Si tratta della "revisione periodica universale", ossia una procedura mediante la quale, su base quinquennale, i 193 Stati membri delle Nazioni Unite si rivolgono a vicenda delle raccomandazioni per sollecitare, con diversi gradi di invasività fino ad arrivare alla richiesta di una specifica azione legislativa, il rispetto dei diritti umani (dei quali nessuno si interroga circa il loro fondamento).
Pertanto, il dialogo tra Corti proprio del sistema eurounitario (Corte EDU, Corte di Giustizia dell'Unione Europea e Corti costituzionali) da un lato e dall'altro il meccanismo sopra descritto in vigore dal 2008, con l'obiettivo di uniformare le legislazioni nazionali, contribuiscono ad imporre agli ordinamenti statali i diritti dell'agenda globalista.
Proprio il carattere "modulare" dei Testi costituzionali, che si presta alle più diverse ermeneutiche, assicura l'ingresso di nuove situazioni giuridiche soggettive anche contro le specifiche scelte politiche delle maggioranze a riprova che non è la Costituzione (neppure quella positiva) norma per la società civile, ma è quest'ultima norma per la Costituzione.
Da limite del potere il costituzionalismo è divenuto "enzima" dello stesso.
Da qui l'importanza di riscoprire il diritto naturale classico inscritto nell'essere. Se il diritto è fatto dall'uomo per l'uomo, come insegna Giuseppe Capograssi (1889-1956), allora ogni previsione legislativa non può prescindere dalla sua essenza (ciò che rende l'uomo quello che è) e dai fini ad essa collegati.
(Daniele Trabucco)