Di Giulia Bertotto Roma, 6 novembre 2023 (Quotidianoweb.it) - Il dottor Mohammad Hannoun, architetto palestinese, vive nel nostro paese da quarant’anni, oggi abita a Genova, dal 1994 è attivista a capo di ABSPPODV.ORG un'organizzazione non governativa umanitaria di solidarietà con la popolazione palestinese.
75 anni di espropriazione di terre, dearabizzazione delle strade e delle usanze, confisca di beni, incendi sui raccolti, distruzione di infrastrutture, pesca interdetta, bombe al fosforo e altre armi illegali per il diritto internazionale: crimini di guerra compiuti da Israele che sono stati denunciati da innumerevoli risoluzioni ONU mai rispettate[1]. Ma dopo il 7 ottobre, Israele ha apertamente scatenato il suo apparato militare su campi profughi, panifici, ospedali, moschee e chiese, un genocidio diretto contro i civili.
Dottor Hannoun, la situazione sulla Striscia di Gaza è oltre la disperazione. La sua associazione riesce a portare aiuti in territorio bombardato, senza luce, acqua potabile e cibo?
La situazione, all’inizio del secondo mese di bombe sulla Striscia di Gaza, è drammatica, se non si muore sotto i missili si muore di fame, sete, malattia, ferite che non si possono curare sena medicinali. Io voglio lanciare un appello al Governo Italiano, all’ONU: aprite i corridoi umanitari per lasciar passare gli aiuti di prima necessità direttamente sulla Striscia. Mancano la farina, acqua potabile, medicinali, il latte per i neonati. E questi aiuti devono arrivare non domani, ma oggi stesso. Prima degli attacchi entravano mediamente 500 tir al giorno, carichi di prodotti per i gazawi, 2 milioni e duecentomila esseri umani; dal momento degli attacchi in poco più di un mese sono passati neanche duecento tir. Tutte le associazioni umanitarie devono chiedere immediato accesso alla Striscia di Gaza per portare beni di prima necessità[2]. Se questo non accadrà saremo tutti complici di questo massacro.
Secondo lei perché Hamas o le forze palestinesi hanno reagito proprio il 7 ottobre 2023?
Da 75 anni Israele confisca immobili, si estende sul territorio palestinese abusando di ogni legge internazionale, insedia i suoi coloni, distrugge le costruzioni palestinesi, uccide anche i bambini. Vi è poi l’embargo terrestre, aereo e marittimo, dell'entrata nell'area della Striscia di Gaza, imposto da Israele all’Egitto dal 2007. L’80% dei cittadini gazawi possono vedere coi loro occhi il loro paese di origine ma non possono avvicinarsi o vengono fucilati da cecchini. La Striscia di Gaza è a tutti gli effetti una grande prigione che ha dato l’ergastolo a milioni di innocenti. Ma ora la misura è colma e la sopportazione è finita.
Come mai, secondo lei, l'Italia si è astenuta dal cessate il fuoco invocato dall'ONU?
Penso che il Governo italiano abbia dato uno schiaffo innanzitutto agli italiani, che da sempre sono sensibili al dolore della popolazione palestinese. L’Italia, penisola del Mediterraneo, è anche geograficamente vicina alla Palestina e deve prendere posizione per aiutare i palestinesi. Inoltre il “cessate il fuoco” non significa dare ragione ad Hamas, ma solo dare tregua alla popolazione straziata e lasciar entrare aiuti umanitari e poi, solo successivamente, trovare una soluzione diplomatica. Questa scelta di astensione è vergognosa e spietata.
La risoluzione 181 che prevede la spartizione della Palestina per ospitare “due popoli due stati” è ancora applicabile? Ammesso lo sia mai stata.
Io non credo in questa soluzione che vede la Palestina spaccata in due, credo che la Palestina debba essere un paese unico e aperto a tutti, che includa e rispetti la vita, la dignità e il credo di tutti: islamici, ebrei, cristiani, drusi, ma ciò che penso io conta poco perché Israele non riconosce neppure le risoluzioni ONU. Non riconosce alcun valore alla vita dei palestinesi, e di chiunque non sia ebreo. L’illegittimo stato di Israele è un pericolo per l’umanità intera.
Ci rendiamo conto delle implicazioni rischiose della domanda, ma a suo avviso, perché l'Iran o altri paesi vicini al popolo palestinese non intervengono in difesa della gente stremata e chiusa in un recinto sotto le bombe?
Ogni nazione in questo momento ha le sue ragioni economiche, la propria strategia politica, le proprie paure, ma non è il momento dei calcoli, questo è il momento di agire, di reagire, tutti i paesi arabi e non devono fare pressione sui governi per chiedere almeno di sospendere questa carneficina, ad esempio emarginando gli ambasciatori di Israele. E mi rivolgo innanzitutto a Iran, Giordania, Egitto. Non possiamo lasciare agire indisturbato questo stato occupante, criminale e razzista.
I servizi segreti israeliani la accusano di avere legami con Hamas, e molti giornali italiani la presentano come figura legata ad Hamas. Diversi paesi infatti definiscono Hamas o almeno la sua ala militare “organizzazione terroristica”. Cosa risponde?
Io non faccio parte di Hamas, non collaboro con Hamas e non la finanzio, non abbiamo mai comprato missili o armi. Detto questo, che ci piaccia o meno, Hamas è un partito legittimamente eletto con le ultime elezioni democratiche dal popolo palestinese e come tale lo rappresenta. La verità è che per Israele chiunque denunci i suoi crimini è un terrorista. La maggior parte dei giornalisti ripete questa propaganda sionista.
Lo dico ancora una volta, lasciate passare gli aiuti direttamente a Gaza, ogni minuto è troppo tardi.
…Ed è già tardi da 75 anni.
[1] Solo due voci nella immensa documentazione disponibile sul tema: il documentario “Araba fenice il tuo nome è Gaza” del giornalista e inviato di guerra Fulvio Grimaldi realizzato in Palestina e il saggio dello storico israeliano Ilan Pappé “La prigione più grande del mondo- Storia dei territori occupati”. Informazioni utili anche da Amnesty International: https://www.amnesty.it/domande-e-risposte-apartheid-israeliano-contro-i-palestinesi/
[2] Vi sarebbero due opzioni per interrompere la raffica di attacchi: uno è il Cessate il fuoco e uno la pausa umanitaria, alternativa che ha diversa durata e ha il solo scopo di consentire l’entrata di beni di prima necessità, ne parla l’Ansa: https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2023/11/05/cessate-il-fuoco-o-pausa-umanitaria-le-due-opzioni_59b129e3-aa63-4310-a4e2-cbfacf64f4fb.html.