Di Andrea Caldart Cagliari, 5 ottobre 2022 (Quotidianoweb.it) - Non c’è nulla da fare, Ursula Von der Leyen è riuscita anche questa volta a far approvare un altro pacchetto di sanzioni contro la Russia, l’ottavo.
Ad annunciarlo con un tweet è stata la Presidenza di turno che ora è affidata alla Repubblica Ceca, dichiarando soddisfazione per l’accordo raggiunto dal Coreper 2, comitato dei rappresentanti permanenti dei governi Ue.
Vanno ad inasprirsi le misure sull’importazione di merci come, materiale tecnologico ed elettronico e, si è fissato un tetto sul prezzo del petrolio importato dalla Russia.
Non solo, vi è anche il divieto di trasporto marittimo di petrolio russo verso Paesi terzi, fortemente osteggiato da Orban.
Secondo le previsioni dei tecnocrati di Bruxelles questo nuovo pacchetto di sanzioni colpirebbe la Russia per un ricavo in meno di 7 miliardi di euro all’anno, andando a colpire soprattutto, la loro industria bellica.
Intanto noi, a casa nostra, dobbiamo fare i conti con una pressione fiscale che nel secondo trimestre è arrivata al 42,4%, e non è l’unico dato negativo.
Ve ne è uno più preoccupante e riguarda le famiglie italiane che hanno diminuito del 2,3% il tasso di risparmio, un dato che non si era visto nemmeno durante la pandemia.
Diventa davvero difficile capire come si possa pensare e dichiarare che le sanzioni funzionano di fronte ad un carrello della spesa raddoppiato e ad un costo energetico che ha preso la tangente.
Probabilmente dovremmo fare anche noi come i tedeschi, rompere la “cuginanza energetica” e attuare un vero scudo a difesa del rialzo spropositato del costo energetico che non sanziona la Russia, ma le famiglie e le imprese italiane.
Forse ancora non è abbastanza chiaro che i vincitori economici delle sanzioni di questo conflitto, continuano ad essere gli Stati Uniti.
Ora, con la mossa tedesca si apre la strada per una “speculazione artificiale” dei prezzi dove, spregiudicati operatori, gonfieranno scommesse finanziarie, soprattutto sul prezzo del gas.
Preoccupiamoci per il governo che sta per venire, perché Giorgia Meloni, prima di rilasciare la sua dichiarazione in proposito, sé consultata telefonicamente con “San” Mario Draghi ed ossequiosamente si è precipitata a condannare la scelta del governo tedesco.
Questo tanto evocato principio di “solidarietà europea” mette in evidenza le divergenze e il peso politico dei vari Stati membri, e di sicuro, sta affossando l’Italia.
Senza una ribellione reale e una sovranità monetaria saremo destinati ad essere i maggiordomi degli euro-nato.
Il vero rischio è quello di farci spolpare dai tecnocrati di Bruxelles facendo inserire a loro il pilota automatico della condotta del nostro Paese dove non vi è differenza tra destra e sinistra, ma tutti inginocchiati di fronte al fatto compiuto.