Di Andrea Caldart Cagliari, 28 novembre 2022 (Quotidianoweb.it) - Difficile comprendere le varie azioni spregiudicate palesemente inutili, messe in opera da questo manipolo di incompetenti certificati, capaci solo di proporre le solite ricette di ridimensionamenti, abbassamento dei costi e altre balle stratosferiche che l’italiano ha dovuto sentire e subire.
Perché se da una parte c’era la solita narrazione sindacalistica “dobbiamo tutelare i lavoratori”, dall’altra c’è sempre stato un qualcuno che, con “Alimagna” ci ha sempre guadagnato oltre ogni ragionevole dubbio.
Una voragine di perdite risanate sempre e solo dai soldi degli italiani che tra conti falsi, consulenze illeggibili e cene di lusso, il 18 maggio 2023 vedrà 15 imputati davanti al Tribunale di Civitavecchia, tra i quali Montezemolo e Colaninno, dove l’ipotesi di reato è la bancarotta.
Per far comprendere le qualità di questi “capitani oltraggiosi” e la loro competenza industriale, vale la pena ricordare la lungimiranza delle attività commerciali che realizzavano.
Parliamo ad esempio di due rotte la Ginevra-Firenze e Ginevra-Venezia dove, la compagnia Darwin-Etihad Regional, con perdite per l’azienda italiana tra i 43,7 e i 54,5 milioni di euro, decollava ogni giorno con aerei da 50 posti e Alitalia garantiva l’acquisto di 40 posti, ma storicamente come scrive il Tribunale: “era noto che Darwin-Etihad Regional era stata in grado di vendere solo 2 o 3 posti per volo”.
Un processo che di sicuro farà molto parlare, ma non possiamo non notare che, l’ex compagnia di bandiera, nel procedimento comparirà sia come parte lesa che imputata di reati amministrativi: un vero paradosso all’italiana.
In questo settore il parassitismo clientelare viene gestito direttamente dal governo, di qualsiasi colore o emanazione sia, producendo solo la totale inadeguatezza di qualsiasi politica di trasporto nell’interesse della nazione, abdicando per i diktat europei.
L’ultimo “attore” che il governo ha saputo produrre si chiama Alfredo Altavilla, la cui maestria ha saputo portare ITA nella folle direzione suicida di perdite milionarie giornaliere, ma ha saputo alzare la voce, lamentandosi pubblicamente, del suo misero stipendio da 400.000 euro/anno.
Anche se il nuovo governo da poco lo ha silurato, chi pagherà per la gestione Altavilla?
E chi pagherà per la sgangherata gestione di un’altra compagnia la Blue Panorama?
E vogliamo ricordarci di Air Italy, chi pagherà?
Tre purtroppo sono sempre le categorie chiamate in causa a “sanare” i debiti accumulati negli hangar: i dipendenti, i fornitori e i contribuenti italiani.
Nel caso di Blue Panorama, solo un cieco e un sordo potevano non vedere e non capire che un fondo, con sede a New York come Bateleur Capital Llc, che aveva avanzato l’idea in un pre-accordo di acquisire il 100% della compagnia, non fosse in grado di farlo.
Ma come poteva non sapere il Sig. Luca Patanè azionista di maggioranza con Uvet, che un’azienda extra Ue non potesse acquisire il 100% di una società italiana, in netto contrasto con il diritto comunitario, il quale permette a soggetti extra Ue di poter acquisire solo un massimo del 49% delle azioni di compagnie aeree basate in Europa.
E i 40 milioni di ristori ricevuti da Blue Panorama non potevano essere sufficientemente utili per pensare ad un rilancio dall’azienda? A proposito come saranno stati impiegati?
Dovremmo attendere il prossimo 15 dicembre quando il Tribunale di Milano dovrà esprimersi, attraverso il giudice delegato, incaricato per il concordato preventivo, sul futuro di questa compagnia.
Ma quello che fa più riflettere è come Enac, Ente nazionale per l’aviazione civile, ovvero l’Authority deputata a sorvegliare le regole del trasporto aereo, abbia permesso ancora una volta in più, a settembre, altri sei mesi di estensione per la sospensione della licenza di volo il COA, Certificato di Operatore Aereo a Blue Panorama.
Ma in questa vicenda di Blue Panorama ci salta all’occhio anche il fatto che, dal 15 luglio 2022, con le dimissioni da Accontable Manager, da parte dell’Ing. Antonio Jorio, cioè quella figura dirigenziale che è ritenuta accettabile dall'ENAC, che ha l'autorità aziendale di assicurare che tutte le attività operative e gestionali possono essere finanziate e svolte in ottemperanza ai requisiti e agli standard richiesti dall'ENAC, questa figura dirigenziale principale, non si comprende da chi sia ricoperta oggi.
Probabilmente sembrerebbe che, la legge non sia uguale per tutti e pensare che c’è chi in questo Paese, da oltre un decennio, tenta di dare un progetto industriale di una mobilità sociale in regime di libero mercato, scollegato dalle “marchette politiche”.
Vedere tutti questi capri espiatori fare la passerella nelle aule dei Tribunali italiani, francamente non è interessante e non ci interessa, anche perché non è detto si arrivi ad avere la vera giustizia.
Per noi la notizia sarebbe quella di vedere imprenditori italiani, scollegati dal controllo politico, governare un piano di rilancio del trasporto aereo italiano, tornando a dare quella faccia corretta che è di questo settore, dove l’incapacità e volontà politica, hanno solo distrutto l’ennesimo patrimonio industriale italiano.
Continuare a non cambiare la rotta, più che “allacciare le cinture”, stavolta è come volare, senza il paracadute.