Mercoledì, 15 Febbraio 2023 14:18

Il Primo Ministro scozzese Nicola Sturgeon si dimette dopo otto anni, "La mia decisione deriva da un luogo di dovere e amore" In evidenza

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Questa mattina, è stata organizzata una conferenza stampa a Edimburgo, nel corso della quale la Leader del Partito Nazionale Scozzese ha annunciato le dimissioni dal suo lungo ruolo, "Oggi annuncio la mia intenzione di dimettermi da Primo Ministro e Leader del mio partito", ha dichiarato, "Rimarrò in carica fino all'elezione del mio successore".

Di Flavia De Michetti Roma, 15 febbraio 2023 (Quotidianoweb.it) - Sturgeon, nel corso del suo incarico, ha condotto l’SNP a una serie di vittorie elettorali a livello britannico, scozzese e locale e ha dedicato la sua carriera politica nel portare avanti il ​​sogno del suo partito, ovvero quello di staccarsi dal Regno Unito e diventare indipendente.

Una volta realizzato questo obiettivo, lo step successivo sarebbe stato quello di presentare una domanda per rientrare nell'Unione Europea, dalla quale la Gran Bretagna è uscita.

Diventata Primo Ministro nel novembre 2014, subentrata all'ex Leader dell’SNP Alex Salmond, in seguito al referendum sull'indipendenza, l’ormai ex primo Ministro ha presentato, lo scorso anno, a Holyrood, sede del Parlamento scozzese, il disegno di legge sul nuovo referendum sull’indipendenza dal Regno Unito, lo stesso identico quesito presentato agli elettori nel 2014 e respinto dal 55% dei votanti.

La Sturgeon, che ha dovuto affrontare crescenti tensioni con il Governo britannico a Londra, ha inoltre aggiunto che "In primo luogo, anche se so che sarà allettante vederla come tale, questa decisione non è una reazione dovuta a pressioni a breve termine, ma deriva da una valutazione più approfondita".  

Oltre alle tensioni di natura politica, l’ex Leader ha spiegato che “è difficile avere una vita privata, incontrare gli amici per un caffè o fare una passeggiata da soli" sottolineando una certa "brutalità" nella vita al vertice.

L’improvviso annuncio ha inevitabilmente dato il via a numerose speculazioni, in particolare riguardo al recente impegno preso dalla politica scozzese di fare delle prossime elezioni generali britanniche un secondo “referendum de facto” sull'indipendenza scozzese, nonostante un’opposizione all’interno del partito.

Alla domanda, infatti, "La Scozia dovrebbe essere un Paese indipendente?" la risposta è stata che il 55% ha detto di no e il 45% ha detto di sì.

Sturgeon ha sollecitato Boris Johnson per consentire alla Scozia di organizzare un altro referendum, ma quest’ultimo ha insistito sul fatto che il voto del 2014 fosse "una volta ogni generazione".

Recentemente, oltre a una diminuzione nei sondaggi relativi al sostegno dell'indipendenza, (dal 53% al 47% tra gli elettori), è andato a calare anche il supporto per l’SNP e la Sturgeon stessa.

Il movimento per l'indipendenza è attualmente in fase di stallo, senza la reale possibilità di un referendum in tempi brevi.

La Sturgeon ha, inoltre, perso il sostegno del suo partito da quando ha tentato di introdurre il controverso disegno di legge sull'identificazione di genere, volto a consentire alle persone trans scozzesi di cambiare il proprio genere legale senza una diagnosi medica, un’iniziativa bloccata da Westminster.

Nicola Sturgeon ha fatto parlare di sé anche a causa che ha visto coinvolto il marito, alla fine dello scorso anno, dopo che è stato riferito che quest’ultimo aveva prestato personalmente 100 mila sterline all’SNP.

Dunque, dopo aver dominato la politica scozzese per otto anni, Sturgeon potrebbe aver deciso di dimettersi prima che la sua longeva carriera porti su di sé l’ombra del fallimento.

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