"Abbiamo concordato la sua visita a Mosca. Quindi il nostro prossimo contatto sarà già in Russia" ha dichiarato alla stampa il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, in riferimento al suo omologo cinese Wang Yi.
"Non c'è dubbio che l'ulteriore lavoro nel corso del 2025 darà risultati sulla base dei compiti definiti dal Presidente Putin e dal Presidente Xi Jinping, anche durante i recenti e approfonditi contatti di Capodanno", ha spiegato l'alto diplomatico moscovita. Ha quindi sottolineato che le relazioni tra Mosca e Pechino "sono diventate e rimarranno un fattore sempre più importante per stabilizzare la situazione internazionale ed evitare che scivoli verso il confronto totale".
Ma Lavrov non si limita solo al presente e traccia una prospettiva in merito all'andamento dei rapporti bilaterali anche per il prossimo futuro: "Le nostre relazioni strategiche si estenderanno al lavoro in seno all'ONU, in particolare al Consiglio di Sicurezza, all'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, ai BRICS, all'ASEAN e, naturalmente, al G20, che è un passo importante per promuovere i principi del multipolarismo e abituare i nostri colleghi occidentali a un lavoro onesto, equo, equilibrato e reciprocamente rispettoso", ha evidenziato il Ministro.
Al G20 di Johannesburg i due diplomatici hanno quindi discusso su questioni di sicurezza eurasiatica, relazioni con gli Stati Uniti, crisi ucraina e situazione nella regione Asia-Pacifico, ma anche dell'interazione tra Russia e Cina nell'ambito delle Nazioni Unite. Il comunicato emesso dal Ministero degli Esteri russo cita anche la dichiarazione di Wang Yi, il quale ha rimarcato che "pur promuovendo iniziative a favore di una risoluzione pacifica della crisi ucraina, Pechino ritiene necessario affrontarne le cause alla radice sulla base dei principi pertinenti della Carta delle Nazioni Unite, primo fra tutti il rispetto incondizionato dei diritti umani".
Secondo il Ministero, le parti hanno anche elogiato lo sviluppo del dialogo politico e dell'interazione pratica tra Russia e Cina "come fattore di stabilizzazione in mezzo alle continue turbolenze del sistema globale". Inoltre, "particolare attenzione è stata prestata al lavoro per garantire l'attuazione degli accordi raggiunti tra i capi dei due Stati e la preparazione dei prossimi contatti russo-cinesi ai massimi e alti livelli", si legge nella nota del Ministero.
La dichiarazione russa si chiude specificando che la conversazione tra le due parti "si è svolta in un modo tradizionalmente basato sulla fiducia e costruttivo, che è caratteristico del partenariato strategico russo-cinese".
Quindi, mentre l'Europa è sempre più isolata e fossilizzata sulle sue posizioni filo ucraine, il mondo va avanti verso un'ottica multipolare, come dimostrano sia le prime uscite degli uomini della nuova Amministrazione statunitense che, come abbiamo visto sopra, i rapporti sempre più proficui tra le due superpotenze eurasiatiche, alleate sia economicamente - anche in virtù dell'Alleanza BRICS+ - che politicamente e militarmente, vista la loro presenza nel gruppo OCS, Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, organismo intergovernativo che unisce Russia e Cina ai limitrofi Paesi amici quali India, Pakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan e Kazakistan; il tutto in uno spirito di rispetto e collaborazione, cioè nella direzione opposta rispetto all'imperialismo aggressivo della NATO, da cui anche gli stessi Stati Uniti si stanno gradualmente sfilando.
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