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Domenica, 15 Ottobre 2017 08:19

Ma come pensano?

Viene veramente da domandare come pensano i nostri deputati. Quali sono i processi logici che che sottendono i loro ragionamenti?

di Lamberto Colla Parma 15 ottobre 2017
Più mi interrogo e più mi convinco che i nostri rappresentanti appartengano a una razza aliena, sempre più distanti dalla realtà del Paese e dalle esigenze "basali" dei suoi abitanti.

Prendiamo ad esempio la legge elettorale che sta prendendo corpo in queste ore.
Due anni di schermaglie dialettiche, senza alcun contenuto, sono trascorse pur di arrivare e scavallare il fatidico "Vitalizio day", ovvero il compimento dei 4 anni, 6 mesi e un giorno che finalmente concedono il diritto, ai parlamentari di prima nomina, di portarsi a casa la "pensioncina".

Due anni persi e ora hanno fretta! il Paese non può attendere, sembra che sia l'opinione non dichiarata dei rappresentati delle principali forze politiche.

E allora giù di mattarellum per far passare il rosatellum (bis).

Lasciamo da parte le declinazioni "simil latineggianti" assegnate alle leggi elettorali e alle proposte discusse, viene però da chiedersi come "diavolo" ragionino e se un po' di pudore e sensibilità gli sia rimasta nell'anima o, come purtroppo inizio a convincermi, possano dire e fare tutto perché ormai gli italiani sono anestetizzati e troppo deboli per ribellarsi, tramortiti dai troppi pensieri personali.

Ma che la legge elettorale, pur di farla passare in breve tempo, venga forzata con il "Voto di Fiducia" non si era mai visto nella pur breve vita della nostra repubblica.

Di fiducia in fiducia il Rosatellum bis ha superato lo scoglio della Camera dei deputati.

Al tempo dei governi Berlusconi, non passava giorno che i quotidiani inveissero sull'uso disinvolto del voto di fiducia. Negli ultimi 5 anni di "governi" imposti, la fiducia è stata utilizzata ben più frequentemente di Berlusconi, per giungere addirittura a farne uso sulla legge elettorale, nel silenzio di tutti i grandi editorialisti e anchorman televisivi. Hanno taciuto persino le opposizioni. Pur ipotizzando un buon testo legislativo, cosa comunque non vera leggendo i punti cardine della riforma, la legge elettorale è una questione parlamentare e non certo di governo per essere trattata con la fiducia.

E alla fine cosa è stato partorito? Un meccanismo elettorale che non toglierà di mano il pallino alle segreterie dei partiti e perciò avremo ancora un parlamento di sconosciuti e di soggetti che non rappresenteranno i territori di provenienza, che residenti in Italia potranno essere candidati nei collegi esteri e che il voto disgiunto non sarà ammesso.

Ormai è inutile parlarne, le segreterie non molleranno mai più il l'osso.

Ma quello che sconcerta sono le dichiarazioni che sono seguite. Una in particolare, quella dell'On. Brunetta (FI), è rappresentativa del modus operandi tra maggioranza e opposizione, esprime soddisfazione perché è la "legge che scontenta un po' tutti e quindi è la migliore che si potesse fare".
Va bene il negoziato, ma i sacri testi scrivevano il contrario. Il miglior compromesso deve soddisfare tutte le parti coinvolte, non scontentarle tutte!

Ormai siamo allo sbando.

Il Buon senso si è smarrito completamente e l'applicazione delle norme quotidianamente confermano il detto latino "summum ius, summa iniuria" . L'eccesso di diritto equivale a eccesso di ingiustizia.

Ne sa bene Peppina, la nonnina 95enne di San Martino di Fiastra, sfrattata dalla casetta di legno costruita sul suo terreno dopo che la sua casa è andata distrutta dal terremoto. Non era in regola con il vincolo del paesaggio e per di più volumi in eccesso.

Un esempio tipico di ingiustizia e immoralità. A sua difesa avrebbero dovuto intervenire i giovani del luogo, picchettando l'abitazione e cercando di far rinsavire i burocrati e gli inutili amministratori dell'emergenza e della ricostruzione! Commissari insensibili e pavidi, capaci solo di gongolarsi di mostrine e medaglie, nemmeno conseguite sul campo.

A Peppina non resta che dormire in una roulotte, con bagno esterno, cercando di sopravvivere ai rigori dell'inverno imminente. Svegliamoci!

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Gli esperti del Gruppo bancario incontrano gli imprenditori locali nell'ambito di un appuntamento volto a fornire strumenti e conoscenze utili per sviluppare il giro d'affari sui mercati del Centro ed Est Europa

Nel corso del primo semestre 2016 il giro d'affari dell'Emilia Romagna con la Russia ha registrato oltre 590milioni di euro di esportazioni e poco meno di 120milioni di euro di importazioni.

Nel 2017, tra gennaio e giugno, gli scambi crescono ancora per l'export emiliano romagnolo verso il mercato russo sfiorando nei quota 720milioni di euro. Tra le province della regione, per Bologna si osserva tra il 2016 e il 2017 un aumento del 21% per le esportazioni verso la Russia, con un incremento del business da circa 153milioni di euro rilevati per il primo semestre 2016 a oltre 185milioni registrati nei primi sei mesi dell'anno in corso.

In particolare, secondo i dati Istat elaborati da UniCredit per Bologna le entrate maggiori arrivano dall'esportazione verso la Russia di macchinari e apparecchiature per oltre 87 milioni di euro nel primo semestre del 2017 (+28% rispetto al pari periodo 2016) e di prodotti tessili e dell'abbigliamento (oltre 33 milioni di euro, +10% rispetto al medesimo periodo 2016). Per l'area bolognese si registra anche un consistente aumento dell'esportazione di articoli farmaceutici e chimici medicinali, con un giro d'affari che nel primo semestre 2016 si attesta intorno a 9mila euro e che nel primo semestre 2017 balza a circa 580mila euro. Business in crescita anche per le produzioni di agricoltura, silvicoltura e pesca sempre più richieste dalla Russia: l'Emilia Romagna registra infatti un +26% nel raffronto primo semestre 2016-2017. L'area bolognese, nello specifico, vede aumentare i flussi da circa 9mila euro nei primi sei mesi del 2016 a circa 57mila euro nel primo semestre 2017.

I numeri, insomma, indicano quello russo come un mercato dalle buone potenzialità e fortemente interessato alle eccellenze del "Made in Italy".

In particolare del "Made in Emilia", inteso soprattutto come meccanica, agroalimentare e moda. Per questo UniCredit ha dedicato uno specifico focus sul business con la Russia nell'ambito del Forum CEE che si è svolto oggi a Bologna, cui hanno partecipato una trentina di imprenditori del territorio.

Una giornata di confronto e approfondimento sui mercati dell'Europa centro orientale volta ad aumentare le relazioni industriali e commerciali tra i Paesi dell'area e il tessuto imprenditoriale locale, sfruttando le potenzialità offerte in termini di consulenza, prodotti e servizi da UniCredit, leader nell'area CEE.

Ai saluti iniziali di Andrea Burchi, Regional Manager Centro Nord UniCredit, hanno fatto seguito l'introduzione di Alessandro Paoli, Responsabile dell'International Center Italy della banca, gli interventi di Mauro Giorgio Marrano, Strategy and Corporate Foresight Unit - Coordinatore per l'area Centro e Est Europa, che ha fatto il punto sugli aspetti salienti dello scenario macro-economico in Europa Centro Orientale e di Roberto Poliak, Responsabile dell'International Center Central & Eastern Europe, che ha illustrato il modello di servizio e le best practices della banca.

L'intervento di Graziano Cameli, General Manager di UniCredit Russia, ha concluso la giornata di lavori centrando l'attenzione sulle opportunità commerciali offerte dalla Russia alle le imprese italiane e in particolare a quelle dell'area emiliano romagnola.

"Il nostro obiettivo – ha spiegato Andrea Burchi – è aprire una porta d'accesso privilegiata alle imprese del territorio affinché possano entrare in contatto con mercati esteri che offrono interessanti prospettive di crescita. Per questo organizziamo eventi specifici come questo Forum con focus sui Paesi del Centro e Est Europa. Iniziative che si aggiungono alla quotidiana operatività dei nostri specialisti e dei nostri International Center, specializzati nel business crossborder. Così garantiamo sostegno concreto e operativo alle realtà produttive locali, ponendoci come partner ideale per facilitare l'avvio e lo sviluppo dei rapporti d'affari tra le imprese interessate".

UniCredit è un Gruppo paneuropeo semplice e di successo, con un modello commerciale lineare e un segmento Corporate & Investment Banking perfettamente integrato che mette a disposizione degli oltre 25 milioni di clienti un'unica rete in Europa Occidentale, Centrale e Orientale. UniCredit offre competenze locali nonché una rete internazionale in grado di accompagnare e supportare a livello globale la propria ampia base di clientela, fornendo un accesso senza precedenti alle banche leader presenti nei propri 14 mercati strategici e in altri 18 Paesi in tutto il mondo. Il network del Gruppo comprende Italia, Germania, Austria, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Ungheria e Turchia.

LE POTENZIALITÀ DEL MERCATO RUSSO: L'EMILIA-ROMAGNA E BOLOGNA

Emilia-Romagna

Nei primi 6 mesi del 2017 il giro d'affari dell'Emilia-Romagna con la Russia ha riguardato oltre 120,3 milioni di euro di importazioni e circa 720 milioni di euro di esportazioni. Rispetto al primo semestre 2016 le vendite hanno fatto registrare un +21%, gli acquisti sono rimasti sostanzialmente invariati.

I settori trainanti per le esportazioni dall'Emilia-Romagna in Russia nei primi sei mesi del 2017 sono stati:

- macchinari ed apparecchi per oltre 256 milioni di euro, in aumento del 32% rispetto al primo semestre 2016;
- prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori per oltre 189 milioni di euro, in aumento del 12% rispetto ai primi sei mesi del 2016;
- articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi per quasi 53 milioni di euro, in aumento del 18% rispetto al corrispondente periodo del 2016;
- sostanze e prodotti chimici per quasi 52 milioni di euro, in aumento del 7% rispetto ai primi 6 mesi del 2016;
- metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti per circa 31 milioni di euro, in aumento del 34% rispetto al primo semestre 2016.

Bologna

Nei primi 6 mesi del 2017 il giro d'affari di Bologna con la Russia ha riguardato quasi 9 milioni di euro di importazioni e più di 185 milioni di euro di esportazioni. Rispetto al primo semestre 2016 le vendite hanno fatto registrare un +21%, gli acquisti sono diminuiti del 21%.

I settori trainanti per le esportazioni da Bologna in Russia nel primo semestre 2017 sono stati:

- macchinari ed apparecchi per oltre 87 milioni di euro, in aumento del 28% rispetto al primo semestre 2016;
- prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori per più di 33,5 milioni di euro, in aumento del 10% rispetto ai primi 6 mesi del 2016;
- sostanze e prodotti chimici per oltre 20 milioni di euro, in aumento del 3% rispetto al corrispondente periodo del 2016;
- mezzi di trasporto per quasi 18 milioni di euro, in forte aumento (+57%) rispetto ai primi 6 mesi del 2016;
- prodotti delle altre attività manifatturiere per oltre 7 milioni di euro, anche in questo caso in notevole aumento (+41%) rispetto ai primi 6 mesi del 2016.

[Fonte. Elaborazioni Retail Value Management & Research UniCredit su dati ISTAT]

Editoriale: il rigurgito delle autonomie - Precipita il latte spot - Minori stock di corn rispetto alle previsioni - Scandiano, la "Spergola" ricomincia da qui - Si è insediato il nuovo direttore del Consorzio di Bonifica Parmense - Bottiglie di Prosecco italiano esplodono sugli scaffali - Ismea: import e export in crescita

SOMMARIO
Anno 16 - n° 40 8 ottobre 2017
1.1 editoriale
Il rigurgito delle autonomie.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Precipita il latte spot
3.1 cereali e dintorni Minori stock di corn rispetto alle previsioni
4.1 vino e biodiversità Scandiano, la "Spergola" ricomincia da qui.
6.1 bonifica / nomine Si è insediato il nuovo direttore del Consorzio di Bonifica Parmense
7.1 sicurezza alimentare Taleggio Contaminato. Tre casi in un mese per la valsassinese Carozzi
7.2 sicurezza alimentare Erba velenosa negli spinaci surgelati, scatta il richiamo del Ministero della Salute.
8.1 allarme prosecco belgio Bottiglie di Prosecco italiano esplodono sugli scaffali
8.2 eventi -ANUGA Mulino Alimentare Spa, presente all'ANUGA dal 7 all'11 ottobre.
9.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Il cambio mantiene alti i prezzi.
10.1 import export Ismea: import e export in crescita
11.1 promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners

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 20171008-cibus40-COP

 

Domenica, 08 Ottobre 2017 08:55

Il rigurgito delle autonomie.

E Brexit fu solo l'inizio. Se un risultato positivo si poteva riconoscere all'Europa Unita è la "pace" che si è instaurata nel vecchio continente. Le sopite spinte indipendentiste potrebbero invece riprendere forza, minando l'Europa e addirittura gli stessi Stati.

di Lamberto Colla Parma 08 ottobre 2017
Finalmente dopo due guerre mondiali sembrava che gli uomini avessero imparato la lezione dando vita a tutta una sequenza di accordi comuni che diedero, infine, vita all'Unione Europea. Vincitori e vinti tutti insieme per ricostruire e costruire un nuovo sistema economico e sociale fondato sui pilastri della solidarietà.

Anche quei conflitti interni ad alcuni Stati, che sembravano irrisolvibili, dall'IRA all'ETA, si sono sedati e le fazioni armate hanno deposto le armi accettando di negoziare i loro specifici interessi, attraverso la dialettica politica.

Era il 28 luglio 2005 quando l'IRA, (Irish Republican Army) l'Armata repubblicana irlandese, decise di abbandonare la lotta armata contro il governo della Gran Bretagna ordinando a tutti i suoi militanti di non svolgere più alcuna azione violenta e armata per perseguire i propri fini.

Nel 2011 l'Eta ha dichiarato il cessate il fuoco e da quel momento non ci sono più state azioni terroristiche. Dall'aprile del 2017 inoltre, in una lettera diffusa dalla BBC, l'ETA ha dichiarato il completo disarmo sottolineando comunque che "il processo di disarmo è ancora in corso e può essere ancora compromesso dai nemici della pace".

E il problema sta proprio qui.

I fatti di Catalogna, dove si è tentato di votare il referendum per ottenere l'indipendenza dallo Stato spagnolo, associati a un più esteso malcontento tra i popoli europei, possono aver rianimato i diversi sentimenti autonomisti o indipendentisti, minando, questa volta in maniera irreversibile, gli instabili equilibri da poco ottenuti.
Tant'è che, a seguito della Brexit, è stata la volta della Scozia a manifestare la volontà di sganciarsi da sua maestà la Regina per aggregarsi, questa volta all'UE.

Anche l'Italia non vuole sottrarsi alla moda dell'autonomia. I cittadini di Lombardia e Veneto andranno alle urne, il prossimo 22 ottobre, chiamati a esprimersi sulla possibilità di realizzare un accordo con lo Stato allo scopo di chiedere maggiori poteri in un modo previsto dalla Costituzione italiana. Pochi giorni fa, infine, l'Assemblea Legislativa dell'Emilia Romagna ha votato affinché il Presidente Stefano Bonaccini abbia pieni poteri per negoziare con lo Stato Centrale una maggiore autonomia regionale.

Il rischio è che il voto in Lombardia e Veneto possa tornare a dare forza ai movimenti autonomisti e indipendentisti del nord Italia.

Insomma, l'unione dell'Europa è sempre meno vissuto come un fattore di forza bensì come elemento di di debolezza, soprattutto per le regioni a maggior tasso di ricchezza (vedi Catalogna, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna).

Ora, se una falla dovesse aprirsi, l'UE si dissolverebbe come la neve al sole. E' giunto perciò il momento che la politica riprenda le redini degli Stati e dell'UE pensionando l'esercito di UEmanoidi, i freddi e asettici burocrati che hanno preso pieni poteri condizionando fortemente le politiche dei paesi membri, riuscendo nell'impresa, quasi impossibile, di allontanare i popoli dall'UE. Quell'unione tanto desiderata e finalmente festeggiata con l'introduzione definitiva della moneta unica, il capodanno dell'Euro l'1gennaio 2002. L'euro scetticismo in quel momento si era sopito sovrastato dalle speranze di miglioramenti.

L'indebolimento politico della Merkel, a seguito delle recenti elezioni tedesche, potrebbe aprire spazi per riprendere una conduzione collettiva e politica dell'UE, magari ripristinando anche gli antichi valori che furono i fondamenti originali, e dove l'Italia e la Francia potrebbero tornare ad assumere un ruolo di maggior peso sulle questioni del "sud europa" e sulla stabilità politica del  l.

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UniCredit e SACE (Gruppo CDP) per la crescita internazionale di Ferretti Group: 35 milioni di euro a supporto di nuove commesse di yacht

Roma, 28 settembre 2017 – UniCredit e SACE, che insieme a SIMEST costituisce il Polo dell'export e dell'internazionalizzazione del Gruppo CDP, hanno perfezionato un'operazione di finanziamento per sostenere Ferretti Group nell'approntamento di nuove commesse estere.

La linea di credito da 35 milioni di euro, erogata da UniCredit e garantita da SACE, è finalizzata a supportare le esigenze di capitale circolante del Gruppo emiliano-romagnolo per l'esecuzione di commesse estere di yacht e navi da diporto.

L'Avvocato Alberto Galassi, Amministratore Delegato di Ferretti Group, ha dichiarato: «UniCredit e SACE stanno sostenendo la crescita del Gruppo Ferretti. Le nuove linee di credito saranno impiegate per la costruzione di imbarcazioni destinate al mercato mondiale. Il Gruppo Ferretti sta riscuotendo uno straordinario successo commerciale che consentirà all' Azienda di chiudere l'anno con una raccolta ordini complessiva di oltre 400 milioni di euro, confermando e consolidando lo straordinario risultato già raggiunto nel 2016 con il ritorno all'utile a due cifre. Il Gruppo sta proseguendo la forte penetrazione commerciale a livello internazionale: l'area Europe - Middle East - Africa ha contribuito per il 53% dei nuovi ordini, le Americhe per il 28% e i mercati Asia Pacific per il 19%. La crescita del gruppo e delle esportazioni richiede, per un prodotto complesso e con tempi di attraversamento medio-lunghi, il supporto di partner finanziari esperti, solidi e affidabili. UniCredit e SACE stanno facendo sistema insieme al Gruppo Ferretti, sostenendo la crescita e il successo di una industria italiana leader nel mercato della nautica mondiale».

Con questa operazione, UniCredit e SACE confermano il proprio impegno in favore delle aziende italiane della cantieristica nautica, un settore dove il Made in Italy gioca, a livello globale, un ruolo di primaria importanza. In particolare SACE ha supportato in diverse occasioni Ferretti Group fornendo le garanzie necessarie all'azienda per l'approntamento e l'esecuzione delle commesse estere.

Ferretti Group è leader mondiale nella progettazione, costruzione e commercializzazione di motori yacht e navi da diporto.

L'azienda si avvale di sei moderni cantieri , tutti in Italia dove costruisce imbarcazioni e navi da diporto da 8 a 90 metri in vetroresina, acciaio e alluminio sotto i marchi Ferretti Yachts, Pershing, Itama, Riva, Mochi Craft, CRN e Custom Line. Il Gruppo, oltre a essere presente negli Stati Uniti e in Asia attraverso le proprie controllate, si avvale di un network di circa 60 dealer gli permette di operare in oltre 80 Paesi in tutto il mondo.

Domenica, 01 Ottobre 2017 09:45

Italia - Francia, pace armata?

Si accendono le speranze di cambiamento. Italia e Francia si accordano sulla delicata questione Fincantieri - STX, in modo da non far sfigurare nessuno.

di Lamberto Colla Parma 01 ottobre 2017 -
La notte porta consiglio. In questo caso, la disputa che vede contrapporsi interessi strategici incrociati tra Italia e Francia, è stata l'estate a portare consiglio.

Da un lato la Francia di Macron, che smentendo gli accordi del suo predecessore Hollande, è pronta a giocare il Golden Power, infilandosi a gamba tesa sull'acquisizione da parte di Fincantieri del cantiere navale STX, azienda giudicata strategica dal nuovo presidente francese.
Nel frattempo, i giochi pirotecnici di Monsieur Bollorè, patron di Vivendì, hanno acceso l'orgoglio italico quando, acquisito il controllo di TIM senza averne dato comunicazione, il Governo italiano è intervenuto anch'esso minacciato l'utilizzo dell'opzione Golden Power, ritenendo TIM e il comparto comunicazioni di interesse strategico.

Opzione che non era possibile mettere in campo nella disputa Vivendi-Mediaset, allorquando Bollorè decise di non rispettare l'accordo con Berlusconi, relativamente a Premium, e intraprendere la scalata a Mediaset di fine 2016 a seguito della quale il "biscione" ha fatto intervenire il Tribunale. Tre miliardi di euro l'ammontare del risarcimento richiesto da parte di Mediaset, dalla controllata Rti, e da Fininvest, secondo quanto Radiocor Plus ha estrapolato dalla lettura della relazione trimestrale di bilancio di Vivendi.

Il primo "Gioco di Prestigio", come l'ha etichettato la stampa transalpina, è stato definito nelle scorse ore tra il nostro Paolo Gentiloni e il "nuovo che avanza" Emmanuel Macron, sulla questione della cantieristica navale.
A Fincantieri è stato assegnato il 50% del capitale (49% ai francesi) e la Governance sarà garantita, per 12 anni attraverso la concessione in prestito dell'1% al capitale di maggioranza, a patto che la compagnia italiana rispetti gli accordi di sviluppo pattuiti. In caso contrario i cugini saranno legittimati a applicare il Golden Power.

Più che un gioco di prestigio, una trattativa all'"italiana", un'accordo che apparentemente non fa sfigurare nessuna parte in causa.
Una vittoria italiana, migliore del previsto secondo il Ministro dello Sviluppo Economico Calenda, che potrà ammansire i nostri negoziatori sulla vicenda TIM riconoscendo, probabilmente, uno sconto sulla sanzione prevista (300 milioni) o qualche altro altro "benefit" che Bollorè dovesse avanzare, visti i molteplici interessi in terra italica.

Vedremo come proseguirà la vicenda.

Al momento occorre comunque registrare un passo significativamente importante nei colloqui bilaterali tra Francia e Italia che, se saranno ben coltivati, potrebbero effettivamente trasferire la trazione dell'Europa da germanocentrica a integrale mediterranea.

Chissà se Gentiloni e Macron troveranno una piattaforma di interessi da condividere, sempre che non si accenda la lite libica per il controllo dei pozzi, trascinando i partner fuori dall'austerity per intraprendere nuovamente il cammino dello sviluppo e della solidarietà.
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SOMMARIO Anno 16 - n° 39 01 ottobre 2017 - Editoriale: Italia - Francia, pace armata - Lattiero caseario. Prosegue la fase calante del latte. - Cereali e dintorni. Il mercato mostra timidi ma costanti segnali di ripresa - Ponte di Casalmaggiore. Emergono nuovi danni ai travi - Salmone o non Salmone, questo è il problema! - Froneri, chiesto l'apertura del tavolo di crisi. La nuova tegola caduta sull'occupazione parmense.

SOMMARIO Anno 16 - n° 39 1 ottobre 2017

1.1 editoriale
Italia - Francia, pace armata.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Prosegue la fase calante del latte.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Il mercato mostra timidi ma costanti segnali di ripresa
4.1 turismo Turismo da record in Emilia Romagna
5.1 economia / Viabilità Ponte di Casalmaggiore. Emergono nuovi danni ai travi
6.1 campagna cereali Consorzio Agrario di Parma: primo bilancio della stagione cereali
6.2 sisma 2012 fondi sicurezza Sisma 2012. Fondi aperti anche per il settore agricolo.
7.1 nutrizione, scienza e fake Salmone o non Salmone, questo è il problema!
8.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Niente di scontato. In attesa degli aggiornamenti di USDA.
9.1 crisi e occupazione Froneri, chiesto l'apertura del tavolo di crisi. La nuova tegola caduta sull'occupazione parmense.
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11.1 promozioni "birra" e partners

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 2017091ott17-COP

 

Oltre che sul fronte del volume di transazioni immobiliari, il mercato immobiliare dell'Emilia Romagna sembra poter garantire adeguate soddisfazioni anche sul fronte dell'andamento dei prezzi degli immobili nella regione, che dopo un lungo periodo di calo hanno finalmente raggiunto l'attesa stabilizzazione e, sulla base degli elementi statistici più recenti, sembrano essere in grado di porre in essere la sospirata inversione di tendenza.

I prezzi medi richiesti per vendita e affitto
Stando alle ultime rilevazioni, infatti, i prezzi degli immobili localizzati in Emilia Romagna si sono finalmente stabilizzati dalla stagione primaverile 2017 ad oggi, manifestando un valore per metro quadro che si aggira intorno a 1.835 euro. Con un simile valore medio estivo, ne deriva un lieve incremento su base mensile e un'attenuazione della diminuzione dei prezzi medi commerciali su base annua a un solo punto percentuale.
Le buone notizie sono sicuramente più accentuate per quanto concerne l'andamento del prezzo medio richiesto al mese per immobili in affitto. Nel comparto della locazione, infatti, le quotazioni sono da tempo in crescita, e nel corso dell'estate 2017 hanno sfiorato i 9 euro per metro quadro al mese, circa 25 centesimi di euro in più rispetto a quanto richiesto nell'anno precedente.

Buona crescita a Forlì e Cesena
I prezzi medi di cui sopra celano, naturalmente, delle prestazioni di sviluppo a ritmi altalenanti. Da un'analisi territoriale più approfondita risulta ad esempio come il mercato immobiliare di Forlì e provincia sia in buona crescita, con un incremento del numero di transazioni tra il 2015 e il 2016 pari a + 16,4%, con un picco del + 19,8% nel solo comune di Forlì.

Una crescita, quella di cui sopra, che è stata favorita dalla sussistenza di prezzi immobiliari molto convenienti, valutato che tra il 2016 e il 2017 le quotazioni immobiliari Forlì sono calate ancora a quota 1.577 euro al metro quadro, alimentando una competitività storica piuttosto accentuata per quanto la convenienza a porre in essere l'operazione di acquisto.

In proposito per quanto concerne la disponibilità di appartamenti e unità immobiliari a Forlì, secondo le ultime rilevazioni statistiche compiute da Forlì Casa emerge come la soluzione più presente negli annunci del portale sia il trilocale, con una quota di mercato del 38,1% per le vendite e del 30,6% per gli affitti, davanti al bilocale, con 12,7% di quota di mercato per le vendite e il 32,3% per gli affitti. Nutrita è anche la presenza di case singole in vendita (11%) e di monolocali in affitto (6,5%).

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Domenica, 24 Settembre 2017 11:36

c.a.s.e.a. SOMMARIO Anno 16 - n° 38 24 settembre 2017

Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 16 - n° 38 24 settembre 2017 - Editoriale: Vitalizio Day -Lattiero caseario. Cedono solo i listini del latte spot. - Chiffon Tricolor in Emilia - Cereali e dintorni. Pubblicati i dati del COCERAL.

SOMMARIO Anno 16 - n° 38 24 settembre 2017
1.1 editoriale
Vitalizio Day. Finalmente si può discutere di legge elettorale
2.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Cedono solo i listini del latte spot.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati in leggero recupero
4.1 champagne eventi Chiffon Tricolor in Emilia
4.2 sicurezza alimentare Uova fresche contaminate: scatta il ritiro del Ministero della salute
5.1 CHEESE - il futuro delle DOP Siamo condannati a un futuro di formaggi banali e standardizzati?
6.1 contrasto alla cimice asiatica Cereali e dintorni. Pubblicati i dati del COCERAL.
6.2 nutrizione salute UVA, un rimedio contro lo stress
7.1 Pomodoro OI Pomodoro istituisce un fondo di emergenza "batteriosi"
8.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Pubblicati i dati del COCERAL.
9.1 consumi alimentari Dopo 5 anni i consumi tornano a salire
10.1promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners

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Si accendono le speranze di cambiamento. Il Vitalizio Day è arrivato dopo interminabili 4 anni, 6 mesi e un giorno. Chissà che ora i parlamentari inizino a lavorare per il Paese. Ora che sono a posto. Resta da sistemare solo Matteo Renzi.

di Lamberto Colla Parma 24 settembre 2017 -
Chissà se finalmente sia giunto il momento per le forze politiche, tranquillizzate di avere messo al sicuro la "pensione" degli oltre 600 parlamentari di prima nomina e possano finalmente mettere in calendario delle azioni condivise per fare riprendere la nostra povera italietta.

Il 15 settembre 2017 è scattato il "Vitalizio day" per oltre 60% dei parlamentari italiani. Per la precisione sono ben 608 i parlamentari che si sono assicurati un pezzo di "vecchiaia", tra i quali anche il nutrito gruppo di "grillini" (88 deputati e 35 senatori) ma ancor più consistente è la compagine PD che conta di 209 deputati alla prima legislatura su 301 e 71 senatori su 113. Un elenco di neo eletti che raccoglie anche esponenti di Forza Italia, gruppo Misto, Scelta Civica e anche Sinistra Italiana e pure due alte cariche dello Stato: la Presidenta della Camera Laura Boldrini e il Presidente del Senato Pietro Grasso.

E' stata dura e lunga, ma se Dio vuole, 4 anni, 6 mesi e un giorno sono trascorsi e anche gli ultimi 608 avranno la pensione garantita.

Ci resta solo Matteo Renzi da mettere a posto. IL segretario onnipotente del PD e ex Primo Ministro italiano non parlamentare, ha trovato anch'egli la strada per tentare l'elezione e quindi la scalata alla pensione. "Mi candido al Senato nel collegio di Arezzo" ha sentenziato il Gianburrasca fiorentino, in occasione della presentazione del suo libro "Avanti", lo scorso 10 settembre proprio nel capoluogo toscano.

A parte il fatto che il collegio uninominale di Arezzo non esiste, ma piuttosto sarà quello della Toscana, Matteo Renzi, al quale probabilmente brucia ancora il defenestramento da Palazzo Chigi per effetto del Referendum Costituzionale, con la solita spavalderia guascona, in terra di Banca Etruria peraltro, ha strabordato con l'infelice frase "Non hanno voluto abolire il Senato? E allora io mi candido al Senato, ad Arezzo" come testimonia il video di "ArezzoNotizie.it" visibile a questo link.

Insomma, pare proprio che oramai ci siano tutti i presupposti per discutere sulla nuova legge elettorale (tant'è che il 21 settembre l'argomento era puntualmente in agenda parlamentare) e forse, udite udite, in primavera si tornerà alle urne per una parvenza di democrazia ritrovata.

Però, nel frattempo, pur di raggiungere il loro scopo personale, altri due anni sono stati perduti. Prima per la campagna elettorale referendaria (2016) e poi nel 2017 per le varie emergenze, migranti soprattutto, tralasciando i veri problemi del Paese, ormai ridotto a macerie, non solo a causa dei terremoti, ma per effetto di un'austerity programmata e varata dal prof. Monti, che ha portato a indebolire il sistema economico e sociale del Bel Paese.

Dove non è arrivata la longa manus della corruzione, le infrastrutture si stanno sgretolano per l'incuria e la mancata manutenzione.

L'ultimo caso in ordine di tempo è la chiusura del Traforo del Gran San Bernardo ma è d'attualità anche la rete viaria, che dovrebbe scavalcare il PO in zona emiliana, compromessa per l'inagibilità totale o parziale dei ponti (Colorno-Casalmaggiore completamente chiuso e altri con limitazioni, a traffico alternato o ridotto).

Per non parlare della ricostruzione delle zone terremotate (Amatrice & C.). Voci di corridoio, ma saranno le solite malelingue, lamentano che l'ex Commissario alla Ricostruzione Vasco Errani fosse ormai diventato ossessivo e incalzante nel tentativo di disporre di quei fondi stanziati dal Governo e ben poco elargiti per far fronte all'incarico per dare finalmente soddisfazione alle popolazioni del centro Italia.

Chissà che la tenace piacentina Paola De Micheli, subentrata a Errani alcuni giorni orsono, sia più seducente e riesca a ottenere quello che all'ex governatore dell'Emilia Romagna non è riuscito.

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Pubblicato in Politica Emilia
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