica, e invece di affidarsi all'intimità con il ragazzo che la ama, consegna il proprio disagio a un mondo pubblico e predatorio. Per gli altri direi che si tratta di incomunicabilità "nella norma", le stesse che contraddistinguono i rapporti umani da che mondo è mondo. I silenzi, i non detti, la potenza di quel che è taciuto si insinua nei nostri rapporti più profondi. Sempre è stato così. Immaginare un mondo di limpida, ininterrotta, totale sincerità mi parrebbe ingenuo. Internet, Facebook e tutto il resto hanno accentuato un'afasia, che in altre forme è sempre esistita"

Messi di fronte alle loro responsabilità, i personaggi che preferiscono sfuggire piuttosto che affrontarle. E l'irresponsabilità, l'immaturità che rende i mansueti spietati?
"La sola vera responsabilità a cui può accadere di sfuggire, non riuscendo a diventare maturi e adulti, io penso sia quella verso se stessi. Mansueti (e spietati) possono essere quanti credono di avere vite risolte, ben determinate, e dentro se stessi invece annaspano, non riuscendo a stabilire contatti autentici con gli altri. Una distorta idea dell'altruismo, una presunta "mansuetudine", di fatto miope sulle complessità umane proprie e altrui, è segno di immaturità. Però se la crescita sta nell'imparare ad ascoltarsi, allora scegliere, assumere impegni deve accadere avendo chiaro che è se stessi che si sta implicando, scegliendo, mettendo in gioco. È lì che il rapporto con il mondo diviene più vero, concreto".

Come nasce questa raccolta di racconti? Per le storie e i personaggi si è ispirata a persone e situazioni reali?
"Qua e là mi sono ispirata a spunti reali, ma altrimenti sono storie inventate. Sono racconti nati dal desiderio di leggere storie di vita immaginate dietro volti incrociati in strada, su un treno, una metropolitana. Destini ignoti intersecano il nostro andare, e provare a immaginarli è' tentativo di sottrarre spietatezza alla mansuetudine. Descrivere biografie leggendole attraverso una lente che sappia guardare tra i solchi delle ferite, e delle guarigioni degli altri. Di personaggi inventati e che pure ho sentito così vicini"

Lisa Ginzburg, vive e lavora a Parigi, dove è stata direttrice di cultura della Unione latina. Ha pubblicato con Feltrinelli il romanzo Desiderava la bufera (2002), la raccolta di racconti Colpi d'ala (2006). L'e-book La guerriera (Terra Ferma 2015). Il romanzo Per amore (Marsilio 2016). Ha curato con Cesare Garboli il testo di Natalia Ginzburg È difficile parlare di sé (Einaudi 1999). È autrice di una biografia (Anita.Racconto della storia di Anita Garibaldi, e/o 2005) e di due reportage (Mercati.Viaggio nell'Italia che vende, Editori Riuniti 2001, Malìa Bahia, Laterza 2007).

Spietati i mansueti
Gaffi Editore
128 pagine - 15 euro

Lisa Ginzburg Cover libro

Pubblicato in Cultura Emilia

Domenica 16 ottobre alle 17.30, presso la libreria Emily Bookshop di Modena, incontro con l'autore che parlerà del suo saggio in cui teorizza un nuovo modello di organizzazione aziendale.

Di Manuela Fiorini

Modena, 15 ottobre 2016

Si può "vivere felici" nella propria azienda? Rispondere "sì" dovrebbe essere semplice, invece, purtroppo, la realtà è molto diversa. Le gerarchie, il rapporto con i superiori e i colleghi sono spesso causa di malcontento e frustrazione. La conoscenza viene trasmessa secondo un modello verticale, dove, a ogni piano si perdono informazioni importanti, nella fretta di soddisfare un mercato sempre più dinamico e competitivo. Cambiare, tuttavia, si può. E' quello che sostiene Guido Zaccarelli, docente di Informatica presso l'Università di Modena e Reggio Emilia e Referente del Servizio Informativo dell'AUSL di Modena presso il Distretto di Mirandola nel suo saggio "La Conoscenza condivisa – Verso un nuovo modello di organizzazione aziendale" (Franco Angeli Editore), che sarà presentato domenica 16 ottobre, alle 17.30, presso la libreria Emily Bookshop di Via Fonte d'Abisso, nel centro storico di Modena. L'evento è promosso dall'Associazione di scrittori I Semi Neri con il Patrocinio della Regione Emilia Romagna.

Guido, come nasce questo libro?
"Dal desiderio di portare la propria esperienza personale, professionale e la visione d'azienda alle persone che lavorano e operano ogni giorno all'interno delle organizzazioni, affinché nasca in ognuno il senso della condivisione. Il mutare delle aziende, da micro, piccole a medie fino alle multinazionali hanno subito negli ultimi anni continui e profondi capovolgimenti di fronte per rispondere celermente alle richieste provenienti da un mercato dinamico e altamente competitivo, che chiede ogni giorno di soddisfare in breve tempo i bisogni e i desideri delle persone. Questo ha contribuito in modo rilevante a creare aziende sempre più piramidali e verticistiche dove la comunicazione si è prima dilatata fino a interrompersi creando vere e proprie situazioni di "interruzione dei canali informativi e relazionali", dove la conoscenza è diventata "parcellizzata". Lo scopo del libro è suggerire un cammino di ricerca all'interno delle organizzazioni per condurre le persone verso la conoscenza condivisa e creare una "Wiki azienda" dove la conoscenza è "liquida". Il lettore viene accompagnato a osservare il Medioevo, il Taylorismo, la globalizzazione e il mondo cloud e per ognuno di questi periodi viene messo nelle condizioni di chiedersi: "Com'era la conoscenza in quei tempi, prima lontani e ora prossimi a noi come il mondo della nuvola digitale?"

Che cosa è la conoscenza condivisa
"E' una filosofia, uno stile di vita che consente alle persone di" vivere felici" all'interno dei luoghi di lavoro dove vengono rispettate e valorizzate. Nasce osservando il comportamento dell'uomo nelle organizzazioni aziendali, un atteggiamento che è sempre più declinato a trattenere la conoscenza per sé evitando di condividerla con gli altri. Il malessere è l'anima che sostiene questo comportamento che, nel tempo, si consolida fino a creare blocchi relazionali incapaci di dirigere il pensiero e l'azione verso lo scopo condiviso indicato dall'azienda. La "piramide organizzativa" crea una gerarchia ben espressa dalle frazioni aritmetiche, dove la linea di frazione ( fractus-interrotta) che separa il capo dal sottoposto suggerisce l'idea di una conoscenza spezzata tra chi comanda e chi riceve un ordine. La conoscenza condivisa toglie la linea di frazione che indica il "rapporto" tra le persone per creare un modello circolare dove "la relazione" è l'anima che alimenta il benessere della conoscenza viene condivisa".

Come si può applicare alle realtà aziendali di oggi?
"La Conoscenza condivisa deve superare diversi anfratti che si collocano tra il mondo dove la conoscenza è in mano a pochi, e viene trattenuta per farne un simbolo di potere, e le imprese che desiderano ardentemente modificare la struttura organizzativa, consapevoli che la loro presenza sul mercato dipende da un deciso cambiamento economico e culturale. La formazione orizzontale è la prima linea d'azione che deve essere impiegata per diffondere il senso di una nuova cultura etica, dove le persone possano riconoscersi per identità e senso di appartenenza. La form-azione consente di dare azione alla mente, di formarsi per modificare giorno dopo giorno l'atteggiamento verso i colleghi e la realtà aziendale. Il clima mite che gradualmente si viene a creare all'interno dell'organizzazione consente di rivedere meccanismi e schemi d'azione consolidati nel tempo che necessitano di essere modificati alla luce della nuova traiettoria educativa adottata dall'impresa. La possibilità di avviare una riflessione interiore a tutti i livelli aziendali consente di recuperare sacche di inefficienza sostenuti dalla visione a specchio che ognuno ha di se stesso in relazione agli altri. Il tempo filtra e modifica situazioni che inizialmente si mostravano resistenti a ricevere un nuovo colore con il quale dare una mano di vernice al passato per infondere una nuova luce alla stanza della propria anima aziendale".

Quali sono gli strumenti di cui si avvale?
"La formazione, la tecnologia, il marchio d'impresa, le Wiki learning, la comunicazione e ora il documento tecnico T/R 11642 emanato dall'UNI – Nazionale (Ente di Normazione) sono i cardini sui quali costruire le colonne portanti della conoscenza condivisa. La riorganizzazione interna consente di modulare in senso circolare il sistema delle relazioni interne creando percorsi di partecipazione al raggiungimento degli obiettivi aziendali mai disgiunti da quelli personali. La partecipazione collettiva consente di accrescere il valore delle idee che nell'azienda 4.0 dividono le imprese "analogiche" da quelle che vedono nella persona la svolta di un futuro eticamente sostenibile. L'intangibile in bilancio diventa un valore non-economico che opportunamente valorizzato può trasformarsi in un valore monetario di valore assoluto in grado di recuperare risorse finanziarie da destinare a futuri investimenti".

Chi sono i destinatari, i fruitori e i fautori di questa conoscenza?
"La Conoscenza condivisa potrebbe essere vista come uno strumento orientato solo al management per ri-organizzare la struttura operativa e relazionale dell'azienda. In realtà, è destinata a tutte le persone, ai cittadini, a tutti NOI, che ogni giorno varchiamo il cancello della nostra azienda oppure entriamo in contatto con organizzazioni aziendali, pubbliche e private. L'intento è di creare una unicità d'intenti per consentire alle persone di unirsi per creare una nuova consapevolezza civile e sociale orientata a promuovere ogni forma d'iniziativa e a farsi portatrice di nuovi e coinvolgenti interessi comuni. Gli organi istituzionali, l'ambiente economico e sociale, gli stakeholder sono gli ambienti nei quali più di altri dovrebbe nascere spontaneo il desiderio di mutare gli scenari di una realtà sempre più complessa ed esposta ai richiami di comportamenti individualistici concentrati sull'IO anziché sul NOI. Le persone sono stanche e l'unica via di uscita è avviare un cambiamento culturale che proietti gli individui nel vedersi proiettati all'interno di un sistema che lo veda collocato al centro dell'ecosistema organizzativo per identità, interessi, competenze e desiderio di fare".

INFO
Guido Zaccarelli
La Conoscenza condivisa – Verso un nuovo modello di organizzazione aziendale
Franco Angeli Editore – 134 pag, 18 euro

Presentazione domenica 16 ottobre c/o Emily Bookshop, via Fonte d'Abisso 9/11, Modena Centro
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., tel 349/5369707 – INGRESSO GRATUITO

la conoscenza condivisa presentazione modena.jpg

Pubblicato in Cultura Modena

Sabato 15 ottobre, presso il Teatro Comunale, alle 15, sarà presentata l'antologia dell'Associazione di scrittori modenesi. Aprirà l'evento il sindaco di Riolunato Daniela Contri, conduce Livio Miglioli, Presidente dell'Accademia del Frignano "Lo Scoltenna". Saranno presenti gli autori e Massimo Casarini (Damster Edizioni).

Di Manuela Fiorini

Modena, 13 ottobre 2016

Vi siete mai trovati sulla soglia, divisi tra la certezza di una situazione conosciuta e il timore dell'ignoto? Cosa fareste se una volta presa la decisione di oltrepassarla, dall'altra parte vi trovaste in un altro mondo, in un'altra epoca o in un'altra realtà? E' questo il filo conduttore di Soglie, la nuova antologia di racconti firmata per Damster ( www.damster.it ) da cinque autori dell'Associazione I Semi Neri che sabato 15 ottobre (ore 15) per la sua prima presentazione ufficiale ha scelto il Teatro Comunale di Riolunato, in via Castello 8.
L'evento sarà introdotto dal sindaco di Riolunato Daniela Contri. Conduce Livio Migliori, Presidente dell'Accademia del Frignano "Lo Scoltenna". Intervengono gli autori e l'editore Massimo Casarini. 
Soglie si compone di cinque racconti, ognuno ispirato a un mistero di Modena e di diversi luoghi della sua provincia. Due studenti si ritrovano in una realtà alternativa, un gruppo di amici si introducono in una casa dalla nomea nefasta, il ritrovamento di due scheletri abbracciati trasporta chi legge indietro nel tempo, due amici durante un'escursione in montagna si imbattono in una sinistra locanda che nasconde un segreto che riporta ai Celti e ai Romani e un condottiero osa ingannare le streghe per propiziarsi le sorti della battaglia. In ogni racconto c'è una soglia, al di là della quale c'è la salvezza o l'abisso. Gli autori: Manuela Fiorini (L'Ordine dei Viaggiatori), Fabrizio Fangareggi (La centesima finestra), Gabriele Sorrentino (Uniti per sempre), Marco Panini (Le streghe di Sasso Tignoso) e Daniela Ori (Serapius) hanno dato libero sfogo alla fantasia per interpretare il loro "mistero" e darne un'interpretazione tra le tante possibili.
A fare da cornice a ogni racconto c'è anche la Storia, che tocca l'epoca dei Celti, la Mutina Romana, il Medioevo, il Settecento e i giorni nostri, ipotizzando anche un presente dispotico e possibile. Nell'elaborare il proprio "mistero", poi, ogni autore è partito da un luogo reale e ben rintracciabile, che il lettore può divertirsi ad andare a visitare e sperimentare le "soglie" che ogni scrittore si è divertito ad attraversare.

GUARDA IL BOOKTRAILER www.youtube.com/watch?v=N1NQ-6FIhbM 
INFO
I Semi Neri
Soglie
Damster Edizioni – 290 pagine, 14 euro

Sabato 15 ottobre c/o Teatro Comunale di Riolunato (via Castello 8, ore 15).
INGRESSO LIBERO

Pubblicato in Cultura Modena

Namaste India, benvenuta in Italia. L'incontro tra Mumbai e Milano non poteva essere più emozionante. Lo show Beyond Bollywood é lo splendido dono che la compagnia indiana offre per la prima volta all'Europa, chiudendo la tournée proprio al Teatro degli Arcimboldi con una presenza di sei giorni, dal 4 al 9 ottobre.

LA TRAMA
Shaily è una ragazza indiana cresciuta in Germania, a Monaco, con una grande passione per la danza contemporanea. Per soddisfare il desidero della madre in punto di morte, Shaily intraprende con l'amica Emma un viaggio per comprendere meglio le proprie radici. Il punto di svolta avverrà quando le ragazze incontreranno a Mumbai un giovane coreografo con problemi economici, Raghav, e il suo divertente assistente Ballu. I due protagonisti si innamorano e si salvano l'un l'altra, realizzando, all'interno di un viaggio nell'affascinante India, i sogni apparentemente accantonati del coreografo e il desiderio di Shaily di conoscere l'autenticità della sua terra. Non mancano incomprensioni e qualche tensione, ma il lieto fine sarà per tutti (audience compreso) una grande festa.

show Beyond Bollywood teatro milano

LO SPETTACOLO
Un musical made in India che raggiunge oltre 50.000 spettatori e 60 repliche al London Palladium, non poteva che creare intorno a sé grandi aspettative.
Interamente recitata in Inglese (con sottotitoli in Italiano), la storia é un viaggio entusiasmante, fatto di colori vivaci, tradizioni profonde e danze popolari indiane. Sul palco, i 20 danzatori, le musiche originali, i 5 attori e i ben 700 costumi formano un amalgama compatto e fortissimo, che appaga tutti i sensi e contribuisce a educare ad una sensibilità verso il bello e il piacere della scoperta, promuovendo valori positivi, universalmente condivisibili.

L'ATMOSFERA
Tutto questo aiuta a creare un legame particolare tra il pubblico, la storia e gli attori in scena. Le due ore di spettacolo conducono gli spettatori lontano dal tempo e dallo spazio milanese, in un'atmosfera di colori sfavillanti e di performance artistiche di grandissimo livello. Ci viene presentata un'India quasi magica, gioiosa quando balla, desiderosa di valorizzare il meglio di sé. Impresa riuscita, testimoniata dal lungo applauso conclusivo e dall'esuberante carica positiva che raggiunge il pubblico, invitato dagli attori a unirsi alla luccicante danza finale.

Parma, 7 ottobre 2016

Di Pietro Razzini

Pubblicato in Cultura Emilia

Il senso della fotografia, nell'era dell'overdose da immagini: se ne parla oggi - 6 ottobre - a Parma nella cornice di Palazzetto Eucherio Sanvitale al Parco Ducale. L'incontro in programma alle ore 18 si terrà alla presenza di 3 nomi d'eccezione.

Parma, 6 ottobre 2016

Basta telecomandare un drone per avere scatti da mille prospettive diverse, o un semplice smartphone per avere immagini a ripetizione di ciò che ci circonda. Ma poi ci sono poche fotografie che hanno la forza di lasciare un segno, qualche volta di cambiare la storia."Una matita ce l'ha in mano un analfabeta e scrive quattro crocette, ce l'ha in mano Einstein e scrive la legge della relatività" (Oiviero Toscani).
E' proprio del senso della fotografia, nell'era dell'overdose da immagini, che si parlerà il 6 ottobre a Parma nella cornice di Palazzetto Eucherio Sanvitale al Parco Ducale.

L'incontro in programma alle ore 18 si terrà alla presenza di 3 nomi d'eccezione: Fabio Castelli, collezionista d'arte e di fotografia, ma soprattutto ideatore e direttore direttore artistico di MIA Photo Fair, l'appuntamento internazionale d'arte dedicato alla fotografia e all'immagine in movimento; Antonio Mascolo, giornalista, già critico teatrale ed inviato della Gazzetta di Parma, poi fondatore del sito www.parma.repubblica.it; infine Paolo Barbaro dello Csac, il Centro Studi e Archivio per la Comunicazione, che fa capo all'Università degli Studi di Parma.

Il talk è inserito nell'ambito di "Mecanteinfiera Off", il fuorisalone culturale promosso da Fiere di Parma e Comune di Parma che si lega alla kermesse internazionle omonima dedicata all'antiquariato, modernariato e collezionismo vintage che si chiuderà domenica 9 ottobre.
Indagare sull'arte dello scatto diventa per certi versi naturale, in un contesto come quello di Palazzetto Eucherio Sanvitale, che ha appena inaugurato la nuova sezione dedicata proprio alla fotogrfia, accogliendo al proprio interno le opere di Sarah Moon, artista francese che da anni indaga la bellezza e lo scorrere del tempo con la potenza del click.

La mostra della Moon protagonista di Mercanteinfiera Off che ad oggi ha registrato un grande consenso di pubblico, sarà visitabile fino al 15 ottobre.
La mostra è stata curata da Galleria Carla Sozzani – Corso Como 10 vincitrice del premio "Mercanteinfiera 2016" che idealmente, giovedì 6 ottobre alle ore 10.30 presso le Fiere di Parma (pad.4) passerà il testimone a Gianlugi Ricuperati in occasione di un incontro con l'artista.
39 anni, torinese, scrittore e saggista di successo, nonché curatore di mostre ed appuntamenti culturali di rilievo internazionale, Ricuperati, che è anche direttore creativo della Domus Academy di Milano, un delle più importanti scuole di design, architettura e moda in Italia.
Il riconoscimento viene attribuito a quegli artisti che hanno saputo dare, negli ultimi decenni, impulso alla cultura italiana ed europea.

Pubblicato in Dove andiamo? Parma

Dall'Upper West Side di New York al teatro Manzoni di Milano per fare emozionare giovani e meno giovani con una storia senza tempo: ultimo week end nella metropoli lombarda per West Side Story che fino al 9 ottobre racconterà la lotta di Riff contro Bernardo, l'amore di Tony e Maria, la guerra di quartiere tra Jets e Sharks. Il tutto avviluppato tra danze in scena e performance canore di grande livello artistico, sfruttando le qualità di un cast giovane ma già con una importante esperienza a livello nazionale. Lo spettacolo è prodotto dalla Wizard Productions (che a febbraio proporranno anche The Bodyguard), le coreografie di Jerome Robbins sono riprodotte da Gail Richardson, le musiche portano la firma di Leonard Bernstein, le canzoni sfruttano la traduzione in italiano di Franco Travaglio. Accattivante la regia di Federico Bellone.

LA STORIA - Ambientato nella Grande Mela, West Side Story racconta le lotte di strada tra i giovani irlandesi e i portoricani, costretti a dividersi un fazzoletto di strada. Il destino vuole che Tony e Maria, appartenenti alle due fazioni nemiche, si innamorino. In questa moderna versione del dramma di Romeo e Giulietta, si evolvono una serie di vicende che si intrecciano con equilibrio e maestria. Vincerà la passione dei due protagonisti questa volta? Avrà la meglio l'odio raziale?

IL CAST – Giovani e di talento, si diceva precedentemente. Ascoltare l'ugola d'oro di Eleonora Facchini (Maria) e Luca Giacomelli Ferrarini (Tony) è un piacere per gli appassionati del genere. Gustare l'interpretazione di Simona Distefano (Anita) e di Salvatore Maio (Bernardo) regala intensità al musical. Osservare l'eleganza di Giuseppe Verzicco (Riff) nel danzare sul palco, sprigiona energia nella mente degli spettatori. Il tutto senza dimenticare la carica del corpo di ballo (tra cui si distinguono Marta Melchiorre, Monica Ruggeri, Simone Nocerino ed Emanuela Puleo), elemento trascinante durante il corso di tutto lo show.

PREMI - Un Grammy Award e tre Tony Award (per chi non lo sapesse si tratta degli Oscar per la categoria "musical") nella versione da commedia musicale. Tre Golden Globe e dieci premi Oscar nella versione cinematografica (quella del 1961 con la partecipazione di Natalie Wood e Richard Beymer): questo il palmares di un progetto che non passa mai di moda e che, anche nella versione milanese, è in grado di catturare chiunque voglia abbracciare, ancora una volta, la storia di Tony e Anita.

Parma, 6 ottobre 2016

Di Pietro Razzini

Pubblicato in Cultura Emilia

Sabato 8 ottobre, alle ore 16, si parte dal Salotto Aggazzotti di viale Martiri della Libertà per una passeggiata guidata in compagnia de I Semi Neri, autori del romanzo "L'Enigma del Toro"(Damster Edizioni). Il ricavato sarà devoluto ai terremotati del Centro Italia.

Di Manuela Fiorini

Modena, 4 ottobre 2016 -

Un thriller che inizia da un incidente che ha tutte le carte in regola per essere un omicidio, un ispettore ostinato che non si ferma davanti alle apparenze, una donna bella e misteriosa e una famiglia di nobili decaduti con un segreto che si tramanda nei secoli. E, a fare da sfondo, Modena e la sua provincia. Sono questi gli "ingredienti" de "L'Enigma del Toro" il romanzo del collettivo di scrittori I Semi Neri, che sabato 8 ottobre farà da spunto per un'entusiasmante passeggiata storico-letteraria nel centro storico di Modena.

Si parte alle ore 16 dal Salotto Aggazzotti di viale Martiri della Libertà 38 con itinerario Palazzo Gandini-Corni-Aggazzotti, Via San Pietro, Abbazia di San Pietro, Chiesa di San Biagio nel Carmine, Corso Canalgrande, Piazza Roma, via Fonte d'Abisso, via Torre, Chiesa della Madonna del Voto, Largo Lodovico Antonio Muratori. I partecipanti saranno accompagnati dalla voce di Simonetta Aggazzotti e di alcuni degli autori del romanzo.

Per saperne di più, abbiamo incontrato Daniela Ori, presidentessa dell'Associazione "I Semi Neri" e ideatrice dell'evento.

Daniela Ori I semi neri Foto Gabriele Sorrentino

I Semi Neri hanno all'attivo diverse opere, come mai per questo evento è stato scelto proprio "L'Enigma del Toro?"
"E' vero, il collettivo di scrittori ha pubblicato diverse Antologie: Solitudine Giapponese e altre storie, Emilia la via Maestra e Presenze di Spirito. L'Enigma del Toro, tuttavia, è il primo romanzo scritto con il contributo di sette autori, soci dell'associazione. Era la prima volta che I Semi Neri si cimentavano in un'impresa così complessa, che ha richiesto più stesure e una lunga revisione per conciliare i diversi stili in un'opera scorrevole e dalla trama avvincente. Trattandosi di un thriller con molti colpi di scena, poi, tutte le tessere del mosaico dovevano combaciare perfettamente. Una fatica che ha dato però molte soddisfazioni".

La visita guidata seguirà "I passi dei Tarvisi", chi sono?
"Il nome Tarvisi è di fantasia e non è casuale. Contiene infatti la stessa radice del latino taurus con chiari riferimenti al passato della famiglia e alle vicende narrate, che si svolgono, attraverso dei flashback, dai giorni nostri fino, a ritroso, al cinquecento. Nel romanzo i Tarvisi sono nobili decaduti, con un'attività nel campo della moda, originari della Bassa pianura modenese. La loro villa di famiglia si trova nella località immaginaria di Cà del Toro, nelle vicinanze di Cavezzo. Le vicende, però, si svolgono tra la Bassa e il centro storico di Modena, ma con riferimenti anche a Carpi, all'Appennino, a Ferrara e a Firenze. La passeggiata parte proprio da viale Martiri della Libertà, dove, nel romanzo, la protagonista Lucrezia Guicciardi ha un appartamento dove risiede quando si reca a Modena. Per suscitare curiosità, durante il pomeriggio, lungo il percorso guidato, gli autori leggeranno alcuni brani tratti dal thriller".

Il romanzo si svolge in un lasso di tempo di diversi secoli, tra due terremoti, quello del 2012 e quello del 1570. In realtà, gli autori e l'organizzazione di questo evento hanno nel cuore un altro terremoto più recente: quello che ha colpito il Centro Italia ad agosto di quest'anno.
"La vicenda scatenante da cui si dipana tutta la trama è a sua volta una conseguenza del sisma che ha colpito l'Emilia nel 2012. Il romanzo era ancora in embrione quando siamo stati travolti da questa tragedia della natura e così abbiamo deciso di includere il terremoto nella trama. La fortuna dei Tarvisi, infatti, inizia a vacillare proprio quando la loro azienda di moda viene distrutta dal terremoto. Le vicende si svolgono poi a ritroso fino a un altro sisma di analoga gravità che colpì la nostra regione, quello del 1570. Quando siamo usciti con L'Enigma del Toro abbiamo dedicato il romanzo alla nostra Emilia, con un augurio di coraggio e di forza per la ricostruzione. Questa volta il ricavato dell'evento, che prevede un ticket di 5 euro a persona, sarà devoluto alla Caritas Italiana per i terremotati del Centro Italia. Per chi volesse poi acquistare il romanzo, è prevista una tappa presso Emily Bookshop, la libreria di Via Fonte d'Abisso, dove la nostra associazione è domiciliata".

Quali sono i prossimi progetti de I Semi Neri?
"E' appena uscita l'ultima antologia, sempre per l'editore modenese Damster. Si intitola Soglie ed è una raccolta di cinque racconti di fantasia nei quali ogni autore ha fornito una propria versione, o soluzione, a misteri irrisolti di Modena e del suo territorio. Naturalmente, non può mancare lo sfondo storico". 

INFO
Modena tra delitti e segreti- Sui passi dei Tarvisi – Passeggiata guidata nel centro storico di Modena ispirata ai luoghi e ai personaggi del romanzo "L'Enigma del Toro".
Sabato 8 ottobre 2016, ore 16,00 con partenza dal Salotto Aggazzotti, viale Martiri della Libertà 38, Modena.
Quota di partecipazione € 5. Il ricavato sarà devoluto a Caritas Italiana per i terremotati del Centro Italia.
www.simonettaaggazzotti.it 
www.semineri.it 

Pubblicato in Cultura Modena

Giovedì 6 ottobre 2016, ore 21.15 in Via Oradour - Parma saranno presentati i laboratori per adulti della stagione 2016.2017 di Europa Teatri. L'ingresso alla serata è aperto a tutti.

Parma, 4 ottobre 2016

Giovedì 6 ottobre, alle ore 21.15, al Teatro Europa, in via Oradour, saranno presentati i laboratori per adulti della stagione 2016.2017 di Europa Teatri.
Alla serata saranno presenti Lucia Manghi, presidente di Europa Teatri, e i conduttori dei laboratori Chiara Rubes, Ilaria Gerbella, Loredana Scianna, Patrizia Mattioli, Davide Rocchi.

I laboratori in teatro si suddividono tra quelli di I livello, che intendono avvicinare chi ancora non ha esperienza e insieme creare un luogo di lavoro, scambio, presenza attiva del fare, e quelli di II livello che hanno invece l'obiettivo di proseguire il lavoro di apprendimento e ricerca di coloro che hanno già maturato una base di esperienza teatrale. Agli adulti è rivolto anche il seminario sul monologo a cura di Leonardo Capuano.

Le proposte si inseriscono nel vasto programma formativo di Europa Teatri rivolto anche ai bambini dai 6 ai 10 anni, ai ragazzi dagli 11 ai 14 anni e agli adolescenti dai 15 ai 18 anni.

L'ingresso alla serata è aperto a tutti.

Per informazioni
Europa Teatri, Via Oradour 14 – Parma, Tel. 0521.243377
www.europateatri.it 

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