La Magistrato è al centro di un feroce attacco sul piano disciplinare che ha tutta l’apparenza di una ritorsione politica poiché, con strana coincidenza cronologica, in seguito ad una risposta del Ministro Nordio a fronte di una interrogazione scritta avanzata dal senatore di Italia Viva, Ivan Scalfarotto, poco tempo dopo che lo stesso Giudice aveva respinto una domanda giudiziaria avanzata dal senatore Matteo Renzi, collega di partito di Scalfarotto.
L'attacco sul piano disciplinare tuttavia si è incentrato principalmente sugli argomenti rappresentati dagli obblighi vaccinali e dal Green Pass, ed in particolare da una parte, su una vicenda familiare che avrebbe costretto il Giudice Zanda, suo malgrado, a non potere effettuare il tampone per tempo - in quel momento obbligatorio - per adempiere all'obbligo di presenziare in udienza, e dall'altra parte, su un provvedimento che lo stesso Giudice avrebbe adottato in favore di un soggetto sospeso dal lavoro per il mancato adempimento proprio all'obbligo vaccinale a suo carico, disapplicando le relative norme in materia di green pass per contrasto con la normativa comunitaria oltre che con principi inviolabili della persona costituenti anche principi fondamentali della Costituzione.
Un accorato ed intenso appello quello dei 18 avvocati sardi a sostegno del lavoro della giudice Zanda, completo di una puntuale e precisa ricostruzione cronologica dettagliatamente argomentata, sia scientificamente che giuridicamente, sotto il profilo della normativa eurounitaria e costituzionale.
Oltre ai vari temi centrali in fatto di diritto, i diciotto avvocati sardi sottolineano con assoluta fermezza l’interferenza politica ad opera del Ministro Nordio in seguito alla sollecitazione ricevuta dal senatore Scalfarotto, ritenendo altresì criticabile per i medesimi motivi la scelta del Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione di aprire un fascicolo disciplinare a carico del Giudice.
In particolare il gruppo di legali si mostra estremamente preoccupato per la deriva che la vicenda in questione assume in ordine al mancato rispetto sia dei numerosi diritti inviolabili della persona, sia della garanzia di indipendenza della Magistratura da parte del potere politico, e - dopo una attenta disamina dei profili critici in ordine alla sicurezza delle sostanze utilizzate per le vaccinazioni obbligatorie ed alla insostenibilità giuridica dei contenuti delle più recenti sentenze nn. 14,15 e 16 del 2023 della Corte Costituzionale - affermano che: “.... a maggior ragione alla luce delle gravissime criticità sulla sicurezza sopra evidenziate - a meno di non voler trasformare l'essere umano in un ostaggio di chi occupando gli scranni del potere politico, come ad esempio attualmente il meticoloso senatore Scalfarotto ed i suoi colleghi - decida di volta in volta quale sia il bene o fine pubblico per cui esso debba piegarsi financo al rischio vita a favore del principio di solidarietà, il diritto alla salute, alla integrità psico fisica alla vita ed il diritto al rispetto della dignità della persona di cui all'art 32 della Costituzione ed agli artt. 1, 2 e 3 della Carta di Nizza, non possano che essere interpretati in conformità al precedente orientamento della Consulta, per cui debba essere giuridicamente garantito a ciascuno di non incorrere in un potenziale rischio di vita o di eventi gravi per la salute, di qualunque dimensione in percentuale esso sia, per adempiere agli obblighi di solidarietà prefissati da chi Governa la cosa pubblica ”.
Concludono, infine, con un accorato appello, denso di patos e di preoccupazione rivolto sia ai Magistrati che al Ministro Nordio, oltre che al sostegno del Giudice sottoposto a procedimento disciplinare, scrivendo : “Pregiatissimi Ministro e Magistrati, per quanto sopra riportato, speriamo vi rendiate conto che qui si tratti non solo di difendere il Giudice Susanna Zanda - alla quale comunque esprimiamo, per le motivazioni sopra riportate, il nostro pieno sostegno e la nostra gratitudine per l'opera meritoria che sta svolgendo – ma si tratti soprattutto di salvaguardare i principi fondamentali della Costituzione rappresentati dai diritti inviolabili della persona, tra i quali, in primis l'habeas corpus, il diritto alla dignità della persona, il diritto al lavoro e, non da ultimo, si tratti di salvaguardare la garanzia della indipendenza della Magistratura e la sua onorabilità quale custode impavido di tali diritti, tutelandola dai comportamenti sempre più invasivi ed irriverenti del potere politico, ai quali, purtroppo, ci duole scrivere, si ritiene appartengano per i contenuti anche la risposta resa dal Ministro della Giustizia all'interrogazione del senatore Scalfarotto ed il procedimento disciplinare che da essi e' scaturito. Non ci possiamo, quindi, esimere dal tutelare e difendere, da avvocati - come il nostro ruolo, la nostra missione ed il nostro giuramento ci impone - chi, come il Giudice Zanda, preservi con coraggio tale onorabilità ed indipendenza attraverso il professionale svolgimento del suo lavoro ed il conseguente assolvimento alla sua altissima funzione.”
Abbiamo raggiunto alcuni componenti del gruppo dei 18, ed in particolare l’Avvocato Giovanni Siotto Pintor (già Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Cagliari), e gli Avvocati Antonio Verdone e Marcello Colamatteo che hanno dichiarato: “Tra Colleghi ci siamo resi conto che la vicenda coinvolge il problema del rispetto dei diritti costituzionalmente garanti. Non si poteva restare passivi di fronte ad un fatto così grave che coinvolge e mette in discussione anche il principio dell’indipendenza della magistratura! Il magistrato deve essere libero e non soggetto a condizionamenti esterni. Non possiamo non essere vicini alla Dott.ssa Zanda e non difendere con essa i diritti costituzionale violati.”
Qui di seguito la pubblicazione integrale della accorata lettera con le firme dei 18 avvocati che hanno inteso ribadire e difendere, senza se e senza ma ed a muso duro, i principi fondamentali tesoro della nostra Carta Costituzionale, preziosissima conquista per tutti gli Italiani dopo anni di lotte sociali.