Tutto nella storia dipenderà da come verrà raccontata. Per questo della storia degli ultimi tre anni vogliamo continuare a parlarne, e vogliamo farlo con esperti autorevoli come il dott. Giuseppe Barbaro.
Il dottor Barbaro è da oltre 35 anni Internista e Cardiologo presso un importante ospedale romano, ed è specializzato nello studio delle complicanze cardiovascolari associate a malattie virali come l'HIV ed alle complicanze della terapia antiretrovirale (HAART). Barbaro è stato sospeso dall’ordine dei medici di Roma (sospensione non ancora applicata per palese pregiudiziale contro cui il Dott. Barbaro ha fatto ricorso al CCEPS) per aver visitato i suoi pazienti ed applicato il principio di precauzione (prescrizione di analisi e definizione del rapporto rischio/beneficio del vaccino nel singolo paziente in relazione alla storia clinica individuale) come previsto dal codice deontologico, a partire dal giuramento, e ai sensi degli art.5.6,13,19 e 48.
L'inchiesta della Procura di Bergamo sui decessi della popolazione legati alla prima ondata Covid-19, si è basata su due punti giuridici capitali: la mancanza di un piano pandemico aggiornato e la non istituzione tempestiva di una cosiddetta area rossa. Come commenta questo aspetto dell'indagine?
Si tratta della punta dell’iceberg relativa alla gestione della pandemia. C’era un evidente volontà e un piano politico per non aggiornare il piano pandemico, nonostante le perplessità del CTS, e di gestire la pandemia mediante la strategia del terrore mediatico. Le chat tra Speranza e Brusaferro dell’ ISS sono agghiaccianti e sono la prova di tale strategia.
Poi è seguita la notizia che non ci sarà nessun processo per Conte e Speranza: archiviati gli atti sull'inchiesta Covid. Erano indagati tra i vari reati anche per quello gravissimo di epidemia colposa. Il Tribunale dei Ministri di Roma ha però archiviato la loro posizione perché in una situazione così inedita e complessa non è possibile stabilire nessi inconfutabili di causa ed effetto.
In realtà si tratta di una notizia che risale ad un’altra inchiesta che è stata fatta passare come attuale per giustificare, in maniera falsa, la correttezza della politica governativa. L’inchiesta è appena iniziata e sta emergendo un quadro probatorio molto significativo contro l'allora ministro Speranza e i responsabili degli organi consultivi del Ministero della Salute, in particolare l’ISS.
Secondo lei, in quanto medico, scienziato e ricercatore, che cosa ha falciato la vita di questi nostri connazionali in quelle tremende settimane e in quell'area geografica specifica?
E’ mancata la medicina di territorio con una pressione eccessiva della gestione ospedaliera dell’infezione. Tale pressione poteva essere ridotta del 90% con l’impiego domiciliare precoce di farmaci anti-infiammatori a basso costo che, al contrario, sono stati proibiti per applicare il protocollo Tachipirina e vigile attesa che è stato responsabile della mancata e tempestiva gestione clinica dell’infezione e della relativa mortalità. Attualmente, anche sulla base di revisioni accurate della letteratura, l’impiego di tali farmaci era essenziale, ma non è stato consentito, perché si doveva poi imporre il vaccino come unico strumento di prevenzione, sebbene mancassero, per quest’ultimo, studi clinici controllati che ne permettessero l’autorizzazione condizionata. Peraltro, questo farmaco non si è dimostrato un vero vaccino, in quanto non garantiva ciò per cui un vaccino è prodotto: prevenire l’infezione e il contagio. Eppure, su questa base, è stato formulato il DL 44/21, divenuto poi legge 76/21, sull’obbligo vaccinale con annullamento dei diritti costituzionali in aperta violazione dell’art. 32 della costituzione. Le recenti sentenze della Corte Costituzionale, sono state scritte per l’esclusivo interesse di salvare i vertici istituzionali dall’accusa di tradimento della Costituzione. Infatti, l’art.32 prevede: 1. Non esistono altri farmaci al di fuori di quello che viene ritenuto obbligatorio per legge. Non era vero, perché i farmaci esistevano ed erano efficaci e a basso costo. I medici che non si sono adeguati ai protocolli ministeriali sono stati perseguitati dall’ordine che si è dimostrato sempre più garante e servitore della politica che della dignità e della tutela della professione. 2. Il farmaco è efficace per la prevenzione e il contagio. Non era vero. I vaccinati si contagiano e trasmettono l’infezione al pari dei non vaccinati e la protezione immunitaria, in richiami successivi, diventa addirittura negativa. 3. Il farmaco è sicuro e gli eventi avversi sono lievi, transitori e non invalidanti. Non è vero, perché gli eventi avversi sono spesso gravi e invalidanti e associati anche alla morte del paziente. L’art. 32 specifica che la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana e la morte anche di un singolo individuo non può e non deve giustificare l’interesse collettivo. Con queste vergognose sentenze, l’essere umano è sacrificabile, per legge, per un interesse collettivo che non viene neanche rispettato per l’inefficacia del farmaco del quale viene imposto l’obbligo (previa richiesta di un consenso che informato non è, in quanto non aggiornato anche sulla base di quanto riportato, nella revisione dei rischi, dal documento EMA del settembre 2022).
I media ci dicevano che tutte le decisioni in materia sanitario-securitaria venivano discusse e avallate da un Comitato Tecnico-Scientifico, un team di figure esperte in sinergia per la nostra tutela. Ora dalle chat tra il Ministro Speranza e Brusaferro (a guida del Comitato) emerge che Speranza premeva sul Cts per imporre restrizioni severissime, e per applicare un approccio psicologico di terrore sulla popolazione italiana, mentre la squadra non era allineata con questo modo di procedere: “Noi politicamente siamo per chiudere tutto” e la riposta: “Non ci sono evidenze scientifiche”.
Come detto in precedenza, queste chat (che credo siano solo la punta dell’iceberg) sono agghiaccianti. In un paese serio, in cui la democrazia e la legge sono rispettate, tutti i responsabili degli organi consultivi del Ministero della Salute si sarebbero dovuti dimettere. Ad eccezione delle dimissioni di Magrini (presidente AIFA), non ci sono stati segnali di discontinuità con il precedente governo e Brusaferro è stato confermato alla presidenza dell’ISS. Alle disposizioni governative si sono poi allineati gli ordini delle professioni sanitarie, venendo meno, specialmente per i medici, a quanto stabilito dagli art. 4 (libertà e indipendenza del medico che non deve essere condizionato nella sua attività professionale) e dagli art. 6,13,19 e 48 (sull’aggiornamento scientifico continuo e sull’informazione al paziente dei potenziali rischi di reazione avversa nel caso di somministrazione di farmaci ancora in fase sperimentale e del relativo rapporto rischio/beneficio).
Perché si voleva atterrire l'opinione pubblica, far sentire ciascuno impotente e solo di fronte a una malattia infettiva terribile?
Vi era una regia internazionale cui i nostri politici dovevano adeguarsi ed obbedire fino a violare, apertamente, le leggi e i diritti stabiliti dalla nostra Costituzione. L’aspetto più sconfortante è rappresentato dalla cieca obbedienza a questi diktat politici da parte dei medici che avrebbero dovuto reagire e far capire agli organi governativi gli errori che la politica, per interessi prevalentemente finanziari, stava compiendo non certo in funzione della tutela della salute, della vita e della qualità di vita dei cittadini. La politica ha preteso che la figura del medico fosse snaturata nelle sue finalità etiche per farlo divenire complice di un palese crimine contro l’umanità. Questo non l’ho potuto accettare anche se mi è costato la persecuzione. Ma la persecuzione diventa un successo quando vince la verità. E la verità sta emergendo nei suoi più crudi dettagli…
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