Sabato, 23 Agosto 2014 10:49

Guerre nel mondo: preoccupazioni anche per le esportazioni reggiane In evidenza

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508,3 milioni di euro il valore esportato nei Paesi "caldi" dalle imprese reggiane nel 2013.

Reggio Emilia 23 agosto 2014 --
Mentre non si fermano lo sdegno e l'orrore per le sofferenze della popolazione civile e le migliaia di vittime innocenti che i conflitti stanno provocando, aumentano anche le preoccupazioni degli operatori economici reggiani rispetto alle guerre che si stanno consumando, dichiarate o no, in tante parti del mondo, con in primo piano la situazione di Ucraina e Russia, Iraq, Palestina e Israele, Gaza, Siria, Libia.
Verso queste zone "calde", le imprese reggiane esportano ogni anno prodotti per diversi milioni di euro: più di 473 nel 2012, 508,3 nel 2013 e già 117 nei primi tre mesi del 2014.
Nel 2013, come evidenziano i dati elaborati dall'Ufficio Studi della Camera di Commercio, le esportazioni reggiane hanno raggiunto gli 8,6 miliardi, e il 6% dei prodotti ha avuto come destinazione questi territori, nei quali l'industria manifatturiera, con 507,8 milioni di euro, rappresenta la quasi totalità del venduto. I restanti 466,3 mila euro riguardano prodotti agricoli, dell'estrazione e delle attività dei servizi di comunicazione e informazione.

RE Esport interscambi 1
- Tabella 1 Interscambi commerciali della provincia di Reggio Emilia con territori interessati da conflitti - Anno 2013 -
Al primo posto per valore di esportato si sono collocati i prodotti della metalmeccanica: i 192,6 milioni di euro (il 37,9% del totale manifatturiero) hanno trovato sbocco principalmente in Russia (123,5 milioni) e, a seguire, in Ucraina (23,2), in Israele (19,4), in Libia (16,8) e in Iraq (9,5).
Il tessile-abbigliamento, con 177,7 milioni (il 35% dei prodotti manifatturieri in complesso), rappresenta il secondo settore per valore di esportato. La Russia è il principale acquirente di prodotti reggiani del sistema moda (169,3 milioni, il 95,3% del totale); al secondo posto si colloca l'Ucraina con 7,5 milioni.
A distanza, con 41,8 milioni - che rappresentano l'8,2% del settore manifatturiero - si pone il ceramico che vede, fra i maggiori acquirenti dopo la Russia (25,1 milioni), lo Stato d'Israele, verso il quale sono diretti prodotti "made in Reggio Emilia" per 10,8 milioni, il 25,8% del comparto. Seguono l'Ucraina (3,3 milioni) e la Libia (2,2). Una minima parte (225 mila euro) è destinata anche ai territori palestinesi e 206mila all'Iraq.

RE Esportazioni guerre 2

- Tabella 2 Esportazioni di prodotto manifatturieri della provincia di Reggio Emilia verso i territori interessati da conflitti - Anno 2013 (valori in euro) - Fonte: elaborazione Ufficio Studi CCIAA Reggio Emilia su dati Istat

Computer, apparecchi elettrico-elettronici ed ottici, per complessivi 39,4 milioni di euro (il 7,8% del manifatturiero), occupano il quarto posto per valore di esportato: Russia (20,1 milioni), Israele (7,4), Libia (quasi 6 milioni) e Ucraina (5,2) sono i principali acquirenti.
Dei 23,3 milioni di euro della filiera agroalimentare, 8,4 milioni (il 36,2% del settore) riguardano l'esportazione di vino destinato - per più del 90% - alla Russia (7,7 milioni). Seguono, con un valore di 6,4 milioni, gli "altri prodotti alimentari" (che comprendono anche condimenti e spezie). I prodotti delle industrie lattiero-casearie - fra i quali eccelle il Parmigiano-Reggiano - con 3,5 milioni, costituiscono circa il 15% del venduto e hanno come destinazione la Russia (3,2 milioni), l'Ucraina (251mila) e Israele (quasi 44mila euro).
Oggi gli occhi sono particolarmente puntati su Erbil, nel Kurdistan iracheno, territorio che la guerra sta devastando e nel quale, in questi ultimi anni, si sono realizzate diverse missioni della Camera di Commercio con la partecipazione di tante imprese reggiane delle costruzioni e della meccanica, che proprio qui avevano trovato un terreno decisamente favorevole alle esportazioni.
Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia

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