Di Lamberto Colla Parma, 10 novembre 2024 - “Ma che batosta!”. I grandi sondaggisti, quelli che davano certo il testa testa sino all’ultim’ora tra i due concorrenti alla Casa Bianca, altro non erano che complici della strategia anti Trump. Una strategia utile a convincere gli indecisi a orientarsi verso la Kamala, per assicurarle “il voto” utile a sconfiggere quel “Diavolo” di Donald, scampato, per miracolo a ben due attentati.
Ma se fossero state pubblicate le previsioni dei siti di scommesse, le “Stelle Cadenti” non avrebbero accostato la loro immagine a una donna che sarebbe stata sconfitta, praticamente umiliata. Già, perché avrebbero compreso quanta distanza c’era tra i due contendenti e di come la vittoria di Trump sarebbe stata scontata.
Maggioranza alla Camera, maggioranza straboccante dei Grandi Elettori e maggioranza Popolare.
Una piena conquista di poteri che ha già fatto gridare al “Rischio Dittatura” da parte di noti e tanto diffusi sinistri che proprio non riescono a far passare la sconfitta nemmeno con la “Dolce Euchessina”.
Gli stessi che in Italia scioperano ogni venerdi fregandosene del popolo che, con quei mezzi pubblici, avrebbe dovuto presentarsi al lavoro o a scuola, arrivando anche ad alienare, per la prima volta nella storia degli scioperi, le fasce orarie di protezione.
Ma quel che è peggio è stato invitare alla sfida della “Rivolta Sociale” lanciata e “orgogliosamente” confermata da quel Landini che pare abbia minor sensibilità dei trattori e evoca.
Quello che noi europei non riusciamo, o non vogliamo, comprendere è che gli USA non sono i nuovayorkesi o i cittadini della capitale e nemmeno i “belli e fighi” della costa Est e della costa Ovest.
Gli americani veri sono tutti gli altri; quelli che lavorano, che faticano a imbandire la tavola tutti i giorni, che sognano di migliorarsi onestamente.
Quello che il 5 novembre si è consumato è lo scontro tra città e provincia, tra le élite liberal sempre più assorbita dai diritti civili delle minoranze e classe lavoratrice che si sente abbandonata nella difesa dei suoi diritti dalla sinistra.
Una costante in tutte le tornate elettorali, compreso l’Italia.
In Liguria, infatti, il Pd di Orlando ha stravinto a Genova, e il centrodestra con Bucci si è preso tutto il resto della Regione.
Le spocchiose eminenze liberal del Partito Democratico statunitense, a partire da Barack e Michelle Obama, Bill e Hillary Clinton, Nancy Pelosi ecc, avrebbero dovuto per tempo operare per la sostituzione del ben poco lucido Biden, già prima della conclusione del mandato, magari subito dopo le elezioni di midterm. Una sostituzione capace di indicare un candidato più appetibile della Kamala Harris, l'invisibile vice di Biden e ultima arrivata tra i candidati DEM del 2020. Ma come si poteva pensare di vincere con una candidata che nella tornata precedente era uscita dalle primarie DEM con 844 voti, contro per esempio i 912.214 di Pete Buttigieg, i 2.475.130 di Michael Bloomberg, i 2.780.873 di Elizabeth Warren, i 9.680.121 di Bernie Sanders.
Se i “consigliori” di Biden e Harris avessero interrogato per tempo l’AI (Intelligenza Artificiale) avrebbero potuto correre ai ripari per tempo.
Noi lo avevamo fatto e ora possiamo pubblicarlo a conferma della prevedibilità, da tener nascosta per non passare da “gomplottisti” e non da pragmatici osservatori.
Oggi che i giochi sono fatti, possiamo sostenere che “TUTTO ERA PREVISTO”, come anche i Bookmakers avevano anticipato.
La Risposta alla nostra interrogazione rivolta alla Intelligenza Artificiale.
Alcuni motivi che potrebbero influenzare una sconfitta includono:
- Divisioni nel partito: Se il Partito Democratico non è unito o se ci sono fratture interne, questo potrebbe indebolire la candidatura di Harris.
- Economia: Se l'economia è in difficoltà durante la campagna, gli elettori potrebbero essere più propensi a votare per un candidato repubblicano come Trump, che potrebbe promettere un ritorno alla crescita economica.
- Messaggi e comunicazione: - Una strategia di comunicazione poco efficace o la mancanza di un messaggio chiaro e convincente potrebbero danneggiare la campagna di Harris.
- Impressioni personali: La percezione del pubblico riguardo alla personalità e alle capacità di leadership di Harris rispetto a Trump potrebbe influenzare il risultato.
- Mobilitazione degli elettori: La capacità di mobilitare e motivare gli elettori, specialmente le basi tradizionali dei Democratici, è cruciale. Se Harris non riesce a farlo, potrebbe perdere voti chiave.
- Temi sociali e culturali: Le questioni sociali, come la giustizia razziale o i diritti delle donne, potrebbero influenzare l'elettorato, e la gestione di questi temi da parte di Harris sarà fondamentale.
Questi fattori, insieme ad altri dinamici della campagna, giocherebbero un ruolo significativo in un'eventuale sfida tra Kamala Harris e Donald Trump….
… E Così e’ stato!
Ora, non resta che infangare le controparti, come certuni sono maestri, anzi professori!
(Vignetta copertina: Romolo Buldrini - L’Aquila)
(Altre vignette di Gianfranco Colella Vignettista - Autore di SatiLeaks)
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