Lunedì, 03 Ottobre 2022 06:04

Europa: Meno Stato e più Mercato In evidenza

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L’epoca in cui siamo stati catapultati corre ad una velocità difficile da controllare, ma la rapidità con cui l’Europa si è americanizzata, è davvero preoccupante.

Di Andrea Caldart Cagliari, 1 ottobre 2022 (Quotidianoweb.it) - Questa società apparentemente ricca e superficialmente “libera” corre invece verso una deindustrializzazione, svuotando le nostre aziende, spostando il potere decisionale in un altro continente.

Il processo di questo “movimento” parte dai grandi gruppi finanziari internazionali, che riescono sempre a trovare le formule più a loro congeniali imponendole ai governi dei quali ne divengono abili manipolatori.

L’esempio appena visto delle elezioni politiche italiane, ci hanno proposto più una televendita a chi misurava il suo ego contro l’avversario, anziché un progetto di crescita e vision futura per il nostro Paese.

Dobbiamo riflettere a che punto di tracollo è arrivata la nostra democrazia, in quanto siamo di fronte ad un collasso culturale della politica fatta da soggetti camuffatori e giustificatori dei “rapporti di potere”.

È un processo nato moltissimi anni fa, ben studiato e che vuole “ridisegnare” la struttura sociale del popolo, cancellando le varie classi che lo formano.

È il processo della deindustrializzazione dell’Europa dove è in atto lo scorporo della persona che materializza il lavoro, la produzione, a favore di una centralità dell’indebitamento personale, dal quale sarà molto difficile uscirne creandone così, la dipendenza e il controllo.

Questo che può sembrare un “annuncio” in realtà è già tra noi dove, da una parte la crisi energetica “indotta” e dall’altra, il conseguente indebitamento delle aziende faranno sì che gli Stati non riusciranno più a finanziare la spesa pubblica.

Finora l’industria europea era riuscita a resistere in quanto il costo energetico rendeva competitiva la nostra produzione, ma se non saprà riorganizzarsi, vi sarà un inevitabile “sfascio sociale”.

Il vero errore è il voler “inseguire” un modello americano fatto solo di gestioni privatistiche dei servizi, attraverso fondazioni, dall’apparenza no profit, obbligando di fatto il cittadino ad assicurarsi per poter ottenere i servizi essenziali.

Forse è venuto il momento di chiederci quanta “americanizzazione” stiamo assorbendo e quanta disgregazione dello Stato sociale abbiamo “guadagnato”.

In tutto questo c’è un’equazione sostanziale che ci deve preoccupare e dove, al minor impegno dello Stato, corrisponde un elevato “dominio” del Mercato.

Preoccupiamoci di trovare una soluzione finché  siamo in tempo.