Di Flavia De Michetti Roma, 26 luglio 2023 (Quotidianoweb.it) - Nella giornata di ieri, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha organizzato un incontro dedicato alla promozione del dialogo interreligioso e interculturale e alla tolleranza, adottando una risoluzione marocchina, co-sponsorizzata dal Pakistan, volta al contrasto dell'incitamento all'odio e alla condanna degli attacchi a luoghi di culto, simboli religiosi e libri sacri.
La risoluzione, nota come “Promuovere il dialogo interreligioso e interculturale e la tolleranza nel contrastare l'incitamento all'odio”, è stata approvata all'unanimità dall'Assemblea di 193 membri.
Di cosa si tratta?
La risoluzione condanna fermamente tutti gli atti di violenza contro individui in base alla loro religione o credo, così come qualsiasi azione diretta contro simboli religiosi, libri sacri, case, imprese, proprietà, scuole, centri culturali o luoghi di culto.
Inoltre, affronta gli attacchi a luoghi religiosi e santuari come violazione del Diritto Internazionale.
I diplomatici hanno affermato che “Il Pakistan ha guidato gli sforzi, insieme a Malesia e Egitto, per lavorare alla risoluzione della lingua volta a sostenere la santità dei siti religiosi, dei simboli e dei libri sacri”.
Il paragrafo in esame recita: “Deplorando fermamente tutti gli atti di violenza contro le persone sulla base della loro religione o credo, così come qualsiasi atto diretto contro i loro simboli religiosi, libri sacri, case, imprese, proprietà, scuole, centri culturali o luoghi di culto, così come tutti gli attacchi contro e nei luoghi religiosi, siti e santuari in violazione del diritto internazionale”.
Nel corso dell’incontro, la Spagna ha proposto un emendamento per rimuovere la dicitura “In violazione del Diritto Internazionale” dal periodo.
Il delegato spagnolo, in rappresentanza dell'Unione Europea, ha infatti sostenuto che, “Sebbene tali azioni siano offensive e irrispettose, non violano necessariamente il Diritto Internazionale”.
L'emendamento non è stato accolto, poiché ha ottenuto solo 44 voti a favore, 62 contrari e 24 astenuti.
La risoluzione, dunque, esorta gli Stati membri a impegnarsi con tutte le parti interessate nella promozione del dialogo interreligioso e interculturale e nel favorire il rispetto e l'accettazione delle differenze, richiedendo chiaramente il rifiuto dell'incitamento all'odio, che conduce inevitabilmente a discriminazione, ostilità e violenza.
Gli Stati membri e le società di social media sono anche sollecitati nell’adottare misure attive per contrastare l'incitamento all'odio, condurre ricerche per trovare soluzioni efficaci e fornire agli utenti canali di segnalazione accessibili.
L'assemblea, infine, ha espresso la sua preoccupazione, condivisa fortemente dal Pakistan (sostenuto da Egitto, Giordania e Arabia Saudita), per i crescenti casi di discriminazione, intolleranza e violenza in vari contesti, compresi i casi motivati dall'islamofobia.
A questo proposito, il delegato del Pakistan, Bilal Chaudhry, ha manifestato una certa soddisfazione per l'adozione di questa risoluzione, sottolineando che “Si allinea a quella presentata a nome dell'Organizzazione per la cooperazione islamica al Consiglio dei Diritti Umani a Ginevra”.
La risoluzione storica, alla quale fa riferimento Chaudhry, ha infatti condannato tutte le forme di odio religioso, in particolare gli atti di profanazione contro il Corano, chiedendo misure legali per assicurare i colpevoli alla giustizia.
Il delegato del Pakistan, ricollegandosi agli ultimi fatti accaduti, ha espresso la sua preoccupazione causata dall'aumento dell'islamofobia, oltre che dai ripetuti episodi di profanazione del Libro sacro, “Tali azioni non solo provocano i sentimenti di oltre due miliardi di musulmani, ma interrompono anche l'armonia e la pace interreligiose”.
“Incidenti di questo tipo – ha concluso Chaudhry - manifestano odio razziale e xenofobia e la mancata adozione di azioni legali preventive incoraggia un ulteriore incitamento all'odio e alla violenza”.
È importante far presente che la risoluzione non intende limitare il Diritto alla Libertà di parola.
Al contrario, sottolinea i doveri e le responsabilità speciali della comunità internazionale nel salvaguardare la pace e l'armonia interreligiose.
(immagine tramite screenshot, da almayadeen.net.)