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Lavoro: per il 14% delle assunzioni le imprese non trovano figure professionali inadeguate.

Reggio Emilia 22 agosto 2014 --
Gli imprenditori reggiani continuano a trovare difficoltà nel reperire le figure professionali che intendono assumere. Anzi, a differenza di quanto avviene sia a livello nazionale che regionale - dove si registra una riduzione della difficoltà - in provincia di Reggio Emilia questi problemi sono in aumento.
Il 14% delle assunzioni previste per il 2014 dalle imprese reggiane - secondo l'analisi dei dati Excelsior dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia - riguarda, infatti, figure di difficile reperimento, mentre per l'Italia e l'Emilia-Romagna questa quota non supera il 10%.
Nel 2013 l'indagine sulle previsioni occupazionali, effettuata dall'Ente camerale per conto di Unioncamere in accordo con il Ministero del Lavoro, aveva rilevato difficoltà, per la provincia di Reggio, nel 12,6% dei nuovi ingressi, mentre era del 10,6 in Emilia-Romagna e dell'11,2% in Italia.
Assunzioni difficili da reperire (% sul totale assunzioni)
(Grafico_1)

RE Grafico1 Lavoro assunzioni CCIAA
La difficoltà nel reperire personale idoneo è da attribuire in egual misura sia ad un ridotto numero di candidati disponibili all'assunzione che ad preparazione inadeguata dei candidati: 7% del totale assunzioni per ognuna delle due motivazioni.
Dall'analisi per settore di attività economica emerge che la maggior difficoltà di reperimento riscontrata dagli imprenditori reggiani è presente nelle industrie meccaniche, nelle quali oltre il 30% delle figure ricercate risultano difficili da trovare. Ardua anche la ricerca di personale da inserire negli "altri servizi" e nel comparto del tessile-abbigliamento, settori per i quali è previsto che circa un quarto del totale assunzioni è di difficile reperimento.
Per le industrie dei metalli, turismo e ristorazione, tempo libero e altri servizi alle persone, la difficoltà riguarda circa il 20% dei nuovi ingressi in totale; valori inferiori al 10%, invece, per sanità e assistenza sociale (8%) e commercio (6,8%).

I settori con maggiori difficoltà di reperimento e i motivi – Anno 2014
(Grafico_2)

RE Grafico2 lavoro difficolta CCIAA
Ingegneri, architetti e professioni assimilate, professioni tecniche nelle scienze della salute e della vita, artigiani e operai specializzati di meccanica di precisione, artigiani ed operai metalmeccanici specializzati, installatori e manutentori di attrezzature elettriche ed elettroniche sono le figure professionali per le quali si registrano le più alte difficoltà di reperimento, visto che all'appello manca oltre un terzo del personale ricercato dalle imprese.
Particolarmente agevoli, invece, risultano le assunzioni nei settori dei servizi operativi (attività immobiliari, di noleggio, vigilanza, ecc.), dei trasporti e logistica, e nelle costruzioni.
Il tempo medio di ricerca delle figure professionali idonee alle attività da svolgere è di 3 mesi, periodo che raggiunge i 3,8 mesi per il settore manifatturiero, mentre non supera i 2,4 mesi per i servizi. Per alcune attività dell'industria - come, ad esempio il tessile-abbigliamento o le "altre industrie" - il tempo impiegato per il reperimento di personale supera i 4 mesi.
(Fonte CCIAA Reggio Emilia)

Pubblicato in Lavoro Reggio Emilia
Venerdì, 22 Agosto 2014 08:58

Ferie pericolose.

Sta diventando lo sport preferito d'agosto giocare a nascondino con gli operai in ferie?

di Virgilio - Parma, 22 agosto 2014 --
Non deve essere stata una bella sorpresa constatare che, non appena chiusi i battenti per il periodo delle ferie, entro le successive trentasei ore tutto è stato trasferito, macchinari e stock.
E' successo in un opificio del Gruppo Cremonini, nello specifico, Italia Alimentari Spa di Paliano, in provincia di Frosinone.
Italia Alimentari Spa del Gruppo Cremonini, colosso alimentare con sede a Busseto, in provincia di Parma, leader nella produzione di prosciutti cotti, arrosti e specialità da forno venduti nei principali supermercati italiani, ha voluto replicare le infelici esperienze di un anno fa di FIREM di Modena e di DOMETIC di Forli.
Per le prime avevamo espresso un giudizio negativo per l'immoralità del comportamento e non possiamo che replicare tale considerazione negativa anche per quest'ultima operazione di trasloco e messa in mobilità. Ignota la destinazione degli impianti anche se voci , raccolte da "ciociaria notizie", indicano nella Polonia il Paese d'accoglienza delle linee produttive.
36 le famiglie coinvolte che arrivano a una cinquantina considerando gli addetti non direttamente alle dipendenze dell'azienda.
Tre linee di lavorazione dell'ex stabilimento "Montana" smantellate nell'arco di poche ore tra il 18 e il 19 di agosto e la comunicazione di cessata attività trasmessa alle 15 del del 19 ai sindacati dei lavoratori stando a quanto riportato da "il Fatto quotidiano.it". "E' accaduto tutto molto in fretta – ricostruisce Stefano Morea, segretario generale della Flai Cgil di Frosinone al "Fatto quotidiano.it" – mentre i dipendenti erano in vacanza per la settimana di Ferragosto, l'azienda ha atteso la fine del turno degli addetti alle pulizie, gli unici al lavoro in questi giorni, e in poco più di una notte ha svuotato la fabbrica. La mattina dopo, quindi, sono stati gli stessi addetti alle pulizie a telefonare ai colleghi per avvisarli di ciò che era successo. Ovviamente ci siamo precipitati subito qui, ma quando siamo arrivati era già troppo tardi".
In attesa del comunicato ufficiale da parte dell'azienda e dell'incontro a Roma tra sindacati e impresa previsto per la prossima settimana non rimane che censurare il comportamento aziendale.
Un sospetto però rimane. Non è che per caso quest'atto estremo sia il risultato di relazioni sindacali poco equilibrate? Per sciogliere i dubbi non rimane che attendere il 27 d'agosto giorno nel quale, a Roma, le parti si confronteranno. In quell'occasione si comprenderà anche la sorte che spetterà a questi 50 addetti ai quali per ora non resta che presidiare nottetempo lo stabilimento.

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Giovedì, 21 Agosto 2014 12:38

Come si vive bene nei piccoli centri emiliani!

Sono ben 18 i comuni emiliani che rientrano nei TOP 150.

di Virgilio - Parma 21 agosto 2014 --
7 comuni in provincia di Reggio Emilia, 6 nel modenese, 4 nel parmense e fanalino di coda Piacenza con un solo comune in classifica.
E' quanto emerge dalla speciale classifica elaborata dal Centro Studi Sintesi e che vede primeggiare Brunico (BZ) per qualità della vita: "grazie ai buoni risultati nelle condizioni di vita materiali (sia per reddito irpef medio superiore alla media dei 176 comuni, che per i depositi pro-capite), alla buona posizione nell'asse dell'istruzione e della cultura e a una particolare attenzione all'ambiente (raccolta differenziata, dotazione di stazioni di monitoraggio dell'aria). Se negli altri ambiti le performance si collocano comunque tra le prime posizioni, è decisamente bassa la partecipazione alla vita politica."
Ma un ottimo posizionamento lo raggiungono ben 18 comuni dell'asse Piacenza - Modena.

I COMUNI in ordine di classifica Generale
Castelnuovo Rangone (MO) - 20 esimo
Campogalliano (MO) - 22 esimo
Rubiera (RE) - 26 esimo
Torrile (PR) - 27 esimo
Castelvetro (MO) - 31 esimo
Casalgrande (RE) - 35 esimo
Bibbiano (RE) - 46 esimo
Sorbolo (PR) - 53 esimo
Quattro Castella (RE) - 61 esimo
Maranello (MO) - 63 esimo
Sissa Trecasali - 65 esimo
Fiorano Modenese - 79 esimo
Gattatico (RE) - 84 esimo
San Secondo (PR) - 86 esimo
Castellaranao (RE) - 101 esimo
Sant'Ilario d'Enza (RE) - 109 esimo
Carpaneto (PC) - 122 esimo
Nonantola (MO) - 139 esimo

Considerando i diversi parametri presi in esame dalla ricerca, degno di nota la posizione riguardo l'istruzione e cultura che vede i comuni parmensi di Torrile e Sissa Trecasali al 5° e 18 esimo posto seguiti al 21 esimo da Sant'Ilario (RE). Invece per condizioni di vita e materiali Castelnuovo Rangone (MO) è davanti a tutti al 14 esimo posto, seguito al 28 esimo e trentaduesimo posto da altri due modenesi e nello specifico da Maranello e Fiorano Modenese.

In Allegato la classifica completa.

Pubblicato in Economia Emilia
Giovedì, 21 Agosto 2014 09:48

Reggio Emilia, bene l'export ma poche le imprese

Parte il percorso di accompagnamento sui mercati esteri - How to start Export Business - Impariamo ad esportare.

Reggio Emilia 21 Gennaio 2014 --
BENE I VALORI, POCHE LE IMPRESE: LA CCIAA "INSEGNA" AD ESPORTARE
E' con l'obiettivo di incrementare il numero di imprese reggiane che si approcciano ai mercati esteri (oggi poco più di 2.000 su oltre 50.000 presenti in provincia) che la Camera di commercio propone un percorso di accompagnamento ai mercati esteri riservato a 20 imprese potenziali esportatrici che non hanno mai operato sui mercati esteri o lo abbiamo fatto solo occasionalmente.
In questo periodo in cui perdurano le difficoltà economiche, i mercati esteri continuano a rappresentare l'unico fattore trainante per il nostro territorio. Nonostante le esportazioni della provincia di Reggio Emilia abbiano raggiunto, nel 2013, l'importo record di 8,6 miliardi di euro, resta comunque ancora modesto il numero delle imprese reggiane abituali esportatrici, ed è per questo che la Camera di Commercio intende sostenere in modo efficace altre realtà interessate ad apprendere e condividere un modello di lavoro che consenta di avviare un percorso di crescita strutturata sui mercati esteri, convinti che qui vi siano ancora molte opportunità da cogliere.
Il progetto camerale, rivolto a micro, piccole o piccole e medie imprese, si articola in una fase di formazione in aula ed in una successiva valutazione ed elaborazione di un piano aziendale.
Le domande possono essere presentate dal 1° al 30 settembre prossimi esclusivamente mediante l'apposito modulo scaricabile dal sito camerale www.re.camcom.gov.it alla sezione "Sviluppo Imprese, Incentivi camerali alle imprese, Bandi ed interventi camerali a favore delle imprese" Bando "How to start Export Business" - Anno 2014 ed inviate per posta con raccomandata A/R o per via telematica.
Le aziende saranno selezionate sulla base dell'ordine cronologico di presentazione della domanda di partecipazione.
Per informazioni è possibile contattare il Servizio Promozione della Camera di Commercio (tel.0522 796523 - 529; mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia

Giovedì, 21 Agosto 2014 09:25

Emil Banca, prima in Italia

Emil Banca premiata da Iccrea: prima in Italia 
per lo sviluppo di prodotti e servizi del gruppo.

Modena, 21 agosto 2014.
Più di 5,5 milioni di euro per le start up e quasi undici milioni di euro di prestiti a giovani under 35. Grazie a questi numeri Emil Banca è stata premiata da Iccrea Holding (la cassaforte nazionale delle banche di credito cooperativo) come la prima banca di credito cooperativo di tutta Italia nello sviluppo di prodotti e servizi delle società del gruppo. Emil Banca, che con 22 mila soci e 48 filiali nelle province di Modena, Bologna e Ferrara è stata inserita nella categoria "maxi bcc", è risultata prima in tre categorie del premio nazionale: gestione crediti, banca impresa, assicurazioni. Inoltre, essendo arrivata sul podio nelle restanti quattro categorie (corporate, risparmio&previdenza, vita, credito al consumo), ha vinto la classifica aggregata. «Questo premio è un riconoscimento dell'impegno e dell'evoluzione della nostra banca nell'interpretazione delle esigenze del mercato e della vicinanza al sistema locale – afferma il presidente di Emil Banca Giulio Magagni - Evidenzia, inoltre, la sinergia che il credito cooperativo sa mettere in campo attraverso la rete di banche locali e Iccrea». I numeri degli ultimi 18 mesi di Emil Banca confermano i giudizi positivi di Iccrea. Nel credito erogato a giovani under 35 da inizio 2013 a oggi spiccano i 9,7 milioni di euro per i mutui prima casa, mentre i finanziamenti concessi per l'avvio di start up ammontano a 5,6 milioni di euro, per un totale di circa 160 aziende finanziate, di cui oltre la metà nei primi mesi del 2014. «Puntando su giovani e imprese continuiamo a essere motore dello sviluppo locale – commenta il direttore generale Emil Banca Daniele Ravaglia – Il futuro della nostra economia continua a essere avvolto nella nebbia, stretto tra le difficoltà che derivano dal perdurare della crisi e dalle ulteriori incertezze figlie dell'instabilità internazionale che oggi mette in pericolo anche le nostre esportazioni. Noi, però, - continua Ravaglia - non ci tireremo indietro e metteremo in campo tutte le risorse necessarie per vincere la sfida. Partendo dal progetto Fico (Fabbrica italiana contadina), che porterà lavoro e turismo, e dal sostegno alle eccellenze agricole che la Disneyland del cibo – conclude il direttore di Emil Banca - mostrerà al mondo intero».
(Confcooperative Modena)

Martedì, 19 Agosto 2014 08:59

Sistri, bocciato senza appello

I risultati di un sondaggio CNA su 1.700 imprese associate.

Reggio Emilia, 19 agosto 2014 --
Due. E' il voto che, in una scala da uno a dieci, le imprese assegnano al Sistri. Bocciatura senza riserve e senz'appello a settembre. E' il risultato di una indagine condotta dal Centro Studi CNA. A infliggere la "condanna" un campione altamente rappresentativo di circa 1.700 imprese associate alla Confederazione, tutte soggette al sistema di controllo e tracciabilità dei rifiuti.
Anche se per l'82% degli imprenditori coinvolti nella ricerca la tracciabilità dei rifiuti è un obiettivo irrinunciabile, purtroppo il Sistri è ritenuto del tutto inadeguato a garantire la tutela dell'ambiente dal 90% delle imprese.
"La bocciatura del Sistri è totale. – spiega Nunzio Dallari, Presidente provinciale CNA - Gli imprenditori non ne salvano nulla. Aveva l'obiettivo di sostituire il precedente sistema cartaceo con uno strumento più avanzato tecnologicamente. Eppure alla funzionalità dei dispositivi e della piattaforma software del sistema (che ottiene una voto medio pari a 2,3) quasi il 60% degli interpellati assegna il voto "uno", appena "due" arriva dall'11%, "tre" dal 7,5%".
Stesso giudizio, pesantissimo, sulla gestione delle procedure. La valutazione media è molto bassa (2,2) e scaturisce dallo striminzito "uno" assegnato da quasi il 60% delle imprese, dal "due" che infligge l'11% del campione e dal "tre" arrivato dal 9% di quanti hanno partecipato all'indagine.
Ancora peggiore, se possibile, è il voto sulla chiarezza e sull'applicabilità della normativa. In media rimane inchiodato al "due". Dal dato disaggregato emerge che il 63% esprime un "uno", il 12% si spinge fino a "due", il 9% a "tre".
"L'esasperazione che emerge da queste risposte – continua il Presidente Dallari - non trova sfogo, purtroppo, in un efficiente sistema di rapporti con i clienti/utenti. Solo il 6,4% delle imprese che utilizzano (o hanno utilizzato) il Sistri è soddisfatto del sostegno offerto dal servizio di "customer care". In netto contrasto con la valutazione estremamente positiva espressa, invece, dalla Commissione di collaudo del Sistri, istituita presso il ministero dell'ambiente.
Per non parlare dei suoi costi. Quasi tutte le imprese intervistate, infatti, hanno registrato oneri economici aggiuntivi dalla sua introduzione. Il 45% di trasportatori e recuperatori/smaltitori hanno sostenuto nuovi costi superiori ai 10mila euro con punte oltre i 50mila euro".
Ma anche le imprese non obbligate a utilizzare il Sistri ne stanno soffrendo l'onerosità scaricata su tutto il sistema. Quasi la metà segnala aumenti dei prezzi applicati nel trasporto e nella gestione dei rifiuti o maggiori difficoltà procedurali nel conferimento ai trasportatori. Il 42% ritiene che l'esclusione dal Sistri di alcune tipologie d'impresa non sia sufficiente a risolvere i problemi che il sistema continua a creare nel mondo imprenditoriale complessivo.

"Non bastassero i costi economici, - conclude Dallari - il Sistri alle imprese complica anche la vita: al 18% ha rallentato l'attività ordinaria, al 14,6% ha imposto l'utilizzo di personale aggiuntivo, al 12,6 l'impossibilità di completare la presa in carico dei rifiuti, in barba all'obiettivo di tutela ambientale. Ci chiediamo come sia possibile pensare di rendere pienamente operativo questo sistema, così come previsto, dal 1 gennaio 2015. Alla luce di questa indagine risulta indispensabile mantenere il regime cartaceo per consentire un regolare smaltimento dei rifiuti speciali senza danni per le imprese e per l'ambiente almeno fino alla fine del 2015".
(CNA Reggio Emilia)

Imprenditori stranieri in volo. A Reggio +20% in 5 anni. 

Reggio Emilia 18 agosto 2014 - Mentre la costante diminuzione del numero degli imprenditori italiani genera una flessione complessiva del numero delle persone con cariche amministrative iscritte al Registro imprese della Camera di Commercio, gli imprenditori stranieri continuano a crescere. A sostenere questo flusso non sono tanto quelli di nazionalità comunitaria, ma principalmente quelli nati in un Paese extraUE.
In poco più di cinque anni - secondo l'analisi dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia - le persone con cariche amministrative di provenienza extracomunitaria hanno registrato un incremento del 19,8%, passando dai 6.600 del 2009 ai 7.910 di giugno 2014, mentre quelle dai provenienti da Paesi comunitari sono cresciuti del 7,7% (da 1.374 a 1.476) e quelle italiane sono diminuite del 6,2%, passando da 91.718 a 86.002. Considerando il maggior peso di queste ultime, quindi, i primi sei mesi del 2014 hanno chiuso con una flessione complessiva degli iscritti che si è attestata al 4,4% (da 99.910 a 95.530).

RE imprenditori stranieri gde

Un Registro Imprese multietnico che, se nel 2009 contava 93 nazionalità differenti, attualmente ha raggiunto le 113 etnie. Nelle prime dieci posizioni della graduatoria per numero di iscritti si concentra oltre l'80% del totale delle provenienze extracomunitarie, corrispondente a 6.348 persone.
Da sempre al primo posto, restano saldi in vetta i cinesi, che negli ultimi cinque anni sono passati da 1.212 (nel 2009) a 1.502 (giugno 2014), con un incremento del 23,9%. La lavorazione nell'ambito del sistema moda resta la principale attività, nonostante si sia registrato un calo del 6,4% che, in cinque anni, ha portato a 730 le persone impegnate imprenditorialmente nel settore.
Sono più che raddoppiati, invece, i cinesi che gestiscono un pubblico esercizio: dai 134 del 2009 sono passati agli attuali 319 (+138%). In crescita anche i titolari di attività di commercio al dettaglio (da 141 a 169 pari ad un +19,9%) e di servizi per la persona (parrucchieri, trattamenti estetici, centri benessere, ecc.) che sono passati da 7 a 69.
I cittadini-imprenditori albanesi (1.047 iscritti alla Camera di Commercio di Reggio Emilia a giugno 2014), tunisini (875) ed egiziani (867), che si collocano ai successivi posti della graduatoria, sono anch'essi progressivamente cresciuti di numero negli ultimi cinque anni ma, a differenza dei cinesi che con il tempo hanno diversificato l'ambito di attività economica svolta, sono rimasti presenti prevalentemente - circa l'80% del totale iscritti per ogni nazionalità - nel comparto edile.
Rimanendo in Africa, il Marocco - al quinto posto della graduatoria - è rappresentato da 860 imprenditori le cui attività principali si suddividono fra edilizia (35,2% del totale iscritti) e commercio (31,3%).
L'attività svolta prevalentemente da pakistani e indiani - che contano rispettivamente 397 e 177 imprenditori e che si collocano sempre fra le prime dieci nazionalità presenti nel Registro Imprese - è per più del 30% rappresentata dal commercio.
Svizzera, Moldavia, Argentina, Serbia-Montenegro, Turchia, Kosovo, Nigeria e Ucraina sono tutti Paesi con più di cento imprenditori iscritti alla Camera di Commercio e che negli ultimi anni hanno registrato, per la maggior parte, aumenti che vanno dal +5% per gli svizzeri al raddoppio per i cittadini negeriani.

RE Imprenditori stranieri2 gde

Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia 

Sabato, 16 Agosto 2014 09:32

La CCIAA seleziona 20 startupper

Nell'ambito delle azioni finalizzate allo sviluppo del sistema economico locale, la Camera di Commercio di Reggio Emilia lancia il percorso "Fare Impresa" 2014.

Reggio Emilia, 14 agosto 2014 - L'iniziativa ha come obiettivo la creazione di nuove imprese nella provincia di Reggio Emilia, permettendo a 20 aspiranti imprenditrici e imprenditori reggiani di avviare un percorso di accompagnamento per start up d'impresa. Il bando, scaricabile dal sito www.re.camcom.gov.it dalla sezione "Incentivi camerali alle Imprese", prevede la riserva di una parte dei posti a favore di progetti d'impresa femminili e giovanili.
In una prima fase i candidati selezionati potranno accedere ad attività formative finalizzate a sostenere lo sviluppo di start up, dall'idea d'impresa alla sua concreta attuazione. A chi frequenta almeno il 70% degli incontri formativi, il bando offre ulteriori 3 sessioni di consulenza per singolo progetto, allo scopo di personalizzare lo sviluppo del Business Plan. La partecipazione al bando è gratuita, previo superamento della selezione in base ai criteri previsti dall' art. 7 del regolamento.

Dal 2007 ad oggi la crisi ha prodotto un aumento del tasso di disoccupazione pari a tre punti, con un particolare appesantimento della situazione del lavoro femminile. Il tasso di disoccupazione, infatti, è passato dall'1,8% al 4% per gli uomini, mentre per le donne è salito dall'1,9% al 5,8%, con un picco particolarmente negativo nel 2010, quando si è attestato al 6,2%. Proprio per questo il percorso sostenuto dalla Camera di Commercio riserva particolare attenzione all'imprenditoria femminile, unitamente a quella giovanile.

Il titolo del progetto riprende il nome del profilo Facebook Fare Impresa (https://www.facebook.com/FareImpresaCCIAARE) già utilizzato dagli operatori camerali per interagire con imprese e altri utenti, al fine di veicolare al meglio le informazioni sulle iniziative camerali proposte dallo Sportello Nuove Imprese.
Le domande di accesso al bando possono essere inviate sia con raccomandata che in via telematica.
Per info e modulistica: www.re.camcom.gov.it - tel.0522/796505-530 - Servizio Promozione

Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia con cortese preghiera di pubblicazione e diffusione.

Giovedì, 14 Agosto 2014 11:05

Prosciutto di Modena in Riviera

Il Consorzio partecipa a un mare di sapori - Il Prosciutto protagonista il 22 agosto a Milano Marittima

Modena, 134 agosto 2014 - Il Prosciutto di Modena come una vera rock star, va in tour per le spiagge romagnole, partecipando attivamente ad "Un Mare di Sapori", la manifestazione che da luglio a settembre anima l'Emilia e la Riviera Romagnola con eventi e prodotti tipici.
Un viaggio lungo la Via Emilia per raccontare i prodotti tipici regionali lungo le 177 miglia romane che collegano Rimini a Piacenza. E' dedicata infatti alla via Emilia nei suoi 2200 anni di storia - e alla pasta ripiena - l'edizione 2014 della rassegna, promossa dall'assessorato regionale all'Agricoltura. La via Emilia è stata nei secoli snodo e crocevia di culture diverse. Luogo di contaminazioni culturali, ma anche culinarie. Forse è per questo che siamo la regione con la più alto numero di prodotti tutelati per la loro unicità con 39 Dop e Igp, 29 vini Doc, Igt e Docg, oltre 300 piatti della tradizione.

"Un Mare di Sapori" toccherà dal 10 luglio al 19 settembre le principali località dell'Emilia e della Romagna, con un ricco programma di eventi, spettacoli, in cui il Prosciutto di Modena sarà sempre presente in degustazione, per raccontare in particolare ai turisti l'identità agricola, agroalimentare ed enogastronomica della regione. Tra le novità di questa edizione, uno spettacolo di Matteo Belli dedicato alla pasta, anteprime a Bologna e Ferrara del Porretta Soul Festival accompagnate da vini del territorio, lo chef Marcello Leoni a Bologna con menù di pesce e, tra gli appuntamenti ormai tradizionali, 'Fuoco al Mito' (cottura sul fuoco del Re dei Formaggi, il Parmigiano-Reggiano) e il Tramonto DiVino, ovvero il meglio dei prodotti Dop e Igp abbinati ai grandi vini dell'Emilia-Romagna. Ed è proprio nella sezione Tramonto DiVino che il 22 agosto a Milano Marittina, in viale Gramsci, sarà protagonista il Prosciutto di Modena.
Consorzio del Prosciutto di Modena
E' lunga la storia del Consorzio del Prosciutto di Modena, che si è costituito in forma volontaria nel 1969, mentre la denominazione d'origine è stata riconosciuta ufficialmente in Italia dal 1990, e alla fine si è aggiudicato il marchio DOP nel 1996.
Attualmente il Consorzio del Prosciutto di Modena conta 9 produttori. La produzione di prosciutto stagionato "Modena" avviene in prosciuttifici di diverse dimensioni, per lo più contenute, ma con identiche modalità.
L'attività del Consorzio è finalizzata alla promozione e valorizzazione del Prosciutto di Modena ed in particolare al mantenimento ed alla salvaguardia delle caratteristiche organolettiche e nutrizionali del prodotto per fornire al consumatore le garanzie di salubrità e genuinità richieste ad un prodotto tipico.

Pubblicato in Agroalimentare Modena

Confesercenti: "Serranda alzata per un'attività ogni due. Aperti sì, per chi rimane in città, ma anche per contrastare gli effetti della crisi"

Modena 14 agosto 2014 - Strade deserte e saracinesche abbassate d'agosto? Un'immagine che ormai appartiene al passato. "Sono sempre meno, infatti – rileva Confesercenti Modena - i pubblici esercizi ed i negozi modenesi che chiudono nel periodo clou dell'estate, e con ogni probabilità almeno un'impresa su due quest'anno rimarrà aperta per tutto il mese. Le eventuali chiusure si limiteranno al fine settimana di Ferragosto, fatta eccezione però di diversi bar e ristoranti".

Guardando al capoluogo, sono in tanti quelli che hanno scelto di rimanere aperti in agosto: per continuare ad offrire un servizio, per intercettare quanti rimangono in città, così come gli eventuali turisti, o più semplicemente per lavorare e così contrastare le difficoltà economiche indotte dalla crisi. Si va dalle attività di vendita di generi alimentari (forni e rivendite di frutta e verdure per ovvie ragione non mancano nei diversi quartieri), ai negozi di abbigliamento (compresi quelli di alta moda in centro storico), dato che è periodo di saldi, fino ai centri estetici (per trattamenti viso e corpo), che pare registrino un vero e proprio incremento di presenze in questi giorni. Segno che chi è rimasto in città non rinuncia ad una pausa di benessere.

Appena differente la situazione riguardo bar e ristoranti: a colpo d'occhio risulta aperto almeno il 40%. "Riteniamo sia un po' azzardato pensare ad una città deserta di locali pubblici ad agosto ed in particolare al suo centro storico. Non lo è stato gli anni scorsi, pensiamo non lo sarà nemmeno questo. La città non si svuota ormai nemmeno a ridosso della metà del mese e i locali che optano per l'apertura sono diversi". Riguardo a quelli chiusi invece Confesercenti fa notare che: "È risaputo, ad esempio che (dati di Hera) il conferimento dei rifiuti diminuisce normalmente del 35% nelle due settimane centrali di agosto: dato che combacia con la minor presenza dei cittadini. Risulta normale quindi che una parte di bar e ristoranti siano chiusi. Senza contare inoltre che un certo numero di pubblici esercizi del cuore cittadino e non solo si regolano anche in conseguenza allo svolgimento delle attività lavorative presenti nelle loro zone: è naturale perciò pensare che un consistente numero di imprese chiuda per ferie. Oltre a questo c'è da considerare anche il calo dei consumi nei pubblici esercizi: -3,2% nel 2013 sull'intero 2012 e -1,4 % solo nei primi sei mesi di quest'anno. Si tratta di pranzi e colazioni venuti a mancare a causa delle ristrettezze economiche delle famiglie. Un calo fronte al quale le spese di gestione – costi energetici e del personale - sono aumentate e così le difficoltà nel far quadrare i bilanci. Mettendoci nei panni degli operatori, ci pare che la scelta di chiudere 10 o 15 giorno, oltre che meritato periodo di riposo, risulta quasi obbligata."

"Incertezze economiche e meteo – continua poi Confesercenti – hanno rallentato inoltre l'esodo dalla città, e le imprese commerciali si sono adeguate nella speranza di recuperare un po' di vendite. Sono le motivazioni economiche, infatti, a pesare più di tutti. Considerato inoltre che nei primi 6 mesi del 2014 a livello nazionale si sono persi circa 1,7 miliardi di consumi, cui si aggiunge la scomparsa sempre nello stesso periodo e sempre in ambito nazionale di oltre 20mila attività nel commercio e nel turismo. Si rimane aperti d'estate, dunque, per non chiudere per sempre in autunno, quando assisteremo a un diluvio di balzelli, a partire da Tari e Tasi, che potrebbero trasformarsi in una vera e propria stangata per le imprese".

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