Sabato, 27 Gennaio 2024 06:36

Texas e governo federale: verso una crisi costituzionale senza ritorno negli USA? In evidenza

Scritto da Prof. Daniele Trabucco

Di Daniele Trabucco Belluno, 27 gennaio 2024 - Il Texas è uno degli Stati meridionali degli Stati Uniti d'America e confina con il Messico (il Rio Grande è il fiume che li separa).

Il Governatore repubblicano Greg Abbott, nell'ambito della cosiddetta "Operation Lone Star", ha deciso, al fine di contrastare l'immigrazione clandestina, di installare circa 30 miglia di filo spinato (48 Km): nel solo mese di dicembre 2023 il confine è stato illegalmente varcato da 225.000 persone.

La Corte Suprema degli Stati Uniti, a seguito di petizione del Procuratore generale USA e con il voto favorevole di cinque giudici su nove, ha autorizzato l'agenzia federale, Border Patrol, di procedere alla rimozione del filo spinato installato dalla Guardia nazionale repubblicana del Texas.

Il Governatore Abbott non solo si è opposto, ma ha raccolto il sostegno dei Governatori repubblicani (25 su 27) di metà degli Stati Uniti d'America.

Siamo, dunque, ben oltre il semplice contenzioso tra lo Stato centrale ed uno Stato membro e la via delle riforme, con la maggioranza repubblicana alla Camera dei rappresentanti (uno dei due rami del Congresso), appare in salita.

Infatti, Abbott non solo ha deciso di non rispettare le decisioni federali, ma gestisce da solo la frontiera con la sua Guardia repubblicana. Ora, se, da un lato, in base alla Costituzione vigente del 1787 la difesa dei confini esterni rientra nelle competenze dell'amministrazione federale, dall'altro, dopo la decisione della Corte Suprema, qualora si decida di continuare su questa strada, è inevitabile che il Texas, probabilmente seguito da altri Stati, seceda di fatto dalla Federazione.

A questo punto, in assenza di un procedimento costituzionale che sancisca "un diritto di secessione negoziata" e salvo improbabili modifiche costituzionali che devono seguire la complessa procedura dell'art. V, tutto dipenderà dalla già politicamente fragile Amministrazione Biden la quale sta concludendo il proprio quadriennio.

Si andrà verso l’autorizzazione dell'uso della forza con il rischio di un'altra guerra di secessione dopo quella del 1861–1865?

(immagine credit MJCdetroit)

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(*) Autore - prof. Daniele Trabucco.

Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.

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www.danieletrabucco.it