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Un giovane su dieci è povero assoluto, nel 2007 era uno su 50. Monsignor Galantino: dati straordinariamente negativi.

di LGC - Parma 19 novembre 2017 - 
Sollecitato dall'impietoso dossier sulla povertà giovanile, diffuso dalla CARITAS nei giorni scorsi, ho provato a ricercare una correlazione tra crisi e suicidi per verificare se vi fossero analogie. Un'ipotesi purtroppo pienamente verificata.

Partiamo dal rapporto Caritas.
Un giovane su dieci è povero assoluto, nel 2007 era uno su 50. Monsignor Galantino: dati straordinariamente negativi, non si tratta solo dei clochard. Oltre 200mila persone hanno chiesto aiuto.

I figli stanno peggio dei genitori, i nipoti peggio dei nonni: in Italia la povertà cresce al diminuire dell'età quella. I capifamiglia sotto i 34 anni sono sempre più in difficoltà, i tassi di disoccupazione giovanile (37,8% nel 2016) sono tra i più alti d'Europa (18,7%), l'ascensore sociale è bloccato e si registra un record di Neet (26%). Nel corso del 2016 205.090 persone si sono rivolte ai Centri di ascolto in rete (Cda) della Caritas: tra questi il 22,7% ha meno di 34 anni. I dati arrivano dal Rapporto su povertà giovanile ed esclusione sociale 2017 "Futuro anteriore", presentato lo scorso 17 novembre a Roma dalla Caritas italiana.

Il 42,8% è italiano.
L'età media è di 43,6 anni, il 64,4% è disoccupato. C'è una una sostanziale parità tra uomini (49,2%) e donne (50,8%). I senza dimora sono il 17,8% (in crescita rispetto al 2015): circa 26 mila persone. Il problema più frequente anche nel 2016 è la povertà economica (76,7%), seguita da problemi occupazionali (56,8%), abitativi (24,1%) e familiari (14,0%).
Le richieste più frequenti riguardano beni e servizi materiali (60,6%), sussidi economici (25,7%) e richieste per lavoro (14,0%) o alloggio (7,7%).

La situazione dei giovani è più critica degli anziani. Da 5 anni è "più allarmante di quella vissuta un decennio fa dagli over 65", scrive il rapporto: nel nostro Paese un giovane su dieci vive in uno stato di povertà assoluta; nel 2007 era appena uno su 50.
Dal 1995 il divario di ricchezza tra giovani e anziani si è ampliato: la ricchezza media delle famiglie con capofamiglia di 18-34 anni è meno della metà, mentre quella delle famiglie con capofamiglia con almeno 65 anni è aumentata di circa il 60%.

Il segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino, commentando i risultati del rapporto Caritas alla presentazione alla Stampa Estera a Roma ha detto che sbaglieremmo noi se identificassimo i poveri soltanto con i clochard, con l'immigrato che sbarca sulle nostre coste, dovremmo allargare un pò lo sguardo alle tante donne prive di dignità. C'è una povertà straordinaria e straordinariamente negativa, soprattutto oggi abbiamo bisogno di aprire il nostro sguardo, il nostro cuore alla povertà dei nostri giovani, una povertà non tanto fatta di mezzi materiali ma una povertà ancora più grossa cioè quella di non poter progettare il proprio futuro e crearsi delle alternative a una vita di dipendenza".
Galantino ha anche osservato come l'Italia si trovi dietro a molti Paesi europei nelle classifiche sulla crescita economica. "I dati che abbiamo dal nostro rapporto ci dicono che la nostra situazione non è di quelle buone, non siamo nell'alta classifica per aver superato il problema della povertà, anzi".

Veniamo ora a fare un'incursione nel terrificante mondo dei suicidi.
Ogni anno in Italia sono circa 4 mila le persone che si tolgono la vita. La maggior parte sono uomini (77%). Negli ultimi anni, infatti, a causa della crisi economica, c'e' stato un aumento del 12 per cento di suicidi nella fascia d'eta' tra i 25 e i 69 anni. Ma in Italia il suicidio e' la seconda causa di morte nella fascia d'eta' dai 15 ai 29 anni.

E si registrano casi di ragazzini tra i 10 e i 14 anni. "Questi rappresentano qualcosa di terribile- spiega, in un'intervista con l'agenzia Dire alla fine di febbraio scorso, il direttore del Servizio per la Prevenzione del Suicidio dell'ospedale Sant'Andrea di Roma, Maurizio Pompili- Dal 1970 al 2008 in quella fascia d'eta' si sono suicidati 354 bambini, ma la cifra in questi restanti nove anni e' aumentata".
Secondo Pompili "mentre la mortalita' si e' ridotta in tutte le altre cause, dagli incidenti stradali alle malattie, nel suicidio non sono state messe in atto misure preventive, come il riconoscimento precoce dei soggetti a rischio o la formazione nelle scuole e nelle famiglie".

Stando all'infografica dell'ISTAT, realizzata per la giornata mondiale per la prevenzione dei suicidi, il numero dei suicidi è inferiore del -14% rispetto al 1995.

20170113-infografica-suicidi-2017

Non tragga però, in inganno il dato temporale.
Infatti il 1995 è l'anno in cui comincia a dipanarsi la pesantissima crisi del 1992-1993. "L'attuale crisi economica mondiale, - come scriveva Pasquale Tridico -il 17 aprile 2013 su "Economia e Politica" - in cui anche l'Italia è precipitata nel 2008, rappresenta per il nostro Paese solo l'ultimo stadio di un lungo declino che ha avuto inizio negli anni 90, o per essere più precisi nel biennio 1992/1993. In particolare, sostengono che le ragioni che spiegano il declino italiano, e in parte anche la recessione di oggi, così come la mancata ripresa dalla crisi, si possono trovare nelle riforme del mercato del lavoro. In particolare, la flessibilità del lavoro introdotta negli ultimi 15 anni, insieme ad altre politiche introdotte in parallelo fin dal 1992/93, hanno avuto conseguenze cumulative negative sulla disuguaglianza, sui consumi, sulla domanda aggregata, sulla produttività del lavoro e sulla dinamica del PIL."
"Le riforme del mercato del lavoro, - prosegue Tridico - sono state accompagnate, negli anni 90, da una liberalizzazione incompleta e da un processo di privatizzazione che ha favorito l'aumento delle rendite e complessivamente una redistribuzione a danno dei salari."

Ecco quindi che dal 1992 a oggi gli elementi di criticità non sono stati rimossi anzi sono andati a peggiorare e a confermare che lo stato attuale non è solo il risultato negativo di 10 anni di crisi, ma l'effetto di quasi trent'anni di crisi. E una crisi di tale periodo deve essere etichettata come normalità.

Infine, a ben guardare, il nodo dolente è sempre il lavoro. Lavoro inteso come ordinativi d'impresa, competitività perduta a causa dell'elevato costo che si traduce in disoccupazione e bassa occupazione.

Per migliorare la situazione occorre un salto di qualità delle politiche economiche e del lavoro per mettere le imprese nelle condizioni di competere e generare nuova occupazione e conseguentemente stabilità economica in un maggior numero di famiglie.

Non è un caso infatti che la Sardegna stia chiedendo di creare una "Zona Franca" sull'isola, proprio per creare nuovo lavoro. E guarda caso, è proprio la Sardegna che detiene il maggior tasso di suicidi in Italia (leggi ANSA 13 settembre 2017).
"In Sardegna sono in aumento i casi di depressione, ne è colpito il 13% della popolazione, mentre la regione è al primo posto in Italia per numero di suicidi. Lo ha detto Bernardo Carpiniello, che dirige la Struttura complessa di Psichiatria della Azienda Ospedaliero Universitaria di Cagliari e presiede la Società italiana di Psichiatria."

Con l'incremento del tasso di occupazione e di stabilità economica delle famiglie non si guarirà dalla piaga dei suicidi, ma si contribuirà, e molto, alla riduzione del tasso depressivo, che è l'anticamera dell'estrema soluzione.

Pubblicato in Economia Emilia
Domenica, 19 Novembre 2017 05:41

All'orizzonte un maxi colosso dell'agricoltura

All'orizzonte un maxi colosso dell'agricoltura.  Sei società prossime alla fusione: potrebbe nascere il più grande oligopolio agricolo della storia.

Sei colossi dell'agricoltura sono prossimi alla fusione, che darebbe vita a tre diverse società: le ripercussioni a livello mondiale e l'impatto che questo evento potrebbe avere sul sistema alimentare rendono inquieti sia i consumatori che gli agricoltori.

Gli alti dirigenti di Bayer, Monsanto, Dupont, Dow Chemical e Syngenta sono stati ascoltati dalla commissione giustizia del Senato degli Stati Uniti a Washington e hanno sostenuto le proprie argomentazioni sul perché le autorità di regolamentazione federali dovrebbero approvare queste mega-fusioni, che andrebbero a riorganizzare in maniera radicale l'agricoltura mondiale.

I dirigenti presenti hanno sostenuto che le fusioni proposte permetterebbero di combinare le competenze aziendali e permetterebbero una maggiore efficienza nel servire agricoltori e consumatori.

Tuttavia, rimane da capire se i benefici di una maggiore efficienza siano superiori agli effetti negativi di una simile concentrazione, come i possibili aumenti di prezzo e una minore concorrenza sul mercato. In sostanza, si può credere che queste tre aziende accompagneranno consumatori e agricoltori in un mondo che possa nutrire la crescente popolazione mondiale in maniera responsabile.

Roger Johnson, presidente della National Farmers Union, ha messo in guardia i senatori, sostenendo che l'approvazione delle fusioni non solo porterebbe ad un aumento dei prezzi, ma anche ad un minor numero di innovazioni e di prodotti tra cui gli agricoltori potranno scegliere.

"Nel nostro settore, il cambiamento è in atto. Gli agricoltori traggono vantaggio da aziende che investono di più in nuove tecnologie", afferma Robb Fraley della Monsanto. Fraley fa notare come 15 anni fa, la Monsanto investiva 300 milioni di dollari in ricerca e sviluppo; quest'anno ha investito 1,5 miliardi di dollari. A titolo di paragone, spiega, importanti imprese del settore tecnologico, come Apple, spendono fino a 10 miliardi di dollari l'anno in ricerca e sviluppo.

Le aziende hanno omesso di dire, però, che ad eccezione della Bayer, i giganti europei e statunitensi hanno registrato una contrazione delle vendite.

Da questo punto di vista, le fusioni sono funzionali tanto al mantenimento del profitto (e all'essere finanziariamente sane) quanto allo sviluppo di nuove tecnologie.

Non si tratta solo di agricoltori statunitensi che necessitano di strumenti tecnologicamente più avanzati, ma anche della lotta che le grandi imprese agricole stanno combattendo, nonostante la loro efficienza e le loro invenzioni, contro un mercato statunitense che esige strumenti che permettano agli agricoltori di coltivare cibi biologici e naturali in modo più semplice e più redditizio.

Se questa tendenza si confermerà non è ancora dato sapere. Per ora, le fusioni sono un chiaro segno che le compagnie che investono in sementi e prodotti chimici high-tech stanno attraversando una fase difficile e ritengono che questa sia la sola strada per uscirne.

da: Chase Purdy, portale – rassegna stampa estera n. 1221 a cura di Agrapress, ottobre 2017

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

SETTIMANA DELLA CULTURA D'IMPRESA - XVI EDIZIONE - I linguaggi della crescita: impresa, cultura, territorio
Dal 10 al 24 novembre 2017 un ricco calendario di iniziative per leggere, attraverso il patrimonio culturale delle imprese, la Storia del nostro Paese.

Il concetto di cultura spesso si associa alla storia e all'unicità del patrimonio artistico italiano, ma esistono anche molti altri elementi che contribuiscono alla costruzione dell'immaginario collettivo: ingegno, creatività, innovazione, lavoro, persone.

Museimpresa si impegna a valorizzare questo straordinario patrimonio storico-culturale perché la cultura non è solo passato, è anche presente, progresso, sostenibilità: è linguaggio della crescita. Per condividere questo racconto, in occasione dalla sedicesima edizione della Settimana della Cultura d'impresa promossa da Confindustria, Museimpresa organizza dal 10 al 24 novembre un articolato calendario di eventi su tutto il territorio nazionale.

Per conoscere e avvicinarsi a questo straordinario patrimonio, la XVI edizione della Settimana affronta il tema "I linguaggi della crescita: impresa, cultura, territorio", un viaggio nel capitale culturale delle imprese attraverso le eccellenze imprenditoriali che sono protagoniste dello sviluppo economico, ma anche motori di conoscenza e creatività. Territori, imprese, persone: è qui che la cultura affonda le sue radici, è da qui che si sviluppa la linfa dell'innovazione.

Molte le città coinvolte nella Settimana: Milano, Monza, Benevento, Savona, Ancona, Torino, Venezia, Vicenza, Firenze, Pistoia, Parma, Roma, Andria, Rossano, oltre a città storiche e distretti dell'impresa italiana come Bergamo e Biella.
Convegni, incontri, workshop, rassegne di cinema industriale, mostre, dibattiti e visite guidate: un programma con oltre sessanta iniziative per scoprire, attraverso i Musei e Archivi aziendali, la storia del nostro Paese
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L'appuntamento di Museimpresa si terrà domenica 12 novembre alle ore 17.00 presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci con la rassegna cinematografica "Un Miracolo per il Sud? Territorio e industrializzazione raccontati dal cinema industriale"
Una rassegna di documentari industriali (anni 1950-70) che raccontano lo sviluppo del Sud Italia negli anni del Boom, portando sullo schermo il rapporto tra impresa-territorio e impresa-comunità.
In questa occasione sarà proiettato in anteprima il filmato vincitore del concorso "Cinema d'impresa", indetto da Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza.

Il programma dettagliato dell'intera manifestazione è pubblicato sul sito di Museimpresa al seguente link, www.museimpresa.com  e gli hashtag ufficiali della Settimana della Cultura d'Impresa 2017 per condividere le iniziative di quest'anno sono #linguaggidellacrescita #SettimanaCulturaImpresa.

 

il prossimo 16 novembre:
Convegno/Incontro - GLI ARCHIVI STORICI: UN'OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE - Esperienze e Prospettive
- Archivio Storico Barilla

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Mercoledì, 15 Novembre 2017 12:09

Industria 4.0: Contributi e agevolazioni per le imprese

A Palazzo Magnani l'incontro organizzato dall'Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bologna in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, UniCredit Leasing e Factoring

Le agevolazioni e i contributi legati al piano Industria 4.0 sono stati i temi principali affrontati nel corso del convegno "Industria 4.0: Contributi e agevolazioni per le imprese" organizzato dall'Ordine dei Commercialisti ed Esperti contabili di Bologna e dalla Regione Emilia Romagna in collaborazione con UniCredit Lesing e UniCredit Factoring.

Un focus sulla possibilità di ottimizzare il mix tra nuove opportunità creditizie ed agevolazioni fiscali.

I lavori, ospitati questa mattina nel Salone dei Carracci di Palazzo Magnani, sede di UniCredit a Bologna, sono stati aperti da Alessandro Bonazzi, Presidente Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (ODCEC) di Bologna; e da Ruben Sacerdoti, Responsabile dello Sportello per l'Internazionalizzazione della Regione Emilia Romagna.
Subito dopo si sono susseguiti gli interventi di Giandomenico Caria, Responsabile Region Centro Nord UniCredit Leasing su "L'industria 4.0 e il Leasing"; e di Andrea Barra, Responsabile Region Centro Nord UniCredit Factoring su "L'Industria 4.0 e il Factoring". Gian Luca Settepani, Presidente Commissione Industria 4.0 ODCEC di Bologna ha quindi parlato del ruolo del commercialista nell'ambito di Industria 4.0; Stella Occhialini, Senior Project Manager Roncucci & Partners, ha invece fatto il punto sui Voucher MISE per l'internazionalizzazione ". "I Voucher digitalizzazione " sono stati argomento dell'intervento di Ivan Guaitoli, Membro Commissione "Finanza Agevolata e Politiche Comunitarie, anche per lo sviluppo della Professione" ODCEC di Bologna. Le conclusioni, centrate sul sostegno alle imprese offerto dalla banca sul territorio, sono state affidate ad Andrea Burchi, Regional Manager Centro Nord UniCredit.

Tra i presenti, anche Giovanni Roncucci, Presidente Roncucci & Partners.

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Mercoledì, 15 Novembre 2017 11:58

Bologna, Focus UniCredit sulla Meccanica strumentale

Gli esperti di settore e gli specialisti di prodotto UniCredit incontrano gli imprenditori del territorio per un confronto sulle sfide del comparto
e sulle strategie più efficaci per gestirle

Settore strategico dell'economia nazionale, quello della meccanica strumentale si attesta tra i più promettenti del sistema industriale italiano, soprattutto in termini di esportazione e innovazione.
Coinvolgendo le imprese locali, UniCredit ha organizzato uno specifico focus per fare il punto su posizionamento globale, internazionalizzazione e strategie, concentrandosi su un'eccellenza del Made in Italy che vede nell'Emilia Romagna una delle regioni di punta della produzione.

L'incontro è stato aperto dai saluti di Francesco Iannella e Andrea Burchi, rispettivamente Responsabile Corporate Business Region Centro Nord e Regional Manager Region Centro Nord di UniCredit. Subito dopo, gli interventi sui temi "Meccanica strumentale, eccellenza del Made in Italy che vince con l'export" a cura di Luigia Mirella Campagna, analista dell'Industry Advisory, Corporate Sales & Marketing; e "Internazionalizzazione e Rischio di Cambio", a cura di Giovanna Simonetti, Responsabile Cambi Corporate Banking Italia.

L'iniziativa si è svolta a Palazzo Magnani alla presenza di una trentina di rappresentanti delle aziende emiliano romagnole: un'occasione di confronto volta a supportare le imprese del polo produttivo che in Italia genera un giro d'affari superiore ai 50 miliardi di euro e contribuisce per circa l'1,2% al Pil nazionale. Un'eccellenza tutta italiana che raggiunge posizioni di leadership nell'export mondiale, collocando il nostro Paese nei primi quattro posti nella classifica dei Paesi esportatori e che, in particolare, nel 2016 ha messo a segno vendite all'estero per 35 miliardi di euro. Nord e Sud America, Asia e Africa centro meridionale i principali mercati di sbocco.

La produzione - articolata in diverse filiere al servizio di numerosi comparti - è concentrata nel Nord Italia, con alcune regioni ad elevata specializzazione. Tra queste l'Emilia Romagna si distingue per la produzione di macchine agricole, macchine per l'industria alimentare e macchine per il packaging. Quest'ultima filiera in regione produce il 63% del giro d'affari del settore a livello nazionale e ha il cuore nel distretto bolognese: la "Packaging Valley". Qui 194 imprese generano un giro d'affari stimato intorno a 2,6 miliardi di euro nel 2016. Un business in crescita grazie al forte grado di internazionalizzazione che segue sempre di più la domanda proveniente dai Paesi in via di industrializzazione.

Nella foto i relatori UniCredit. Da sinistra: Andrea Burchi, Regional Manager Centro Nord; Giovanna Simonetti, Responsabile Cambi Corporate Banking Italia; Luigia Mirella Campagna, analista dell'Industry Advisory, Corporate Sales & Marketing; Francesco Iannella, Responsabile Corporate Business Region Centro Nord.

Editoriale: - Federalismo, scissionismo, autoreferenzialità e informazione - Continua lo scivolone del burro - Cereali e dintorni. Dall'USDA la sorpresa del grano. - Giovani. l'Inps si ricrede sulla decontribuzione - Vino, Export: L'Italia cede alla Francia la storica leadership negli USA - Altro ...

SOMMARIO Anno 16 - n° 45 12 novembre 2017
1.1 editoriale
Federalismo, scissionismo, autoreferenzialità e informazione
2.1 lattiero caseario Continua lo scivolone del burro.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Non ci sono stati grandi movimenti.
4.1 sicurezza alimentare Eurospin richiama un lotto di Filetti di Acciughe.
4.2 vino eventi Le novità del 26° Merano WineFestival (10-14 novembre)
5.1 INPS giovani Giovani. l'Inps si ricrede sulla decontribuzione.
5.2 management e organizzazione Una organizzazione aziendale realizzata ad arte
6.1 economia 4.0 Aziende 4.0. Più tecnologie e meno persone?
7.1 vino eventi Aspettando Merano Winefestival
8.1 vino export Vino, Export: L'Italia cede alla Francia la storica leadership negli USA.
8.2 vino eventi Presentato "Enologica" - Bologna dal 18 al 20 novembre
9.1 Vinitaly Vinitaly presenta gli espositori anche in Cinese.
10.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Dall'USDA la sorpresa del grano.
11.1 sicurezza alimentare Uova e derivati al fipronil, ancora segnalazioni del Ministero della salute e di RASFF
12.1promozioni "vino" e partners
13.1 promozioni "birra" e partners

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Venerdì, 10 Novembre 2017 09:17

Credem Holding. Approvato un risultato "stellare".

l Consiglio di Amministrazione di Credemholding, società presieduta da Giorgio Ferrari che controlla il 77,3% del capitale di Credito Emiliano S.p.A., ha approvato nella seduta di ieri, i risultati al 30 settembre 2017.

L'utile consolidato, fa sapere la società, è risultato pari a 111,9 milioni di euro, +42,6% rispetto a 78,5 milioni di euro a fine settembre 2016.

In allegato i prospetti di stato patrimoniale e conto economico consolidati di Credemholding S.p.A al 30 settembre 2017.

Pubblicato in Economia Emilia
Giovedì, 09 Novembre 2017 09:54

C'è crescita, ma più lenta

Sono diventate 46.750 le imprese straniere, con un aumento del 2,5 per cento in un anno (+1.131 unità), in linea con il dato nazionale.

Il trend riflette anche la lieve flessione della popolazione straniera residente in regione. Si affievolisce l'aumento delle ditte individuali (+578 unità), mentre la normativa favorevole alle società a responsabilità limitata semplificata continua a fare volare le società di capitale (+14,4 per cento). Trainano i servizi (+914 imprese, +3,9 per cento), in particolare commercio (+223), alloggio e ristorazione (+193), Forte l'aumento per altri servizi (+8,6 per cento), alla persona e di riparazione.

Bologna 9 novembre 2017 - Decelera la crescita della base imprenditoriale estera regionale, con un ritmo analogo a quello nazionale.

Al 30 settembre le imprese attive straniere salgono a quota 46.750 (l'11,5 per cento del totale) con un aumento annuale di 1.131 unità, (pari al +2,5 per cento). A livello nazionale la crescita delle imprese straniere risulta analoga (+2,5 per cento), e porta oltre quota 524 mila, pari al 10,2 per cento del totale. Questi sono i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna. La tendenza riflette anche la lieve flessione della popolazione straniera residente in regione (al primo gennaio 2017 pari a 529.337 persone, -0,8 per cento) per il secondo anno consecutivo, mentre gli stranieri residenti in Italia aumentano lievemente (+0,4 per cento). Le imprese straniere diminuiscono solo in Sicilia, Sardegna e Umbria. L'incremento è più rapido in Campania (+6,3 per cento). L'Emilia-Romagna è ottava per il dato di crescita che risulta superiore in Lombardia (+3,5, per cento) e più contenuto in Veneto (1,9 per cento).

Settori di attività economica. La tendenza domina in tutti i macro settori di attività economica. La crescita nei servizi (+914 imprese, +3,9 per cento), traina quella complessiva e origina soprattutto dall'aumento delle imprese del commercio (+223 unità, +1,9 per cento), dei servizi di alloggio e ristorazione (+193 unità, +4,6 per cento) e degli altri servizi (+146 unità, 8,6 per cento), per la persona e di riparazione. Accelera l'aumento della base imprenditoriale estera dell'industria (+2,9 per cento, +140 unità), mentre si accentua la flessione delle altre. Le imprese straniere nelle costruzioni crescono solo lievemente (+0,3 per cento, 43 unità).

La forma giuridica. Performance delle ditte individuali (+578 unità, +1,5 per cento), pari l'82,3 per cento delle imprese straniere, nonostante gli effetti della crisi passata e l'evoluzione demografica. Rapido l'aumento delle società di capitale (+538 unità, +14,4 per cento), sostenuto dall'attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata che ha contribuito però alla lieve riduzione delle società di persone (-0,2 per cento). L'aumento di cooperative e consorzi è invece più contenuto (+5,1 per cento).

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Pubblicato in Economia Emilia

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 16 - n° 44 05 novembre 2017 -

Editoriale: Strategia o codardia - Il latte spot torna a scendere - Arachidi o Noccioline americane, ottimi anche per i bimbi. - Quote latte. L'UE impone di recuperare gli aiuti - Vendemmia. Calo in Regione del 24% dell'uva cooperativa - Altro...
SOMMARIO Anno 16 - n° 44 5 novembre 2017
1.1 editoriale
Strategia o codardia?
2.1 lattiero caseario Il latte spot torna a scendere
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati sempre stabili e ai minimi.
4.1 alimentazione e salute Arachidi e Noccioline americane, ottimi anche per i bimbi.
4.2 dissesto idrogeologico Dissesto idrogeologico. Video dichiarazioni.
5.1 quote latte Quote latte. L'UE impone di recuperare gli aiuti
5.2 management L'ultimo granello di sabbia della clessidra aziendale
6.1 Pomodoro Bilancio campagna 2017 del pomodoro da industria nel Nord Italia
7.1 Siccità su La7 Siccità: "PiazzaPulita" (programma televisivo di LA7) nel piacentino
8.1 vendemmia i numeri Vendemmia. Calo in Regione del 24% dell'uva cooperativa
9.1 Codacons un nuovo amico dei consumatori Premio Amico del Consumatore a Luigi Lucchi, Sindaco di Berceto
10.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Leggero sussulto in chiusura di settimana.
11.1 Fiera cremona A Cremona si è respirata "Aria Nuova". Segnali di ripresa del settore zootecnico.
12.1promozioni "vino" e partners
13.1 promozioni "birra" e partners

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Domenica, 05 Novembre 2017 09:42

Strategia o codardia?

E' finita, almeno sino a ora, come non ti saresti aspettato. Il condottiero mancato arroccato in esilio con altri 4 dell'ex esecutivo, parla da uno sgabuzzino dell'UE e pubblica il sito web "presidente catalogna in esilio".

di Lamberto Colla Parma 5 novembre 2017 - 
Non si può dire che le carte non le abbia ben scombinate il Presidente destituito della Catalogna Carles Puigdemont scompare da Barcellona, dopo aver pubblicato una foto scattata dallo studio presidenziale forse per far credere di essere ancora in sella nonostante la destituzione di Madrid, e ricompare magicamente a Bruxelles. Da una mini sala stampa, insieme a altri 7 componenti dell'ex governo catalano, Puigdemont ha dichiarato di non voler chiedere asilo politico ma di non voler tornare in Spagna senza le opportune garanzie di un processo equo e che Madrid accetti il risultato delle elezioni che verranno indette per dicembre.

Insomma un po' di fumo per far credere di non essere scappato ma di lavorare per la causa catalana dal cuore dell'Europa.
E per rafforzare questa sua posizione "vittimistica" ecco comparire il sito president.exili.eu (il presidente in esilio) attraverso il quale proseguirà il contatto con i suoi sostenitori. Il sito ufficiale dell'ex governo autonomo della regione è stato anch'esso oscurato a seguito dell'intervento del Governo centrale spagnolo in applicazione dell'articolo 155 della Costituzione spagnola.

Accusato di ribellione, sedizione e uso improprio di fondi pubblici, Puigdemont, altri dell'esecutivo e alcuni deputati, sono stati chiamati a comparire per il 2 e il 3 novembre davanti al tribunale di Madrid.
Invito che l'esiliato presidente ha respinto al mittente e, per voce del suo avvocato belga noto per avere difeso militanti dell'ETA, si è reso disponibile a accogliere i magistrati in Belgio per rispondere alle loro domande.

Nel frattempo, si trovano già in carcere otto membri del deposto governo catalano per i quali la Procura spagnola aveva chiesto l'arresto. La giudice della Audiencia Nacional, Carmen Lamela, -come riportato dall'agenzia adnkronos il 2 novembre - ha accolto la richiesta per eliminare il "pericolo di fuga".

Il provvedimento ha riguardato l'ex vicepresidente Oriol Junqueras, Jordi Turull, Josep Rull, Carles Mundò, Raul Romeva e Joaquim Forn e due donne, Meritxell Borras e Dolors Bassa. Miglior sorte per l'ex consigliere Santiago Vila, che si era dimesso la sera prima della dichiarazione di indipendenza, al quale è stata concessa la libertà su cauzione (50.000€)

Armiamoci e partire, combattete e vinceremo.
Sembra essere stato questo il motto di Puigdemont.

Molto imprudentemente ha proclamato l'indipendenza della Catalogna in presenza di poco più della metà dei deputati e, ovviamente, 70 dei 73 presenti (su 135 deputati) avevano votato a favore.

Ma gli altri 62 assenti non rappresentavano forse l'altra metà del cielo, quella parte del popolo Catalano che, pur nell'autonomia, ama considerarsi spagnolo?

Se il buon senso non prevarrà, da entrambe le parti, il rischio che la tensione si tramuti in scontri è molto alto.
Il braciere indipendentista è stato riattivato dal "Condottiero" Puigdemont e questa nutrita parte del popolo Catalano (circa il 30%), come mi confidava un amico italiano che vive a Barcellona da molti anni, "l'indipendenza la vuole, e basta". "Gli animi sono tesi, anche nelle discussioni tra amici, e questo preoccupa", conclude l'amico.

Viene quindi spontaneo chiedersi come gli indipendentisti, duri e puri, hanno interpretato la mossa di esiliare di Pugdemont? Come una guida spirituale che lavora per la loro causa dal cuore dell'europa o solo un ignobile gesto di codardia e di irresponsabilità'?

Difficile prevedere quello che accadrà a breve, molto dipenderà da come il popolo catalano interpreterà il ruolo del loro ex presidente e ovviamente dalla pesantezza della mano di Madrid. La reclusione preventiva potevano anche risparmiarsela.

Un gesto di benevolenza verso il popolo catalano, ora che il Governo centrale ha preso in mano la situazione, potrebbe essere il primo passo verso una riconciliazione, utile per la Spagna intera, per i catalani e anche per quest'Europa così poco influente nei discorsi politici e così opprimente in quelli monetari.

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Pubblicato in Politica Emilia
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