Il progetto ha già trovato numerose adesioni tra la società civile: ci sono quelle di Mauro Severi (architetto), Maurizio Zamboni (ingegnere), Celestina Tinelli (avvocato già componente del Csm), Claudio Pedrazzoli (medico, primario della Chirurgia 1 del Santa Maria Nuova), Fulvia Salvarani (titolare del ristorante Rigoletto di Reggiolo), Francesca Mattioli (ricercatrice), Andrea Davoli (libero professionista), Maria Paola Ruggieri (data manager di Radioterapia al Santa Maria Nuova), Giuliano Bedogni (medico, ex primario dell'unità operativa di endoscopia digestiva all'arcispedale Santa Maria Nuova), Cinzia Iotti (primario di Radioterapia al Santa Maria Nuova).
"La gente sente già l'Emilia, il mondo conosce e apprezza questo territorio. E' il punto da cui partiamo - ha affermato la presidente Sonia Masini -. Come si fa in un Paese che ha bisogno di novità a non valorizzare i beni preziosi che abbiamo? Ci sarà maggior possibilità per l'economia di attrarre finanziamenti, ci saranno nuovi posti di lavoro, ci saranno meno spese perché si andrà a razionalizzare quello che viene duplicato nelle diverse Province. Emilia è un progetto grande per il futuro che coglie le necessità della globalizzazione, che supera gli anacronismi e le divisioni".
"Con questa iniziativa cerchiamo di rilanciare un grande progetto per un miglior funzionamento del territorio, di adeguamento a nuove competenze. Ci sarà il ripensamento di un nuovo ente che dovrà essere il più possibile al servizio dei cittadini. Questa è la discussione che abbiamo avviato ed è importante che i cittadini inizino a pronunciarsi su questo grande processo di trasformazione", ha spiegato il sindaco Graziano Delrio.
"Abbiamo già raccolto tantissime adesioni da parte dei cittadini che credono in Emilia. Si tratta di un progetto positivo che vuole unire e sottolineare le peculiarità dei territori", ha fatto sapere Daniele Franci.
Il Comitato è costituito quale organizzazione non lucrativa di utilità sociale ed è una iniziativa autonoma, pluralista, apartitica, volontaria, democratica. Ha lo scopo di unire con pari dignità le province di Reggio Emilia, Modena, Parma, Piacenza e dare vita ad Emilia, all'interno della Regione Emilia-Romagna. Tra gli obiettivi quello di produrre risparmi nell'organizzazione della nuova area, superare sovrapposizioni e sprechi nell'erogazione dei servizi e nella programmazione delle infrastrutture e continuare ad assicurare che gli amministratori rispondano ai cittadini. "Emilia ha già una reputazione fortissima nel mondo per il carattere e la laboriosità degli abitanti, per la capacità di accoglienza, per l'eccellenza delle scuole e dei servizi e per la qualità delle imprese, il senso civico e l'amore per il buon vivere - si legge nel documento stilato dai sostenitori del progetto -. Emilia, se sarà unita, potrà migliorare il reddito dei propri abitanti, valorizzare le imprese, creare nuovi posti di lavoro. Emilia, potrà essere un nuovo volano per la regione Emilia-Romagna e per l'Italia se saprà superare i campanilismi e mettere in valore i saperi e le conquiste acquisiti per proporsi in modo nuovo e coraggioso, sapendo cogliere le sfide del cambiamento".
"Siamo tutti volontari del pensiero convinti che occorra cominciare a pensare in grande. L'ottica con la quale si guarda ai fenomeni territoriali è diventata troppo ristretta. Il riordino delle Province è l'occasione per superare quest'ottica", ha affermato Maurizio Zamboni. Per Mauro Severi si tratta di "un cambiamento vero e di mettere insieme identità simili, raggiungibili in tempi brevissimi". Il primario della Chirurgia 1 del Santa Maria Nuova Claudio Pedrazzoli ha portato l'esempio dell'area vasta sperimentata nel campo della sanità con il sistema di approvvigionamento di materiale sanitario che coinvolge già le quattro province: "Ha consentito un risparmio importante nella spesa sanitaria".
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