Una pericolosa parzialità dell’informazione che condurrebbe ad un’arbitrarietà della verità, secondo l’ideologia politica del governo di turno.
Se tale “sistema” entrasse in vigore, assisteremmo al racconto delle notizie legittimate secondo la prospettiva politica del controllo sociale e non serviranno più a nulla le dimostrazioni che si opporranno a quell’unica verità.
Rispetto alla bozza iniziale del 2022 (link sotto), dove si scriveva che serviva per proteggere i giornalisti dagli abusi dei governi e che sarebbe servita per garantire una maggiore libertà di espressione, oggi invece si mette nero su bianco il totalitarismo del controllo dei giornalisti e dei media.
Nella stesura finale il controllo sui giornalisti è totale basti leggere (link sotto) l'articolo 5.3 a pag. 63 il quale afferma che gli Stati membri devono garantire i fondi pubblici a quei media che soddisfino l'interesse pubblico, dove questo interesse s’identifica nella propaganda governativa, altrimenti non riceveranno nessun incentivo economico.
Ma non è finita qui, leggendo dall'articolo 21 fino al 25 (pp. 85-91) viene proposto di fare un'analisi del mercato per valutarne la concentrazione dei media per ridurre la concentrazione di essi e favorirne il pluralismo.
Che poi è tutto da capire cosa intendono a Bruxelles per riduzione dei media a favore di un pluralismo dell’informazione anche perché, se rimarranno in pochi, manipolare l’informazione ed etichettare come disinformazione tutte le altre notizie non gradite, sarà davvero una cosa semplice.
Attraverso l’opera iniziata con la farsa pandemica i governi di quasi tutto il mondo, sfruttando la passività dei cittadini, si stanno adoperando per creare un vasto sistema di interconnessioni per la censura del libero pensiero di ogni cittadino.
Il bavaglio all’informazione che i burocrati stanno preparando è il frutto di collaborazioni tra le più grandi aziende tecnologiche che stanno lavorando per codificare restrizioni, sulle opinioni e inchieste giornalistiche non gradite, rendendo legale il blocco della libertà di espressione, senza che via sia più una “concorrenza” nell’opinione pubblica.
Ma perché proprio ora, i politici e i governi di tutto il mondo stanno iniziando a cercare di reprimere la libertà di parola, espressione e pensiero?
Probabilmente iniziano a percepire i primi segnali di una presa di coscienza che, passando per la rete internet, sta confutando quanto accaduto in questi ultimi tre anni del reality pandemico.
Questo intervento normativo europeo non ha nessuna intenzione positivistica, ma dimostra solo il tentativo dei tecno-burocrati europei di “un’educazione politica di regime” che è il primo passo verso il totalitarismo, ovvero, negare la verità per imporre solo una verità, la loro.
Link Utili:
https://www.consilium.europa.eu/en/policies/media-freedom-eu/
https://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-10954-2023-INIT/en/pdf
https://www.consilium.europa.eu/en/press/press-releases/2023/06/21/european-media-freedom-act-council-secures-mandate-for-negotiations/