Come in mare aperto, anche in ufficio è necessario un leader capace di motivare il team, esaltarne i punti di forza, aiutarlo a risolvere problemi e capace di prendersi la responsabilità.
di Mario Vacca Parma 1 settembre 2019 - Nel ricorso per sovraindebitamento la procedura di liquidazione rappresenta un altro strumento di soddisfacimento dei creditori del soggetto non fallibile, raffigurato come procedimento esecutivo-espropriativo d’indole concorsuale, avente ad oggetto l’intero patrimonio del debitore, fatta eccezione dei beni espressamente esclusi.
Si evince che tale disciplina è strutturata analogamente ad una tradizionale procedura fallimentare, e si compone nelle fasi dell’apertura, dell’inventario dei beni, della formazione dello stato passivo ed infine dell’esdebitazione. Oggetto della liquidazione sono tutti i beni del debitore, compresi gli accessori, le pertinenze e i frutti prodotti dai beni ( anche i beni sopravvenuti nei quattro anni successivi al deposito della domanda di liquidazione, dedotte le passività incontrate per l’acquisto e la conservazione dei beni medesimi) ad eccezione di quelli personali, che ai sensi dell’articolo 14-ter, comma 6, L. 3/2012 possono individuarsi nei crediti impignorabili, dei crediti aventi carattere alimentare e di mantenimento, degli stipendi, delle pensioni, dei salari e di ciò che il debitore guadagna con la sua attività, sia pure nei limiti di quanto occorra al mantenimento suo e della sua famiglia indicati dal giudice, dei frutti derivanti dall’usufrutto legale sui beni dei figli, dai beni costituiti in fondo patrimoniale e dei frutti di essi.
Il 14 maro 2019 il Tribunale di Pordenone ha espresso che la procedura di liquidazione del patrimonio prevista dalla L. 3/2012 in tema di sovraindebitamento può essere esperita anche in assenza di beni da liquidare, facendo affidamento soltanto sui redditi futuri del debitore. Il Tribunale ha fornito un’indicazione molto rilevante in quanto gli articoli del c.c. al riguardo non offrono un valido supporto a dirimere questione.
Dalla sentenza è possibile evincere he a sostegno della pronuncia viene evidenziato che nella nozione di “beni” di cui all’articolo 810 cod. civ. possano rientrare anche le somme di denaro, e:
il fatto che l’articolo 14 ter, comma 6, lett. b), L. 3/2012 esclude dalla liquidazione i redditi da stipendi e pensioni solo nei limiti di quanto occorre al mantenimento proprio e della propria famiglia;
il fatto che nel patrimonio da liquidare rientreranno ex articolo 14 undecies 3/2012 anche i crediti eventualmente sopravvenuti nel quadriennio successivo al deposito della domanda di ammissione alla procedura così da far rientrare all’interno del patrimonio del debitore ogni somma idonea a soddisfare i creditori;
il fatto che, in difetto di beni da alienare, permane comunque l’utilità del liquidatore, posto che allo stesso è demandato anche il compito di accertamento dei crediti, riconoscimento dei diritti di prelazione e predisposizione dei piani di riparto al fine di soddisfare i creditori.
Fortunatamente il principio espresso dal Tribunale rafforza la legge e fornisce un precedente che sarà colto senza riserve – da futuri ricorrenti.
Come in mare aperto, anche in ufficio è necessario un leader capace di motivare il team, esaltarne i punti di forza, aiutarlo a risolvere problemi e capace di prendersi la responsabilità.
Di Mario Vacca Parma 25 agosto 2019 - Un vero leader sa sempre riconoscere ed ammettere i propri sbagli. Un buon leader deve assegnare a ciascuna risorsa un ruolo preciso e comunicare in modo puntuale in quale direzione si sta andando e perché. Parole espresse da Paolo Scutellaro, cinque volte campione del mondo, pluricampione Italiano di vela ed esperto di organizzazione aziendale.
Ancora una volta la gestione di un team in barca a vela è accostato alla realtà della gestione aziendale e non sono pochi i master in leadership che hanno sessioni in banca affinché diversi soggetti tra loro sconosciuti si fondano in team ed eleggano il leader.
E’ necessario distinguere il manager dal leader, essere manager, infatti, non vuol dire automaticamente essere un leader e quest’ultimo dev’essere dotato di caratteristiche imprescindibili:
• saper ascoltare,
• dare una direzione chiara al proprio team,
• creare un clima positivo, senza conflitti,
• assegnare a ciascuno il proprio ruolo in azienda,
• saper pianificare,
• guidare con l’esempio.
Naturalmente tutti i manager vorrebbero essere dei bravi leader errori che spesso si compiono sono una barriera a tale aspirazione. Essere leaderi deve far parte di una strategia ragionata. L’errore più comune è un’insolente auto-promozione di se stessi e della propria azienda, ed oggi i social forniscono un ottimo mezzo per elevare all’ennesima potenza l’errore. L’obiettivo deve essere quello di captare le esigenze altrui e non di vendere se stessi o la propria azienda. Solitamente le persone fanno marcia indietro davanti a chi si loda.
Trovare il modo di distinguersi, di uscire dalla massa, ma senza per questo passare per grotteschi è uno dei punti fondamentali; ci sono dei trend da seguire, ma saltare sul carro del vincitore non è mai un buon segno. Se non si ha niente di nuovo da dire su un argomento meglio tacere, il silenzio è da sempre il miglior alleato.
Premesso che il leader è tale perché riconosciuto “dal popolo” la leadership deve affermarsi in maniera naturale e per farlo ha bisogno del supporto altrui, è inutile imporsi, piuttosto è necessario condividere il proprio pensiero e lavorare in squadra creando situazioni di reale scambio ed accrescimento comune.
“Un passo falso comunemente riportato dalla letteratura è quello di identificarsi tanto nel ruolo di leader da dimenticare altri tratti del proprio carattere che potrebbero aiutare a relazionarsi in modo diverso. È importante non snaturarsi ed imparare a gestire le proprie caratteristiche. Non bisogna pensare che la timidezza o l’empatia siano nemiche della leadership. L’importante è inviare un messaggio chiaro e mostrarsi sempre coerenti”
Infine è bene concentrarsi su poche cose, non si può essere esperti in ogni settore, si acquisirà maggiore credibilità sapendo tutto su un argomento e formulando un proprio pensiero personale. Il tuttologo è spesso allontanato o ascoltato con scherno.
Molti manager oppongono resistenza al cambiamento del ruolo, essendo abituati a comandare tendono a non mettersi in discussione. In quest’ottica il manager che vuole accrescere le proprie potenzialità e puntare ad essere un leader dovrebbe avere un confronto costante con un coach che lo aiuti a crescere e a migliorarsi ogni giorno. In generale, si possono individuare tre qualità per diventare leader che possono essere potenziate grazie a un programma di coaching.
Il coraggio risiede nella capacità di dire le cose e di farle accadere. Se si ha paura del cambiamento – che ricordo essere uno dei traumi più temuti dall’essere umano - non si migliorerà mai, diversamente bisogna avere il giusto coraggio per sapere comunicare anche le cose difficili. Imparare a farlo con il coach renderà più efficiente il rapporto con i dipendenti.
L’ascolto degli altri prima di parlare è essenziale, una qualità imprescindibile per ogni vero Leader.
E’ anche importante che i leader imparino a seguire il proprio istinto, che non vuol dire smettere di ponderare le cose razionalmente ma metterci quel pizzico di intuizione che fa la differenza. Ciò può far sentire instabili, ma permetterà di aprire nuove strade e di migliorare il proprio business. Naturalmente occorre esperienza nel leggere ed interpretare bene i segnali che arrivano da persone e situazioni.
Per diventare leader è importante lavorare con gli altri, gestire gli altri ma soprattutto gestire se stessi perché - come si dice in marina - tutti sanno portare la barca con il mare calmo ma il vero comandante è quello che non va in tilt durante una mareggiata imprevista.
Il giusto equilibrio consente quindi di mostrare il proprio coinvolgimento emotivo in alcune circostanze, finalizzate soprattutto a creare fiducia e non significa mostrarsi stoici e celare qualsiasi emozione, impedendo ai collaboratori di essere percepiti come umani e aperti alla comunicazione.
L’integrità rappresenta la qualità fondamentale per un leader, un attributo che presuppone la capacità di essere onesti e di voler agire nel modo giusto. E’ importante che il leader faccia per primo ciò che enuncia ai collaboratori.
L’autostima e la fiducia nelle proprie capacità senza un desiderio di prevaricare e di mostrarsi superiore è un elemento essenziale nella costruzione dell’uomo leader. La comunicazione tra il capo e i suoi collaboratori gioca un ruolo primario per la produttività, efficienza, fidelizzazione e soddisfazione personale, aspetto che purtroppo è spesso sottovalutato.
Il Buon Leader ricerca e trova giusto equilibrio tra deleghe ed incarichi, generando coinvolgimento e partecipazione, ascolta prima di giudicare concedendo l’opportunità di spiegare le proprie ragioni, organizza meeting e sessioni di coaching favorendo momenti di confronto a cadenza regolare, mostra interesse per la vita personale dei collaboratori, creando in questo modo un clima sereno e collaborativo.
Di Mario Vacca Parma 11 agosto 2019 - L’entrata in vigore del Nuovo Codice della Crisi ha favorito un ventaglio di interpretazioni, commenti e giudizi provenienti dal mondo accademico e dai diretti interessati di ogni categoria; Appena qualche giorno or sono 22 Law Firm, ovvero studi legali nazionali ed internazionali che assistono le aziende in crisi hanno espresso su un unico documento dissenso al nuovo codice evidenziando ben 8 punti critici.
Anche in ordine ai tanto proclamati adeguati assetti organizzativi che ogni azienda dovrà implementare al fine di intercettare situazioni di crisi e prevenire la perdita di continuità aziendale ognuno riporta la sua personale interpretazione.
Un ottimo contributo lo fornisce Assonime, determinando un approccio flessibile per non appesantire l’impresa in termini sia organizzativi che economici situazione che finirebbe per far fallire la le legge sul nascere.
La forte differenziazione tra le imprese in termini dimensionali, di base societaria, di risorse e di organizzazione, pone chiaramente il tema di un’adeguatezza da realizzare sartorialmente evitando di ingessare l’azienda con un “programma” troppo pesante che la renderebbe poco efficiente. In questo i vincoli non sono solo di tipo economico - legati al livello di investimento di setup e di mantenimento degli adeguati assetti - ma anche di tipo organizzativo in funzione della quantità e qualità delle risorse umane utilizzate, e di governance, con la presenza o meno di un management indipendente e professionale.
“…Come è da tempo noto in dottrina, la crisi è un processo evolutivo a stadi nel quale crescenti livelli di difficoltà dell’impresa possono portare alla perdita della continuità aziendale e/o all’insolvenza. Mentre l’istituzione degli adeguati assetti organizzativi costituisce un obbligo per tutte le imprese collettive, lo scopo di questi dipende dalla condizione di salute dell’impresa. In una impresa sana, gli adeguati assetti organizzativi sono funzionali alla corretta gestione e vanno inquadrati in un’ottica di moderno risk management, accompagnato da una corretta architettura organizzativa e da una serie di strumenti gestionali tutti caratterizzati da adeguatezza. Quando invece l’impresa entra in una fase di difficoltà, agli adeguati assetti è richiesta non solo una funzione di monitoraggio tempestivo, ma anche di costituire un valido strumento di gestione della medesima. Assosime lega al termine “adeguati” una duplice accezione: sia alla natura e alla dimensione dell’impresa, sia alla capacità di intercettare tempestivamente ed efficacemente gli indicatori della crisi e di perdita della continuità aziendale. L’adeguatezza rispetto agli obiettivi della norma è chiaramente declinata nei diversi strumenti e nelle caratteristiche degli assetti (organizzazione, controlli, sistemi di gestione e di rilevazione contabile, strumenti di monitoraggio della performance quantitativo e qualitativo) che consentono di prevenire la crisi di impresa e la perdita della continuità aziendale. Anche il riferimento temporale entra in gioco dinamicamente fotografando il momento in cui gli assetti vengono implementati ed usati; viene da se che un determinato controllo che in un’impresa sana potrebbe essere condotto con frequenza trimestrale in un’azienda in crisi dovrebbe essere condotto con periodicità più frequenti…”
L’unico neo rinvenibile nel documento di Assonime potrebbe rilevarsi il concetto di anteporre temporalmente l'interruzione della continuità alla crisi e all'insolvenza, quando evidentemente in più parti del corpo normativo viene espressamente chiarito che essa è un evento estremo da evitare il più possibile anche per la tutela della base occupazionale.
Di Mario Vacca 4 agosto 2019 - Il piano nazionale Impresa 4.0 prevede una serie di agevolazioni che generano l’individuazione di una figura così detta “Innovation Manager”, manager e società di consulenza abilitati allo svolgimento degli incarichi manageriali oggetto dell’omonima agevolazione.
Il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSe) ha voluto disciplinare questa figura e con il decreto del 29 luglio 2019 ha comunicato le modalità ed i termini per la presentazione delle domande di iscrizione all’elenco degli innovation manager. Le iscrizioni – ammesse soltanto tramite procedura informatica - saranno aperte dalle ore 10.00 del 27 settembre 2019 alle ore 17.00 del 25 ottobre 2019.
L’iscrizione all’elenco comporta la verifica dei requisiti stabiliti in capo ai consulenti dall’articolo 5, comma 2 e comma 3 del decreto attuativo del 07 maggio 2019 ed è condizione necessaria affinché siano agevolabili in capo alle imprese committenti i costi per consulenze specialistiche manageriali in materia di:
• tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0;
• processi di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa, ivi intendendo l’applicazione di nuovi metodi di significativa innovazione organizzativa dell’impresa nelle pratiche commerciali, nelle strategie di gestione aziendale, nell’organizzazione del luogo di lavoro;
• processi di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa, ivi intendendo l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali.
L’incentivo alle imprese consiste in un contributo a fondo perduto sottoforma di voucher concedibile in regime “de minimis” ai sensi del Regolamento (UE) n. 1407/2013, introdotto dall’articolo 1, commi 228, 230, 231, L. 145/2018 (c.d. Legge di Bilancio 2019) con l’obiettivo di sostenere i processi di trasformazione tecnologica e digitale delle Pmi e delle reti d’impresa.
Per L’iscrizione all’elenco occorre rispettare i seguenti requisiti:
1. Persone fisiche accreditate negli albi o elenchi dei manager dell’innovazione istituiti presso:
• Unioncamere
• Associazioni di rappresentanza dei manager ed organizzazioni partecipate pariteticamente da esse e da associazioni di rappresentanza datoriali
• Le Regioni, ai fini dell’erogazione di contributi regionali o comunitari con finalità a analoghe
2. Persone fisiche in possesso di almeno uno dei seguenti requisiti:
• Dottorato di ricerca nelle seguenti aree:
- Scienze matematiche ed Informatiche;
- Scienze Fisiche;
- Scienze Chimiche;
- Scienze Biologiche;
- Ingegneria Industriale e dell’informazione;
- Scienze Economiche e statistiche;
• Master universitario di II livello nelle aree suddette + svolgimento documentabile per almeno 1 anno di incarichi presso imprese nelle materie oggetto di consulenza agevolabile
• Laurea magistrale nelle aree suddette + svolgimento documentabile per almeno 3 anni di incarichi presso imprese nelle materie oggetto di consulenza agevolabile
• Svolgimento documentabile per almeno 7 anni di incarichi presso imprese nelle materie oggetto di consulenza agevolabile;
3. Società operanti nel settore delle attività di consulenza:
• con sede legale o un’unità locale attiva in Italia, iscritte nel Registro Imprese della CCIAA territorialmente competente;
• società di capitali;
• non sottoposte a procedura concorsuale, non in stato di fallimento, di liquidazione anche volontaria, di amministrazione controllata, di concordato preventivo o in qualsiasi altra situazione equivalente secondo la normativa vigente;
• non soggette a condanne penali con sentenza definitiva;
• che abbiano eseguito progetti di consulenza o formazione nelle materie oggetto di consulenza agevolabile e costituite da almeno 24 mesi
4. Società accreditate presso gli elenchi dei manager dell’innovazione istituiti presso le associazioni di rappresentanza dei manager od organizzazioni partecipate pariteticamente da esse e da associazioni di rappresentanza datoriali oppure presso le Regioni o Province autonome, ai fini dell’erogazione di contributi regionali o comunitari con finalità a analoghe.
In sede di presentazione della domanda la società dovrà indicare l’elenco nominativo (non più di 10) di manager in possesso dei requisiti previsti per le persone fisiche
5. i centri di trasferimento tecnologico in abito Industria 4.0
6. gli incubatori certificati di start-up innovative.
Nell’apposita sezione del sito istituzionale del Ministero dello sviluppo economico all’indirizzo https://www.mise.gov.it/index.php/it/incentivi/impresa/voucher-consulenza-innovazione verrà pubblicato l’elenco completo.
Intanto si attende la pubblicazione del secondo provvedimento previsto dal decreto attuativo del 07 maggio 2019, che dovrebbe disciplinare termini e modalità di presentazione delle domande di ammissione al contributo ed anche i criteri di valutazione delle domande e di assegnazione prioritaria delle risorse disponibili.
di Mario Vacca Parma 26 febbraio 2018 - Per la prima volta il codice di condotta di un'azienda nella sua gestione ordinaria normata dagli articoli del codice civile viene investito dagli articoli della nuova legge fallimentare, infatti l'imminente introduzione delle procedure di allerta descritte nell'art. 4 della L. 155/2017, che ha delegato il Governo a modificare significativamente l'attuale impalcatura della legge fallimentare sarà accompagnata anche da modifiche al codice civile.
L'articolo 14 del testo della legge delega contiene, alla lettera b), la modifica che prevede "il dovere dell'imprenditore e degli organi sociali di istituire assetti organizzativi adeguati per la rilevazione tempestiva della crisi e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi per l'adozione tempestiva di uno degli strumenti previsti dall'ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale".
Nelle more della redazione del testo si può senz'altro osservare che l'effetto sostanziale di questa modifica sarà il bisogno per ciascuna impresa di dotarsi in maniera strutturata di metodi di rilevazione del mantenimento della continuità aziendale. E tali metodi non possono che essere basati sul controllo di gestione.
Attraverso il controllo di gestione l'impresa analizza continuamente la propria attività in senso finanziario, strutturale ed amministrativo, ma anche commerciale e industriale. L'analisi consuntiva di norma relegata al bilancio d'esercizio lascia terreno alle analisi preventive (budget economici e finanziari) con cui misurare le performance aziendali in un futuro ragionevolmente prossimo da cui trarre conoscenza dei flussi di cassa necessari al sostegno della continuità aziendale.
Per calcolare correttamente i flussi di cassa futuri, l'azienda dovrà acquisire la capacità di costruire e mantenere adeguata informativa non solo sulla propria capacità industriale, commerciale e finanziaria, ma anche sulle dinamiche del settore merceologico di riferimento e sui principali competitor.
E' necessario diffondere la consapevolezza dell' importanza del controllo di gestione quale strumento ordinario di best practice, strumento che diviene oggi parte integrante dei doveri civilistici posti in capo al "buon imprenditore" e che diviene pane quotidiano per ogni organo di controllo.
I benefici derivanti dall'adozione di tale programma miglioreranno il rapporto con il sistema finanziario e si rileveranno ottimi alleati nel ridurre i rischi di default.
L'esperienza dimostra che le PMI italiane, caratterizzate da un tessuto composto più da piccole che medie imprese, sono normalmente o poco inclini o poco strutturate sul controllo di gestione.
Rendere sistematico questo vitale esercizio di buona conduzione aziendale può essere compito della professione del dottore commercialista ma ancor più di un manager che viva l'azienda dal suo interno ed apprenda i segreti, le routine ed i programmi di tutti i reparti. In quest'ottica – soprattutto per le PMI - si inserisce il Temporary Management che sempre più interessa le aziende siano esse grandi o piccole.
Questo è quanto emerge da una recente indagine promossa da Leading Network in collaborazione con IIM – Istitute of Management Italy.
Il Temporary Manager vende esperienza, ha un bagaglio culturale utile ad affrontare le più disparate esigenze aziendali, organizzative, finanziarie, amministrative ed in parte legali, possiede le competenze per raggiungere gli obiettivi comprendendo i propri limiti e facendo ben ricorso all'istituto della delega, circondandosi di professionisti alla propria altezza.
L'indagine appena promossa identifica l'adozione del Temporary Manager prevalentemente nelle situazioni di ristrutturazione aziendale (soprattutto nei casi di concordati in continuità), nei progetti di internazionalizzazione e delocalizzazione oltre che a tematiche relative ai passaggi generazionali.
In Italia il grado di soddisfazione delle aziende utilizzatrici è molto alto, con un picco assoluto del 100% nelle micro aziende; per questo tipo di realtà, al fai da te spesso praticato, sarebbe forse preferibile l'accompagnamento da parte di un professionista specializzato proprio per organizzare un sistema di gestione basato sull'attuale norma.
Il rapporto tra l'imprenditore italiano e la banca è stato per decenni immune da frizioni che non fossero prodotte da comportamenti censurabili o da difficoltà intrinseche al business aziendale. Per l'imprenditore con un'azienda sana e con una rispettabile storia familiare, le porte degli istituti di credito erano sempre aperte. Anche dal lato della banca, il modello "relazionale" di gestione del credito, prevalente in Italia fino alla fine degli anni Novanta, conferiva alle unità locali (il direttore, il capo area) un ruolo di intelligence sul territorio che veniva quasi consacrato da facoltà decisionali molto estese. Bastava una telefonata, o un caffè, col direttore per ottenere un ampliamento del fido.
La rivoluzione scatenata dalle regolamentazioni internazionali e dalla crisi finanziaria internazionale (dalla quale è scaturita una progressiva restrizione della disponibilità di credito bancario) ha finito per accantonare definitivamente un sistema che aveva consentito alle PMI italiane di sopperire alla strutturale carenza di mezzi finanziari propri.
Per l'imprenditore italiano è cambiato letteralmente il mondo. Il meccanismo che aveva decretato per decenni il successo del piccolo capitalismo familiare della provincia italiana, che spesso affondava le radici nell'artigianato o nel lavoro manuale, capace di far leva su competenze di prodotto molto spiccate (e in molti casi vincenti sui concorrenti internazionali) si trova costretto a fare i conti con una nuova realtà, molto difficile da governare. In un sistema imperniato sulle competenze, era possibile eccellere sapendo far bene il proprio lavoro, sapendo realizzare un prodotto migliore (o più economico) di quello dei concorrenti, e sapendolo vendere bene. La finanza veniva da sé, per quello c'erano le banche.
La banca diventa sempre più un interlocutore sintonizzato su una lunghezza d'onda che l'impresa italiana fatica a percepire. In pratica per l'imprenditore, spesso a digiuno di competenze finanziarie per non averle coltivate negli anni, è cambiato il linguaggio bancario. Anche in questo contesto è preziosa l'adozione di un Temporary Manager che traduca i risultati del controllo di gestione agli stakeholders esterni come banche e finanziatori.
Il vantaggio forse più importante ed apprezzato – e che connota e distingue la tipologia del servizio – è che il Temporary Manager ha un taglio molto operativo, al contrario dei classici servizi di consulenza, (il consulente consiglia il manager esegue) è sempre svolto da personale con una lunga esperienza diretta ed operativa in azienda e questo lo distingue sia dalle classiche società di consulenza, sia dai servizi offerti dal commercialista, con il quale per altro deve collaborare e confrontarsi per ottimizzare l'efficienza aziendale.
Concludendo è ipotizzabile che il Temporary Management sia un servizio che potrebbe diventare lo standard di fruizione per le piccole e medie aziende in quanto si pone come convergenza delle macro aree aziendali, quali amministrazione, finanza e controllo, organizzazione e legale. Un processo inarrestabile questo che avrà tuttavia un riscontro positivo come la progressiva managerializzazione del nostro tessuto imprenditoriale sicuramente propulsiva dello sviluppo.
Editoriale: -Cresce il reddito medio ma aumenta la povertà - Sensibile ridimensionamento del latte spot estero, e non solo.- Cereali e dintorni. Farina di soia ancora in crescita - Cento, passaggio di consegne all'Accademia Italiana della Cucina di Cento - VPE, al via la New.co di Veronafiere e Fiere di Parma
- SOMMARIO Anno 16 - n° 49 10 dicembre 2017
1.1 editoriale
Cresce il reddito medio ma aumenta la povertà
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Sensibile ridimensionamento del latte spot estero, e non solo.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Non sussistono le condizioni, ma i prezzi sono ancora in aumento.
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Farina di soia ancora in crescita.
5.1 Tv e Cucina Cento, passaggio di consegne all'Accademia Italiana della Cucina di Cento
6.1 eventi Merano Wine Festival – Non solo vino
7.1 eventi e fusioni VPE, al via la New.co di Veronafiere e Fiere di Parma
8.1 management lavoro La tecnologia, un mondo tra idee e realtà
8.2 Alimentazione Un nuovo studio rivela le proprietà dell'aglio per combattere le infezioni
9.1 consumi spesa alimentare Si conferma in aumento la spesa alimentare nei primi 9 mesi del 2017
10.1promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners
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di Guido Zaccarelli - L'orizzonte è una stretta linea di confine che unisce e separa due mondi tenendoli in contatto da un punto: un mondo reale e un mondo ideale al quale l'uomo tende alla ricerca di nuovi orizzonti di conoscenza.
Il mondo celeste e il mondo delle idee come Platone li descrive nel Fedro pensando all'iperuranio, ciò che sta sotto e ciò che sta sopra al nostro mondo sensibile che l'uomo vive a stretto contatto con la realtà proiettato a modificarne le sembianze per renderlo aderente alle proprie aspettative.
Le idee sono il punto di arrivo e di partenza a cui l'uomo tende per dare forma al mondo reale. Difficile stabilire in quale punto si trova quando l'orizzonte si sposta sempre più in avanti e il mondo reale deve correre sempre più veloce per seguire il mondo delle idee, altrui, per non perdere il passo e farsi trovare impreparato innanzi agli accadimenti.
In questo mondo le idee avanzano e l'uomo al seguito per dare un senso al suo cammino alla ricerca di un perché ignoto che muta ogni giorno le proprie sembianze.
La tecnologia è il punto di questo nuovo orizzonte che prende forma nel mondo delle idee pronto a disegnare confini sempre più lontani ma pronti a condizionare la vita dell'uomo proiettandole in un quotidiano sospeso tra idee e realtà. Un mondo virtuale lontano dal ritmo delle stagioni che vive di luce riflessa emessa dai segnali luminosi dei bit che affiancano l'uomo in una corsa contro il tempo e dove il tempo ha perso il senso del fluire delle cose.
Un punto, il mondo virtuale, che separa l'uomo dal passato, sospeso tra idee e realtà, dove la parola era il frutto dell'incontro diretto e non mutuato tra persone. La parola aveva un senso e viveva di luce propria illuminata dall'emozione del momento pronta a seguire la strada delle idee in un continuo andirivieni con la realtà.
Mondi che ora convivono in uno stesso punto pronti a sfidarsi in una alternanza di ruoli per primeggiare alla ricerca di una identità universale, per dare origine ad un mondo possibile, più umano e meno tecnologico, per donare all'uomo il profumo del vivere insieme, incontrarsi in una piazza reale per vivere il senso di appartenenza che lo sguardo e la parola sono in grado di offrire: oppure il suo esatto contrario dove tutto sarà dominato dal bit?
La scoperta di Little Foot avvenuta di recente in Sud Africa è il più completo fossile australopiteco mai scoperto fino ad ora e potrebbe essere in grado di fornire utili elementi alla nascita e allo sviluppo dell'uomo sulla terra. Un mondo reale che ogni giorno sorprende per i ritrovamenti del passato come sorprende per le scoperte verso il mondo futuro, entrambi in continuo contatto con il mondo delle idee, per donare all'uomo la possibilità di vivere la vita ideale e renderla prossima alla propria primordiale identità.
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 16 - n° 47 26 novembre 2017 -
Editoriale: - Il quinto potere trasloca?- Cereali e dintorni. Rincari prudenziali in previsione del lungo week end del "ringraziamento"- Ancora allarmi alimentari per prodotti contaminati. - L'autostima, cos'é e a cosa serve.- Ismea: nuovi segnali positivi per l'agroalimentare - Altro ...
1.1 editoriale
Il quinto potere trasloca?
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Listini stabili.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Rincari prudenziali in previsione del lungo week end del "ringraziamento".
4.1 sicurezza alimentare Ancora allarmi alimentari per prodotti contaminati.
5.1 management e organizzazione L'autostima, cos'é e a cosa serve.
6.1 crisi, lavoro e suicidi La crisi spinge sulla povertà e sui suicidi. I giovani sono i più colpiti.
7.1 vino export Vino: nascono in Cina i primi corsi per "insegnare-imparando" il mercato cinese
7.2 Cibo e Salute La cura è servita: Un libro per guarire con il cibo
8.1 export La Food Valley punta alla Cina
9.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Gli aumenti di protezione.
10.1 agroalimentare Ismea: nuovi segnali positivi per l'agroalimentare
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners(per seguire gli argomenti correlati clicca QUI)
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Avvertire dentro di sé un bisogno significa avviare una ricerca interiore ed esteriore in grado di recuperare l'assenza per cui si avverte l'urgenza di ristabilire l'equilibrio.
di Guido Zaccarelli Modena 22 novembre 2017 - Quando di parla di autostima il pensiero di molti corre rapidamente alla piramide dello psicologo statunitense Abraham Maslow che ha coniato nel 1954 la piramide dei bisogni.
Se osserviamo meglio la parola nella sua forma completa la notiamo formata da auto a cui fa seguito il suffisso stima.
La parola àuto ci porta indietro nel tempo fino alla radice greca che faceva riferimento a stesso. La parola stima ci porta invece al latino aestimare che assegnava un valore ad un bene grazie al derivato aes associato al rame, al bronzo o al denaro.
Autostima significa avere stima di sé stesso, dargli valore in relazione a tutte le dimensioni e alle sfumature che formano l'identità di una persona, senza avere ragione, o poco, dell'altrui pensiero. L'autostima, una volta raggiunta, è difficile da consolidare.
È una dimensione troppo variabile dell'uomo e fortemente dipendente e condizionata da fattori endogeni ed esogeni molto differenti tra loro.
Necessita di altro, di una continua ricerca di fonti dalle quali attingere le risorse necessarie per riportare l'uomo in equilibrio.
Avvertire dentro di sé un bisogno significa avviare una ricerca interiore ed esteriore in grado di recuperare l'assenza per cui si avverte l'urgenza di ristabilire l'equilibrio.
Il bisogno di cibo per saziare la fame, l'affetto, la relazione, lo spirito, la fede, la religione, la verità, la fiducia, sono alcune delle dimensioni tra le infinite situazioni nelle quali il corpo e l'anima dell'individuo si possono trovare.
Identificare e classificare le situazioni consente di individuare percorsi di diversa natura per agire in una direzione o nell'altra senza avere la presunzione che la strada che si decide di intraprendere sia la migliore in valore assoluto e che conduca ai risultati attesi.
Percorrere la strada dell'introspezione (del guardarsi dentro) significa dare ascolto al silenzio e raccogliere nelle frequenze del non udibile tutti gli stati d'animo che concorrono a dare un segnale, o meglio ancora, una risposta ai propri perché.
Uscire dal di dentro e osservare il chi siamo dall'esterno significa osservare la realtà in modo percepito frutto di ciò che vorremmo essere e spesso non siamo.
Maslow le ha rappresentate in una piramide e disegnato al suo interno sezioni orizzontali tra loro indipendenti dove le persone possono trovarsi nel corso della vita, dal livello più basso al livello più alto, fino a raggiungere in alcuni casi la vetta, quella dell'autostima.
Osservare la cima spinge l'uomo a percorre gradino dopo gradino la strada verso la sommità con l'energia propria della motivazione che consente di superare gli ostacoli che si frappongono tra il compiere il primo passo e dare seguito al successivo.
Se questa situazione può essere valutata in termini positivi, diventa difficile valutarla alla stessa stregua in discesa laddove le circostanze non consentono di stabilizzare la posizione nel livello desiderato.
Il disagio entra di forza rompendo l'equilibrio raggiunto ponendo l'uomo nella condizione di entrare in un nuovo stato di necessità che deve essere soddisfatto come contrappeso per bilanciare una realtà che necessita di trovare una nuova consapevole solidità.
Le condizioni di stress che condividono con l'uomo la sua quotidianità sono positive se vissute nella condizione in cui la motivazione è gestita per raggiungere traguardi S.M.A.R.T. Specifici, Misurabili, Acquisibili, Realistici e Temporalmente definiti in cui l'uomo è cosciente dei propri mezzi, delle proprie virtù, dei punti di forza e di debolezza.
Il voler raggiungere traguardi troppo ambiziosi, oltre le proprie caratteristiche, può riservargli situazioni di stress negativi che condizionano il raggiungimento dei propri scopi.
Inverso, raggiungere in modo graduale e con il giusto tempo una o più mete, pone l'uomo nella condizione di assaporare il momento e impiegare l'attesa per consolidare lo stato per involarsi senza timore verso nuove punti d'arrivo.
La piramide pone l'uomo nella condizione di riflettere e di scommettere su sé stesso, sulle sue capacità e di quelle del mondo che lo osserva, ponendolo nella condizione di dare e ricevere fiducia, ma di sapere che ogni passo che compie in salita o in discesa dipende da lui, e le scelte che mette in campo contengono una dose di rischio che deve essere misurato per salire senza affanno in cima alla piramide e trovare nell'autostima la risposta a tutti i suoi perché.
Editoriale: - Tanta fatica per nulla. - Cereali e dintorni. Ancora segnali di stanchezza. - Bolle di sapone killer. Ministero Salute lancia allerta per rischio microbiologico - Merano Wine Festival. Il vincitore del "Premio Godio 2017" -Guida Michelin 2018: Salite e discese - All'orizzonte un maxi colosso dell'agricoltura - Altro ...
SOMMARIO Anno 16 - n° 46 19 novembre 2017
1.1 editoriale
Tanta fatica per nulla.
2.1 lattiero caseario Si allarga la forbice tra Padano e Parmigiano.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Ancora segnali di stanchezza.
4.1 sicurezza alimentare Bolle di sapone killer. Ministero Salute lancia allerta per rischio microbiologico
4.2 vino eventi Merano Wine Festival. Il vincitore del "Premio Godio 2017"
5.1 fake news Fake news. Mutti smentisce il ritiro della propria passata di pomodoro per contaminazione da arsenico.
5.2 management e organizzazione La comunicazione d'impresa verso il Technical Report UNI T/R 11642
6.1 Guida Michelin 2018 Guida Michelin 2018: Salite e discese e un nuovo tre stelle con lo chef Norbert Niederkofler
7.1 maxi fusioni All'orizzonte un maxi colosso dell'agricoltura
7.2 rischi alimentari Ostriche contaminate. Disposto il ritiro.
8.1 mais tendenze Ismea. tendenze del mais
9.1promozioni "vino" e partners
10.1 promozioni "birra" e partners
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