Lunedì, 25 Aprile 2022 15:11

25 APRILE: quale libertà? In evidenza

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L'Italia vive di una retorica ipocrita da troppo tempo alimentata da media sempre meno credibili ed attendibili che sopravvivono, principalmente, grazie al finanziamento pubblico.

Anche quest'anno, come del resto ogni anno, leggiamo purtroppo affermazioni che esaltano la riconquista della libertà dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e l'esperienza del fascismo.

Il problema è: quale libertà?

Qual ne è il fondamento, la base, il presupposto? E davvero la Costituzione repubblicana vigente del 1948 è stata in grado di evitare derive "brutali" del potere politico oggi dominato dagli interessi dell'alta finanza e da logiche globaliste e cosmopolite che "uccidono" popoli, tradizioni e culture e di cui la penosa sinistra "ceocapitalista", ben rappresentata dal Partito Democratico, ne è l'espressione più evidente in quanto abile ad utilizzare la stampa e la cultura (le famose "casematte del potere" di gramsciana memoria) per imporre la propria ideologia?

Per rispondere a queste domande vanno svolte due riflessioni:

1) le libertà oggi retoricamente sventolate nei soliti "canovacci" da 25 aprile sono il prodotto di quel pensiero costruttivistico-volontaristico che porta ad identificare kelsenismo e schmittismo, o meglio sono "libertà negative" che favoriscono anziché  ridurre la conflittualità sociale. In altri termini, le libertà, grazie al carattere "anfibio" delle Costituzioni e "procedurale" delle democrazie, finiscono per svincolare la persona umana da qualunque ordine precostituito, riducendola ad individuo monadico "insaziabile" di diritti e "impaurito" di fronte al divenire;

2) il potere ha dimostrato, in nome della "προσκύνησις" allo scientismo, come è in grado, pur nella formale vigenza della Costituzione formale, di comprimere in modo non proporzionato diritti costituzionalmente tutelati senza garantirne il "contenuto essenziale" (sent. n. 67/1990 Corte cost.): il lavoro, la retribuzione etc..

Siamo stati ridotti a "evento scientifico"... e noi lo festeggiamo...

Daniele Trabucco

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