Di Lamberto Colla Parma 22 Marzo 2021 - Sempre più di frequente si incappa nelle limitazioni imposte dalle piattaforme social. Policy restrittive o meglio ben calibrate a trattenere quelle informazioni a loro poco gradite.
Sarebbe interessante conoscere "chi" sono coloro che non gradiscono certe affermazioni e possiedo tanto potere per imporre la selezione artificiale dell'informazione.
Una volta questo tipo di regolamentazione era prerogativa dello Stato e andava sotto la classificazione di "Censura" oggi invece è molto più facile cadere sotto la scure censoria dei grandi social media.
A noi era già capitato con Facebook che ci punì con una restrizione impressionante di "pubblico" per un editoriale ben poco gradito che trattava di "Oscurantismo e manipolazione di massa".
Questa volta è stato invece YouTube a "censurare" i video della manifestazione di sabato scorso in cittadella e organizzata da un centinaio di persone che non condividono le restrizioni imposte dalla norme anti pandemiche.
Una manifestazione dai contenuti assolutamente discutibili ma comunque degna di informazione e così dopo aver visionati i due video pervenuti e valutato che non ci fosse nulla di censurabile in quanto le uniche parole invocate erano "Verità" e "Libertà" abbiamo provveduto alla loro pubblicazione tramite il nostro canale YouTube.
Nel giro di pochi istanti sulla schermata del video compare la scritta che il Video Non rispetta la Policy e promuove informazioni sanitarie sbagliate. Sul secondo invece la schermata indica che potrà essere visionato solo da pubblico maggiorenne.
YouTube quindi val più della nostra Costituzione che, grazie all'articolo 21, sancisce il sacrosanto diritto di cronaca.
D'altronde, se Twitter & company hanno censurato Trump mentre era ancora in carica come Presidente degli stati Uniti, volete che non censurino la Gazzetta dell'Emilia?
Nelle scorse ore qualcosa di impressionante sta accadendo a Marco Camisani Calzolari, "aggredito" pesantemente sui suoi siti e ora con minacce dirette ai suoi provider dopo che a Striscia la Notizia aveva fatto un servizio sui "Giganti del web che non pagano le tasse in Italia".
Su questa libertà d'azione unilaterale da parte di queste superpotenze del WEB ci sarebbe da fare una riflessione politica molto accurata…