Di Lamberto Colla Parma, 16 giugno 2024 - “Mi hanno detto di votare di là”, “sono stufo ma ho sempre votato così”, “se cambiassi mio nonno si rivolterebbe nella tomba”, “Mi turo il naso ma voto gli altri perché voi siete fasisti”. Queste alcune delle considerazioni che il popolo della sinistra locale ha utilizzato per destinare il voto alla “Lista Civica” sostenuta dal PD e anche in persona nella figura del sindaco uscente, segretario del PD provinciale. Inoltre, in quanto Sindaco ha utilizzato le deliberazioni di Giunta dell’ultima ora per avvantaggiare il suo protetto candidato sindaco e alcuni dei suo membri di giunta con lui in lista.
Scorrettezze, per quanto alcune di esse fossero lecite, che non possono certamente annoverarsi tra le azioni etiche.
Il cambiamento a livello locale è sempre più difficile. Vuoi per la tradizione sinistra dell’Emilia Romagna, vuoi per i favori che le giunte uscenti elargiscono poco prima delle elezioni, asfaltature e inaugurazioni comprese, vuoi per la paura che il cambiamento potrà agevolare altri, vuoi perché la macchina del fango è sempre ben oliata.
E, come si diceva, se certe scorrettezze, per quanto immorali, sono lecite, meno lecite e assai gravi sono l’insinuazione del dubbio sulla moralità dell’avversario e la “diffusione” di una condanna per “Bancarotta Fraudolenta” per la quale egli stesso “non potrà fare il Sindaco”.
Due affermazioni, false, ingiuriose e diffamatorie che alcuni esponenti della sinistra locale hanno distribuito sul territorio di Bar in Bar, di negozio in negozio, incuranti dei rischi di denuncia e di querela che avrebbero potuto ricevere. Già perché è noto ai sassi che il “candidato Sindaco” avversario di questo paesello emiliano dove i fatti sono avvenuti, non solo è stato triturato per più di 10 anni dal lento e inesorabile sistema giudiziario che infine però, in entrambi i gradi di giudizio ha emesso la sentenza che era dovuta: assolto con formula piena “perché il fatto non sussiste”. Ciononostante il candidato Sindaco e la sua famiglia, ha dovuto subire una ulteriore denigrazione pubblica.
Stupidità, ignoranza, presunzione, o arroganza?
Questo si che è garantismo!
A Voi la sentenza morale!
Una vicenda vissuta sulle sponde del PO che però non è stato un caso isolato. In molti comuni si è vissuta una campagna elettorale sul filo della moralità a senso unico anche se raramente vi è stata la forza e il coraggio di denunciare pubblicamente il danno subito.
Riporto anche il caso di un candidato sindaco di una città emiliana che lamenta, pubblicamente attraverso un comunicato stampa, di interferenze nella sua azione promozionale quantomeno poco eleganti.
“Diverse persone che mi avevano manifestato interesse ad entrare in lista - dichiara il candidato emiliano - come candidati sono state di fatto costrette a non farlo per evitare imbarazzi sui rispettivi luoghi di lavoro. Un mio candidato ha ricevuto minacce per essersi schierato con me.
…
Il voto a Cognome (eletto sindaco ndr) è stato sponsorizzato direttamente da “Nome Cognome” che in qualità di sindaco, cosa assai scorretta e deprecabile, ha invitato tutti i cittadini a non votarmi (vedi il video pubblicato sui social il giorno prima del voto). Il PD ha fatto accordi con Nome e Cognome, dopo che questo era venuto da me il giorno prima sempre per accordi che io non gli ho concesso; poi Cognome alla serata di chiusura della campagna elettorale del PD dal palco ha definito me e quelli della mia coalizione i "nipotini dei fascisti". Espressione indegna. L'informazione, TV e giornali locali, e gli spazi pubblicitari sono stati interamente occupati dal PD e dal candidato sindaco Cognome. …
Bè ditemi voi se di fronte a tutto ciò i voti che ho preso sono pochi e se si può dire che il fatto di essere arrivati come coalizione "solo" al 33% sia davvero frutto, come afferma ancora una volta in modo fazioso il direttore di TG Città Cognome, di una errata analisi della realtà.
Si, forse della triste e prepotente realtà cittadina che non immaginavo potesse arrivare a tanto. Realtà assai lontana dalla vera democrazia”.
Tutto ciò nelle consultazioni amministrative mentre alle Europee la Sinistra ha dimostrato tutta la sua coerenza e il solido garantismo di cui si riempiono la bocca i suoi esponenti ogniqualvolta qualcuno di loro venga sfiorato dalla giustizia.
“Cum grano Salis.”
Con un minimo di buonsenso a nessuno sarebbe venuto in mente di candidare Ilaria Salis al Parlamento Europeo, invece, non solo Bonelli e Fratoianni, ormai in simbiosi vivono la politica da gemelli diversi, hanno sfidato il buon senso ma hanno persino vinto raccogliendo i voti utili per trasferirla dalle galere di Budapest al sontuoso Parlamento Europeo.
Ilaria Salis è una pregiudicata. “Quando andrà a prendere il suo posto all'Europarlamento, - scrive “Il giornale.it" - la Salis vi arriverà accompagnata anche dal documento che tecnicamente viene definito «certificato del casellario giudiziale», e che nella lingua corrente viene chiamato «fedina penale». È il documento che serve a chiunque aspiri a un posto pubblico, e che serve a dimostrare di essere incensurato. In questo caso, il documento dimostra che la Salis incensurata non è.”
Ingiurie e diffamazione usati dalla Sinistra per abbattere il nemico in una disputa elettorale, che dovrebbe essere il mezzo più idoneo per raggiungere le vette più elevate della democrazie, e al contrario una pluricondannata in Italia e in attesa di giudizio in altro Paese membro dell’UE, elevata a vittima del sistema giudiziario e promossa e europarlamentare.
Forse miglior titolo il generale Vannacci non poteva trovare: “Il mondo al contrario”.
LINK
https://www.gazzettadellemilia.it/politica
https://www.ilgiornale.it/news/politica/ecco-vero-curriculum-salis-due-condanne-definitive-2333338.html
https://gazzettadellemilia.it/politica/item/46102-l%E2%80%99avv-giovanni-tarquini,-candidato-della-lista-civica-tarquini-sindaco,-esprime-alcune-considerazioni-in-merito-al-risultato-elettorale