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A fronte dei dati presentati ieri dal proprio Ufficio Studi nazionale, che mostrano il calo del reddito disponibile pro capite e della spesa delle famiglie ma anche l'aumento delle spese obbligate (abitazione, sanità, mobilità, ecc.), Confcommercio Reggio Emilia richiama la necessità di rilanciare la crescita valorizzando i servizi di mercato e riducendo le tasse a tutti i livelli di Governo -

Reggio Emilia, 12 settembre 2014 -

«Come evidenziato dai numeri che escono in queste settimane, in Italia la ripresa non c'è ancora e a soffrire sono soprattutto le aziende che vivono di mercato interno, come quelle del settore commercio e servizi»: è il commento di Donatella Prampolini Manzini, presidente di Confcommercio Reggio Emilia, ai dati presentati ieri dall'Ufficio Studi nazionale dell'associazione.

In otto anni il reddito reale disponibile pro capite è calato del 13,1% e la spesa delle famiglie ha registrato una flessione del 7,6%. Nei consumi le diminuzioni più sensibili hanno interessato i pasti in casa e fuori casa (-4,1%), in particolare l'alimentazione domestica (-4,6%), i viaggi e le vacanze (-3,8%) e la cura del sé e la salute (-3,5%), al cui interno si è registrata la netta flessione della spesa per abbigliamento e calzature (-6,3%).
L'altro grande e preoccupante fenomeno che emerge è la crescita delle spese per consumi di beni e servizi obbligati, salita al 41% sul totale dei consumi (era al 32,3% nel 1992), mentre crolla l'acquisto di beni commercializzabili (dal 51,4% del 1992 al 39% del 2014). Tra gli obbligati, in poco più di 20 anni è cresciuta significativamente la spesa per l'abitazione, passata dal 17,1% al 23,9%, e per l'acquisto di carburanti e servizi per la gestione dei mezzi di trasporto. Tra i commercializzabili si conferma il progressivo ridimensionamento della spesa per alimentari e bevande, fenomeno che ha caratterizzato anche altri segmenti di consumo considerati "maturi" quali l'abbigliamento e le calzature, i mobili, e l'acquisto di autovetture. Tra il 1992 e il 2014, infine, i prezzi dei beni e dei servizi obbligati sono più che raddoppiati, a fronte di un aumento molto più contenuto dei beni e servizi commercializzabili. Mediamente e in ciascun anno tra il 1992 e il 2014 le dinamiche di prezzo degli obbligati sono state del 63% circa superiori a quelle osservate per l'area dei commercializzabili.

«Per ridare slancio all'economia –spiega Donatella Prampolini Manzini- bisogna puntare sulla crescita avendo ben chiaro quale sia la priorità assoluta: la riduzione delle tasse a tutti i livelli di governo. Anche la situazione reggiana non fa eccezione, i redditi sono ai livelli di 30 anni fa, le banche poco coraggiose nell'erogazione del credito e la complessità della burocrazia disincentiva anche i più coraggiosi. Un ulteriore freno alla ripresa dei consumi viene dall'aumento delle spese obbligate che hanno raggiunto il 41% del totale delle spese delle famiglie: un record assoluto. La strada per rilanciare la crescita è la valorizzazione dei servizi di mercato, con un occhio di riguardo al terziario, troppo spesso dimenticato nella nostra provincia, come fosse una Cenerentola.»

(Fonte: Ufficio Stampa Confcommercio Reggio Emilia)

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Mercoledì, 10 Settembre 2014 08:29

Derivati del latte alla deriva.

Prosegue il crollo delle quotazioni di Burro e la tendenza ribassista del latte spot. In discesa moderata il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano. Il punto dell'Ismea a un mese dall'embargo russo.

di Virgilio, Parma - 10 settembre 2014

LATTE SPOT Prosegue la tendenza al ribasso per la terza settimana consecutiva. Alla Borsa veronese il latte crudo spot nazionale ha ceduto altri 50 centesimi (-1,28%) assestando i listini entro la forbice compresa tra 39,18 e 40,21 €/100 litri di latte. Sorte analoga per il latte intero pastorizzato di provenienza estera (Germania e Austria) che con una perdita dello 0,68% fissa il listino tra 37,12 e 37,63€/100 litri. Dopo la fiammata di rialzo dei listini di giugno (+11,41% per il latte spot nazionale e +20,52% latte intero pastorizzato estro), è proseguita inarrestabile la corsa al ribasso arrivando a registrare una perdita di valore dello 8,18% e del 12,57%, rispetto il periodo dell'anno precedente, rispettivamente per il nazionale e per l'estero.

BURRO E CREME Un'altra settimana di passione per i derivati del latte. I listini delle varie referenze di Burro cedono in modo consistente su tutte le piazze prese a riferimento. Solo il comparto delle creme a uso alimentare ha, per la settimana in corso, mantenuto ferme le quotazioni.
Nel dettaglio, il burro CEE è stato quotato a 2,85€/kg (-3,39%). E' invece di ben 15 centesimi il crollo dello zangolato quotato alla borsa di Reggio Emilia che colloca quindi il prezzo a 1,50€/kg registrando una perdita settimanale del 9,09%. 3,05€/Kg. la quotazione del burro di centrifuga, 2,10 per quello pastorizzato e 1,90 per lo zangolato. Ferme, come si diceva, le creme a uso alimentare che hanno mantenuto la quotazione di 1,44€/kg a Milano e tra 1,44 e 1,55€/kg a Verona

GRANA PADANO La DOP padana cede 5 centesimi per entrambe le stagionature sulla piazza milanese mentre le quotazioni alla borsa merci di Mantova hanno confermato i prezzi della precedente ottava.
Nello specifico, a Mantova, il 10 mesi di stagionatura ha confermato tra 6,45 e 6,70€/kg così come il 14-16 mesi di stagionatura è fermo entro la forbice tra 7,25 e 7,50€/kg. Il calo registrato alla borsa milanese ha invece portato i listini tra 6,65 e 6,75€/kg e tra 7,25 e 7,90€/kg rispettivamente per il 9 e per il 15 mesi di stagionatura.

PARMIGIANO REGGIANO Anche il Parmigiano Reggiano cede 5 centesimi sia alla borsa milanese per entrambe le stagionature quotate (12 e 24 mesi) sia alla borsa di Reggio Emilia in un percorso di allineamento delle quotazioni della borsa di riferimento comprensoriale di Parma. Venerdi 5 settembre, alla borsa di Parma, il 12 mesi è stato quotato tra 7,65 e 8,05€/kg e tra 9,00 e 9,35€/kg il 24 mesi. Quest'ultima stagionatura, quotata a Reggio Emilia martedì 9 settembre, con la perdita di 5 centesimi registrata, ha visto fermare i listini tra 9,05 e 9,40€/kg.

Burro CEE

- Il Punto ISMEA a un mese dall'embargo Russo -
Soffrono i listini lattiero caseari.

 A circa un mese dalla chiusura delle frontiere russe ai prodotti agroalimentari Ue, risultano evidenti i ribassi dei prezzi nel mercato lattiero caseario nazionale.
Secondo le rilevazioni Ismea, il prezzo medio del burro, influenzato dal negativo andamento dei listini internazionali, ha ceduto nell'ultima settimana di agosto il 5,3% totalizzando nella media mensile una flessione del 3,2% rispetto a luglio e di oltre il 25% su agosto di un anno fa.
Immediate anche le ripercussioni sui listini dei formaggi grana, tra i più colpiti, dopo il burro e le creme di latte, dalla risposta di Mosca alle sanzioni imposte dalla Ue per la crisi in Ucraina. 
Il prezzo medio del Grana Padano, dopo aver registrato un andamento piuttosto stazionario nei mesi di giugno e luglio ha accusato un cedimento progressivo a partire dalla seconda settimana di agosto, chiudendo il mese con un meno 0,8% su base congiunturale e un meno 2,2% sull'anno. Più penalizzate le brevi stagionature (4-12 mesi) con una flessione dei listini che ha sfiorato l'1% nel mese. 
Quanto al Parmigiano Reggiano è proseguita anche ad agosto la spirale discendente dei prezzi, con maggiore vigore nel corso dell'ultima settimana del mese. 
Intanto, con una nota del 2 settembre, il Comitato Ue per i mercati agricoli ha dato il benestare all'apertura dell'ammasso privato per tutti i formaggi (ad eccezione dei freschi) fino ad un tetto di 155 mila tonnellate e per un periodo da 2 a 7 mesi. Il Comitato ha anche approvato l'ammasso privato da 3 a 7 mesi di burro e latte scremato in polvere, senza limiti di quantità .
(Fonte ISMEA 3 settembre 2014).

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Deluse le aspettative di molti imprenditori dopo i primi cinque mesi di lieve crescita del mercato. Calo contenuto delle presenze nella ricettività complementare; diminuzione maggiore nel comparto alberghiero. Tenuta delle città d'arte grazie alla domanda estera, in flessione la Costa Adriatica e la domanda per il Termale e crollo per Appennino e Verde -

Parma, 9 settembre 2014 -

Sono ancora una volta i mercati stranieri a contenere gli effetti del calo dei turisti italiani, che tuttavia dovrebbe diminuire di un tasso inferiore rispetto a quello registrato nella stagione estiva 2013. In flessione anche il fatturato delle imprese, che oltre alla riduzione della domanda hanno ritoccato verso il basso le tariffe dei servizi.
Questi, in estrema sintesi, i risultati dell'indagine svolta dal 25 agosto al 2 settembre dal Centro Studi Turistici di Firenze per conto di Assoturismo-Confesercenti Emilia Romagna, presso un campione di 720 strutture ricettive della Regione.

Se i primi cinque mesi del 2014 l'industria turistica regionale aveva registrato importanti segnali di ripresa del mercato, nel trimestre estivo (giugno-luglio-agosto) i risultati dell'indagine dovrebbero segnare una flessione del -3%. Anche i fatturati delle imprese hanno segnato un ulteriore calo, stimato al -6% rispetto al trimestre estivo 2013.
Tutto il settore è stato colpito da un andamento climatico sfavorevole, soprattutto in luglio e agosto, che probabilmente ha contribuito ad amplificare il calo della domanda turistica italiana sempre più condizionata dalla persistente situazione di crisi.
In questo scenario il sistema turistico regionale ha limitato le perdite grazie alla domanda estera.

I risultati migliori sono stati registrati nel mese di giugno, con un leggero incremento degli arrivi e una crescita delle presenze. Nello stesso mese era stata registrata una ripresa degli italiani dopo un lungo periodo di segno negativo e un buon andamento delle provenienze dall'estero.
Luglio è stato sicuramente il mese peggiore, non solo per le sfavorevoli condizioni meteo, ma soprattutto per il trend di diminuzione della domanda italiana, solo parzialmente compensata dai mercati esteri.
Invece, agosto ha registrato andamenti altalenanti, con segnali di recupero nella seconda parte del mese, grazie alle provenienze dall'estero e alla leggera ripresa della domanda italiana.
In generale, la stima dei risultati del trimestre è del -4,6% di italiani e del +1% di stranieri, con un valore totale pari al -3%.

"La sovrapposizione dell'effetto maltempo al prolungarsi della debolezza della domanda italiana – afferma il direttore regionale di Confesercenti regionale Stefano Bollettinari – ha purtroppo compromesso anche la stagione estiva 2014. L'indagine prevede che le imprese ricettive a fine stagione si troveranno a fare i conti con un calo delle presenze del 3% e a una flessione dei fatturati del 6%: dati che si vanno a sommare ai risultati già difficili degli anni precedenti. E' ormai imprescindibile ridare fiato alla domanda turistica interna e occorre che il sistema Paese si renda sempre più conto che sono i settori del turismo e della cultura, le nostre vere eccellenze, a rendere possibile la ripresa economica".

"La flessione delle presenze è dovuta principalmente al maltempo ed era ovviamente impensabile recuperare ad agosto ciò che è perso a luglio - spiega il presidente di Assohotel-Confesercenti regionale Filippo Donati. Anche le iniziative messe in atto per promuovere il mese di settembre, con il perdurare di questo clima, risulteranno vane. Dopo un'estate così diventa sempre più evidente che non possiamo essere soggetti alle bizze del clima, e che dobbiamo perciò ripensare le politiche promozionali, creando alternative interessanti per chi sceglie di passare le vacanze nella nostra regione. Bisogna perciò costruire una rete che permetta nelle giornate di pioggia di vistare mostre, partecipare ad eventi, scoprire le tante eccellenze che ci caratterizzano, godibili anche con il maltempo. C'è poi da tenere presente, che la comunicazione meteorologica ci ha penalizzato molto, annunciando pioggia quando sulla costa c'era il sole."

Costa Adriatica: dopo un giugno sostanzialmente positivo, i mesi successivi si sono caratterizzati per l'andamento discontinuo. Nel complesso il dato dovrebbe attestarsi al -2,5%. Al calo degli italiani (-3,1%) si è contrapposto un dato di stabilità dei mercati esteri (-0,7%).
Terme e Benessere: continua il trend di negatività del settore, con oltre il -7% di domanda italiana e il -2,4% di stranieri. Complessivamente il dato complessivo si attesta al -6,4%.
Appennino e Verde: se in termini di presenze si registra una diminuzione degli italiani (-11%), promettente risulta invece il trend degli stranieri (+0,2%), che portano il dato complessivo al -7,3%.
Città d'arte: l'unica tipologia di offerta in sostanziale tenuta (-0,7%), con un marcato aumento degli stranieri (+7,7%) e una netta diminuzione degli italiani (-7%).

Settembre dovrebbe segnare un trend di stabilità o di leggera flessione, in particolare per le città d'arte e per il comparto della ricettività complementare.
Sulla base delle indicazioni del campione, il tasso di occupazione registrato dalle strutture ricettive regionali nel corso della stagione estiva 2014 si attesterebbe su una media del 54,8%, in calo di oltre 4 punti percentuali. Il tasso di occupazione più elevato è stato conseguito dagli operatori della Costa (66,2%), mentre per le strutture ricettive delle Città d'Arte si confermano gli stessi tassi di occupazione registrati nella estate 2013 (43%).
Molti i mercati esteri segnalati in aumento e fra questi in particolare gli austriaci, svizzeri, scandinavi, olandesi, francesi, russi e altri mercati dei Paesi dell'Est.

(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Emilia Romagna)

Domenica, 07 Settembre 2014 08:30

Aumento record di assunzioni in agricoltura

Moncalvo (Coldiretti): Quello che ancora manca è una giusta redditività con i prezzi pagati agli agricoltori che non riescono spesso a coprire neanche i costi di produzione anche per colpa delle distorsioni di filiera e alla concorrenza sleale.

di Virgilio - Parma, 02 settembre 2014 - Nella miriade di risultati economici e di indicatori orientati al ribasso, spicca il dato in forte controtendenza dell'occupazione in agricoltura.
E' infatti crescita record delle assunzioni in agricoltura che fa registrare un aumento rilevante nel numero di lavoratori dipendenti con un incremento record del 5,6 per cento nel secondo trimestre del 2014 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il risultato è stato messo in evidenza da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat in occasione della diffusione dei dati sull'occupazione nelle grandi imprese italiane a giugno.
Incrementi considerevoli registrati al Nord (+27,6%) e al Sud (+28,6%) mentre cede pesantemente il dato del Centro Italia con un significativo -8,3%.
Un segnale incoraggiante per battere la disoccupazione viene anche - continua la Coldiretti - dall'aumento del numero di imprese agricole condotte da giovani under 35 che nel secondo trimestre sono salite a 48620 unità con un aumento del 2,6 per cento rispetto al trimestre precedente.
Soddisfazione è stata espressa dal presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel commentare i risultati dell'indagine soprattutto in relazione al fatto che "Le campagne possono offrire prospettive di lavoro sia per chi vuole intraprendere con idee innovative che per chi vuole trovare una occupazione anche temporanea". Ma non è utto oro quello che luccica. se da un lato quindi la "terra" torna a essere attrattiva per i giovani, dall'altro ancora la redditività non è soddisfacente.Quello che ancora manca - ha concluso Moncalvo - è una giusta redditività con i prezzi pagati agli agricoltori che non riescono spesso a coprire neanche i costi di produzione anche per colpa delle distorsioni di filiera e alla concorrenza sleale dovuta alla mancanza di trasparenza nell'informazione ai consumatori che permette di spacciare come Made in Italy prodotti importati.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Recuperati oltre 300 metri quadri di superficie. Il collegamento da Ghiare lunedì 1° settembre alle 9.40 su Rai Uno all'interno del programma "Dolce Casa".

Parma, 30 Agosto 2014 – Gli studenti delle facoltà universitarie di Ingegneria e Architettura che hanno partecipato a "Recuperiamo la fornace", il workshop-cantiere che si è svolto dal 28 luglio al 1° agosto a Ghiare di Berceto, saranno i protagonisti lunedì prossimo, 1° settembre 2014, del programma "Dolce Casa", contenitore estivo del programma "Unomattina" che andrà in onda su Rai Uno dalle ore 9.40 circa alle ore 10.00.

All'interno della trasmissione, condotta da Veronica Maya, i ragazzi – guidati da Francesco Fulvi, ingegnere a capo del progetto – racconteranno la splendida esperienza vissuta questa estate in merito al loro operato sul recupero antropoculturale dell'ex-fornace Marchino di Ghiare di Berceto; l'argomento trattato durante la puntata sarà infatti il decoro urbano e come cambiano le città. In studio saranno presenti: l'assessore alla Roma Produttiva, Marta Leonori; lo storico Arnaldo Colasanti, l'architetto Massimiliano Fuksas, il conduttore radiofonico Stefano Piccirillo, la cantante Ylenia Lucisano; e in collegamento dalla sede Rai di Londra il corrispondente Marco Varvello.

Il workshop-cantiere per la riqualificazione locali dell'ex-cementificio Marchino, esperimento più unico che raro in Italia, è stato un vero successo. L'instancabile ed intenso lavoro portato a termine dai ragazzi nei cinque giorni della sua prima fase può facilmente essere messo a confronto con lo stato di fatto iniziale i lavori – ovvero prima che partisse il cantiere dello scorso 28 luglio – in una photogallery visibile sulla pagina Facebook del progetto e costituita dalle immagini di alcune zone della Fornace prima e dopo i lavori, oltre alle tavole del nuovo stato di fatto della struttura pubblicate dallo stesso Fulvi; più precisamente infatti le operazioni di "stonacatura", demolizione e pulizia del cantiere effettuate dagli studenti hanno fruttato in dettaglio: +135 mq al piano terra, +95 mq al piano primo, + 80 mq al piano terzo, per un totale complessivo di 310 mq di superficie coperta fruibile (cioè la superficie recuperata, messa in sicurezza ed ora calpestabile).

Alla puntata di "Dolce Casa" in onda su Rai Uno lunedì 1° settembre a partire dalle 9.40 parteciperanno, oltre ad una folta rappresentanza degli 80 studenti che hanno preso parte al cantiere e all'Ing. Fulvi, anche il team di architetti composto da Elisa Adorni, Giulia D'Ambrosio e Roberto Bruni, oltre ai due studenti della Facoltà di Architettura dell'Università di Parma vincitori del workshop, Francesca Sercia e Nicola Riccò. Sarà inoltre presente il sindaco di Berceto Luigi Lucchi.

PR Berceto fornace1

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Domenica, 31 Agosto 2014 12:46

MeteoTax: il ciclone settembrino

Schiacciati dalle imposte le entrate tributarie arretrano e il debito pubblico aumenta. Non sarebbe il caso di mettere alla prova la teoria di Arthur Laffer? Putin l'ha fatto e...

di Lamberto Colla -
Parma, 31 Agosto 2014
Un italiano su tre porta a casa gli avanzi dal ristorante. Ma il 24%, secondo un recente sondaggio on line di Coldiretti, si vergogna di chiedere il "doggy bag". Non che rimanga molto dal pasto al ristorante posto che anche le abitudini a consumare dall'antipasto al dolcetto con l'ammazzacaffè compreso non rientra più nelle consuetudini alimentari degli italiani. Oggi la scelta è molto più misurata, basta un antipasto e un primo o un antipasto e il secondo o, infine, un antipasto e una pizza per degustare adeguatamente, e senza spendere troppo, le prelibatezze offerte dalle cucine italiane. Forse questo è l'unico fattore positivo che la crisi lascerà in eredità.
Ancora la luce in fondo al tunnel della crisi non si vede e i sintomi claustrofobici sono sempre più evidenti e generalizzati.
Di vere e proprie cure non si hanno notizie e all'orizzonte sono ben visibili solo minacciose nubi cariche di tempesta con settembre che si preannuncia molto "piovoso" e in procinto di scaricare sulle teste degli italiani ben 400 adempimenti fiscali.
"Saranno 20 milioni circa, riporta Conquiste del Lavoro il quotidiano della Cisl, i contribuenti coinvolti in quest'attività, che prevede ben 410 adempimenti. Oltre al 770 ci sono l'Irpef, l'Irap, l'Ires, l'Iva, le addizionali regionali, i versamenti Inps, la Tobin tax, l'imposta sostitutiva sui redditi di capitale e sui capital gain. 
I contributi previdenziali da versare riguarderanno i lavoratori dipendenti, ma anche gli artigiani, i commercianti e i lavoratori domestici. Anche i diritti dovuti alle Camere di commercio scadono nel suddetto periodo dell'anno. Più in dettaglio si tratta di 171 adempimenti per gli imprenditori individuali e 167 adempimenti per i professionisti fino a scendere man mano a 72 adempimenti per gli enti non commerciali. Con in mezzo imprenditori, commercianti, partite Iva e co.co.pro.e artigiani".
Nonostante l'accanimento terapeutico le entrate fiscali dello Stato diminuiscono e allora giù nuove gabelle palesi o celate in complicati algoritmi tributari. A giugno le entrate tributarie si sono ridotte del 7,7% rispetto il 2013 e come ha sottolineato il Bollettino statistico della Banca d'Italia, «Tenendo conto di una disomogeneità nella contabilizzazione di alcuni incassi la riduzione delle entrate tributarie sarebbe stata più pronunciata». In compenso il debito pubblico è nuovamente aumentato di altri 2,1 miliardi di euro, raggiungendo un nuovo massimo storico a 2.168,4 miliardi.
E' evidente che una riforma, radicale è dir poco, del sistema fiscale nazionale si rende necessaria. Dalla semplificazione all'equità possibilmente nel rispetto della curva di "Arthur Laffer", tanto banale quanto disattesa dai nostri guru della finanza.
Laffer ipotizzò che esiste un livello del prelievo fiscale oltre il quale l'attività economica non è più conveniente e il gettito si azzera, quanto meno se il prelievo raggiunge il 100% del reddito, e quindi che le due grandezze siano legate da una curva continua a forma di campana.
Si può anche non credere alla validità della teoria di Laffer ma la prova l'abbiamo in casa. Con una imposizione fiscale costantemente cresciuta sino al limite del 70%, le entrate fiscali sono costantemente scese. La prova del nove invece ce la ha offerta la Russia. L'ex comunista Vladimir Putin con l'introduzione della FLAT TAX al 13% le entrate tributarie sono cresciute del 46%, il tutto ben testimoniato da uno studio del FMI (Fondo Monetario Internazionale) condotto da Anna Ivanova, Michael Keen e Alexander Klemm.
Un invito a Matteo Renzi: che ne diresti di "Provare per credere!"

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La produzione manifatturiera reggiana appare in aumento: bene l'export e il fatturato, ma gli ordini interni restano in calo. Imprenditori pessimisti -

Reggio Emilia, 28 agosto 2014 -

Seppure in modo un po' meno brillante rispetto ai primi tre mesi dell'anno, anche nel secondo trimestre 2014 la produzione manifatturiera reggiana è apparsa in aumento.
Dopo il +1,4% di gennaio-marzo, infatti, la produzione industriale ha fatto segnare un +0,9% anche nel trimestre aprile-giugno e, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, tutti gli indicatori congiunturali del settore registrano variazioni positive.
L'analisi dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia evidenzia, al proposito, un +0,1% relativo agli ordini complessivi (sebbene resti di segno negativo il dato riguardante gli ordini sul mercato intero, che ancora flettono dello 0,1%) e, soprattutto, una buona crescita del fatturato (+3,6%) e degli ordini dall'estero, che hanno fatto segnare un +3%.

tabella 1

Anche il periodo di produzione assicurato dal portafoglio ordini registra una tendenziale crescita rispetto al trimestre precedente passando dalle 6,3 alle 7,1 settimane, mentre rimane stabile all'85,7% della capacità produttiva il grado di utilizzo degli impianti rispetto alla capacità produttiva.

tab2

"Sono dati – sottolinea Stefano Landi, presidente della Camera di Commercio – sicuramente positivi, che vanno comunque letti ancora all'interno di una situazione di crisi che non è superata". "Le difficoltà delle aziende, e soprattutto di quelle meno orientate all'export – spiega Landi – non sono sostanzialmente cambiate, ma certo è incoraggiante il fatto che finalmente si registri un recupero del fatturato addirittura superiore all'entità dell'incremento degli ordini dall'estero, segno di una ripresa di competitività dei nostri prodotti sui mercati internazionali". "Analogamente – prosegue il presidente della Camera di Commercio – è positiva l'accelerazione della produzione in alcuni dei settori trainanti per l'industria reggiana, cui è però fondamentale si vadano ad associare nuove misure di politica economica e fiscale che favoriscano la crescita degli ordini interni e, per quanto riguarda le imprese, nuovi processi di innovazione e di internazionalizzazione che sono essenziali per la ripresa".

L'analisi dell'andamento dei principali settori produttivi effettuata dall'Ufficio Studi della Camera di Commercio evidenzia una crescita della produzione per i comparti ceramico (rispetto al secondo trimestre 2013 si registra un +2,5%), metalmeccanico (+2,3%), delle materie plastiche (+1,9%) ed elettrico-elettronico (+0,2%). Cali di produzione,invece, per l'abbigliamento (-2,5%), l'alimentare (-0,2%) e le "altre industrie manifatturiere" (-1,4%).

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La tenuta della produzione, come si è detto, è fortemente influenzata dall'andamento degli ordini dall'estero, che sono in aumento per tutti i comparti con variazioni positive che vanno da un minimo del 2,7% del metalmeccanico ad un +5,6% per le materie plastiche. Fatta eccezione per il metalmeccanico e le materie plastiche (entrambi con un +1,1%), sono ancora in controtendenza, invece, gli ordini dal mercato interno, con flessioni che vanno dal -0,1% dell'elettrico-elettronico al -1,9% dell'abbigliamento.

Le migliori performance sul piano produttivo sono venute, nel secondo trimestre 2014, dalle imprese reggiane più strutturate e di media dimensione (cioè con un numero di dipendenti compreso fra 10 e 49), che hanno fatto segnare un +2% rispetto allo stesso periodo del 2013, seguite da quelle più grandi (quelle con oltre 50 dipendenti ), che si sono attestate ad un +0,8%.
Ancora in difficoltà, invece, le imprese di dimensione più contenuta (da 1 a 9 dipendenti) che, dopo il -0,5% registrato nel primo trimestre dell'anno, hanno registrato una contrazione dell'1,1% dei volumi produttivi.

tab 4

Fra gli imprenditori reggiani, infine, prevale – e ritorna - il pessimismo circa l'immediato futuro.
Se nel primo trimestre dell'anno gli imprenditori prevedevano andamenti positivi per il successivo trimestre, le previsioni, ora, hanno invertito la tendenza.
Il saldo tra la percentuale di aziende che prevedono aumenti e quelle che prevedono flessioni è infatti negativo per tutte le variabili prese in considerazione: produzione, fatturato e ordini totali. L'unico dato positivo permane quello riferito agli ordini dall'estero.

(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

 

 

 

Domenica, 24 Agosto 2014 10:03

Mais & Soia: agosto 2014

Mais & Soia dati previsionai 2014 2015 - agosto 2014

MAIS: Dati previsionali per 2014-15

La produzione globale di Mais per la stagione 2014-15, che inizierà il 1° Settembre, è prevista a 985.39 Mio t, in aumento rispetto alle stime formulate a Luglio, con maggiori raccolti previsti negli Stati Uniti e in Unione Europea.
Negli Stati Uniti si prevede una produzione di Mais di 356.43 Mio t, +4.4 Mio t rispetto alle previsioni del mese scorso, con una resa dei terreni record di 167.4 bushels/acro (equivalenti a 10.63 tons/ettaro). Con l'aumento della produzione, si attende anche una maggiore produzione di etanolo e un incremento dell'export.
Nell'Unione Europea la produzione di Mais è attesa a 67.05 Mio t, +1.4 Mio t rispetto alle stime precedenti, grazie alle precipitazioni abbondanti ed al clima favorevole di Luglio. I consumi europei di Mais sono previsti in diminuzione (-2 Mio t): le piogge estive hanno peggiorato al qualità del frumento, aumentando le previsioni per un suo utilizzo nell'alimentazione.

SOJA: Dati previsionali per 2014-15

La produzione globale di semi di Soia per la stagione 2014-15, che inizierà il 1° Ottobre, è prevista a 304.69 Mio t, pressochè invariata rispetto alle previsioni formulate a Luglio.
L'aumento produttivo negli Stati Uniti è bilanciato da una riduzione attesa in India.
Si conferma il raccolto record degli Stati Uniti (103.85 Mio t), +16% rispetto alla stagione 2013-14, con una resa dei terreni prevista di 45.4 bushels/acro (3.09 tons/ettaro) ed una superficie coltivata di 84.1 milioni di acri (33.64 ettari).
La minor produzione attesa in India è dovuta al ritardo dei monsoni che ha comportato la riduzione dell'area destinata alla coltivazione di semi di Soia.

STOCK FINALI

Fonte: CLAL

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

508,3 milioni di euro il valore esportato nei Paesi "caldi" dalle imprese reggiane nel 2013.

Reggio Emilia 23 agosto 2014 --
Mentre non si fermano lo sdegno e l'orrore per le sofferenze della popolazione civile e le migliaia di vittime innocenti che i conflitti stanno provocando, aumentano anche le preoccupazioni degli operatori economici reggiani rispetto alle guerre che si stanno consumando, dichiarate o no, in tante parti del mondo, con in primo piano la situazione di Ucraina e Russia, Iraq, Palestina e Israele, Gaza, Siria, Libia.
Verso queste zone "calde", le imprese reggiane esportano ogni anno prodotti per diversi milioni di euro: più di 473 nel 2012, 508,3 nel 2013 e già 117 nei primi tre mesi del 2014.
Nel 2013, come evidenziano i dati elaborati dall'Ufficio Studi della Camera di Commercio, le esportazioni reggiane hanno raggiunto gli 8,6 miliardi, e il 6% dei prodotti ha avuto come destinazione questi territori, nei quali l'industria manifatturiera, con 507,8 milioni di euro, rappresenta la quasi totalità del venduto. I restanti 466,3 mila euro riguardano prodotti agricoli, dell'estrazione e delle attività dei servizi di comunicazione e informazione.

RE Esport interscambi 1
- Tabella 1 Interscambi commerciali della provincia di Reggio Emilia con territori interessati da conflitti - Anno 2013 -
Al primo posto per valore di esportato si sono collocati i prodotti della metalmeccanica: i 192,6 milioni di euro (il 37,9% del totale manifatturiero) hanno trovato sbocco principalmente in Russia (123,5 milioni) e, a seguire, in Ucraina (23,2), in Israele (19,4), in Libia (16,8) e in Iraq (9,5).
Il tessile-abbigliamento, con 177,7 milioni (il 35% dei prodotti manifatturieri in complesso), rappresenta il secondo settore per valore di esportato. La Russia è il principale acquirente di prodotti reggiani del sistema moda (169,3 milioni, il 95,3% del totale); al secondo posto si colloca l'Ucraina con 7,5 milioni.
A distanza, con 41,8 milioni - che rappresentano l'8,2% del settore manifatturiero - si pone il ceramico che vede, fra i maggiori acquirenti dopo la Russia (25,1 milioni), lo Stato d'Israele, verso il quale sono diretti prodotti "made in Reggio Emilia" per 10,8 milioni, il 25,8% del comparto. Seguono l'Ucraina (3,3 milioni) e la Libia (2,2). Una minima parte (225 mila euro) è destinata anche ai territori palestinesi e 206mila all'Iraq.

RE Esportazioni guerre 2

- Tabella 2 Esportazioni di prodotto manifatturieri della provincia di Reggio Emilia verso i territori interessati da conflitti - Anno 2013 (valori in euro) - Fonte: elaborazione Ufficio Studi CCIAA Reggio Emilia su dati Istat

Computer, apparecchi elettrico-elettronici ed ottici, per complessivi 39,4 milioni di euro (il 7,8% del manifatturiero), occupano il quarto posto per valore di esportato: Russia (20,1 milioni), Israele (7,4), Libia (quasi 6 milioni) e Ucraina (5,2) sono i principali acquirenti.
Dei 23,3 milioni di euro della filiera agroalimentare, 8,4 milioni (il 36,2% del settore) riguardano l'esportazione di vino destinato - per più del 90% - alla Russia (7,7 milioni). Seguono, con un valore di 6,4 milioni, gli "altri prodotti alimentari" (che comprendono anche condimenti e spezie). I prodotti delle industrie lattiero-casearie - fra i quali eccelle il Parmigiano-Reggiano - con 3,5 milioni, costituiscono circa il 15% del venduto e hanno come destinazione la Russia (3,2 milioni), l'Ucraina (251mila) e Israele (quasi 44mila euro).
Oggi gli occhi sono particolarmente puntati su Erbil, nel Kurdistan iracheno, territorio che la guerra sta devastando e nel quale, in questi ultimi anni, si sono realizzate diverse missioni della Camera di Commercio con la partecipazione di tante imprese reggiane delle costruzioni e della meccanica, che proprio qui avevano trovato un terreno decisamente favorevole alle esportazioni.
Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia

I dati Terna elaborati dall'Ufficio Studi di CNA Modena.

Modena, 23 agosto 2014. Al di là dei parametri aziendali (fatturato, produzione e via dicendo) ci sono dati oggettivi che consentono di valutare l'andamento dell'economia. Uno di questi è senz'altro quello dei consumi elettrici, quelli che l'ufficio studi di CNA Modena ha preso in esame per verificare, sulla base appunto di numeri "reali", come si sono comportate le aziende del nostro territorio nel 2013, ultimo dato storico disponibile.
Ebbene, il 2013 ha visto una crescita complessiva dei consumi elettrici del 3,8%. Attenzione, però, perché se si vanno a indagare i numeri, si rileva come questo aumento si concentri nel consumo domestico (62%) ed il rimanente net terziario, mentre il settore manifatturiero, che da solo rappresenta la metà del consumo elettrico modenese, ha visto una riduzione del 3,8%, segno inconfutabile delle difficoltà del nostro sistema produttivo.

 MO consumi elettrici grafico

Il grafico mostra in giallo l'incidenza sui consumi complessivi dei singoli macrosettori, ed in azzurrino la variazione misurata mettendo a confronto i consumi 2013 con quelli dell'anno precedente.

Affinando ancora l'analisi, il comparto che, consumi alla mano, appare più in difficoltà è quello alimentare (-7,3%), seguito dalla lavorazione di materie plastiche (-4,6%) e dalla meccanica (-1,7%), con la sola eccezione, nell'ambito di quest'ultima, dei mezzi di trasporto (+2,8%).
In controtendenza il settore tessile (+4,4%) e la ceramica (+0,6%, a fronte, però, di un'incidenza piuttosto elevata sul totale dei consumi, il 22,4%, anche a causa dei processi produttivi).
Da segnalare il -2,5% del commercio, ma anche il +12,2% del settore costruzioni, sul quale con ogni probabilità ha inviso l'attività di ricostruzione nell'Area Nord, colpita dal sisma 2012.
"Risparmioso", potremmo definirlo così, il consumo pubblico, con una diminuzione del 2,3% fatta registrare sia dalla pubblica amministrazione che dall'illuminazione pubblica.
"Sono numeri – commenta Umberto Venturi, presidente di CNA Modena – che offrono un'ulteriore chiave di valutazione dello stato di salute della nostra economia, e da questo punto di vista certo non rassicura il fatto che, su base nazionale, tra luglio 2014 e luglio 2013 sia stato registrato un calo dei consumi di energia elettrica dell'1,6%".

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