Venerdì, 10 Giugno 2022 05:15

ITALIA, il paese dove vivere ora, fa paura In evidenza

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Sarà capitato anche a voi di vedere che, in conseguenza dello sciogliersi dei nodi delle regole, poco sanitarie e molto coercitive della libertà altrui, molte persone sono così impaurite, tanto da perseverare nell’osservarle; pensiamo ad esempio alle persone solitarie e chiuse in auto a 30 gradi con la mascherina indossata, oppure al supermercato che scansano quelli che non la indossano e tanto altro di simile.

Di Andrea Caldart (Quotidianoweb.it) Cagliari, 9 giugno 2022 - Queste irrazionali regole che sono state impresse, senza colpo ferire, fanno pensare ad un sadismo vero, scientemente calcolato.

Si perché non vi è una logica scientifica o sanitaria nell’imporre una ferocia sadica di regole che non regolano ma che, al contrario, vietano la vita sociale, non contrastando il diffondere di un virus, tanto come quando c’era l’influenza, della quale consociamo che, i suoi vaccini, non la frenano, ma è solo un planetario schema dell’odio del tutti contro tutti, con un Presidente della Repubblica che si dimentica il diritto di proporzionalità, la difesa delle minoranze, lasciando al governo Draghi e prima del Governo Conte, di agire indisturbato con l’appoggio dei partiti di governo.

Questa società civile, forse ormai poco civile, si è spersonalizzata di sé stessa; non si fa domande, ma si risponde solo con: hanno deciso, hanno fatto, loro dicono, loro fanno… subendo serenamente dall’alto ogni decisione.

L’importante è il proseguire di una vita fatta di accessori, pienamente vuota, ma soprattutto annullata in favore della logica consumazione quotidiana terrena automa, come il sole che sorge ad est e tramonta a ovest, tanto lo fa tutti i giorni anche lui.

Questa è la rappresentazione odierna di una società e di un paese, il nostro, frustrato e rassegnato, dove ormai tutto viene accettato e subìto senza opporre dubbio, senza protestare e dove ogni scenario, anche contro il popolo italiano, ha le porte aperte.

La domanda che ci dobbiamo porre invece è: stiamo davvero vivendo in uno Stato di Libertà, o in uno di schiavitù direzionata?

Forse dovremmo pensare, ed anche molto velocemente, in quali direzioni sviluppare un nuovo senso di società, ad esempio, una potrebbe essere cambiare il modello di debito pubblico, attraverso un investimento pubblico sull’economia nazionale; un’altra potrebbe essere riportare la Banca d’Italia nuovamente pubblica; un’altra ancora riavere la sovranità monetaria dove il nostro Governo ritorni a stabilire il tasso d’interesse, ma ce ne sono tantissime altre.

È un equilibrio molto difficile quello di cercare di tenere unite, coesione sociale, crescita economica e democrazia perché attualmente, non esiste una formula per questa disgregazione sociale delle nostre società contemporanee; passiamo da una comunicazione fatta dal mainstream di pandemia, ad una di solo guerra, trasferendo l’ansia e attivando quel senso di insicurezza che ci toglie la forza di provare e di continuare.

Potrebbe essere che questo forum a Davos sia solo un patologico esperimento di una qualche forma di comunismo regolato tra Governi e multinazionali, intriso di ideologia nichilista la quale, una volta stabilita l’inesistenza di alcunché, non ci sarebbe nemmeno alcuna realtà sostanziale, risultando quindi l’intera esistenza priva di senso.

Esattamente il senso di paura e di smarrimento che ormai aleggia nel nostro paese dove, non c’è più una sicurezza dove la cherofobia o paura della felicità, ci vuole invadere di tristezza totalizzante, anzi non dobbiamo più essere felici perché qualcuno ancora ci vuole punire, ad esempio con una museruola permanente in faccia, per obbligarci alla paura irrazionale che si verifichi di nuovo.

E non sarà a colpi di bonus pubblici e terapie collettive che potremmo uscirne, l’unico bonus è dentro di noi, avere il coraggio e la forza di esserci per cambiare, altrimenti la ferocia di questa sadica classe dirigente, costringerà i giovani a non creare famiglie ed emigrare e, allora questa attuale classe dominante, dovrà fare i conti con la storia perché la guerra tra classi, da noi è e sarà spietata.

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